★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
★Numero Parole: 600.
★Prompt/Traccia: 13. “Il Natale è una festa da passare con la famiglia!” “… sei tu la mia famiglia”
Derek non se l’aspettava,
proprio non ci aveva pensato al
fatto che qualcuno potesse presentarsi alla sua porta la mattina di
Natale. Era
rimasto inebetito, con le labbra leggermente socchiuse e gli occhi
sgranati.
A guardarlo, con cipiglio sarcastico e ghigno compiaciuto,
c’era
Stiles. Era appoggiato scompostamente alla parete di fronte, aveva lo
sguardo
determinato e odorava di consapevolezza. Era affannato a causa della
corsa che
probabilmente aveva fatto per arrivare fin lì.
Perché non aveva usato
la Jeep?
Derek si era scostato per farlo entrare nel loft e in quel
preciso istante lo sentì avvolto dall’odore fresco
e frizzantino della
felicità.
«Che ci fai qui?» gli domandò
chiarendosi di poco la voce.
«Ti ho portato la colazione, non è
ovvio?» rispose Stiles,
porgendogli il caffè che aveva comprato per lui.
«Amaro, come preferisci tu. Ma,
siccome è Natale e siamo tutti più buoni, ho
deciso di rovinarmi e di portarti
anche un assortimento di pasticcini alla crema, Sourwolf»
terminò addentandone
uno e aspettando qualcosa di vagamente simile a un grazie come risposta.
Derek inarcò le sopracciglia afferrando il caffè
come se
fosse avvelenato.
«Sì, okay… e perché
l’hai fatto?»
Stiles roteò gli occhi sospirando appena, domandandosi se e
quando quel ragazzo fosse diventato così stupido.
Gli si avvicinò, prese il caffè che Derek teneva
tra le mani
e lo poggiò sul basso tavolinetto tra il divano e la
televisione, poi lo baciò
afferrandogli la nuca e carezzandogli una guancia.
Fondamentalmente, Stiles, era un infido bastardo; lo baciò
in maniera un po’ sporca, Derek poteva ancora sentire il
sapore dolce della
crema sulla lingua di Stiles.
Quando si staccò, Stiles si leccò le labbra e
Derek ebbe un
fremito a quel gesto.
«Non so come funziona dalle tue parti emozionalmente
costipate, Derek» mormorò Stiles con voce roca,
«ma da me si usa dare il Buon
Natale a chi si conosce.»
Derek lo sentì perdere un battito, probabilmente
perché loro
non erano semplici conoscenti.
Avevano iniziato ad andare a letto insieme quasi per caso e
poi erano rimasti insieme perché uno aveva trovato
nell’altro un motivo per
perdonare a se stesso gli errori commessi in passato. Solo che di tanto
in
tanto Derek si rintanava nella propria costipazione sentimentale,
relegandosi
al loft come se quello fosse l’unico posto in cui aveva il
diritto di stare.
«Buon Natale, Sourwolf» gli sussurrò
Stiles appoggiando la
fronte su quella di Derek, «mangia qualcosa e poi
va’ a vestirti, per favore.»
«Il Natale è una festa da passare in
famiglia» gli rispose
Derek sussurrando. Nei suoi occhi, Stiles, poteva scorgere
un’insicurezza che
non avrebbe dovuto appartenere a un’Alpha.
«Sei tu la mia famiglia» gli sussurrò
guardandolo meglio
negli occhi e afferrando una sua mano per sistemarla a palmo aperto sul
petto,
in prossimità del cuore.
“Senti? Il mio cuore
non mente,” voleva dirgli.
«Ti prego,» mormorò con gli occhi
lievemente lucidi «vieni
con me.»
Derek lo guardò di rimando e sentì chiaramente il
battito
del cuore di Stiles che gli rivelava che era sincero.
Gli rispose accarezzandogli le labbra con le proprie, poi
annuì in silenzio.
«Der?» lo chiamò Stiles mentre si stava
cambiando, Derek
rispose mormorando qualcosa di incomprensibile.
«Possiamo andare con la Camaro?» gli
domandò.
Derek aggrottò le sopracciglia tornando in salotto.
«A
proposito, dov’è la Jeep?»
«Stamattina ha dato problemi…
i
soliti» rispose grattandosi la nuca.
«Sono venuto a piedi…»
Derek sentì una piccola morsa al petto, era lì
per lui e non
gli importava di essersi avventurato per le strade con tre gradi e
senza
automobile.
Si abbassò a baciarlo ed era un bacio che sapeva di
“Grazie” e
“Ti amo”.