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Autore: Justice Gundam    15/12/2016    2 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 40 - Pericolo incombente

 

Sarebbe dovuta essere una giornata gioiosa ed eccitante per gli allievi dell'Accademia Apofillide.

Sarebbe stato il giorno in cui avrebbero visto combattere la loro sensei contro l'allenatrice di Hoenn, Vera Maple, che forse si sarebbe dimostrata degna di ricevere il Mega Anello.

E invece, ecco che l'Accademia era piombata in un cupo silenzio da quando la loro insegnante era crollata all'improvviso, dopo che la Venusaur di Vera aveva avuto la meglio su due dei Pokemon di Kiki.

E poi, la notizia terribile, che Vittoria era stata costretta a rivelare. La sensei Kiki aveva sperato di tenere nascosta la sua infermità ancora per un po'... o almeno, finchè Vera e i suoi compagni non avessero completato il loro periodo di prova.

Ma il destino, o meglio la malattia che stava lentamente consumando il corpo di Kiki, aveva deciso diversamente.

E adesso, mentre attendeva davanti alla camera della sensei, Drew tirò un sospiro, odiando quell'atmosfera di tesa malinconia che era caduta all'improvviso sul monastero. Dietro quella porta, Vera, Vittoria e Cain si stavano prendendo cura di Kiki... e a lui e ai suoi compagni non restava altro da fare che aspettare, pregando che arrivassero buone notizie. Il ragazzo dai capelli verdi fece qualche passo, cercando di sfogare un po' il suo nervosismo, e volse lo sguardo verso Max e il suo Gardevoir, che si stavano avvicinando lentamente dal corridoio. Il ragazzino con gli occhiali appariva solenne e preoccupato, e Gardevoir fluttuava al suo fianco, tenendogli una mano sulla spalla.

Drew si voltò verso il giovane allenatore di Petalipoli, contento che almeno fosse arrivata una distrazione dalla deprimente situazione in cui si trovavano. "Ciao, Max." disse il giovanotto dai capelli verdi. "Va... tutto bene, considerate le circostanze?"

"Diciamo di sì, Drew..." affermò il ragazzino con gli occhiali. Se non altro, Drew riusciva a mantenere l'umore abbastanza alto e a rendere la tensione un po' meno difficile da supportare. "Come sta la sensei Kiki? Si sa qualcosa?"

Drew scosse la testa desolato. "Ancora niente, Max. Vera e gli altri stanno vegliando su di lei, ma ancora non so come si è risolta questa crisi." affermò. Sentendosi le gambe un po' doloranti, il giovanecoordinatore si sedette su una panca vicina. "Maledizione... mi fa un po' rabbia pensare che forse avremmo potuto evitare tutto questo... se fossimo stati un po' più attenti, o se avessimo insistito di più nel chiedere spiegazioni a Vittoria o alla sensei."

"O forse no... forse non avremmo potuto ugualmente fare nulla per aiutare." disse Gardevoir. "Avete visto anche voi quanto è stata decisa Kiki nel rifiutare ogni spiegazione. Insistere non sarebbe servito a nulla."

"A proposito... Dov'è la tua amichetta, Hitomi?" chiese Drew, non vedendo l'accigliata ragazzina assieme a Max.

"E' rimasta in camera sua. Mi sembrava un po' stravolta da quello che ha visto... e non mi sento di biasimarla." affermò Max. "Certo che... non ricordo di averla mai vista così, prima d'ora. Di solito è così calma e padrona di sè... anzi, sembra quasi essere sempre arrabbiata."

"Immagino che... dopo aver visto una persona andare così vicina alla morte, non sia tanto facile restare indifferenti. Dalle tempo, e vedrai che ne verrà fuori." affermò Drew. "Certo... non si può dire che la situazione sia tanto allegra. Proprio quando pensavamo che le cose stessero finalmente volgendo un po' a nostro favore, ecco che accade qualcosa di imprevisto, e ci ritroviamo ancora più in difficoltà di prima."

"Spero almeno che gli altri, a Reborn City, se la stiano cavando bene..." disse Max aggiustandosi gli occhiali e rivolgendo uno sguardo speranzoso alla porta oltre la quale sua sorella maggiore e i suoi compagni stavano vegliando Kiki...

 

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In completo silenzio, Vera e Cain guardarono Vittoria appoggiare un panno umido sulla fronte della sua sensei, che finalmente sembrava aver superato la crisi, e adesso dava l'impressione di stare dormendo tranquillamente. Il colore era tornato sul suo volto, e la respirazione era tornata regolare... ma Vittoria sapeva fin troppo bene che si trattava soltanto di un miglioramento temporaneo.

Il Medicham di Kiki era seduto a gambe incrociate accanto al tatami dove la sua allenatrice giaceva, e stava monitorando attentamente le sue condizioni usando i suoi poteri psichici. "Per adesso, almeno... sembra che la maestra Kiki resterà ancora un po' con noi." disse tra sè.

"Ma che significa tutto questo, Vittoria?" chiese Cain. La sua voce mancava della verve che Vera era abituata a sentire in essa, e il giovanotto dai capelli viola parlava tenendo la testa bassa con evidente rammarico. "Come sarebbe a dire che la sensei Kiki sta morendo? Prima... soltanto qualche ora fa... sembrava stare così bene, e poi..."

"E poi, ha avuto un crollo verticale." affermò Vera. "Ma... ma di cosa si tratta, Vittoria?"

"Se devo essere sincera... non lo so bene nemmeno io. E io sono l'unica a parte del segreto della sensei... o meglio, lo ero fino a questo momento. La sensei lo ha rivelato soltanto a me, circa un anno fa... e mi ha pregato di non dirlo a nessuno." rispose la giovane esperta di aikido, prendendo il panno dalla fronte della sua maestra e strizzandolo in una bacinella. "Ma ora... immagino che non abbia più senso tenere il segreto. Vedete... la sensei Kiki soffre di una malattia... una malattia incurabile che già da tempo sta minando il suo fisico. Sfortunatamente... è un male per il quale non ci sono rimedi o medicine. L'unica possibilità è dare al malato una qualità della vita decente, ma... anche così, raramente la vittima riesca a vivere oltre i trent'anni. La mia sensei... ha raggiunto i quaranta."

"E quindi... in pratica stai dicendo che sarebbe potuta morire da un momento all'altro per tutto questo tempo?" mormorò Cain con un misto di orrore ed incredulità.

Vittoria e il Medicham di Kiki annuirono lentamente. "E' così, purtroppo. Era solo questione di tempo, ed è stato incredibile che la sensei abbia resistito così a lungo. Immagino che sia stato anche grazie all'autodisciplina e al controllo del suo corpo che la sensei ha imparato tramite le arti marziali." affermò Vittoria. "Ma... ormai non c'è più niente da fare. La malattia è giunta al suo stadio terminale, e... a questo punto... sarà solo questione di..."

