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Autore: Yugi95    19/12/2016    2 recensioni
Immaginate di scoprire che la realtà, in cui avete da sempre vissuto e conosciuto, non sia altro che una parte di un qualche cosa di più grande. Immaginate di scoprire un nuovo mondo di cui ignoravate persino l'esistenza e che adesso è lì, dinanzi a voi, pronto a rivelare i propri segreti. La Dimensione Magica nasconde un terribile segreto, una storia così scellerata che si è addirittura voluta dimenticare. Per Bloom e le sue amiche sarà quasi impossibile risolvere il mistero. Nuovi e vecchi nemici, provenienti dalle tenebre più profonde dell'universo magico, sono pronti a colpire e, questa volta, non ne risentirà solo il corpo ma anche l'anima. Tuttavia una luce, fioca e debole, brilla nell'oscurità. La luce racchiude l'unica speranza di salvezza, ma, per poter ardere, ha bisogno di essere alimentata dai venti dell'amicizia, della fiducia e dell'amore. La battaglia finale è alle porte e l'esito dello scontro deciderà non solo le sorti di Magix ma di tutti i mondi conosciuti.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winx
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Winx Club - Cassiopea's Chronicles'
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Capitolo XX – Magix
 
Le Winx, dopo aver lasciato Bloom nell’infermeria, si diressero alla loro camera. Durante il tragitto le ragazze non proferirono parola, preferendo non esprimere giudizi su ciò che fosse accaduto nella piccola stanzetta. Il gruppo era così abbattuto e demoralizzato che Max, nel momento in cui si congedò dalle amiche per raggiugere il proprio alloggio, fu salutato con freddezza e superficialità anche dalla stessa Elizabeth. Soltanto quando giunsero nel salottino comune, Selina, sentendosi in colpa per aver esasperato ulteriormente la situazione, si decise a rompere quell’opprimente silenzio. La ragazza dai capelli verdi, allora, si rivolese goffamente alle sue amiche.
«Ragazze… …ecco…  …mi dispiace. Quello che ho detto a Bloom. Forse… forse ho esagerato».
Subito dopo la giovane fata si lasciò cadere sul letto di Flora, sperando che le altre dicessero qualche cosa. Non le importava se l’avessero elogiata oppure rimproverata. Non voleva né parole di disprezzo né parole di conforto. Desiderava soltanto che almeno una delle ragazze le parlasse, la facesse partecipe dei pensieri e dello stato d’animo del gruppo. Selina aveva il terrore che quella sua presa di posizione, l’avesse allontanata dai suo affetti, dalle sue amiche, dalla sua nuova vita che con non poche difficoltà era riuscita a costruirsi. Le Winx, però, per quanto si sforzassero, non furono in grado di rispondere alcunché e, dopo essersi sedute o sul divanetto o sul grande tappeto rotondo, rimasero con le labbra serrate, non curandosi dei bisogni della giovane fata dai capelli verdi. Un silenzio glaciale tornò a regnare incontrastato nella stanza, interrotto di tanto in tanto dal leggero ticchettio, prodotto dall’urto delle gocce di pioggia sui vetri delle finestre. Per alcuni secondi le ragazze si scambiarono rapidi e tristi sguardi, sperando che qualcuna di esse si decidesse a prendere in mano la situazione. Nessuna di loro, però, aveva più la forza né tanto meno la voglia di aggiungere altro. Di conseguenza, dopo aver abbassato la testa, iniziarono a fissare il vuoto, limitandosi ad aspettare che arrivasse l’ora per andare a dormire, in modo tale da potersi lasciare alle spalle quella brutta giornata. Avrebbero tanto voluto poggiare la testa sul cuscino e dimenticare tutto ciò che era successo… tutto ciò che la loro migliore amica aveva detto e compiuto. Soltanto Roxy, beatamente distesa sul divanetto blu del salotto con la testa poggiata sulle gambe di Daphne, sembrava aver “metabolizzato” la faccenda. La fata degli animali, infatti, nonostante la sfuriata di Bloom nei confronti di Brendon l’avesse spaventata al punto tale da farla piangere, era riuscita a calmarsi e, una volta raggiunta la camera delle amiche, aveva ceduto alla stanchezza addormentandosi. Ad un tratto la futura Regina di Domino, intenta ad accarezzare distrattamente i rosei capelli di Roxy, posò casualmente il proprio sguardo sul volto della ragazza, rimanendone estremamente colpita. Il viso della fata degli animali aveva assunto un’espressione così spensierata e tranquilla, che “stonava” con l’atmosfera creatasi nella stanza. Quella “vista” così tenera e rasserenante divertì la