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Autore: Rinalamisteriosa    16/12/2016    0 recensioni
Raccolta di brevi one-shot a tema natalizio e invernale con protagonisti quasi tutti i personaggi (principali, secondari, minori, rari).
Slice of life e momenti fluff, leggeri e senza alcuna pretesa, solo per il piacere di dilettarmi a scrivere durante le feste! :D
1.Pattini da ghiaccio || Aine Kisaragi & Kei Onpa [Capitolo dedicato a Starishadow]
2.Tazza calda || Haruki Mori, Ringo Tsukimiya, Ryuuya Hyuuga
3.Dormire davanti al caminetto || Kaoru & Syo Kurusu
4.Vischio || Kotomi/Mitsuo [Personaggi spoiler!]
Si staccarono sorridenti, unendo le loro fronti e intrecciando rispettivamente la mano destra sopra lo stesso rametto di vischio, dalle intense foglie verdi e dalle bacche cremisi.
{I primi quattro capitoli partecipano al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it}
5.I personaggi addobbano l'albero di Natale insieme || Heavens
Work in progress:
Battaglia a palle di neve || Starish;
I personaggi rimangono isolati in una baita in montagna || Quartet Night;
Angeli nella neve || Mai & Masato Hijirikawa
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guidati dalla musica'
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*Dormire davanti al caminetto*

 

Il caminetto spento e polveroso non esercitava la stessa attrattiva che provava quando era piccolo, non vi aleggiava la stessa magia e pensava che nemmeno metterci della legna e attizzare il fuoco gli avrebbe fatto cambiare idea.

Kaoru al momento era solo, era spossato per le molte ore di studio passate stando chino sui libri di medicina e sui svariati appunti che annotava durante le lezioni, era annoiato quando la teoria non ci azzeccava per niente con ciò che in realtà gli interessava davvero.

I suoi passi sembravano rimbombare nella stanza vuota, producevano l’eco pesante, ribaltavano il silenzio in cui si era ostinatamente ritirato dopo essere uscito fuori dall’ambiente accademico.

Proprio perché sapeva che c’era un edificio del vecchio dormitorio in cui non ci andava quasi mai nessuno, l’aveva scelto come suo rifugio personale.

L’eco non cessò nemmeno quando si lasciò cadere su una sedia, il peso del suo corpo, sebbene non fosse per nulla imponente, aveva prodotto un tonfo e uno scricchiolio sinistri.

Kaoru coprì uno sbadiglio con una mano, mentre l’altra corse a stringere ciocche di capelli biondi come a cercare un qualche appiglio dalla monotonia della routine quotidiana, dalla pesantezza di una scelta di vita, seppure niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare strada.

Il cammino era ancora lungo, ma ce l’avrebbe fatta, sarebbe diventato un medico.

I giorni in cui avevano esercitato delle lezioni pratiche non gli erano affatto dispiaciuti, sapeva già come misurare la pressione, usare uno stetoscopio, fare le punture, attaccare una flebo e dosare alcuni medicinali. Più o meno, non pretendeva certo di essere diventato un esperto in materia, ma finora non aveva sbagliato.

Gli venne da sussultare quando, all’improvviso, una notifica sul cellulare aveva infranto nuovamente il perfetto silenzio della stanza. Tirò l’oggetto fuori dalla tasca del cappotto pesante che ancora indossava sopra l’uniforme scolastica e i suoi occhi azzurri fissarono avidamente lo schermo, scorrendo le parole del messaggio appena ricevuto.

Il freddo che aveva provato a contatto con l’aria gelida e pungente di dicembre e che l’aveva accompagnato fino a quel momento parve andar via, sostituito da un calore avvolgente.

Nonostante la stanchezza e la noia, Kaoru si lasciò andare, rilassò i lineamenti e sorrise apertamente, con il cuore. Per lui era raro concedersi un sorriso, di solito si preoccupava di più della felicità del suo gemello piuttosto che della propria, ma quelle poche parole lette avevano sortito un effetto positivo.