"Di giorni. Una settimana al massimo..." si sentì una flebile voce intervenire nella conversazione. Vera, Cain, Vittoria e Medicham si accorsero che Kiki aveva riaperto gli occhi e stava cercando di mettersi seduta sul letto. "Evidentemente, questo è il mio limite..."

"Sensei Kiki!" esclamò Vittoria, tenendo la sua maestra per le spalle con un misto di sollievo ed apprensione. "La... la prego, sensei Kiki, non faccia altri sforzi. Resti distesa."

"La prego, non si strapazzi. Deve conservare le forze, vista la situazione." continuò Vera. "Io... io per prima sono contenta di vedere che si è ripresa... ma non è il caso di strafare."

Kiki scosse la testa, in preda ad una cupa disperazione. "E a cosa servirà, di grazia?" chiese, a nessuno in particolare.

"Per favore, sensei, non è il caso di angustiarsi..." Vittoria cercò di placare la sua maestra, vedendo che cominciava a perdere la calma. "Si ricorda delle lezioni che facevamo? Quando ha cominciato ad insegnarmi meditazione? Concentrarsi sulla respirazione... respiro lento e ritmato... Andrà tutto bene, sensei..."

"Lo pensi davvero, Vittoria? Per favore... smettila di negare l'evidenza." continuò Kiki, mettendosi seduta sul letto. "Ormai... ormai non ha più senso mantenere quella facciata di salute e serenità davanti ai miei allievi. Dopo quello che è successo... dopo che sono crollata a terra come un sacco vuoto davanti a tutti... la mia reputazione già fragile è andata completamente in pezzi!"

"Ma... ma nessuno sarebbe riuscito a fare quello che ha fatto lei, e per tutto questo tempo, poi." affermò Cain, cercando di fare forza a Kiki, malgrado si rendesse conto che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe sembrata una ben magra consolazione. "Perchè la sua reputazione dovrebbe essere rovinata? Anzi... io sono sicuro che ora i suoi allievi provino ancora più rispetto ed ammirazione nei suoi confronti per aver stretto i denti e aver resistito tutto questo tempo..."

"E' vero, maestra Kiki..." disse telepaticamente Medicham. "Con tutto quello che è successo poi... lei è stata anche una grande alleata per la resistenza, e ha salvato molte persone dalle ambizioni del Team Meteora."

"Pensi a tutto quello che è riuscita a fare..." cercò di tirarla su Vittoria. "A tutte le persone che ha reso felici..."

Ma questi incoraggiamenti ebbero il solo effetto di rendere Kiki ancora più frustrata ed angosciata. La maestra di arti marziali prese un panno bagnato rimasto vicino a lei e lo scagliò brutalmente dall'altra parte della stanza, mancando di poco la testa di Vera! "E che senso ha avuto? Per quanto forte io possa essere stata... sono stata comunque troppo debole!" esclamò rabbiosamente. "Tenere a bada il caos che è dentro di noi... pensavate davvero che io stessi parlando solamente di controllare le proprie emozioni? Dominare le proprie paure? E invece... potrei essere concentrata come nessun altro al mondo, e le cose non cambierebbero lo stesso! Non c'è meditazione o disciplina che possa cambiare il fatto che il mio corpo sta lentamente cessando di funzionare!"

Davanti agli occhi degli sconvolti ragazzi, Kiki abbassò la testa, apparentemente calmandosi un po'... e continuò a parlare. "Ditemi... che senso ha fare del proprio meglio... se alla fine si fallisce lo stesso?" continuò. "Alla fine, per quanto si possa blaterare di forza di volontà, di determinazione... se non ce la fai, se non raggiungi il tuo scopo, non ha senso. E io... io volevo vivere ancora! Avevo ancora un sacco di cose da fare... ancora altri ragazzi da aiutare... e invece, devo fermarmi qui a causa della mia debolezza."

"M-maestra..." mormorò Vittoria. La ragazza non riuscì più a trattenersi, e le lacrime ripresero a scorrerle sul viso... e un attimo dopo, con grande allarme di Vera e Cain, si alzò di scatto e corse via. "Mi dispiace! Io... non volevo offenderla..."

Rendendosi conto di aver ferito i sentimenti della sua allieva, Kiki sgranò  gli occhi e tese la mano verso Vittoria per richiamarla, ma era già troppo tardi - la giovane esperta di aikido aveva infilato la porta ed era corsa via, quasi andando a sbattere contro Drew e Max sulla via d'uscita. "Ah! Aspetta! Aspetta, Vittoria, io non volevo..." cominciò a dire, ma ormai stava parlando all'aria, e Vera dovette trattenere la sensei perchè non si alzasse di scatto e non andasse ad inseguire la sua allieva. "Ugh... maledizione... tutto quello che ho fatto... è stato tutto cancellato in questi pochi secondi?"

"Maestra Kiki, per farvore! Non è il momento di farsi prendere la mano dallo sconforto!" esclamò Vera, cercando in qualche modo di indurre la giovane maestra di arti marziali a ragionare sulla sua situazione. Kiki abbassò la testa, e Vera cercò le parole giuste da dire in una situazione simile... ma si rese conto di non sapere cosa dire. Cosa si può dire ad una persona disperata perchè il suo corpo si sarebbe spento nel giro di pochi giorni?

"Maestra Kiki, noi lo sappiamo che lei non aveva intenzione di ferire i sentimenti di Vittoria." affermò Cain, cercando di mediare. "Detto questo... riesce ad immaginare cosa può provare Vittoria in questo momento? Lei... lei si rende perfettamente conto che non può fare niente per aiutarla... e che purtroppo, ci sono dei problemi che non possono essere risolti con il coraggio e la forza di volontà... ma quello che Vittoria voleva dire era che lei non può rimproverarsi di non aver fatto del suo meglio!"

"Anch'io avrei preferito che ci fosse una soluzione... un modo per permetterle di vivere la sua vita..." affermò Vera, con un misto di tristezza e rabbia impotente. "Lei... è stata una grande insegnante, sensei Kiki. Grazie a lei, i nostri Pokemon sono diventati molto più forti... e anche noi abbiamo imparato molto e siamo riusciti a migliorare sia come allenatori che come persone. Tutto questo... non è niente! Non può dire che la sua vita è stata un fallimento solo perchè la sua malattia..."

Vera si fermò, guardando verso il terreno con le lacrime agli occhi. Ancora adesso, la giovane coordinatrice faceva fatica a rassegnarsi alla triste realtà dei fatti.

Kiki restò in silenzio per diversi secondi, riflettendo sulle parole dei due ragazzi... infine, ancora non del tutto sicura, la maestra di arti marziali guardò verso il suo Medicham, che le fece un cenno affermativo con la testa e le fece cenno di non preoccuparsi.

