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Autore: gigio_animato00    12/12/2016    0 recensioni
LA STORIA CONTIENE SPOILER SULLA FINE DI XYZ
Un'anima, due cuori. è così che si sente Ash di ritorno dalla lega di Kalos. Infatti, per una volta il nostro corvino non potrà pensare solo al suo sogno di diventare allenatore di pokémon, ma dovrà fare i conti con i suoi sentimenti
Ash non si era mai reso conto di avere un cuore. O meglio, non si era mai reso conto della funzione che questo aveva. Un grosso magazzino carico di esperienze, sentimenti ed emozioni che era sempre lì, e che ricordava tutto. Però, lo spazio è limitato. Non puoi continuare a buttarci dentro informazioni, e sperare che ci sia sempre posto. Le cose più vecchie e inutili, brevi momenti che avevano importanza solo all’epoca, possono essere anche cancellati … Ma quando ti trovi ad avere solo cose importanti, come fai spazio alle cose nuove?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Misty, Serena, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Due parallele sono due rette che viaggiano per la loro strada, senza incontrarsi mai.

 

 

La strada, con grande sollievo per Brock, aveva ripreso a scorrere. Parallelamente all’auto, gli edifici di Ciclamipoli scorrevano.  Gli occhi del ragazzo puntavano sulla strada, quelli della ragazza sulle case e i negozi che si intravedevano sulla destra.

 

< Non manca molto all’arrivo, vero? >

Brock trasse un profondo respiro. Stava tenendo in ostaggio una ragazza praticamente. Anche se sapeva fosse giusto, non si era mai effettivamente posto il problema di chiedere a Serena la direzione. Questo perché, stupidamente, aveva pensato di essere l’unico a vivere quel momento

Decise di buttarsi.

< Serena, non stiamo più andando a Ciclamipoli >

La ragazza non capì.

< Stiamo andando all’aeroporto >

< Ma cosa … perché? > la ragazza non capiva. Il viso del ragazzo pareva improvvisamente più stanco e contratto.

< Allora … ti ricordi di Misty, te ne ho parlato prima, hai presente? >

< Sì, la capo palestra che ha viaggiato con te e Ash, ma cosa centra … >

< Lei ora si trova a Kanto, nella sua palestra >

< Sì però Brock … >

< Serena, ora mi devi ascoltare. Cerca di capirmi il più in fretta possibile >

La ragazza annuì, un po’ spaventata dal comportamento di Brock, che intanto continuava a guidare.

< Potrei passare ore a spiegarti per filo e per segno cosa c’era di speciale in quel viaggio, come si svolse e come si concluse, ma sarebbe inutile. Ti basta sapere che Misty ama Ash >

Quelle parole erano pesanti e pronunciarle consumava molto più fiato del solito.

< Inoltre, non sono sicuro che non valga lo stesso per Ash >

Nonostante Serena avesse provato ad emettere un fiato, Brock non si fermò.

< Il fatto è che loro si sono conosciuti da giovanissimi. Sono stati l’uno per l’altro la prima vera esperienza interpersonale in un ambiente esterno. Ma non è finita qua. Ash ha fatto innamorare altre ragazze al di fuori di te e Misty … quelle che ti ho elencato prima sono un esempio >

Serena avrebbe voluto smettere di ascoltarlo. Perché le diceva quelle cose, perché la stava portando all’aereoporto. Voleva portarla a Kanto, per farle vedere la felicità di Ash, voleva farla soffrire ancora?

Brock, imperterrito, proseguì.

< Ash non so se si sia mai accorto dell’amore di queste ragazze, fatto sta che non lo ha corrisposto. Nel suo cuore c’era spazio solo per Misty. Per l’ “amore” che prova per Misty >

La ragazza colse quella strana accentuazione della parola “amore”.

< Tutto questo prima che arrivassi tu >

Sbam. La verità era stata sbattuta sul cruscotto. Lei non era uguale a Lucinda, Vera ... Lei era diversa. Lei occupava qualcosa in più.

< Sono sicuro che Ash ora non è tra le braccia di Misty … per merito o colpa tua >

Finalmente riuscì a pronunciarsi, e Brock capì che ne aveva il diritto. Ma non si aspettava quello.

< Brock, andiamo a Ciclamipoli >.

