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Autore: Mikoru    21/05/2009    3 recensioni
Conoscete l'Accademia di Lyraza? La più rinomata del continente, senza alcun dubbio. Iscrivendovi, otterrete l'insegnamento dei migliori maestri d'arme, e la sicurezza di un glorioso futuro come soldato. Entrate, date pure una sbirciata; osservate il combattimento tra la giovane cadetta Bryhn, tanto focosa quanto pericolosa, e il suo avversario Gart, borioso ma imbattibile studente. E se qualche spada volerà dalla vostra parte, non abbiatene a male.
Genere: Romantico, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi dopo tanto! Ormai non potevo più dilungarmi, dato che ho ricevuto minacce se non avessi aggiornato. E poiché chi mi ha minacciato sa dove abito... ù_u"""
Tuttavia, prima di postare, ho dovuto ultimare i preparativi per il viaggio mio e di Maura verso località ignota e, soprattutto, mooooolto lontana.
Buona lettura, io vado a recuperare la valigia! ^o^


^*^*^*^*^*^*^*^*^*^


Caressed by the sharpest knife
I asked you to be my wife.
Rays of the setting sun
Were my tears wept upon promises undone.
(Nightwish – Astral romance)



Gart, per una volta il primo a svegliarsi, strinse maggiormente a sé la donna. La sua donna.
Mi sposo, pensò stupefatto. Lerath, amico... oh, mi sto per sposare. Sì, sono pazzo. Baciò la fronte di Bryhn, contemplando il suo volto addormentato. Se mio padre mi vedesse innamorato di un'umana... Se quel dannato demone lo avesse trovato in tenere effusioni con una donna, se avesse anche solo intuito la debolezza che lui si era concesso donando tutto se stesso a lei, li avrebbe uccisi entrambi. Ma quel genitore mai padre era ormai una lontana ombra, sepolta nella coltre dei suoi ricordi. Il suo sangue scorreva in lui, sì, ma non gli avrebbe mai più impedito di essere felice. Gart ne era certo.
Bryhn emise un lieve mugolio, prima di aprire gli occhi e sfregarseli per scacciare le ultime nebbie del sonno. Li posò su Gart, sorridendo dolcemente. «Buongiorno...» mormorò.
«Buongiorno a te» rispose lui. «Stavo pensando che in giornata potremmo partire, e andare a trovare le due signorine» propose. «Che ne diresti?»
«Uhm...» Lei ci rifletté, poi disse: «Domani mattina. Oggi ho voglia soltanto di stare con te, senza pensare ad altro.»
«Bene.» Lui, seppur a malincuore, sciolse il loro abbraccio. Scese nudo dal letto, cercando i propri abiti. «Allora, intanto, sarebbe il caso di comunicare la nostra decisione agli altri, no?»
«Certo, va be...» Bryhn si bloccò e lo guardò spalancando gli occhi. «Ehi, un momento! Vuoi farlo sul serio?!»
Gart s'infilò i pantaloni, consapevolmente dimentico di coprire il torace. Quindi, fischiettando, aprì la porta del loro rifugio, uscendo con aria spavalda.
Bryhn si alzò in fretta per seguirlo, ma si fermò appena in tempo per non uscire nuda. Imprecando, indossò rapida pantaloni e canottiera, dopodiché aprì la porta e varcò l'uscio. «Gart, pezzo d’idiota! Torna indietro!!» strepitò, guardandosi intorno. Ma del giovane non c’era già più nessuna traccia. «Accidenti a lui!!» Decise di tentare la carta della fortuna e si avviò verso il refettorio. Vista l’ora, era probabile che fossero ancora tutti lì, o quasi.
