GAITO and SARA
Sarebbe morto. Insieme al suo castello.
Ma la cosa non gli dispiaceva affatto, anzi…
Sorrise beffardo osservando i pesanti macigni che cadevano dal soffitto, a pochi centimetri dal suo trono; ammiccò guardando le acque scure soffocare il suo castello. Però lui non si mosse.
Continuò a pensare, impassibile, continuò ad osservare.
Il suo castello stava crollando e con lui tutti i suoi ricordi, le sue speranze, ma non i suoi sogni. I suoi sogni non sarebbero morti mai.
Era quasi riuscito a catturare le principesse sirene, a possedere le loro perle… Il potere…
Lentamente il suo sorriso si trasformò in una smorfia di dolore: perché non era riuscito ad averle?!
Lui, il Re dei Mari, La Volontà degli Abissi… E nonostante ciò aveva perso. E ora stava morendo.
Non si sentiva più tanto soddisfatto. Si chiese con disprezzo perché i cattivi erano sempre destinati a perdere.
Si sentiva così debole… forse il desiderio delle perle era stato soltanto un pretesto per sentirsi meno debole, meno vulnerabile.
Voleva essere forte. MA STAVA MORENDO.
Si chiese quante volte avrebbe dovuto ripeterselo per capire la realtà della situazione. Stava morendo.
Forse all’infinito…
All’improvviso un canto interruppe i suoi pensieri, un canto che aveva sempre odiato, un canto che ora non poteva fare a meno di amare.
-L’arcobaleno è la mia scia… -
Una ragazza, una sirena per la precisione, lo guardò con quei suoi grandi occhi arancioni, rassicurandolo, facendolo sentire meno solo.
-Sara… -
La sua forza era arrivata. Era lì per proteggerlo, per non abbandonarlo.
Per un istante dimenticò tutto, ogni cosa.
Anche il fatto che stesse morendo.