"Si tratta pur sempre dei suoi allievi, maestra Kiki. Sono sicuro che quello che hanno detto, lo hanno detto perchè sanno che è vero." disse la sua voce calma e riflessiva nella mente della sensei.

Kiki sospirò, massaggiandosi la testa. Ora che sapeva che la sua vita sarebbe durata ancora soltanto pochi giorni al massimo, anche i gesti più semplici le apparivano quasi come secondi in più che lei strappava al suo destino incombente. "Io... io ci devo pensare, ragazzi. Per favore... potreste lasciarmi da sola? Ho... ho bisogno di riposare, e di riflettere su quello che mi avete detto. Se... se quel po' di vita che mi rimane può ancora servire a qualcosa, allora forse..."

Vera si asciugò gli occhi, riuscendo ad abbozzare un sorriso. "Va... va bene, maestra Kiki. Se... se dovesse avere bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa... allora per favore, non esiti a chiedercelo." affermò. Lei e Cain si alzarono con rispettosa lentezza e si inchinarono, gesto che venne ricambiato da Medicham... poi, si allontanarono, facendo scivolare di lato la porta scorrevole prima di fare un altro cenno con la testa e uscire.
Kiki sospirò e si mise distesa sul suo letto improvvisato. Era una sensazione strana... pensò, mentre Medicham le metteva un altro panno bagnato sulla fronte. L'idea che entro pochi giorni sarebbe tutto finito... aveva vissuto per molto tempo con la consapevolezza che la sua vita non sarebbe durata come quella delle altre persone, ma il fatto che, grazie alla sua meditazione e al suo controllo dell'Aura lei fosse riuscita in qualche modo a rinviare il momento fatale... questo l'aveva portata a non pensare più alla morte come a qualcosa di vicino ed incombente. Forse era stata troppo arrogante? Forse credeva di strappare alla vita qualche altro giorno per le proprie convinzioni egoistiche?

"Sensei Kiki... mi dica pure se c'è qualcosa che posso fare anch'io per lei." disse telepaticamente Medicham, pensando tristemente al momento che da tempo sapeva sarebbe giunto - il momento della separazione. "Forse non c'è molto che io, un semplice Pokemon, posso fare... ma se non altro, posso fare in modo che questi ultimi giorni siano vissuti in pace e tranquillità."

Kiki riuscì a sorridere, accarezzando il suo Pokemon campione sulla testa. "Grazie, Medicham... chi può dirlo, forse... avremo modo di fare molto di più di quanto immaginiamo noi stessi. Saranno solo pochi giorni, ma... chissà cosa può accadere? Il mondo è vasto, il tempo scorre e il destino è imprevedibile..." affermò, prima di coricarsi nuovamente e guardare in direzione della porta. Tra sè, Kiki augurò buona fortuna a Vera e ai suoi compagni. Non sapeva per quale motivo... ma era convinta che ne avrebbero avuto bisogno, molto presto...

 

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Hitomi non sapeva esattamente come avrebbe descritto il proprio stato d'animo in quel particolare momento.
Mentre la bambina dall'espressione illeggibile si incamminava lentamente e quasi stancamente lungo la ringhiera di una terrazza che dava sul Lago Azzurro, osservando da lontano il colosso inquietante che era Reborn City, cercava allo stesso tempo di pensare a come mai non era con Max e gli altri, in quel momento...
Non era perchè non le importasse nulla di Kiki, questo lo poteva dire con la coscienza pulita. Il fatto che la sensei avesse ancora solo pochi giorni di vita, a giudicare dalle voci addolorate ed allarmate che si susseguivano in tutta l'Accademia Apofillide, la riempiva di angoscia... eppure lei non riusciva ad esprimerlo come pensava che avrebbe dovuto. Non pensava che nulla di quello che avrebbe potuto fare o dire in quel momento sarebbe riuscito ad esprimere correttamente quello che sentiva dentro di sè, in quel particolare momento. Aveva quasi paura di stare vicino a Vittoria e agli altri... paura che la sua reazione scarsamente emotiva sarebbe stata vista come irrispettosa... o paura che non sarebbe riuscita a mantenere il suo autocontrollo davanti al dolore degli altri... che lo avrebbe trovato insopportabile e avrebbe finito per fare qualcosa di sconveniente. Sentiva di non essere pronta a stare così vicino e così a lungo con delle persone che stavano soffrendo.

"Chissà cosa mi direbbe Florinia in questo momento, proprio io che l'ho biasimata perchè pensa che le emozioni siano inutili e dannose." disse tra sè la bambina, pettinandosi un po' il ricciolino ribelle che svettava sulla sua testa dai capelli rossicci. Il ciuffetto rifiutò di restarsene con gli altri capelli, tornando dritto sulla testa, ed Hitomi sbuffò con vaga irritazione per poi decidere di lasciar perdere e riprendere ad osservare Reborn City che si stagliava quasi minacciosa all'orizzonte. La città, con tutti i suoi vicoli malfamati, la sua malavita, il suo inquinamento e i suoi palazzi claustrofobici... era il luogo dove adesso i loro compagni stavano facendo tutto il possibile per tenere a bada il Team Meteora. E Florinia era con loro... chissà cosa stavano passando in quel momento. "Il Team Meteora non tarderà a farsi sentire, e non credo che abbiano preso bene quello scherzetto che gli abbiamo combinato all'orfanotrofio... Almeno qui dovremmo essere più o meno al sicuro, o almeno spero..."

Hitomi scosse la testa, chiedendosi come mai pensasse a queste sciocchezze quando c'era una situazione ben più tragica e difficile da gestire nell'immediato. La sensei Kiki stava morendo, e lei si sentiva impotente - non poteva impedirlo, non poteva rallentare il processo, e non poteva fare nulla per confortare i suoi compagni che si erano affezionati alla severa ma giusta insegnante.

Tanto era persa nei suoi cupi e confusi pensieri, che si accorse della presenza di qualcun altro solo in quel momento - pochi metri più in là, Vittoria si era affacciata al balcone, lo sguardo perso volto in direzione del campo d'allenamento dal quale, di solito, provenivano i suoni dei pugni e dei calci che si abbattevano sui sacchi di sabbia, e le grida degli allievi che si addestravano. Ora, nessun suono proveniva da quel cortile normalmente così pieno di vita - la notizia dell'imminente morte della sensei aveva scosso tutti, al punto che nessuno sembrava avere più voglia di andare avanti con le loro vite.

Hitomi storse il naso e, dopo aver controllato le sue Pokeball, si avvicinò lentamente a Vittoria, con un'esitazione che raramente ricordava di aver mai provato. Sperava almeno che sarebbe riuscita ad esprimere bene a parole quello che sentiva... e che non avrebbe finito per urtare la sensibilità della sua amica.

"Vittoria?" chiese Hitomi, con voce esitante. La giovane esperta di aikido e Pokemon Lotta attese qualche secondo prima di rispondere, e si voltò lentamente verso Hitomi, che riuscì a vedere che le sue guance e i suoi occhi erano rossi per il pianto.

