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Autore: Naoya    16/12/2016    1 recensioni
I Nex sono un popolo alieno pacifico, tecnologicamente molto avanzato e con una mentalità aperta. Vivono su un pianeta due volte e mezzo più grande della Terra e nonostante la vastità delle loro terre ed etnie presenti, sono un popolo unito. Ma poi, tutto cambiò quando uno scienziato pazzo attaccò i Nex per vendetta; un traditore che aveva dissertato il suo stesso popolo per ben due volte. Ora i Nex sono in fuga e in cerca di speranza, viaggiando di pianeta in pianeta aiutando e ricevendo aiuto dalle popolazioni presenti nell'universo; ma un popolo in particolare attira la loro attenzione: il genere umano.
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Erano passate alcune ore dall'inizio dell'invasione. I Nex stavano lottando con tutta la loro forza per respingere la minaccia degli Yom. Intere flotte di robot di tutti i tipi e modelli scendevano dal cielo come se fosse pioggia ed erano tutti accomunati dalla stessa sete di sangue.
I Nex cercavano di respingerli con tutto quello che avevano, ma come ne veniva abbattuto uno ne apparivano altri a non finire e per quanto critica, la situazione sembrava, all'apparenza, restare sotto controllo.
Gli scout di Helios cercavano di capire come abbattere la nave ma durante le analisi di quest'ultima scoprirono che uno scudo di energia al plasma circondava l'astronave nemica.
Nel frattempo Helios, che si trovava nella torre principale, stava guardando il panorama dalle vetrate in uno dei corridoi.  Mormorò tra se e se «Questo pianeta è un luogo meraviglioso: l'aria, l'acqua, la natura… ricordano moltissimo il luogo da cui provengo... Nexia. Non lascerò che la storia si ripeta!»
In quell'istante il ragazzo udì una voce femminile provenire poco distante «Helios!»
«Anies?! Che ci fai qui?»
La ragazza abbracciò il Nex, il quale ricambiò il gesto mettendo una mano sulla schiena e l'altra dietro la testa dicendole «Dovresti essere nella tua stanza, non sei al sicuro qui».
«Lo so però… ci tenevo a vederti».
«Mi fa piacere saperlo ma devo andare, la mia squadra ha bisogno di me».
«Aspetta!» Disse Anies stringendo più forte per poi continuare «Devo dirti una cosa molto importante».
Helios sorrise dolcemente e chiese «Cosa?»
«Ti amo! Ti amo da impazzire!»
Il ragazzo guardandola negli occhi rispose «Lo so, ti amo anche io piccola». Per poi baciarla sulle labbra.
Finito il bacio la ragazza con il volto pieno di rossore disse «E-ecco… in verità... non era questa la cosa importante che dovevo dirti…»
«E allora cos'era?» Disse perplesso il ragazzo.
Anies chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, dopo essersi calmata disse con un tono serio «Ho un ritardo».
«Eh? Aspetta intendi...»
«Sono incinta… credo… non ne sono pienamente sicura perché sta ritardando di una settimana, sarei andata da Lexiax a parlarne ma quando ci sono andata questa mattina nello studio non c'era e dei Nex mi hanno detto di rientrare per via di una situazione d'emergenza».
«Quindi… le voci sulla possibilità di avere ibridi erano vere dopotutto».
«Uhm… forse è così...»
I due rimasero in silenzio per qualche istante poi Anies disse «Sono felice… di portare in grembo nostro figlio, è una gioia che mi riempie il cuore. Però, voglio che mi prometti una cosa: torna a casa vivo». La ragazza si toccò il ventre per poi continuare «Sarebbe un dolore troppo grande perderti, sia per me… che per lui».
Helios toccò il vetro con un gesto delicato ed esso si dissolse reagendo alla tecnologia sul suo polso, si voltò verso di lei e sorridendo dolcemente le rispose «Tornerò… te lo prometto». Per poi buttarsi dalla finestra.
«Helios!»
La ragazza si avvicinò al cornicione della finestra senza sporgersi troppo, per poi ritrovarsi il Nex davanti a se con la sua armatura e se sue ali propulsori aperte. I due si avvicinarono ed Helios cingendogli un braccio intorno la vita l'avvicinò ancora di più a se per poi baciarla intensamente.