Si sfilò la sciarpa dal collo e si levò in piedi soltanto per sedersi nuovamente, questa volta a terra, sopra il tappeto ruvido; il caminetto sporco e polveroso ai suoi occhi non sembrava più così brutto, anzi gli riportava alla mente un ricordo in particolare, di otto anni prima. Si immaginò di nuovo bambino, che, dopo aver poggiato il cucchiaio utilizzato per mangiare una fetta di Christmas cake, aveva visto il fratello fare altrettanto, massaggiandosi con aria soddisfatta il pancino pieno.

 

 

 

«Anche quest’anno la torta che abbiamo decorato insieme era buonissima, vero nii-san?» disse lui spontaneamente, mettendosi in ginocchio sulla sedia e sporgendosi per prendere il suo piatto vuoto e per riporlo sopra il proprio, con tutta l’intenzione di mettere ordine come facevano i grandi.

Il piccolo Syo annuì, balzando giù dalla sedia e raggiungendo il caminetto acceso.

«Kaoru, ti va di giocare ancora con me?» sentì la sua vocina chiara e squillante che gli faceva questa domanda, mentre anche lui scendeva dalla sedia, piano perché teneva i piatti fra le manine e non voleva farli cadere, altrimenti si sarebbero rotti e poi si sarebbe sentito in colpa davanti al cipiglio severo della madre. Riuscì a metterli sulla mensola della cucina e tornò indietro. Avrebbe voluto posare anche la torta rimasta in frigo, ma dato che il fratello lo richiamò per la seconda volta, decise di accontentarlo.

«E a cosa giochiamo?» lo interrogò, prima di vedere che il maggiore si era seduto sopra il tappeto, con le gambe strette al petto e il mento poggiato sulle ginocchia. Kaoru si piegò e si mise al suo fianco, fissandolo incuriosito, anche se gli occhi del suo gemello non stavano ricambiando l’occhiata, ma erano puntati verso il fuoco. Kaoru notò che il caminetto acceso sembrava una cosa viva, i colori dei mattoni e della griglia di ferro posta a barriera erano ancora più vividi del solito e il calore che proveniva da tutto quello scenario era piacevole.

Inoltre, le due ghirlande natalizie appoggiate sulla mensola e le due piccole calze, una azzurra e una lilla, che pendevano sotto di esse lo rendevano ancora più magico. Chissà se Santa-san sarebbe arrivato quella stessa notte, per riempirle di dolcetti e caramelle! Kaoru non si aspettava nient’altro, se proprio Santa-san voleva fargli un regalo per essere stato un bravo bambino, preferiva che lo facesse a Syo piuttosto che a lui. Ci rinunciava volentieri e senza ripensamenti, perché vedere suo fratello sorridere meravigliato sarebbe stato il regalo migliore del mondo.

«Syo-chan? Allora?» lo incalzò pacatamente, con una mano sulla spalla, finché l’altro non spostò le braccia e gli mostrò il suo nintendo portatile. L’aveva ricevuto mesi prima come regalo di compleanno e ogni tanto adorava tirarlo fuori e giocarci, talvolta coinvolgendolo perché non gli sembrava giusto escludere il fratello da quella cosa che tanto lo divertiva e lo distraeva dal suo problema di salute.

«Ape Escape. C’è una dannata scimmia che non riesco a catturare, magari puoi provarci tu, Kaoru, visto che sei così paziente! Ti arrivo al punto giusto in cui bisogna sfidarla e ti passo il nintendo!» esclamò, cambiando la sua espressione assorta in un ghigno di sfida verso lo schermo della piccola console.

«Nii-san… l’idea di catturare scimmie non mi entusiasma, ma se lo desideri mi sta bene, tanto Santa-san scenderà dal camino più tardi, vero?».

«E questa è la scusa perfetta per rimanere svegli ad attenderlo! Modestamente sono un grande, lo so», si lusingò da solo, sorridendo mentre partiva la musichetta introduttiva prima della schermata del menù.

 

 

 

Senza rendersene conto, proprio come successe allora, non ce la fece ad aspettare di vedere il leggendario Santa-san - in cui ormai non credeva più -, e nemmeno ad aiutare Syo nella sua partita contro delle movimentate scimmie dal casco lampeggiante. Non ricordò altro. La stanchezza prese il sopravvento su di lui, però non prima che riuscisse a rispondere al breve messaggio il cui mittente era proprio suo fratello.