Vittoria tirò su con il naso, e cercò di asciugarsi il viso con il dorso della mano, tentando come poteva di farsi vedere forte e reattiva anche se non si sentiva affatto così. "Hitomi?" mormorò Vittoria. "Ciao, Hitomi... non ti ho visto con Max e gli altri... e mi chiedevo dove fossi..."

"Ero qui in giro..." disse Hitomi. riprendendo a sentirsi a disagio ed inadeguata. Era così difficile dire la cosa giusta in una situazione come quella? O forse non c'era una cosa giusta da dire? "Come... come vanno le cose?"

Vittoria scosse la testa. "Male, mia piccola amica. Molto male." rispose, confermando le paure di Hitomi. "Vedi... la sensei Kiki soffre di una malattia... una malattia degenerativa, rarissima ed incurabile. Purtroppo, per quanti progessi possa fare la medicina, sembra proprio che ci sarà sempre qualcuno che non può essere salvato... e la mia sensei è uno di quelli."

Hitomi non ebbe alcuna reazione emotiva esteriore... ma dentro di sè, si sentì come congelare. Non riusciva neanche ad immaginare l'idea di vivere... sapendo che ogni giorno avrebbe potuto essere l'ultimo... nè poteva immaginare quello che stavano provando Vera, Vittoria e tutti gli altri che avevano conosciuto e voluto bene a Kiki. Sembrava quasi che fosse già morta, con lo spettrale silenzio che regnava nell'accademia...

La bambina camminò in cerchio per qualche secondo, come in trance... e poi abbassò lo sguardo verso il pavimento e versò delle lacrime, mettendosi la mano davanti alla bocca. "Io... non so che dire, Vittoria... non... non riesco a pensare a nulla che... che potrebbe... scusami, immagino che in questo momento ti sembro molto stupida, vero? Non... non so mai come esprimermi... tanti pensano che io sia insensibile e non faccia altro che battute pungenti... il fatto è che... che... accidenti, non so neanche quello che sto dicendo!"

"Hitomi?" chiese Vittoria, con evidente preoccupazione. Quella bambina dall'espressione quasi sempre imperturbabile... adesso sembrava in procinto di avere un crollo emotivo. E Vittoria non era sicura di come gestirlo...

"Scusa... scusa, mi sono lasciata prendere..." disse Hitomi, asciugandosi il viso con espressione quasi stizzita. "Io... non so che cosa dire, Vittoria. Temo che qualsiasi cosa io dica, non servirà a farti sentire meglio..."

Vittoria restò per qualche secondo come sconvolta, guardando Hitomi senza sapere cosa dire o fare... ma poi, riportando alla mente gli insegnamenti della sua sensei, si avvicinò ala piccola allenatrice di Hoenn e la abbracciò. La reazione di Hitomi fu di stupore e incredulità all'inizio - si era convinta che Vittoria l'avrebbe considerata strana o fuori di testa...

"Lo so. Ognuno reagisce in modo diverso, amica mia..." disse Vittoria, sentendosi un po' meglio. "Tu non esprimi facilmente quello che provi, me ne rendo conto. Ma questo non vuol dire che tu non provi sentimenti. Anche adesso sei triste e confusa per quello che hai appreso, e non sai bene come esprimerlo. Io... io ho conosciuto la sensei Kiki fin da quando ero bambina. Lei è stata come una seconda madre per me. E ora... ora che sta per arrivare il momento della separazione... non posso fare nulla per aiutarla... proprio nulla..."

"Mi dispiace..." mormorò Hitomi, ricambiando l'abbraccio. Non c'era bisogno di altre parole - le due ragazze restarono abbracciate per diverso tempo, cercando di farsi coraggio a vicenda.

Dopo quelli che a Vittoria ed Hitomi erano sembrati diversi minuti, le due si separarono, e la ragazza dai capelli neri annuì lentamente. "Grazie... grazie, Hitomi. Non... non fartene una colpa. Ognuno esprime le sue emozioni in maniera diversa, e tu non hai fatto altro che seguire il tuo cuore." affermò. "Non penso che tu sia una ragazza insensibile, per niente. Mi hai... dato una mano a farmi una ragione di quello che sta accadendo. Anche se sarà comunque difficile da accettare..."

Hitomi si asciugò gli occhi. "Di niente, Vittoria. Anzi, sono io che devo ringraziare te. Non riuscivo più a tenermi tutto dentro, e sentivo che sarei esplosa..." affermò. "Mi dispiace per la sensei... posso solo immaginare come si debba essere sentita, a forzare un sorriso dopo l'altro mentre era così malata..."

"Vittoria? Hitomi?" chiese la voce di Max, che stava arrivando in quel momento accompagnato da Gardevoir e da resto del gruppo di Vera. Il ragazzino con gli occhiali si stava avvicinando alle due allenatrici, temendo che fosse loro accaduto qualcosa di brutto... "Va tutto bene? Siamo... siamo appena tornati dalla stanza dove la sensei si sta riposando... O meglio, solo Vera e Cain sono andati a visitarla..." disse.

Hitomi annuì lentamente, grata di vedere le espressioni preoccupate di Vera, Drew, Max, Ortilla, Cain, Alty e Gardevoir. "Sì, lo so... scusate se non sono venuta anch'io... è che non me la sentivo di stare lì mentre... beh, voi lo sapete."

"Tranquilla, Hitomi, non te ne facciamo certo una colpa. Non era certo... una cosa facile." disse Vera, cercando di abbozzare un sorriso.

"Adesso però dobbiamo pensare a cosa fare." disse Vittoria. "Immagino... che ora, viste le condizioni di salute della sensei Kiki, non avrete la possibilità di sostenere la prova per ottenere il Mega Anello."

Vera sbattè gli occhi, quasi offesa da quell'insinuazione. "Cosa, cosa, cosa? Un momento, Vittoria! In questo momento non mi interessa nulla del Mega Anello! La tua sensei sta male... in questo momento, la cosa che vogliamo di più è che passi almeno i suoi ultimi giorni in pace!" esclamò.

"Ma è anche vero che la Mega Evoluzione è l'unico modo per permettervi di combattere ad armi pari con il Team Meteora... soprattutto con quel Lord Solaris." affermò Vittoria, cercando di pensare anche al lato pratico della situazione. "E ora che la sensei non potrà farvi sostenere l'esame, bisognerà trovare un altro modo per determinare se siete degni di ricevere il Mega Anello."

"Non ha tutti i torti, Vera, e tu lo sai." affermò Drew. "Dobbiamo lasciare che siano i ragazzi dell'Accademia a decidere quando e come ti sottoporranno al nuovo test. E' una cosa a cui non possiamo sottrarci, dopo tutto."