Dopo essersi baciati la ragazza tornò dentro la torre e dopo aver fatto qualche passo indietro il vetro riapparì, il Nex fece l'occhiolino alla ragazza per poi sfrecciare via nel cielo, lasciando dietro di se, un rumoroso ed intenso boato sonico.
Nello stesso momento, ma in un altro luogo, Shira stava sfrecciando a tutta velocità con una navetta diretta verso il continente americano. Voleva tornare da Phil e portarlo in salvo ma a suo malgrado sapeva anche di aver perso tempo prezioso con le formalità in quanto responsabile delle unità militari «Dannazione, dannazione. Devo darmi una mossa!»
Raggiunto il continente attivò il suo scanner che localizzò il ragazzo, in quanto portava una speciale collana donatagli da Shira in persona. La Nex atterrò ed uscì dalla navetta con una moto a levitazione magnetica, si fiondò direttamente sul segnale rosso indicato sul radar, finché non giunse una chiamata da parte di un'operatrice «Guardiana, annulli la sua operazione personale abbiamo un'emergenza!»
«Non mi importa, devo salvare Phil!»
«Guardiana, se non mi ascolta l'intero pianeta rischia di essere distrutto… e non ci sarà più nessun Phil da salvare».
La Nex si fermò e disse alterata «Sbrigati dimmi cosa vuoi!»
«È stata rilevata una forte attività di robot Yom nel continente americano...»
Shira interruppe bruscamente l'operatrice dicendole «Ma dai! Dimmi qualcosa che non so?! Visto e considerando che qui appaiono fottutissimi robot in tutte le direzioni!»
L'operatrice sospirò per poi continuare «Stavo dicendo che sul suolo americano sono state rilevate intense attività Yom in particolar modo nel Parco di Yellowstone, la peculiarità di questo posto è che si tratta di un supervulcano».
«Super... che?»
«Supervulcano, secondo i nostri calcoli tale vulcano ha una camera magmatica che si estende per oltre 90 Km nel sottosuolo con una capacità che varia tra i 200 ed 600 chilometri cubici di roccia fusa. Una cosa di questa portata sul nostro pianeta natale sarebbe un non nulla ma su un pianeta così piccolo è tutta un'altra storia».
«Se eruttasse, quanti danni ci sarebbero?»
«I danni non sarebbero quantificabili visto che l'intero pianeta avrebbe gravi conseguenze. Se tale vulcano venisse attivato artificialmente non ci sarebbe più scampo per nessuno».
«Ho capito, ho capito. Ora mi dirigo là e sistemo le cose, passo e chiudo». Shira si rimise in marcia a tutta velocità mormorando «Stupido quattrocchi, possibile che finisci sempre in guai più grandi di te? E poi, che cavolo ci stai facendo al Parco di Yellowstone?!»
Arrivata all'ingresso del parco, Shira si ritrovò davanti a se un'orda di Yom. La Nex attivò lo scudo di protoni della sua moto ed accelerando ulteriormente disse «Levatevi dai piedi schifosi pezzi di latta!»
I Yom che si trovavano davanti a lei furono investiti e scaraventati in aria grazie alla forza dello scudo e i robot che si trovavano poco distanti aprirono il fuoco senza esitazione, ma i loro colpi vennero inevitabilmente deviati dalla barriera.
Shira si diresse verso il segale che indicava la posizione di Phil incurante di aver investito o meno qualche Yom durante il suo tragitto. Qualche minuto dopo giunse a destinazione e trovando per terra la collana del ragazzo, scese dalla moto e la raccolse «Phil…» Si guardò attorno trovando a poca distanza il ragazzo che giaceva al suolo privo di sensi. Si avvicinò a lui e lo girò: i suoi vestiti erano sporchi e bruciacchiati mentre sul suo copro erano presenti varie escoriazioni. Cominciò a scuoterlo leggermente dicendo «Phil… Phil… no… non può essere vero… non puoi lasciarmi così… non tu… Phil rispondi… ti prego… di qualcosa Phil…» Ma da lui non arrivò nessun segno.