Due incidenti sono due rette che, solo in un punto, si incontrano, per poi proseguire per la loro strada.

 

 

Quel bacio. Quel bacio era stato un incidente, un segno del destino, o che cosa? Anche se in quel momento aveva provato una sensazione di pericolo misto ad angoscia mista a pazzia, doveva rifarlo. Doveva vedere se la faccenda si ripeteva, o se era stato un crollo momentaneo. Sapeva però che, nel caso si fossero baciati di nuovo, Pikachu non sarebbe stato capace di salvarlo.

Pikachu. Al pensiero del suo migliore amico, le parole gli uscirono senza pensarci.

 

< Scusami se ti ho trascurato. Spero tu possa capire >

Il topo elettrico gli si strusciò contro. Capiva benissimo.

 

Ash era seduto sul suo letto. Non era stato più capace di addormentarsi, il che forse era un bene dato che la notte non era trascorsa proprio benissimo. Aveva ancora in mente quella foto. Quel così prezioso ricordo. Improvvisamente si ricordò dell’esca. Trasse a sé lo zaino e la iniziò a cercare . Poi la afferrò e lasciò cadere lo zaino. Quell’esca gliela aveva regalata Misty. Aveva sempre tenuto per sé quel prezioso manufatto, che tanto gli ricordava la ragazza, durante i suoi viaggi. Tante volte gli aveva fatto tornare alla mente i bei tempi, la sua estrema gioventù. E ora, guardandolo, non lo riconosceva più.

Ash la posò sul comodino, e si ricordò di un consiglio arriva toli tempo addietro.

“ A volte urlare i propri problemi al vento aiuta a risolverli “. Era vero. Fin quando tu ti tieni tutto dentro, tu non lo puoi veramente vedere, è come oscurato da tutti i dubbi e le paure. Ash doveva poter vedere il problema. Non poteva urlare, perché sua madre stava ancora dormendo, e non lo voleva scrivere. La carta è troppo poetica. Si vestì e uscì, lasciando un biglietto alla madre. Sapeva dove andare.

 

 

 

Due perpendicolari sono due rette che, dopo essersi incrociate in un punto, continuano la loro strada. A differenza della incidenti però, loro hanno delle regole. Devono dare origine a quattro angoli retti, perché qualcos’altro lo ha già determinato.

 

 

 

Misty era riuscita a dormire. Era ancora nitida nella sua testa l’immagine del corvino da giovane. Avrebbe dato tutto per tornare a quell’età. Avrebbe dato tutto per riavere il suo Ash. Avrebbe dato tutto per cancellare l’altra.

Tracey non le aveva detto come si chiamava. Non lo trovava “opportuno”. Tracey era il miglior amico di Misty, ma in quel momento lo percepiva come fosse un nemico, un avversario.

“ Io sono un semplice osservatore”.

Proprio in quel momento il suddetto bussò, e senza aspettare troppo una risposta, entrò.

Il ragazzo vedeva una versione di Misty pietosa, che purtroppo conosceva bene. Era la versione “catalessi da ricordi”, che personalmente odiava.

 

< Misty … >

< Scusa Tracey. Ti devo le mie scuse per come ti ho trattato >

Il ragazzo, per quanto sollevato era sorpreso.

< ok … >

< È solo che … questa storia mi sta uccidendo. E il fatto che io abbia anche solo immaginato che tu non fossi più mio amico, ne è la prova >

Nuovamente Tracey era seduto sul letto di Misty.

< Devi distrarti. Per oggi hai degli incontri, ti consiglierei di usarli per occupare la tua mente >

Dettò questo se ne andò, senza che la ragazza potesse ringraziarlo adeguatamente.

 

 

Tracey si allontanava dalla porta di Misty. In questa faccenda, lui era l’unico capace di tenere la mente perfettamente lucida. Il fatto è che anche per lui era difficile.