Cain annuì lentamente. "E' vero... solo che non ci sembrava il caso di parlare di queste cose adesso... mentre la sensei Kiki è ancora viva." affermò il ragazzo dai capelli viola. "Possiamo... evitare di tirare fuori certi argomenti, almeno finchè non sarà necessario?"

Vittoria non poteva dire che l'idea non le andasse a genio. "Hai ragione, Cain... anch'io preferirei non pensare a queste cose intanto che la sensei è ancora tra noi..."

 

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L'atmosfera nell'Accademia Apofillide non poteva essere efinita che tetra, dopo che la notizia dell'imminente morte di Kiki si era diffusa. Ortilla, che in quel momento era scesa nel cortile assieme ad Alty per prendere un po' d'aria, si sentì stranamente come se stesse camminando attraverso il deserto, accompagnata solo dal lento e regolare battito d'ali della graziosa Pokemon Drago/Volante. Ora che l'atmosfera di vitalità del monastero si era spenta in seguito alle terribili notizie ricevute, il silenzio si stava facendo davvero opprimente.
Ortilla si guardò attorno, volgendo lo sguardo al Picco Apatite che svettava tra le rupi attorno al monastero. Sembrava quasi che anche le vette di pietra vulcanica stessero partecipando alla sofferenza degli abitanti dell'Accademia, e adesso che il sole del pomeriggio cominciava a scendere, il cielo si stava tingendo di un colore rosa-arancio stranamente cupo e spettrale, e le nubi che cominciavano ad avvolgere il Picco Apatite non aiutavano certo a rendere la scena più gradevole...

"Accidenti, Alty..." disse la piccola coordinatrice dai capelli turchini, sedendosi su una panchina di roccia intagliata che si trovava lungo la stradina ricoperta di ghiaia. Il suo sguardo vagò verso una piccola pozza d'acqua dove nuotavano, tranquilli e beatamente ignari, alcuni Magikarp e alcune carpe normali... "Non avevo la più pallida idea che le cose potessero andare così... e non sapevo che in certi posti del mondo si vivesse così male. Ancora faccio fatica a rendermi conto di questa realtà..."

"Altaria..." mormorò Alty, immaginando a cosa stesse pensando la sua giovane allenatrice.

Ortilla si guardò il collo, al quale portava, ben nascosta sotto i suoi vestiti, la Collanasmeraldo che era stata la causa del suo rapimento da parte di Astro ed Eclisse. "Questa collana... fa parte dei quattro oggetti preziosi che il Team Meteora sta cercando. Non so esattamente come abbia fatto a finirmi in mano, ma è certo che il Team Meteora lo vuole e non si fermerà davanti a niente pur di averlo... spero che gli allenamenti che abbiamo fatto saranno sufficienti a darmi qualche possibilità contro i loro comandanti, per lo meno... Scraggy, Bibarel e Spinda stanno facendo del loro meglio, ma spero che sarà abbastanza. So già che tu sei la mia Pokemon più forte, e che farai un ottimo lavoro come sempre!"

"Altaria, altaria..." affermò con gratitudine la Pokemon, facendo un piccolo sorriso ad Ortilla prima di guardare verso il Picco Apatite e verso le nubi nere che lo circondavano...

Un momento.

Nubi nere?

Da dove saltavano fuori? Non erano certo un effetto dell'aria inquinata... le fabbriche e le discariche a cielo aperto di Reborn City erano ben lontane... e il loro inquinamento non poteva essere giunto fin lì! Con orrore, Alty si rese conto che stava per accadere qualcos'altro di veramente terribile...

Quella nube nera non poteva essere altro che cenere vulcanica... e voleva dire che il vulcano di Picco Apatite si stava risvegliando proprio nel momento meno opportuno!

"ALTY! ALTY! ALTY!" cinguettò frenetica la Pokemon piumata, toccando la spalla di Ortilla per farle cenno di guardare le nuvole. Inizialmente stupita, Ortilla guardò verso la sua Pokemon... poi verso le montagne, cercando di capire cosa volesse dire la sua Pokemon...

E fu allora che si rese conto di cosa stesse accadendo...

"Cosa? Ma che diamine..." esclamò la bambina dai capelli turchini, osservando la nube di fumo vulcanico che continuava a muoversi in maniera lenta ma minacciosa, coprendo man mano il cielo sopra l'Accademia! Non c'era modo di sbagliarsi... era fin troppo chiaro cosa stesse accadendo... e gli sbuffi di lava incandescente che iniziarono a scaturire dalla cima della montagna non fecero altro che confermare tutte le loro paure peggiori!
Il vulcano stava per eruttare... e la colata di lava avrebbe molto probabilmente seppellito il Monastero Apofillide!
"Ma... ma com'è possibile? Avevo... avevo sentito dire che quel vulcano era ormai spento!" esclamò Ortilla. "A meno che... a meno che non ci sia dietro il Team Meteora con qualcun altro dei loro trucchi!"

"Altaria?" esclamò la graziosa Pokemon piumata.

Ortilla fece un cenno con la testa per dire che non poteva essere che così. "Hanno già usato le loro macchine PULSE per riempire di piante un quartiere di Reborn City, e per inquinare il Lago Azzurro... non credo che per loro sarebbe difficile crearne un'altra che serva a far eruttare un vulcano!" esclamò la bambina, alzandosi di scatto dalla panchina, e cominciando a correre verso l'ingresso del monastero. "Dobbiamo avvertire subito Vera e gli altri! Forse, se ci sbrighiamo, riusciamo ancora a fermarli prima che succeda il peggio!"

"Altar!" esclamò Alty, affrettandosi dietro la sua amica ed allenatrice. Ora, qualche allievo si stava affacciando alle balconate, guardando con incredulo orrore il vulcano che stava per risvegliare la sua furia!

 

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"Che cosa? Vuoi dire che il Team Meteora... potrebbe aver messo qualche macchina PULSE nel vulcano per risvegliarlo?" esclamò con orrore Vittoria, non appena ricevette la notizia da Alty ed Ortilla.

La bambina dai capelli turchini prese fiato, ma venne preceduta dal Gardevoir di Max. "Ormai, credo sia lecito aspettarsi di tutto, dal Team Meteora. Sicuramente avranno installato qualcuna delle loro macchine infernali nel vulcano, e stanno usando il PULSE per risvegliarlo." affermò telepaticamente il Pokemon Abbraccio.

"E non è escluso che avessero già tutto pronto fin dall'inizio. Hanno aspettato che noi ci sentissimo tranquilli per attaccarci di sorpresa e fare più danni possibili." affermò Drew. "Comunque, non c'è tempo da perdere. Dobbiamo andare al Picco Apatite e cercare di disattivare la macchina PULSE che stanno usando!"

"Spero che Cal stia bene..." affermò tra sè Vittoria, sentendosi sempre più sotto pressione. Prima la salute di Kiki compromessa, e adesso la preoccupazione per quello che sarebbe potuto accadere a Cal. "Beh, allora contate su di me! Verrò con voi, ed impedirò al Team Meteora di distruggere il nostro monastero! LO giuro sulla mia vita!"

