Serie TV > The Originals
Segui la storia  |       
Autore: Robigna88    18/12/2016    0 recensioni
Quando Tristan De Martel arriva in città blaterando di una profezia e chiedendo l'attenzione del suo creatore, Elijah, l'Originale in completo non ha davvero alcuna intenzione di ascoltarlo. Vuole anzi che lasci la sua città perchè non ha bisogno di lui, sa badare a se stesso.
Il suo primo vampiro però la pensa diversamente ed è disposto a qualunque cosa pur di tenere al sicuro il suo creatore - e quindi anche se stesso. Poco male se per avere la sua attenzione è costretto a far prigioniero qualcuno che in realtà non ha niente a che vedere con tutto questo. Qualcuno che, in fondo, gli piace.
La prigioniera si chiama Allison, sta molte a cuore all'Originale ed è la sua garanzia che Elijah ascolterà quello che ha da dire.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TP

Capitolo I

 

 

 

 

“Mio caro Marcel Gerard, questa è la più potente organizzazione di vampiri che questo mondo abbia mai conosciuto” Aya si mosse un po’ in avanti e sospirò alzando le mani quasi in segno di resa quando il suo ospite fece invece qualche passo indietro. Non aveva intenzioni bellicose e non ne avrebbe avute se non gliene avessero dato motivo. Voleva solo parlare, raccontare, farsi vanto a voce alta di quella comunità di cui andava fiera, spiegare al giovane e affascinante vampiro che le stava di fronte che quello che era riuscito a creare a New Orleans poteva essere ampliato, poteva toccare altre città.

Voleva fare quello che il suo leader le aveva chiesto di fare, ma il suo interlocutore non sembrava incline all’ascolto e alla collaborazione.

“E cosa vorrebbe questa potente organizzazione da me?” chiese infatti con tono stizzito.

“Vorremmo aiutarti ad ampliare il tuo potere. Siamo rimasti colpiti da quello che sei stato in grado di fare qui a New Orleans, vogliamo darti la possibilità di farlo anche in altre città. Perché solo un villaggio se puoi avere tutto il regno?”

Marcel ridacchiò, si portò le mani sui fianchi e sospirò. “Ti è mai venuto in mente che forse sono felice di quel che ho? Ho i miei vampiri, degli amici, delle regole. La gente mi rispetta.”

“Chissà perché dubito che tu possa davvero essere felice solo con ciò che hai già” replicò Aya. “Te la si legge negli occhi Marcel; la tua fame di potere, di grandezza. La mia organizzazione, come ho già detto, può darti una mano a saziarla, quella fame…”

“E questa organizzazione ha un nome per caso?”

“Siamo la Strige.”

“Piuttosto prestigiosa come organizzazione!” esclamò la voce inconfondibile che entrambi conoscevano. “Colpevole di pestilenze e morte e terrore.”

“Bisogna infrangere qualche regola, fare qualche sacrificio, per costruire un nuovo mondo” parlò decisa Aya, ma Marcel notò che era trasalita quando l’ultimo arrivato si era intromesso nella conversazione. Tuttavia aveva mantenuto le apparenze e lentamente si era voltata per guardare il suo interlocutore. “Salve, Elijah.”

Marcel scosse il capo. “Voi due vi conoscete… ovvio.”

“Ci conosciamo intimamente” sorrise l’Originale raggiungendola e trapassandole il petto con una mano, la presa delle dita salda intorno al cuore. “Qualunque cosa tu stia facendo qui, so che non sei sola” le sussurrò.

E fu allora che Tristan De Martel fece il suo ingresso nella stanza.

 

 

††††

 

 

“Ed eccolo qui” Elijah girò poco il capo e lo piegò appena. “Tristan!”

L’altro abbozzò un sorriso, mise le mani nelle tasche dei pantaloni classici e fece un grosso respiro. “Lasciala andare Elijah, non c’è bisogno di usare la violenza.”

L’Originale rimase immobile, ancora qualche minuto con il cuore di Aya stretto tra le dita, poi aprì la mano e la tirò fuori rimettendo dritta la donna che si allontanò poco tossendo.