Perso nel ricordo d’infanzia, si era appisolato con la guancia poggiata sulle braccia intrecciate sopra le ginocchia, abbracciandosi da solo per non perdere quel calore familiare che ancora sentiva.

Dormire davanti al caminetto. Non era la prima volta che gli capitava e si stupì di scoprire che entrambe le volte, nel passato e nel presente, al suo risveglio ritrovava la stessa compagnia.

«Oi, Kaoru, svegliati. Ti rendi conto che qui non siamo a casa nostra?!» lo riprese una voce decisa e così familiare da farlo sussultare, spingendolo a sollevare la testa di colpo. Meno male che in fondo aveva il sonno leggero.

«Ti ho scritto che avrei ritardato un poco, ma se preferivi dormire potevi specificarlo, invece di rispondere solamente OK», borbottò Syo, levando esasperato gli occhi al soffitto e incrociando le braccia al petto.

«Nii-san, non arrabbiarti, è stato più forte di me. Adesso sono sveglio, perciò ti dispiace aiutarmi?» si scusò tranquillamente Kaoru, tendendo una mano verso di lui.

Loro due potevano anche essere molto simili nell’aspetto esteriore, però ognuno era cresciuto con il proprio carattere e tante piccole differenze, inoltre non condividevano le stesse esperienze, soprattutto quelle degli ultimi anni. E non si vedevano spesso.

Sospirando, l’altro lo tirò in piedi e a una distanza così ravvicinata le occhiaie risultavano ancora più evidenti sul viso del gemello.

«Non me la conti giusta. Ci hai scritto in faccia che sei stato tutta la notte chino sui libri», affermò Syo, accigliandosi più di prima.

«Vero, per un esame, ma non ha importanza. Puoi non tenere il broncio e farmi un sorriso dei tuoi?» lo pregò Kaoru, indietreggiando di un solo passo e incrociando le mani dietro la schiena.

«Kaoru, non-».

«Per favore, oppure sarò costretto a stringerti in un abbraccio soffocante stile Natsuki finché non lo farai», lo ricattò, anche se in maniera molto serafica.

«No, di Natsuki basta uno, preferisco il mio solito fratellino pacato e riservato. Un po’ troppo ansioso e possessivo a volte, però va bene come sei».

Ed ecco che finalmente Kaoru lo vide ridere, un poco imbarazzato per l’ammissione, ma saperlo rilassato era come un ulteriore incentivo, uno stimolo a continuare per la strada che aveva scelto, una molla che scattava nei momenti giusti.

Sicuramente avrebbe recuperato il sonno, ma l’idea di passare quello che restava della giornata con il fratello gemello, era certo che sarebbe bastata a tenerlo sveglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

___

Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1412
Prompt: 9. Dormire davanti al caminetto

 

Note: In verità avrei voluto postare un’altra storiella nel terzo capitolo, però ho finito prima questa e quindi ecco a voi la breve one-shot incentrata su Kaoru Kurusu. Chi lo conosce può capirla meglio, inoltre ho cercato di renderla comprensibile anche a chi non lo conosce, non entrando nei dettagli perché altrimenti si sarebbero perse le sfumature fluff, di leggerezza che vorrei dare all’intera raccolta.

Nell’anime è stata omessa la malattia di Syo e io l’ho posta giustamente ai margini per concentrarmi più sulle sensazioni e i ricordi d’infanzia di Kaoru in questo suo momento.

Proprio nel flashback sta il tema natalizio, scoverò sempre modi diversi per parlarne, se avete notato mi sono documentata a riguardo xD

Ammetto candidamente di non essere un’esperta sui due gemellini, spero che vi piaccia ugualmente :D Kaoru sta ancora studiando, mentre per Syo immaginate quello che volete (le cose son due: o è ancora uno studente, o ha già debuttato e ha fatto tardi per un impegno di lavoro).

 

“Ape Escape” era un gioco che adoravo da piccola, non so se ci avete mai giocato, il mio era per Playstation… E niente, mi gasava troppo e l’idea di inserirlo in qualche modo è stata più forte di me xD che nostalgia!
E poi il gioco originale era giapponese, quindi va bene :D

 

Grazie e alla prossima!

 

Rina

 

  
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