 

< Grazie Brock per avermi fatto vedere la tua raccolta sull’alimentazione dei Pokémon, è stata illuminante >

< Di nulla Tracey, torna quando vuoi! >

< Fidati che con il clima che c’è in palestra in questo periodo, lo farò spesso >

< In che senso? >

< Misty è distrutta. Succede ogni volta che legge il nome di Ash >

< Ah sì, ho visto. È stato intervistato dopo la lega di Unima >

< Esatto, e quindi Misty … >

< Quei due sono velenosi l’uno per l’altra >

< Cosa intendi? >

< Anche Ash si distrugge per Misty, anche se è bravo a non darlo a vedere >

< Già. Quei due non possono continuare così. Però sono fiducioso. Ormai sono grandi, e anche se Ash è ingenuo, capirà >

< È quello che spero >

 

 

Brock la pensava come lui. Avrebbe voluto condividere la situazione con lui e chiedergli consiglio. Non si aspettava che lui si stesse occupando della stessa cosa.

 

 

Intanto, il viaggio proseguiva.

 

< Cosa intendi con “andiamo a Ciclamipoli”? >

< L’unica cosa che posso intendere >

< Ma ti ho spiegato la situazione per filo e per segno, non capisci perché devi andare a Kanto? >

< Sì, lo capisco. Per farmi spezzare il cuore. Per rovinare tutto >

Brock non capiva.

< Quella che mi hai raccontato … è la storia di amore di Ash, e io non ne faccio parte. Non voglio rovinare la sua vita per un mio capriccio. Voglio solo che sia felice >

La ragazza dimostrava una resistenza incredibile, oltre che una maturità fuori dal comune. Era disposta a rinunciare ad Ash, per dargli una possibilità di essere veramente felice. Non aveva dovuto fermare il tempo, la risposta le era venuta immediata. In quel momento Brock capì quanto Serena amasse quel ragazzo, quanto avrebbe dato per lui, quanto avrebbe sofferto per lui. Ma Brock capì anche un’altra cosa. Capì che si stava sbagliando.

< Serena … >

< No Brock, ho deciso e niente … >

< Serena, ti stai sbagliando … >

< Non credo, sto facendo la cosa giusta … >

< Serena, io non ho mai detto che Ash ama Misty, come non ho mai detto che sarebbero stati felici insieme. Non ti nascondo che è una possibilità, e che io ho sperato per tantissimo tempo che questo accadesse. Ma ormai sono quasi convinto non accadrà mai. Se davvero ami Ash, devi dargli la possibilità di scegliere, di chiarirsi con se stesso. Devi provarci >

Attimi di silenzio seguirono le ultime parole di Brock.

< Perché fai questo per me? >

< Non lo faccio per … >

< Non mentire. Sai anche tu che, lasciando Ash da solo, prima o poi raggiungerà comunque la conclusione di amare Misty. Questo gesto da una possiblità a me, e ne toglie una a Misty, una tua amica. Perché? >

Sospiro.

< Vedi … Ash e Misty erano perfetti insieme, per questo è nato un sentimento … ma la verità è che alcune cose vanno lasciate al passato > fece una pausa < Serena, tu sai bene quanto un sentimento possa essere irremovibile dal cuore, anche ha distanza di anni … beh, tu sei riuscito a trapassare la barriera creata dal sentimento per Misty, cosa che altre ragazze non sono riuscite a fare. Hai sfondato le credenze di Ash, e sei riuscita ad insinuarti nel suo cuore. Non ti sei mai arresa, mantenendo vivo il sentimento per quel ragazzo. E in qualche modo quest’ultimo ha superato quello di Ash per Misty. Sono sicuro che un motivo c’è. Sei andata contro il destino in un certo modo … e questo denomina che sei più adatta di Misty, che invece si è affidata solo e unicamente all’ ipotetico destino di lei e Ash. Perché, anche se lo è stata, ora lei non è più adatta al nuovo Ash >

Serena capiva. Anche se ci fu comunque un momento di ripensamento. Lei era disposta ad un probabile dolore, che avrebbe oltretutto dovuto sostenere davanti al ragazzo. Era disposta a provarci? Sì. Lo voleva fare per Ash.

Intanto Brock, che comunque credeva in quello che aveva detto, sperava di averla convinta.

< Brock, andiamo a Kanto >

 

 

Ash era arrivato su una collinetta, non troppo distante da casa sua. Quel posto gli era molto caro. Posò lo zaino su una pietra e urlò, con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Non si sarebbe fermato ad ammirare il paesaggio, a percepire la pioggia. Aveva bisogno di liberare cervello, cuore e polmoni di quella frase.