“Il signor Mikaelson e io abbiamo bisogno di parlare, privatamente” Tristan gli si avvicinò e gli porse un fazzoletto che il maggiore degli Originali prese con un gesto nervoso. “Lasciateci per favore.”

Passarono alcuni secondi e la stanza si svuotò, ad andarsene furono anche Aya e Marcel: i due rimasero soli in un silenzio che regnò sovrano per qualche minuto, fino a quando Elijah non parlò.

“Cosa ci fai nella mia città?” domandò guardando fuori dalla finestra. “E perché il tuo cagnolino Aya è così interessata a Marcel Gerard.”

“Si tratta di affari, l’interesse della Strige per il signor Gerard non ha niente a che vedere con il perché io sono qui. Le due cose non sono collegate.” L’altro si mise a sedere e lo guadò in attesa. Voleva saperne di più e così Tristan gli disse il resto. “Come ben saprai, c’è una guerra tra le varie discendenze. Recentemente sono venuto a conoscenza di un possibile… pericolo per te e la tua famiglia. Capirai bene che questa diceria, vera o no, mi desta un po’ di preoccupazione; se un Originale muore la sua intera linea di sangue muore insieme a lui. Ciò significa che una minaccia nei tuoi confronti è una minaccia anche nei miei e lo stesso vale per Rebekah. Se lei muore anche mia sorella morirà.”

“La veggente di Lucien ci ha già illuminati su questa… profezia.”

“Lucien non è degno di fiducia. Anzi, credo che lui sia una delle minacce che pendono sulla vostra testa.”

“Neppure tu sei degno di fiducia” Elijah si schiarì la voce. “E non preoccuparti per Lucien, Klaus è andato a liberarsi di lui, proprio ora mentre noi parliamo.” Si alzò pronto ad andarsene ma la voce di Tristan lo bloccò, o meglio fu il tono agitato a bloccarlo sui suoi passi.

“Devi fermarlo Elijah” gli disse. “C’è un’arma, un’arma che può uccidere voi Originali. Io non ce l’ho e neppure mia sorella, dunque con molta probabilità è Lucien ad averla o a sapere cosa sia e come trovarla. Se lui muore non lo sapremo mai e non ci vorrà molto prima che qualche altro nemico torni a minacciarci tutti.”

“Io e la mia famiglia siamo perfettamente in grado di badare a noi stessi Tristan. Prendi il tuo circo e lascia la mia città prima che decida di farti fare la stessa fine che Niklaus ha riservato a Lucien.”

“Elijah devi ascoltarmi” continuò Tristan. “Puoi davvero fidarti di Niklaus? Ha maledetto la madre di sua figlia, bruciato viva la tua amante e per secoli e secoli vi ha tenuti addormentati in delle bare, svegliandovi solo quando faceva comodo a lui. Forse io non sono degno di fiducia, ma neppure tuo fratello lo è.”

“Lui è mio fratello” tornò indietro, minaccioso, Elijah. “Tu sei nessuno. Se devo decidere di dare a qualcuno il beneficio del dubbio, di certo quel qualcuno non sarai tu mio caro Lord. E ora, addio.”

Riprese di nuovo a camminare verso l’uscita e di nuovo Tristan parlò.

“Non volevo arrivare a questo” disse scuotendo poco il capo. “Ma non mi lasci altra scelta.”

Schioccò le dita ed Elijah si preparò ad uccidere qualcuno. Quanti più lo avrebbero affrontato meglio sarebbe stato per lui, per lasciare andare il malumore che la presenza di Tristan gli aveva messo addosso aveva bisogno di un po’ di… movimento. Era pronto alla battaglia, quello per cui non era pronto fu ciò che gli si presentò davanti. Un membro della Strige comparve stringendo tra le dita di una mano dei capelli castani che lui conosceva fin troppo bene. Con le dita dell’altra stringeva un braccio. Elijah rimase di ghiaccio, deglutendo a vuoto. Si rese conto che bastava un passo falso, una mossa troppo affrettata o avventata e qualcosa di orribile sarebbe successo. “Allison?”

“Ciao El” bofonchiò la prigioniera. “Mi dispiace tanto” si scusò. Ma poi per cosa?

“Ferma Klaus, Elijah. E poi stammi a sentire. Oppure di’ addio alla signorina Morgan.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: Robigna88