"Temo che il Team Meteora abbia già previsto che la nostra reazione sarà questa... ma non credo che possiamo fare altro." disse Vera con evidente preoccupazione. "E va bene... prima però dobbiamo fare in modo che gli allievi possano evacuare nel caso non facessimo in tempo... e pensare anche a trasportare Kiki al sicuro!"

"E' una pazzia, Vera!" ribattè rapidamente Vittoria. "Le condizioni di salute della sensei sono già compromesse di per sè... trasportarla via ora, in questo momento, potrebbe esserle fatale!"

"Ma anche restare qui quando il Team Meteora ci sommergerà di lava..." affermò Cain. "Quindi, finchè avete tempo, cercate di organizzare la fuga! Vittoria, se tu vuoi venire con noi... non ti respingeremo di certo! Anzi, credo proprio che avremo bisogno del tuo aiuto per fermare il Team Meteora!"

"Non so quanto potrò esservi utile... ma sicuramente la sensei Kiki vorrebbe che io vi dessi una mano! Quindi... va bene, vi accompagnerò anch'io! Il nostro obiettivo è chiaro: raggiungere il Picco Apatite e scoprire da dove il Team Meteora cerca di scatenare l'eruzione, in modo da stroncare sul nascere ogni loro tentativo. Tuttavia, non sappiamo chi finiremmo per trovarci davanti, quindi non abbassate la guardia!" fu la risposta pronta di Vittoria.

"Immagino che voi dire che potremmo benissimo incontrare Lord Solaris o Blake." affermò Vera. "D'accordo... spero che i miei Pokemon si siano rafforzati abbastanza da poterli affrontare! Forza, prepariamoci e andiamo! Dobbiamo raggiungerli prima che sia troppo tardi!"

Mentre attorno a loro il Monastero Apofillide cominciava ad essere avvinto dal panico, i ragazzi si guardarono a vicenda ancora per qualche secondo, cercando di rassicurarsi a vicenda. Era un momento critico... dovevano raggiungere il Picco Apatite e fermare i loro nemici, e non sapevano neanche quanto tempo avrebbero avuto per farlo! Ma non potevo esitare... era il momento di tirare fuori tutta la loro grinta e mettere in pratica quello che avevano imparato!                        

"Andiamo, ragazzi! Fermiamo il Team Meteora!" esclamò Vera.
                       

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Nel frattempo, nella base segreta che il Team Meteora aveva stabilito sotto il Picco Apatite...

"E così... adesso Vera e i suoi compagni si muoveranno per contrattaccare, giusto?" chiese Cal, tirando un sospiro ansioso. Non era la prima volta che provava apprensione e vergogna per quello che stava facendo... ma ora che il piano del Team Meteora sembrava essere giunto al suo momento culminante, questa sensazione non aveva fatto altro che aumentare.

"E' la cosa più logica da fare, in questo momento." disse Zel, che in quel momento aveva la personalità di Eve. "Vera e i suoi compagni, a parte la stessa Kiki, sono i più indicati per rispondere alla nostra provocazione... sicuramente sono loro gli allenatori più forti su cui il Monastero Apofillide possa contare."

Immediatamente, Zel si portò una mano alla fronte e scosse la testa... e quando ricominciò a parlare, fu con la vocetta acuta di Lumi. "E... e poi... beh, dobbiamo controllare se... se Ortilla e la CollanaSmeraldo sono con loro... sarebbe... meglio se riuscimmo... a prenderlo adesso, giusto?"

"Smettila di balbettare, Lumi! Mi stai dando fastidio! Accidenti a quella piccola stupida che continua a darmi fastidio..." ringhiò un attimo dopo Zero, dandosi una pacca sulla testa. Cal alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Certo, era un'esperienza ben strana parlare con uno che era in pratica tre persone nello stesso corpo...

"Comunque, per adesso l'importante è che il PULSE-Camerupt funzioni." affermò Cal. "E' tutto confermato?"

"Sì, non dovrebbero esserci intoppi." disse Zero, osservando alcuni diagrammi sullo schermo del suo computer portatile prima di tornare a controllare alcune console di controllo. "Tutto quello che dobbiamo fare è reggere finchè il PULSE-Camerupt non sarà pronto all'azione. E con Lord Solaris al nostro fianco... questo non dovrebbe essere un problema. Il caso peggiore è che sia Kiki a scendere in campo di persona a dare una mano, ma neanche il suo potente Medicham può competere con i Pokemon del nostro capo. Si può dire che la situazione è a nostro favore."

"Ottimo. Non si sono ancora accorti di nulla..." pensò tra sè il giovane esperto di Pokemon Fuoco.

"Va bene. Allora... io mi ritirerei. Credo che la mia presenza sia richiesta altrove..." affermò poi, ricevendo come risposta un cenno affermativo da parte del misterioso scienziato incappucciato. Con una calma apparente che certo non rispecchiava il tumulto che si agitava nel suo animo, Cal infilò la porta e si incamminò lungo un corridoio scavato nella roccia, avviandosi verso la cima del vulcano...

"Allora, mio caro fratellino? E' andato tutto bene? Il PULSE-Camerupt farà il suo lavoro?" chiese la voce beffarda di Blake. Il fratello maggiore di Cal sembrava essersi appostato lì, vicino al laboratorio da cui Zel controllava la macchina PULSE, soltanto allo scopo di sbeffeggiare Cal una volta di più. Cal non ne fu più di tanto sorpreso, solo irritato - conosceva bene Blake, e sapeva che uno dei suoi hobby preferiti era insultare e dileggiare gli altri per puro divertimento personale... "Sai com'è, non vorrei mai che tutto il duro lavoro fatto dal mio caro fratellino per infiltrarsi nell'Accademia Apofillide fosse gettato al vento! Io sono un fratellone affettuoso, anche se può non sembrare! Heheheheee..."

Cal resistette alla tentazione di dargli una rispostaccia. "Andrà tutto bene, Blake. Sapevo già cosa fare. Piuttosto... non credi che non sia prudente parlare delle... circostanze in cui mi sono unito al Monastero Apofillide proprio adesso? Lo sai bene che Lord Solaris non sa nulla di quando esattamente mi sono unito al Team Meteora... e neanche del come, se è per questo."

Blake ridacchiò malignamente, una volta di più. "Oh, quel vecchio stupido è da tutt'altra parte! In questo momento sarà in cima al Picco Apatite dove tu tenevi la sua baracca... in attesa che i nostri eroi arrivino a salvare il monastero ed essere spazzati via dal suo Garchomp!" affermò. Poi, la sua espressione si fece più acuta, e un luccichio malvagio balenò nei suoi occhi del colore del ghiaccio. "E comunque... hehehee... tra non molto penso che non conterà più. Vediamo un po' come va. Ma sono sicuro che entro stasera potremo festeggiare la fine del Monastero Apofillide, e di quegli sciocchi della resistenza!"