ninfa, la quale, poco dopo, spinta da un’inspiegabile curiosità, alzò leggermente gli occhi in modo tale da scrutare le sue amiche. I volti delle altre Winx, però, a differenza di quello di Roxy, erano tesi e scuri quasi fossero imprigionati in una morsa di dolorosa tristezza. Selina, invece, sentendosi isolata e soprattutto colpevolizzata dalle altre ragazze, stringendo a sé le ginocchia, si dondolava avanti e indietro su letto cercando di trattenere le lacrime. Daphne, allora, dopo aver delicatamente scostato dal proprio ventre il capo di Roxy, si alzò e, senza che nessuno se ne accorgesse, poiché profondamente colpita dalla sofferenza dell’amica, andò a posizionarsi davanti a quest’ultima. A quel punto Selina non ebbe neanche il tempo di capire chi le stesse di fronte, che si ritrovò stretta in un tenero abbraccio. La futura Regina di Domino tirò a sé la ragazza e, dopo averla messa in piedi, la baciò ripetutamente sul viso. Le Winx, una volta che si furono rese conto di ciò che stava accadendo, assistettero stupite alla scena, cercando di capire il senso di tutto quell’affetto improvviso. La fata dai capelli verdi, al contrario, sebbene all’inizio fosse rimasta immobile, paralizzata dal gesto della bionda, cinse le proprie braccia intorno la vita di quest’ultima e, singhiozzando rumorosamente, pianse. Le altre ragazze, compresa Roxy svegliatasi a causa del pianto, allora, compresero finalmente il vero significato delle azioni di Daphne e, con le lacrime agli occhi, si mossero verso le due per abbracciarle. Il gruppo rimase unito per una manciata di secondi, poi, non appena si separarono tra loro, la sorella di Bloom si rivolse a Selina con voce rotta dal pianto.
«Scusami Selina… non avrei mai dovuto permettere che ti facessi carico di una mia responsabilità. Io avrei dovuto rimproverare Bloom, io avrei dovuto cercare di farla ragionare. Purtroppo non riesco mai a far valere la mia autorità, sono sempre troppo permissiva… soprattutto con mia sorella. Forse il mio voler essere gentile e disponibile ha irrimediabilmente minato il rispetto, che Bloom dovrebbe nutrire nei miei confronti. A volte penso di non essere all’altezza di questo ruolo, per troppo tempo sono stata soltanto “l’ombra” di una sorella maggiore… sorella di cui Bloom ha da sempre avuto un estremo bisogno. Ti prego ancora una volta di perdonarmi e ti giuro che nulla del genere accadrà più. D’ora in poi non commetterò più questi errori».
«Daphne tu non hai nulla da rimproverarti» intervenne, all’improvviso, Flora.
«Flora ha ragione! Bloom non potrebbe desiderare sorella migliore di te» aggiunse Stella.
«Ragazze… io… non so che dirvi» balbettò la bionda.
«Niente, non devi dire niente. Lascia solo che ti abbracci un’altra volta» esclamò Selina sorridendole.
La fata dai capelli verdi, a quel punto, strinse nuovamente la futura Regina di Domino, la quale, dopo essersi asciugata gli angoli degli occhi, ricambiò il gesto. Questa volta, però, le Winx non si “unirono” alle altre due, ma, con i volti carichi di gioia, applaudirono felicemente. Daphne e Selina, non appena sentirono lo sbattere delle mani, si girarono divertite verso le loro amiche e, tenendosi per mano, fecero una sorta di scherzoso inchino. A seguito di ciò, le ragazze non riuscirono a trattenere una risata distensiva, che durò per un paio di minuti, finché non si sentì qualcuno bussare alla porta. Tecna, poiché era la più vicina all’uscio, andò ad aprire ritrovandosi dinanzi a sé un sorridente e divertito Max. Elizabeth, a quel punto, gli chiese:
«Max, come mai sei passato? Non avevi detto di voler andare a dormire?».
«Avrei voluto… ma non mi è stato più possibile» rispose il ragazzo con voce allegra.
«Come mai?» domandò Musa con curiosità.
Max, allora, dopo aver chiuso la porta della stanza affinché le altre studentesse, presenti nel corridoio, non potessero sentire, spiegò alle Winx cosa fosse successo.
«Dopo avervi salutato, mi sono diretto rapidamente alla mia stanza. Non vedevo l’ora di mettermi a letto e dormire per almeno dodici ore. Purtroppo, quando sono arrivato sul pianerottolo, che permette l’ingresso all’ala degli alloggi degli insegnanti, ho visto Bloom camminare lungo il corridoio. Sarò sincero: non avevo alcuna voglia di beccarmi una “ramanzina”, come quella che era toccata a Brendon. Per di più la nostra amica sembrava così stralunata che ho avuto, non mi vergogno a dirlo, un po’ paura. Di conseguenza mi sono tenuto in disparte e ho osservato le sue mosse».