 

< Non so cosa fare. Non so scegliere tra Serena e Misty!!! >

Quanto suonava stupida quella frase. Detta ad alta voce sembrava il delirio del protagonista di una qualche telenovela a basso costo. Forse era proprio così infondo. Inoltre quella era la prima volta che l’immagine di Serena appariva concreta nella sua testa, mentre prima era solo un’ombra.

< Beh, bel dilemma perdente >

Quella voce lo fece raggelare. C’era qualcun altro, e quel qualcuno era Gary.

< Magari posso darti una mano. Sono migliore di te in tutto quindi anche in queste cose >

Ma Gary si avvicinò troppo ad un Ash che non aveva voglia di vederlo.

Non si accorse del pugno finché non gli arrivò in faccia. Niente parole,  solo un pugno. La risposta di Gary non si fece attendere. I due iniziarono a darsele di santa ragione. Nonostante fossero nemici amici, non si picchiavano per quello. Tutti e due erano venuti lì per un motivo, ed entrambi utilizzavano quei colpi e quei lividi per sfogarsi. Gary ed Ash erano sempre aspri l’uno con l’altro, ma c’erano stati quei momenti in cui, più che amici o nemici che fossero, sembravano fratelli. Entrambi dovevano molto all’altro. Si spronavano ad andare avanti.

Però spesso e volentieri  esageravano. Il terreno era fangoso, e scivolarono entrambi giù dalla collina. Nessuno dei due ammetterà di essersi buttato per l’altro, e non ci è dato sapere chi dei due sia scivolato e chi invece si sia esposto per salvarlo. Fatto sta che erano entrambi  infondo alla collina, dal lato opposto dal quale Ash era salito, ed erano entrambi sporchi di fango.

 

< Gary stai bene? >

< Credo di sì e … Ahi! Come non detto, penso di essermi fatto male al piede >

Ash si alzò e andò da lui. La sua caviglia era viola praticamente. C’era poco da fare. Lo aiutò ad alzarsi e lo sorresse, nonostante i suoi grugniti di disapprovazione.

< Casa mia è troppo lontana. C’è una piccola baita qua vicino. È di un amico di famiglia, e ha dato a me e a mia madre le chiavi, per darle un’occhiata >

Gary annuì, e si avviarono. Intanto Pikachu li raggiunse, tenendo con la bocca lo zaino di Ash.

< Come farei senza di te > e lo accarezzò.

 

Arrivati alla baita, Gary si sistemò su un divanetto rosso, e il corvino accese il camino.

 

< Mi sa che ci conviene stare qui finché non ti sarai ripreso un minimo, o fino a che non smette di piovere, cosa improbabile > disse guardando fuori dalla finestra.

Gli porse poi un antidolorifico e, dopo avergli dato dell’acqua ossigenata da passare sui graffi, lo aiutò a bendarsi la caviglia. Il tutto lo trovarono nella cassetta di pronto soccorso.

< Mi sa che ci vorrà un po’. Piuttosto tu, mai pensato di proporti come infermiera Joy? >

< Guarda che se ti lasciò, muori senza che nessuno sappia dove sei finito >

Nei loro toni non c’era però malizia, ma erano scherzosi.

< Mi sa che dovrai raccontarmi una favola per far passare il tempo. Finisci quella che hai iniziato sulla collina, che sembrava interessante >

< Sicuro ti racconto dei miei problemi >

< Posso aiutarti. Veramente >

< Sì. Tu che sei romantico come una pigna >

Il tono di Gary però era amichevole, tant’ è che Ash fece una cosa che lui stesso non avrebbe mai fatto. Accettò il suo aiuto. Ma non senza essere cauto.

< Perché mi vuoi aiutare? >

< Perché tu mi hai aiutato >

< Veramente intendo >

Sospiro.

< Ti basta sapere che io ero lì per un motivo probabilmente simile al tuo. E se aiuto te, mi costringo a non pensarci … Ma non perdiamo tempo, cosa dicevi su Misty e l’altra? >

< Serena >

< Serena ok >

 

 

Fiumi di parole scorrevano. Una situazione particolare. Ash, dopo qualche minuto dall’inizio, non si rendeva nemmeno più conto di star parlando con Gary. Sembrava che stesse parlando con Brock, eccetto per alcuni commenti che solo il rivale poteva fare. Una volta conclusa, potevano essere passati minuti, ore e persino giorni. Ma Ash in quel momento si sentiva svuotato.