In effetti, Gart era in mensa. Per la precisione, stava in piedi su uno dei lunghi tavoli e stava schiarendosi la gola. Purtroppo per Bryhn, la ragazza arrivò troppo tardi per poterlo fermare. Non poté far altro, dopo l'irruzione nella sala, che gridare: «Razza di cretino!»
«Oh, giusto lei!» Gart la indicò con un teatrale gesto del braccio, cosicché l'attenzione comune si spostasse sulla nuova arrivata. «Verrò ucciso per ciò, ma volevo condividere con voi la nostra gioia.» Scese dal tavolo, raggiungendo una Bryhn pericolosamente prossima all'omicidio preceduto da lunga tortura, e, come il domatore infila la testa nella bocca del leone, la strinse a sé sotto lo sguardo dell'intera Accademia. «Ci sposiamo!» annunciò a pieni polmoni.
Nella sala cadde il silenzio assoluto, mentre tutti i presenti dilatavano gli occhi per la sorpresa.
«Perché devi essere sempre così... esagerato?» gemette la ragazza.
Il silenzio si protrasse ancora per diversi, lunghissimi secondi. Infine fu spezzato da Tiara e Itess, le uniche già a conoscenza della cosa, le quali si esibirono in allegre esclamazioni di giubilo e congratulazioni. Ad esse seguirono poi applausi e fischi rallegrati da parte di molti allievi, mentre altri esibivano espressioni di perplessità e stupore. Molti si lasciarono andare agli scherzi.
«Ehi, Gart! Alla fine l’hai spuntata, eh?» esclamò qualcuno.
«Bryhn, sei sicura di volerlo fare? Sposare quel pazzo? Sei ancora in tempo a cambiare idea!»
«Incredibile! Bryhn, non ti ci vedo nella parte della sposina, sai?»
Unico a non partecipare di quella festosità collettiva fu Lavian. Senza dire una parola si alzò e abbandonò il refettorio. Bryhn non se ne accorse, impegnata a tenere la faccia contro il petto di Gart, in attesa che il rossore dell’imbarazzo scomparisse, ma Tiara sì. Lo seguì con lo sguardo finché non uscì e sbuffò, scuotendo la testa.
«Ho vinto, ho vinto!» confermò allegramente Gart, tenendo Bryhn contro di sé. «Chi la dura, la vince! E io, modestamente» completò la perla di saggezza, «sono un duro.»
«U-uh!» esclamò Tiara. «Parlando di cose dure...»
«TIARA!!!» sbottò Bryhn, saltandole sulla voce e impedendole di continuare. In viso era più rossa di un sole al tramonto e lei si rituffò di nuovo contro il petto di Gart. Esplose una risata generale, intervallata da battute e lazzi vari.
«Ehi, Gart, possibile che la tua bella sia ancora così timida?» domandò un ragazzo del 2° livello, sghignazzando.
«Te la sogneresti, una bella così» replicò Gart, con aria astuta. «Domani partiremo, per celebrare la nostra decisione. Augurateci ogni felicità, piuttosto.» Fece l'occhiolino, felice che il suo buon umore fosse stato esteso ad ogni membro dell'Accademia.
«Puoi contarci!» esclamò un altro allievo. «Forza, un brindisi ai due piccioncini!»
«Un brindisi?» ribatté un altro, ridendo. «E con cosa? Con il latte?»
«Di sicuro sarebbe originale!» commentò un terzo.
Bryhn si ritrovò a sorridere. «Dài, mangiamo qualcosa anche noi» disse. «Tutto il movimento di stanotte mi ha messo fame...» gli bisbigliò all’orecchio.
Intanto il curioso brindisi andava consumandosi, con i presenti che alzavano i boccali di latte o acqua in aria, facendoli cozzare fra loro.
«Alla nostra!» ruggì Gart, il quale, più originale di tutti, aveva alzato un calice immaginario. Quindi seguì Bryhn, sedendo accanto a lei, tra le pacche amichevoli degli altri cadetti.

