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Autore: Darien    12/12/2016    0 recensioni
Ricordava perfettamente quando il vecchio aveva posto un involto sul tavolo e lo aveva aperto con sommo stupore del ragazzo, Era un uovo di drago e il vecchio glielo lasciò in regalo dicendo che era l’unica cosa con cui poteva ripagarlo, il castano accettò titubante ma poi se ne prese cura al meglio e due mesi dopo l’uovo si schiuse e nacque Haru, gli scelse proprio quel nome perché in lingua antica voleva dire primavera il periodo in cui il draghetto era nato...
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Makoto guardava fuori dalla finestra, ormai era quasi il tramonto.
L’ora in cui lui si faceva vedere.
Spalancò la finestra che si affacciava su un triste deserto di sabbia e rocce. Il castano sospirò quella torre era la sua casa da tanto tempo ormai.  Era successo tutto circa sette anni prima, alla morte di sua mamma sua padre di era risposato con una donna che si era rivelata una strega malvagia, ma il piccolo Makoto era troppo impegnato a prendersi cura dei suoi due piccoli fratellini per pensare a quella donna. La strega volle subito sposarsi e dopo il matrimonio uccise suo padre impossessandosi del trono, i suoi fratellini divennero i suoi paggetti personali, la sorte peggiore però toccò a lui che era l’erede al trono. Venne trascinato a forza in quella torre e venne maledetto, se mai avesse messo i piedi fuori dalla torre sarebbe morto tra atroci sofferenze.  E cosi passarono giorni mesi ed anni e Makoto era ancora lì, senza sapere che cos’era successo ai suoi fratellini o al suo regno. Quella finestra che si apriva su qual brullo panorama era il suo unico contatto col mondo esterno. Makoto si poggiò malinconico al davanzale della finestra mentre l’aria tutt’intorno si andava riempiendo del rumore di un leggero battito d’ali.
Poco dopo una piccola figurina azzurra si era presentata alla finestra. Makoto l’accolse   con un sorriso sincero e chiamò < Haru!> dopo di che gli fece spazio per farla entrare, il draghetto non si fece attendere e si posò sul letto del castano con un verso felice. Makoto si avvicinò all’animaletto, che faceva incomprensibili versi che sembravano risate, e accarezzò la pelle squamosa e ruvida mentre il draghetto sembrava godere di quelle carezze amorevoli.  Makoto si sedette accanto al draghetto e notò che aveva in bocca una qualcosa. La creaturina gli strusciò il muso sulla mano per far capire a Makoto qualcosa, Il castano capì al volo e aprì la mano porgendola alla creaturina che poso un bellissimo fiore rosso sul suo palmo. Makoto sorrise sorpreso e disse < ohhh Haru è bellissimo chissà in che posto lo hai preso > poi si coricò sul letto dove l’animaletto gli aveva fatto posto. Appena il ragazzo si fu sistemato il draghetto zampettò a fianco del ragazzo e vi si rannicchiò. Makoto ammirò il fiore che il piccolo drago gli aveva portato rigirandoselo tra le mani < questo fiore > incominciò mentre   accarezzava l’animaletto <è bellissimo Haru, sai tu sei fortunato con quelle ali chissà quanti posti avrai visto come vorrei che tu potessi raccontarmi dei bei luoghi che hai visitato> il draghetto come se avesse capito si avvicino al volto di Makoto e vi si strusciò.  Il castano non si era accorto che nel frattempo il sole era tramontato e aveva lasciato il posto ad un bellissimo cielo stellato.  Makoto prese in spalla l’animaletto e si diresse alla finestra appoggiandosi nuovamente. Sorrise ancora guardando il cucciolo sulla sua spalla e iniziò a pensare all’ loro primo incontro, era accaduto tutto tre anni prima. Makoto era già rinchiuso in quella torre da un po’ di anni quando un vecchio bussò alla sua porta fu sorpreso.  L’anziano Non chiese granché solo qualcosa da mangiare e Makoto fu felice di accontentarlo se non altro anche per non essere a mangiare da solo come al solito. Dopo che ebbe finito il vecchio si congedò ma non prima di lasciargli un regalo per la sua gentilezza. Ricordava perfettamente quando il vecchio aveva posto un involto sul tavolo e lo aveva aperto con sommo stupore del ragazzo, Era un uovo di drago e il vecchio glielo lasciò in regalo dicendo che era l’unica cosa con cui poteva ripagarlo, il castano accettò titubante ma poi se ne prese cura al meglio e due mesi dopo l’uovo si schiuse e nacque Haru, gli scelse  proprio quel nome perché in lingua antica voleva dire primavera il periodo in cui il draghetto era nato, sotto gli occhi stupefatti del ragazzo.  