«Cosa ha combinato questa volta?» chiese, preoccupata, Daphne.
«Penso abbia seguito il consiglio di Selina» replicò il ragazzo, incrociando le braccia.
«Il mio… consiglio?!» balbettò la ragazza dai capelli verdi con aria perplessa.
«Si!» sentenziò Max sorridendole.
«Vuoi forse dire che… quella testona di Bloom ha messo da parte l’orgoglio e che si è andata a scusare con Brendon?» gracchiò, incredula, Aisha.
«Proprio così!» rispose il fidanzato di Elizabeth, per poi aggiungere «Ha letteralmente buttato la porta della camera per aria. Ho aspettato ben dieci minuti prima di allontanarmi: evidentemente quei due avranno molte cose da dirsi».
Quelle parole scatenarono un ulteriore risata collettiva, che terminò con un acuto grido di “gioiosa liberazione”. Le Winx, infatti, conoscendo bene i loro amici, avevano perso fin da subito la speranza di una rapida e non-dolorosa riappacificazione. Le ragazze notarono fin da subito quanto Bloom e Brendon fossero agli antipodi. I loro caratteri erano così diversi che fin troppe volte li avevano portati a litigare per le questioni più banali.  I due, di conseguenza, per quanto la rossa si sforzasse di creare una buona amicizia, sembravano agli occhi di tutti semplici conoscenti, che, dopo essersi scambiati rapide battute, tornavano ad ignorarsi. Era pur vero che, su stessa ammissione di Elizabeth e Max, far breccia nel cuore di Brendon non era affatto facile. Soltanto Selina, Flora, Tecna e, stranamente, le Pixie erano riuscite a stringere un solido legame con il ragazzo.  Ciononostante Bloom, a differenza delle altre sue amiche, che non erano rientrate nelle “grazie” di Brendon, non aveva mai perso la speranza di riuscirci. Purtroppo per lei, però, il ragazzo dai capelli neri alzava ogni volta un “muro” di superiorità e menefreghismo, contro il quale la testardaggine e l’eccessivo orgoglio della rossa andavano puntualmente a sbattere. Tuttavia quella volta, grazie a quanto aveva riportato Max, la situazione sembrava aver preso una diversa piega. Bloom e Brendon avrebbero finalmente avuto l’occasione di parlarsi, chiarirsi e, forse, conoscersi meglio. Le Winx non speravano che i due diventassero “amici per la pelle”, ma che almeno trovassero un punto in comune, sul quale basare un rapporto di reciproco rispetto e tolleranza.
«Speriamo che non “vengano alle mani”» ridacchiò Tecna.
«In quel caso non vorrei essere nei panni di Bloom» esclamò, secca, Musa.
«Musa ha ragione! Brendon è impressionante… questa mattina l’ha messa K.O. con un sol colpo» intervenne Stella, mentre mimava l’attacco del ragazzo con il proprio braccio.
«Dai… è stata solo fortuna… tutto qui» balbettò Elizabeth, cercando di trovare una scusa all’eccessiva forza dell’amico.
La Principessa di Solaria, però, non era del tutto convinta delle parole della ragazza con i capelli castani. Di conseguenza, intuendo che Elizabeth le stesse nascondendo qualche cosa, rincarò la dose e, con fare malizioso, sibilò alle presenti.
«Sarà… eppure ancora mi chiedo come abbia fatto Brendon a colpire Bloom. Dopotutto lei era a circa sette metri di altezza, nessuno può compiere un salto tanto grande. Anzi vi dirò di più, nonostante in quel momento mi fossi distratta, mi è sembrato di averlo visto… volare».
Elizabeth e Selina, non appena Stella pronunciò quell’ultima parola, trasalirono e, diventando pallide in volto, iniziarono a sudare freddo. Entrambe le ragazze, sebbene fossero in preda all’ansia, sforzarono, senza riuscirci, le proprie meningi alla ricerca di un possibile “escamotage”, che giustificasse le azioni di Brendon. Le altre Winx, invece, rimaste alquanto interdette e sorprese dall’affermazione della Principessa di Solaria, iniziarono a domandarsi tra di loro se fosse mai stata possibile una cosa del genere.
«Stella sei sicura di quello che dici?» domandò Flora, rivolgendosi alla ragazza.
«No… ma voi come ve lo spieghereste un salto di sette metri?!» replicò la bionda con sarcasmo, mentre tornava a sedersi sul divanetto del salotto.
«Non posso darle torto…» esclamò Tecna, per essere poi interrotta da Aisha.