La mattinata trascorse più o meno come le altre, con l’unica variazione degli istruttori che, venuti a conoscenza della notizia – diffusasi decisamente in fretta – si congratularono con i loro due compagni, chiedendo quando sarebbe avvenuto il felice evento. La risposta che ottenevano era che ancora non si era deciso. Infatti, prima i due giovani volevano informare la famiglia di Bryhn, e poi stabilire una data.
Durante il pomeriggio, vi furono i soliti allenamenti e gli allievi affidati a Gart beneficiarono del suo buonumore, evitando strapazzi vari, poiché il giovane fu assai benevolo nei suoi rimproveri.
Bryhn andò a chiedere ad Aldred il permesso di partire e, com’era ovvio aspettarsi, il Comandante glielo concesse subito. Non prima, però, di essersi congratulato anch’egli per la bella notizia.
Il giorno dopo, quello stabilito per la partenza, giunse infine. Gart e Bryhn, con le sacche già pronte, non dovettero far altro che sellare i cavalli e montarci sopra.

°§°§°


«Domani saremo arrivati!» esclamò Bryhn vivacemente, mentre percorrevano al passo il sentiero che attraversava il bosco. In quel luogo il terreno era troppo sconnesso e pieno di radici affioranti per far andare i cavalli ad un’andatura più veloce.
La ragazza si scostò una ciocca dalla fronte sudata. Faceva molto caldo, l’afa impregnava l’aria, ma per fortuna le fronde degli alberi smorzavano il calore dei raggi solari che filtravano tra esse.
Bryhn si girò a guardare Gart, che cavalcava al suo fianco. «Chissà come reagiranno!» si chiese, eccitata come una bambina. «Rhiluee come minimo si metterà a piangere di gioia!» ridacchiò. «Sì, sarà senz’altro felice! Anche se forse non ci crederà che ho acconsentito a sposarti. Ha sempre pensato che io non volessi aver nulla a che fare con cose come queste!» Rise ancora, gaiamente. «Ancora non ci credo! Noi due ci sposeremo! Mi sembra così... così strano!» considerò, scuotendo la testa con un’espressione spensierata negli occhi azzurri. E finalmente interruppe la sua parlantina.
«Sì, ci sposeremo» confermò Gart, con un sorriso allegro. «È davvero...» Stava per dire incredibile, ma poi si accorse che incredibile non era: da tempo, ormai, bramava di prendere Bryhn in sposa. Si era già abituato a quell'idea. «Fantastico!» concluse, lieto di aver trovato il termine adatto.
Bryhn fece accostare Biancapezza al cavallo di Gart e si sporse per baciare il ragazzo. «Hai mica deciso il giorno? E il luogo? Dove ci sposeremo? Tu hai qualche idea?» domandò ininterrottamente, garrula e quanto mai esuberante. «Dobbiamo decidere! Così possiamo dirlo a Rhil!»
«Te l'ho già detto, di questi particolari non m'importa poi molto.» Gart fece spallucce, sapendo che, spesso, le donne avevano loro precise idee circa date e luoghi dei matrimoni, e che provare a modificarle poteva non essere piacevole. «Se vuoi deciderli tu, a me sta bene.» Le sorrise, tenendo le briglie con una mano sola e usando l'altra per carezzarla sul capo. «Mi basta che sia al più presto.»
Bryhn gli ricambiò il sorriso, poi tornò ad osservare il sentiero di fronte a loro. Si sentiva euforica, canticchiava fra sé e non riusciva a stare quieta. Quasi saltellava sulla sella, con poca gioia di Biancapezza. A vederla così, non sembrava una giovane quasi ventenne in procinto di sposarsi.
Un cerbiatto attraversò il sentiero una decina di metri davanti a loro. Si fermò un solo istante, fiutando l’aria, poi scappò via, saltando agilmente al riparo degli alberi. Sugli alberi alcuni uccellini cinguettavano allegramente, sfidando l’afa estiva.
Bryhn intravide anche un leprotto nascondersi velocissimo dietro un cespuglio. Sorrise, piena di contentezza, convinta che nulla avrebbe potuto scalfire, e tanto meno infrangere, quella felicità.