Cal strinse gli occhi. "Attento a non cantare vittoria troppo presto... fratellone. Potresti restare seriamente deluso." pensò tra sè, sperando in cuor suo che tutto andasse nel migliore dei modi...

 

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Il sentiero roccioso che portava verso il Picco Apatite era ormai abbastanza familiare a Vera e ai suoi compagni, che già lo avevano affrontato una volta... ma mentre la strada non sarebbe certo stata un problema, alla tortuosità del cammino si sggiungevano ora delle brevi scosse sismiche, preludio a quella che nel giro di poche ore sarebbe stata una devastante eruzione! I Pokemon e gli animali che vivevano su quei pendii avevano pensato bene di darsela a gambe... tranne qualche Slugma che si era risvegliato dal suo letargo per godersi la pioggia di magma!

"State attenti... ho paura che queste stradine strette potrebbero sgretolarsi da un momento all'altro!" affermò Max, guardando con diffidenza una stradina sopraelevata che sembrava in procinto di crollare sotto le scosse telluriche. Il ragazzino sgusciò abilmente di lato, evitando una sezione di terreno che gli sembrava particolarmente instabile... e un rumore improvviso gli fece alzare lo sguardo, giusto in tempo per vedere un altro pezzo di roccia che si era staccato da un costone sopra di loro, e sembrava stare per cadere addosso a Cain! "ATTENTO!"

"Ah? Accidenti..." esclamò Cain, cercando di spostarsi... ma il Gardevoir di Max reagì più rapidamente e riuscì a lanciare un attacco Psichico che afferrò il masso a mezz'aria, lo fece fluttuare lentamente verso il terreno, e lo sgretolò in tanti ciottoli inoffensivi! "Phew! Grazie mille, Gardevoir! Credo di doverti un bacio!"

"Mi accontento dei ringraziamenti..." rispose Gardevoir con un pizzico di sarcasmo. "Anche se mi fa sempre piacere salvare una principessa in pericolo!"

Cain scoppiò a ridere malgrado la situazione. "Una principessa, eh? Per me è un complimento!" affermò, prima di tornare serio. "Ora, ragazzi... cerchiamo di tenerci vicini ai muri di roccia. Dovremmo avere meno probabilità di essere colpiti da qualche roccia cadente!"

"Blaziken!" Il Blaziken di Vera si teneva vicino al gruppo, tenendo d'occhio i dintorni pronto ad intervenire in caso di bisogno. Il galletto combattente stringeva in una mano la Megapietra che portava al collo, quasi cercasse di farsi coraggio per la prova che lo attendeva. Vicino a lui, vide Vera che cercava di proteggere Hitomi ed Ortilla da alcuni sassi che cadevano dall'alto, e si spostò rapidamente per fare loro scudo con il suo corpo.

"Okay... restiamo qui vicino e cerchiamo di trovare una galleria dove proteggerci dal terremoto." disse Drew, ringraziando tra sè la loro fortuna quando la scossa tellurica cessò, dando loro la possibilità di muoversi più rapidamente e senza rischi. Rapidamente, il piccolo gruppo si affrettò a risalire la stradina, cercando di coprire quanta più strada possibile prima che un altro terremoto scuotesse il Picco Apatite. Vittoria indicò un'apertura tra le rocce vicino a loro, notando una stradina che si inoltrava all'interno della montagna... probabilmente quello era un luogo relativamente sicuro, e magari avrebbero potuto cercare una via per raggiungere la cima del picco senza correre troppi rischi!

"Per di là! Forse da lì possiamo arrivare in cima più facilmente!" affermò Vittoria, guidando i suoi compagni verso la caverna naturale. "Presto, seguitemi! Mi sa che la prossima scossa sarà molto più violenta!"

"Ma da lì, riusciamo a raggiungere la cima del Picco Apatite?" chiese Drew, il cui Flygon teneva dritte le antenne e guardava di qua e di là, in guardia contro ogni possibile pericolo. Il drago-insetto era uscito dalla sua Pokeball poco prima dell'inizio della scalata, e stava dando una mano come poteva, grazie anche al suo doppio tipo che gli consentiva di sopportare meglio il calore.

Vittoria fece un cenno con la testa, e indicò alcuni passaggi che si snodavano nelle viscere della montagna. "Sì... con un po' di fortuna, da qui potremo raggiungere la cima del picco... e forse anche le stanze da dove controllano il PULSE." spiegò. "Dobbiamo farcela... mancano solo poche ore ormai all'eruzione."

"Stai calma, Vittoria. Non dobbiamo farci prendere dal panico." affermò Cain, mettendo una mano sulla spalla della sua amica. "Quindi forza... cerchiamo di mantenere la calma, e seguiamo questi cunicoli. Ci aspetta una dura lotta... ma non possiamo farci fermare adesso!"

"No, hai ragione... e quei maledetti del Team Meteora non ci fermeranno!" esclamò Hitomi, la mano stretta a pugno. Sembrava non vedere l'ora di affrontare i capi del Team Meteora... e dopo lo sfogo che si era concessa poco prima, ora non cercava più di nascondere le sue emozioni...

 

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Nel covo del Team Meteora, all'interno delle sale scavate all'interno del Picco Apatite, Lord Solaris controllò le sue Pokeball, volendo assicurarsi che tutti i suoi Pokemon fossero pronti per la battaglia che si preannunciava. Era abbastanza convinto che, alla fine, sarebbe bastato il suo Garchomp per gestire ogni emergenza... ma comunque, in ogni caso, aveva il resto dei suoi Pokemon.

Ad ogni modo, il combattimento non era il motivo per cui era lì. L'unico motivo per cui era trattenere i suoi avversari quanto più possibile, almeno finchè la macchina PULSE non avesse dato i suoi frutti. A quel punto, la situazione era tale che non c'era possibilità di perdere, se avessero fatto tutto con un briciolo di buon senso.

"Ancora poco, miei venerabili antenati... Padre... madre..." disse il comandante del Team Meteora. Da una tasca del suo impermeabile, l'uomo tirò fuori una tavoletta di pietra intagliata, e la guardò con tristezza e compunzione, fissando il simbolo intagliato su di essa - sembrava un pentacolo, composto da un grande cerchio all'interno del quale era inscritto un triangolo equilatero che puntava verso l'altro. Altri tre pentacoli circolari più piccoli erano piazzati sui vertici del triangolo, dando nel complesso l'impressione di un simbolo magico e mistico...

"Ancora poco, e tutti quei parassiti ignorati che hanno infestato la nostra sacra terra... verranno cacciati via o distrutti." disse tra sè. "Ci saranno delle difficoltà, me ne rendo conto... ma se riesco ad impossessarmi delle quattro Chiavi... allora non ci saranno più ostacoli! Reborn tornerà ad essere il luogo sacro che era una volta... vi ho fatto questo giuramento, no? E non permetterò a nessuno di porsi sulla nostra strada."