Lacrime di disperazione cominciarono a scendere lungo il volto della ragazza finendo così sul viso del ragazzo. Singhiozzò per qualche istante poi la sua rabbia esplose in una gigantesca esplosione di fuoco incontrollato preceduta dal suo grido rabbioso. Si alzò con addosso la sua armatura mentre la foresta in cui si trovava era in fiamme. Accecata dalla rabbia e con le lacrime agli occhi disse «Vi ammazzo! Vi ammazzo tutti!»
Dalle sue spalle si alzarono due alettoni che nascondevano armi lanciarazzi e cominciò a sparare missili a ricerca, i quali cercavano e colpivano i Yom che venivano individuati dai sensori.
Ma i robot non erano stupidi ed una volta individuata la posizione della Nex si mobilitarono per attaccarla, facendo così ritrovare la rossa contro un intero plotone nemico.
Shira non aveva paura di morire; era un osso duro ed avrebbe lottato fino alla fine. Creò, grazie all'armatura un cannone di artiglieria sopra la spalla destra, afferrò la leva che scendeva dalla canna e senza esitazione la tirò a se sparando un colpo che, grazie ad una violenta esplosione, distrusse le forze nemiche. Dal fumo che si stava lentamente diradando uscì all'improvviso un piccolo Yom che si avventò sulla Nex, Lei mise le mani davanti al suo volto per proteggersi ma il piccolo robot afferrò le sue braccia con i suoi piedi molto simili a quelli di una scimmia mentre con le mani cercava di afferrare il collo della rossa.
La Nex mentre si difendeva lo guardò. Guardò il suo occhio rosso che riportò alla luce gli oscuri e violenti ricordi di quando il suo pianeta ed i suoi compagni furono brutalmente attaccati. Ciò fece aumentare nuovamente la sua ira, tanto che dalle corna presenti sul casco le fiamme cominciarono ad uscire impetuose più che mai; diede così una testata al robot che perse la presa e Shira ne approfittò per dargli un pugno devastante, distruggendolo in mille pezzi. La testa del piccolo Yom rotolò e dopo aver emesso dei suoni acuti esplose violentemente.
Shira aveva il fiatone ma la sua pausa durò poco in quanto un gruppo di robot volanti la raggiunse «Ancora? Non importa, più vi ammazzo e meno danni recherete!» Usando la tecnologia della tuta la Nex creò una minigun a sei canne e cominciò a fare fuoco abbattendo uno ad uno i Yom volanti.
Dopo averli annientati, un silenzio assordante pervase il campo di battaglia, finché, la Nex non udì una voce agghiacciante «Così forte, eppure così debole».
Si voltò ritrovandosi un robot alto circa due metri completamente nero, con due occhi brillanti di colore rosso e una tonfa tagliente per mano. Lo Yom fece altri tre passi, per poi fermarsi e lei gli disse «Chi sei? Sei diverso da tutti quei pezzi di latta che ho fatto fuori prima».
«Già… loro non altro che delle formiche operaie prive di volontà».
«Stai dicendo di essere più intelligente di loro?»
«Sono molto più intelligente e forte di quanto tu pensi».
«Voglio proprio vedere. Fatti avanti, stronzo!»
Shira cominciò a sparare con la minigun, ma i colpi venivano deviati dalla sua armatura e sotto la pioggia di proiettili il robot le disse incurante «Se pensi di potermi distruggere con quel giocattolo, sei più stupida di quanto i miei calcoli rivelano. Sono stato costruito con lo scopo di distruggerti, tutte le tue armi sono inutili contro di me».
La Nex cessò il fuoco e dissolse la minigun per poi puntare, con il pugno chiuso, il braccio verso il robot dicendo «Sta zitto!» Dal suo avambraccio si alzò una specie di alettone dal quale uscì una granata, che, a pochi centimetri dal volto dello Yom fu tagliata in due da una delle sue tonfe esplodendo violentemente. Quando il fumo si diradò Shira trovò il robot in piedi senza neanche un graffio e spolverandosi la spalla le disse «Debole, proprio come dicevano i parametri. Tornando a noi, vuoi veramente sapere chi sono? Modello Y-1415133, ma per abbreviare puoi chiamarmi semplicemente 'Anat».
Shira strinse i suoi pugni, sapendo che la battaglia era inevitabile.
   
 
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