Una certezza che fu rotta presto e senza pietà, il mattino successivo. Arrivarono all'abitazione di Rhiluee e Sigil senza passare per il villaggio, ma, già a distanza, gli occhi di Gart, più acuti di quelli di un uomo normale, distinsero la tragedia. Per un attimo credette di aver preso un colpo di sole. Per un attimo fu davvero convinto di avere le allucinazioni. Ma poi, purtroppo, dovette prendere atto della realtà. «Oh, MERDA!» esclamò, dando potenti colpi di tallone al fianco del proprio cavallo, incitandolo a partire al galoppo, seguito da Bryhn.
Raggiunse il casolare e lì fu costretto a rallentare di colpo. Quella magnifica, piccola e semplice casupola ove dimorava la sua nuova famiglia era adesso nera ed orrenda come il peggiore degli incubi. Alcune piccole lingue di fiamme ancora ne divoravano le pareti crollate, in un quadro raccapricciante. E di fronte ad essa...
L’urlo disperato di Bryhn lacerò l’aria.
Davanti ai suoi occhi increduli e sconvolti si presentava un’immagine terribile. Immobilizzata dall’orrore, tremante, Bryhn osservò il corpo della sorella pendere dal vecchio noce che cresceva a poca distanza dalla casa, impiccato ad uno spesso ramo.
«RHILUEE!!» La ragazza prese a correre verso la sorella. Inciampò e ruzzolò sul terreno, ma si rialzò e riprese a correre. Quando la raggiunse rimase ferma a guardarla, scuotendo il capo inorridita. «No...» mormorò, ripetendo più volte quella parola, come se così facendo potesse negare quell’atroce realtà.
I lunghi capelli biondi, un tempo così luminosi da sembrare fili d’argento, erano sporchi e scarmigliati, e nascondevano il viso della giovane donna. La lunga tunica era sporca, lacera e ricoperta di sangue. Sulle braccia nude e sulle gambe si vedevano lividi e graffi.
Gart scese lentamente da cavallo, come se si stesse muovendo in un incubo. Uno di quegli incubi dove i movimenti sono rallentati dall'aria spessa come il miele. Raggiunse Bryhn, senza riuscire a staccare gli occhi di dosso al cadavere. Aveva visto dei morti, ne aveva visti molti... ma nessuno lo aveva mai colpito come fece questo. Ruggì di dolore, stringendo Bryhn tra le proprie braccia.
La ragazza non si mosse per un po’, continuando a fissare il corpo oscillante della sorella con occhi sbarrati e ricolmi di doloroso orrore. Poi si divincolò piano da Gart e raggiunse il tronco dell’albero, a cui era fissata la corda. La recise con il pugnale, segando un filo dopo l’altro. Il cadavere di Rhiluee cadde al suolo con un tonfo sordo e Bryhn, dopo essersi avvicinata, si accasciò di fianco ad esso.
Allungò le braccia tremanti e afferrò quel povero corpo martoriato, stringendolo e piegandovisi sopra. Fu allora che il pianto sopraggiunse: dopo che Bryhn sentì quella pelle fredda a contatto con la propria, e non sentì battere il cuore. Dopo che vide gli occhi spalancati e fissi nell’eternità della morte. Senza lasciare la sorella, rizzò di scatto la schiena e piegò il capo all’indietro, lanciando un grido di rabbia e angoscia. Poi tornò ad abbattersi, piangendo disperatamente.
Gart fu il primo a riscuotersi, a cercare coerenza in tutto ciò. Vi era un particolare che mancava, e se ne rese conto con un nuovo tuffo al cuore. «Dov'è Sigil?» mormorò, voltando istintivamente il capo verso la casetta quasi completamente distrutta dalle fiamme.
Bryhn s’irrigidì e rialzò la testa. «Sigil!» esclamò con voce soffocata. Dea, no! Non puoi avermi strappato anche lei! Quasi a fatica, adagiò delicatamente il corpo senza vita di Rhiluee e si rialzò. Si diresse verso le rovine della casa con passo barcollante, come ubriaca, e con un terrore sempre più intenso al pensiero di ciò che avrebbe potuto trovare. E che era quasi certa di trovare. La speranza sembrava essere svanita dal suo cuore.
Avanzò fra le macerie fumanti, incurante del calore che emanavano. Gart la seguì, angosciato quanto lei. Bryhn si chinò a spostare una trave annerita, con aria frenetica, ma sotto non vide nulla. Si rimise diritta, riprendendo a cercare, e Gart con lei. Ma non trovarono nulla.
Fra le macerie, non c’era traccia della bambina.
«Non c’è...» mormorò Bryhn. Si voltò a guardare Gart. «Non c’è» ripeté, con una vaga, vaghissima speranza negli occhi.
Gart l'afferrò per le braccia, costringendola a guardarla negli occhi. «Forse è scappata» dedusse, anche lui attaccato a quell'ultima, flebile speranza. «Dove potrebbe essere andata? Hai idee?»
«N-non... non so dove possa essere andata!» gemette la giovane. «È solo una bambina! Ed è cieca! Come può essere scappata?»
«Qui non c'è» ripeté Gart, guardando ancora febbrilmente tra i resti fumanti della casa. «SIGIL!» chiamò, mettendo le mani ad imbuto attorno alla bocca. Fu allora che anche lui crollò, ed una sola lacrima, bruciante come fuoco, gli solcò una guancia, estinguendosi alla base del collo.
Bryhn gli si appoggiò contro, lasciandosi nuovamente andare al pianto.
Uno strano furore lo colse, e strinse la sua donna più del dovuto. «Troverò chi è stato» assicurò, a bassa voce.


^*^*^*^*^*^*^*^

Data astrale 2009.05.21
Luogo imprecisato di un pianeta imprecisato di una galassia imprecisata

Immagino ci starete odiando, ma credetemi: mai quanto i nostri stessi personaggi... ù_u
Ci ha fatto male dover preparare quel pezzo, ma non potevamo evitarlo. Esigenze di trama, purtroppo; l'evento fa parte del passato di Bryhn, non potevamo modificarlo. Non odiateci! ç__ç
Dopo aver visto i commenti entusiasti per il matrimonio di quei due, ho cominciato a pensare: "Ok, dopo il prossimo capitolo ci ammazzano...^^''' "
Per questo ci siamo premunite. ^.^
Da questo luogo sperduto nel multiverso, vi rimando al prossimo aggiornamento.
Ciaoooo!
  
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