Un suono di passi lo richiamò alla realtà, e il comandante del Team Meteora strinse più forte la piastra nella sua mano e si voltò nella direzione da cui stava provenendo uno dei suoi uomini. La recluta si fermò sulla soglia, mettendosi sull'attenti. "Comandante Solaris, signore... perdoni il disturbo, ma sono qui per avvertirla che il signor Zel ha appena terminato le procedure di caricamento. Nel giro di mezz'ora l'energia accumulata dalla macchina PULSE dovrebbe essere sufficiente a... a provocare l'eruzione!" affermò. "Solo... ecco, il signor Zel voleva avvisarla che forse è il momento di prendere posizione."

"Certo, capisco." affermò Lord Solaris con tono calmo ma sicuro. "Molto bene. Io e Blake attenderemo eventuali intrusi vicino alla caldera. Non sarà il luogo più adatto per i Pokemon di Blake... ma se non altro, sono sicuro che non tenterà nulla per colpirmi alle spalle. Nel caso peggiore, i miei Pokemon sapranno come gestirlo... anche se l'ideale sarebbe tenerlo ancora un po' sotto il mio controllo."

"Ricevuto, Lord Solaris. In ogni caso, continuiamo a tenere d'occhio Blake e... suo fratello, in caso ce ne sia bisogno." affermò la recluta. "Suo figlio Taka e Zel sono nella sala di controllo, nel caso la resistenza cercasse di fare irruzione proprio da lì."

Solaris annuì con approvazione. "Giusto. Non si può mai essere troppo prudenti." affermò. "Tutti prendano le loro posizioni, credo che tra non molto avremo visite. Dobbiamo assicurarci che questa sia l'ultima volta che Vera Maple interferisce nei nostri progetti, e recuperare la Collanasmeraldo."

"Sarà fatto, mio signore!" esclamò la recluta, facendo un saluto militare prima di correre via...

 

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Vera e il suo gruppo stavano seguendo le anguste gallerie che si inoltravano nel cuore della montagna già da diversi minuti, tra il caldo che si faceva sentire sempre di più, e il terreno che di tanto in tanto dava ancora qualche scossone. Per adesso, almeno, il vulcano sembrava essersi calmato, ma non c'era modo di sapere quando la terra avrebbe ripreso a tremare e quanto mancasse esattamente al momento fatale. Tutto quello che i giovani allenatori potevano fare era proseguire per quelle gallerie claustrofobiche, e sperare che presto avrebbero raggiunto un'uscita...

"Accidenti, mi sembrava che questo passaggio fosse un po' meno lungo da percorrere..." affermò frustrata Vittoria, appoggiandosi ad una parete di roccia riscaldata mentre guidava i suoi compagni lungo una piccola rampa di scale. Notò che i gradini erano stati scolpiti, e questo le diede la speranza che forse sarebbero arrivati presto nel covo del Team Meteora. "Comunque ora dovremmo esserci. Reggetevi forte e tenetevi pronti... non credo proprio che ci riserveranno un benvenuto piacevole!"

"Spero che almeno le stanze siano un po' più ampie..." mormorò Ortilla, cercando di fare forza ad Alty che svolazzava con evidenti difficoltà accanto a lei. "Alty è in difficoltà... non è abituata a stare in posti così stretti!"

"Blaziken..." affermò lo starter di Vera, tenendosi accanto alla sua allenatrice che cercava di stare dietro a Vittoria. La bambina castana sembrava tesa e concentrata... sapeva che ormai lo scontro non si sarebbe più potuto rimandare, e che avrebbe messo alla prova tutto quello che lei aveva imparato nell'Accademia. Lei e i suoi amici dovevano assolutamente riuscire nella loro missione... per Kiki e per tutti i ragazzi del monastero!

"Guardate là davanti! Mi sembra di vedere... una biforcazione!" esclamò Max, riuscendo a dare una sbirciata davanti a sè, e vedendo che la galleria naturale che stavano percorrendo non solo cominciava a diventare più levigata e ad essere illuminata da delle lampadine alogene appese ai muri. E certo questo non poteva essere opera di Cal, per quanto bravo fosse a costruirsi una dimora...

Tuttavia, la cosa che preoccupava di più Max era il fatto che la strada si divideva in due pochi metri più in là, biforcandosi in due corridoi dalle pareti lisce. Se c'erano ancora dei dubbi, ora non era più possibile nutrirne - erano finalmente arrivati al covo del Team Meteora, e non c'era più modo nè tempo di tirarsi indietro... anche se avessero voluto, cosa che non rientrava certo nei loro piani!

I ragazzi e i loro Pokemon si fermarono davanti al bivio e cominciarono a guardare in entrambe le direzioni, ma non videro nulla che li aiutasse a scegliere la direzione in cui andare.

"Non c'è molto tempo per fermarsi e pensare..." affermò Vera, cercando di prendere in mano la situazione. "Okay... allora qui ci separiamo, che ne dite? Alcuni di noi vanno da una parte, e alcuni dall'altra. Se... se qualcuno incontra delle difficoltà, non dovrà esitare a tornare indietro e riunirsi al gruppo, okay?"

"Va bene, Vera! Ricevuto!" esclamò con decisione Cain, mentre Blaziken, Flygon ed Alty facevano un cenno con la testa. "Allora... chi vuole accompagnare la principessa Cain mentre si avventura per questo vicolo buio e misterioso?"    

Nonostante tutto, Vittoria riuscì a ridacchiare brevemente. Cosa avrebbe fatto senza quel mattacchione di Cain e le sue battute?
 
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CONTINUA...

Note dell'autore: E così, siamo arrivati ad un momento decisivo! Proprio adesso che il monastero Apofillide è in una situazione molto delicata, il Team Meteora sferra il suo attacco più devastante! Non c'è tempo da perdere... tra non molto, il PULSE-Camerupt scatenerà un inferno di lava sull'Accademia!

Ma non sembra tutto a favore del Team Meteora. Non so voi, ma quel Blake non me la conta giusta... forse sa qualcosa che anche Lord Solaris non sa? O forse i suoi piani contrastano con gli interessi del suo capo? Certo, Solaris non si fida molto di lui, però... insomma, sapete come sono fatti i cattivoni. Se hanno un'occasione per pugnalarsi alle spalle, lo fanno!  

Chiedo scusa se questo capitolo era un po' breve, ma non sono stato troppo bene in questi ultimi giorni, e la stanchezza di fine anno comincia a farsi sentire. Spero di avere un po' più di tempo per riposarmi durante questo weekend... e durante le vacanze che cominceranno ormai tra molto poco!

Alla prossima!  
     
                   
 
     

  
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