 

< Sai Ash. Sei proprio un deficiente >

< Come scusa? >

Il ragazzo era irritato da quell’insulto, che si ricordò essere rivolto da Gary.

< Sto dicendo che sei un deficiente. Il problema che ti stai ponendo tu è praticamente inesistente. Tu ti stai facendo condizionare >

< Spiegati > il tono nervoso non era sparito, e faceva contrasto con quello innaturalmente calmo dell’altro ragazzo.

< Si può dire che, a differenza dei milioni di castelli costruiti su fondamenta di sabbia, tu ne abbia costruito uno di sabbia su fondamenta di pietra. Tu sei sempre andato in viaggio per diventare un campione ( il tono sarcastico di quest’ultima parte era tangibile da quanto pesante ),  ma anche per fare esperienze nuove. Però, anche se non si può cancellare il passato, non puoi ancorarti ad esso. Ora tu mi puoi dire che è un modo per sentirti più vicino a casa, ma comunque risulta inutile. Tu non puoi portarti dietro una pietra che ti ricorda casa, se questa ti impedisce di volare. Tu devi vivere la tua vita, non pensare che una coincidenza con la vita di un’altra persona la renda parte integrante della tua vita, perché non è così >

< Ti stai sbagliando. Se ti riferisci a Serena … >

< Ma che problemi hai??? Mi sto riferendo a Misty. Il vostro è stato un incontro, punto, non pensare a quello che avrebbe potuto esserci, ma preoccupati di quello che c’è stato! >

< Un bacio … >

< Se non mi facesse male il piede, ora ti piglierei a calci sui denti! Un bacio deve farti dimenticare tutto, deve essere una porta per un altro mondo, un momento che sancisce qualcosa, non un’inutile perdita di tempo! >

< Smettila >

Ora entrambi i ragazzi si stavano scaldando. La tensione tra i due, per quanto diversa da quella che contrassegnava i litigi precedenti, era viva, e pulsava come il cuore di un neonato.

< Ah scusatemi, Ash la femminuccia non riesce a capire quello che prova, poverino, vorrà dire che gli terremo la mano fino a cinquant’anni, perché sai … >

< Smettila >

< No Ash, smettila tu. Smettila di essere lo stesso bambino che eri sei anni fa. Un viaggio non deve essere un reset, ma neanche un bagaglio che ti porti in giro per la vita. Perché tu ne hai uno solo di bagaglio, e devi stiparci dentro tutto. Non ti sto dicendo di seguire quello che dico ed andare da Serena subito, ma di riflettere veramente. L’unica cosa che devi pensare è questa: Amo veramente Misty? Se la risposta è sì, no problem, ma se non sei sicuro al cento per cento …. Beh, sai tu meglio di me cosa devi fare >

Seguì un lungo silenzio. Ash pensava, ma non ce la faceva. Sapeva che ora non doveva pensare: doveva sognare.

< Grazie Gary >

< Ehm … prego? >

< Io ora riposo un attimo, ed è meglio che lo faccia anche tu, così magari quando ti svegli il piede fa meno male, dato che non è rotto >

< Hai ragione … una cosa però >

< Cosa? >

< Quello che è accaduto in questa casa, rimane in questa casa >

< Contaci >

E caddero entrambi addormentati.

 

 

 

Una costruzione che non ha un nome, però, è quella più importante. La “Ipsilon”(Y). Quando due rette che dovrebbero essere incidenti, ma che decidono di proseguire insieme, di non lasciare tutto al caso.

 

 

Serena e Brock erano all’imbarco. Per fortuna, un aereo partiva per Kanto nel giro di un’ora da quando erano arrivati all’aeroporto.

 

< Pronta ?>

Un attimo di indugio.

< Normalmente no … ma per questo, sì >

 

 

 

 

Nota dell’autore

La storia sta per concludersi, nel giro di uno o due capitoli. Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa storia, per quanto breve e non di grande qualità. So già cosa farò finita questa, ma scriverò alla fine. Anche se so che non ci sono riuscito, l’intento iniziale era quello di creare dubbio tra chi Ash avrebbe scelto alla fine (anche se secondo me non tutti hanno capito) … Comunque, se vi interessa a caso, ditemelo che vi lascio la mia playlist da “sottofondo mentre scrivo”. Ci vediamo… presto spero.

   
 
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