Il castano chiuse la finestra e rimase a fissare le prime stelle che facevano capolinea dal cielo mentre Haru svolazzava in giro per la torre. Ad un tratto Makoto si accorse che una forte luce azzurrina aveva invaso la stanza e avvolgeva il piccolo Haru rendendolo quasi trasparente, mise le mani davanti agli occhi per proteggersi. Dopo un po’ la luce scomparve e con gran stupore Makoto vide che il draghetto non c’era più e al suo posto c’era un bellissimo ragazzo. Il principe  non sapeva che dire fissava il ragazzo, era bello pensò subito  aveva gli stessi occhi azzurri del suo draghetto e i capelli di un nero intenso e anche lui lo fissava inespressivo.  I loro occhi si incontrarono per qualche istante poi Makoto chiamò timidamente < Haru …> il ragazzo fece per parlare ma si fermò annuendo soltanto fece un passo verso il castano che allungò la mano verso il corvino prendendone il viso tra le mani < tu … puoi trasformarti? > chiese quasi a bassa voce. Haru esitò qualche secondo poi rispose evitando lo sguardo del castano imbarazzato giocando nervosamente con le mani < hmmm non so cosa sia successo o come funziona e che avevo il forte desiderio … di avverare il tuo sogno di sentire le mie storie e adesso eccomi qua > Makoto lo accarezzò avvicinò il viso a quello di Haru e gli bisbigliò < io non so come hai fatto …> scoppiò quasi in lacrime e abbracciò il ragazzo che ricambiò con affetto sincero. Tra le pianti il castano disse < Mi sentivo così solo e … poi sei arrivato tu … e ora questo …  >. Haru gli baciò una guancia e lo allontanò per guardarlo negli occhi < Makoto … io credo di …> il castano lo interruppe e chiese < Amarmi?> il corvino annuì e posò le su labbra su quelle del castano che lo avvolse con le sue braccia forti. Stettero cosi per qualche minuto, stretti l’un l’altro, poi la mancanza d’aria si fece sentire e dovettero seppur con dispiacere separarsi. Haru prese per la mano Makoto e la baciò delicatamente portandolo verso il letto, si distese facendo spazio al castano che non aspettò un secondo per prendere posto accanto al corvino che lo guardò dolcemente negli occhi.   Restarono così   per qualche minuto poi con tono malinconico Haru richiamò l’attenzione di Makoto < Makoto …> sospirò      Makoto lo guardò con uno sguardo colmo di riconoscenza mista a tristezza poi si tuffò sul petto di Haru e disse con le mani tremanti che stringevano la maglia dell’altro < non importa.> fece una piccola pausa e poi continuò < stringimi a te … anche solo per questa notte. Va bene così basta solo che tu mi racconti delle cose che hai visto la fuori.>  Haru non rispose subito e lo strinse forte a se, accarezzando i capelli del castano  poi incominciò a raccontare < allora da dove potrei incominciare …> ci rifletté un istante e poi continuò Haru sorrise  e poi continuò sentendo il sorriso del castano comparire sul suo volto poggiato l petto, continuò sicuro che Makoto lo stava ascoltando < il posto più bello che ho visto senza dubbio  sono state le cascate di Iofob > sospirò e baciò la testa di Makoto e poi chiese < sono davvero belle sai? Una sale e l’altra scende … il fiore che ti ho portato viene da là …  Un giorno le vedrai anche tu ne sono sicuro.> Makoto   annuì strusciandosi sul petto del corvino che lo strinse ancora più forte. Haru raccontò per tutta la notte dei suoi viaggi e Makoto ascoltò curioso tempestando il corvino di domande a cui Haru rispondeva con passione baciando di tanto intanto il castano dove capitava, sulla fronte sul naso e via dicendo, Haru raccontò dei suoi viaggi a Makoto quasi tutta la notte finché i due non furono vinti dal sonno.
Il giorno dopo quando il sole fece capolinea dalla finestra Makoto aprì i profondi occhi   verdi e si guardò smarrito attorno. Il senso di disagio sparì quando vide che lo spazio accanto a se non era vuoto ma era occupato da una piccola creaturina azzurra. Il castano lo accarezzò chiamandolo dolcemente < Haru > la creaturina reagì a quella carezza e apri i profondi oceani che aveva come occhi iniziando a svolazzare intorno al castano. Makoto si stiracchiò e si avvicinò alla finestra aprendola, Haru si poggiò accanto a lui sul davanzale poi sfiorò la spalla di Makoto col muso ruvido. Makoto sorrise ed esclamò < si lo so! È ora di andare …  Buonviaggio > si fece da parte per fare passare il piccolo drago dalla finestra che si diede un ‘ultima occhiata   indietro rivolta al castano che gli sorrise. Si gettò dalla finestra e iniziò a volare verso il sole che sorgeva. Makoto corse alla finestra e vide Haru sparire all’orizzonte.
Sorrise.
Sorrise perché aveva la consapevolezza che quella sera sarebbe ritornato da lui.
E non solo quella sera, Sarebbe tornato sempre ogni giorno con nuove storie da raccontargli.
 E mentre il sole si alzava maestoso nel cielo Makoto seppe di non essere più solo.
   
 
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