«Ragazze secondo me stiamo esagerando! Brendon è forte… ma non fino a questo punto. Dopotutto rimane sempre un semplice essere umano».
«Concordo con Aisha. D’altronde se Brendon sapesse volare o avesse qualche altro strano potere… perché non dircelo?» aggiunse Musa, sedendosi accanto a Stella.
Le ragazze, a quel punto, continuarono a discutere per altri cinque minuti sotto gli occhi vigili di Elizabeth e Selina. Quest’ultime, infatti, rimasero in silenzio e, sperando che nessuna delle amiche facesse loro altre domande, continuarono a scambiarsi rapide occhiate indagatorie. Ad un tratto, però, una voce maschile si levò più in alto delle altre.
«Se volete ve lo spiego io cos’è successo nella Camera delle Simulazioni».
Tutte le presenti si voltarono di scatto verso Max, il quale, poggiato all’anta della porta, sorrideva compiaciuto per essere riuscito a richiamare la loro attenzione. Anche Selina ed Elizabeth, tremando come due foglie, rivolsero la loro attenzione all’amico. La ragazza con i capelli castani, in particolare, non poteva credere che il suo fidanzato stesse per rivelare il più grande segreto di Brendon. L’altra, invece, assunse un’espressione furente e, cercando di mantenere il controllo, con finta gentilezza disse:
«Max, caro amico mio, ma tu non dovevi andare a letto? Vedi che la mancanza di…».
«Aspetta Selina! Lascialo parlare, sono troppo curiosa di sapere cosa ha da dirci» la interruppe Roxy con voce euforica.
«Ma certo… pendiamo tutte dalle sue labbra» sbuffò Selina, digrignando i denti.
Max, estremamente divertito dall’atteggiamento della fata, dopo essersi risistemato gli occhiali sul naso, spiegò, a modo suo, cosa fosse realmente accaduto nel macchinario.
«Io e Selina abbiamo assistito allo scontro tra Brendon e Bloom dalla sala di controllo della Camera. Fin da subito mi sono reso conto che l’attacco della nostra rossa preferita avrebbe sicuramente messo in pericolo non soltanto la vita di Stella, Flora, Musa e Tecna, ma anche e soprattutto la sua. In quel momento l’unico in grado di fermarla era quel simpaticone dai capelli neri. Purtroppo, però, per quanto Brendon possa essere allenato, non è minimamente in grado di compiere un salto della portata di diversi metri. Di conseguenza esisteva un unico modo che gli consentisse di raggiungere Bloom e fermarla: disattivare la gravità all’interno del macchinario. Così dalla consolle di controllo, grazie alle importanti nozioni di base spiegatemi da Tecna, ho permesso al nostro amico di fermare sul nascere una potenziale catastrofe».
Tutte le Winx, ad eccezione di Elizabeth e Selina, le quali continuavano a tenere gli occhi puntati sul ragazzo dai capelli biodi, chiedendosi se fosse più fesso o intelligente, si voltarono verso Tecna, aspettando una sorta di conferma a ciò che era stato loro riferito. La fata della tecnologia, sentendosi osservata e soprattutto in imbarazzo per non essere giunta prima a quella conclusione, si grattò la nuca e, abbozzando un timido sorriso, disse:
«È possibile. Anzi credo sia la spiegazione più plausibile».
«Il genio del gruppo…» borbottò Musa con tono acido.
«Scusa, ma io che ne potevo sapere?!» replicò la fata della tecnologia, avvicinandosi minacciosamente all’amica.
«Sbaglio o alcuni giorni fa ti vantavi di conoscere la Camera delle Simulazioni meglio del suo stesso inventore?!» esclamò la fata della musica, mettendosi di fronte la ragazza dai capelli viola e guardandola dritta negli occhi.
«Ero svenuta… non ho neanche assistito alla scena!» le gridò Tecna allargando le braccia.
«Ehi, voi due finitela!» gli ordinò, perentoria, Flora, aggiungendo: «Bloom e Brendon hanno appena fatto la pace e voi vi mettete a litigare?».
«Scusaci Flora!» esclamarono all’unisono le due ragazze con la testa china, terrorizzate da possibili ritorsioni, che la fata della natura avrebbe potuto mettere in atto.
«Volo o non volo, non vedo l’ora di riaffrontarlo. Adesso è una questione personale» esordì, all’improvviso, Aisha, colpendo il palmo della mano sinistra con il pugno destro.
«Dovrai aspettare mia cara. In questo momento abbiamo altro da fare» cinguettò Stella, alzandosi dal divanetto.
«Che intenzioni hai?» le domandò Daphne con aria scocciata.
La Principessa di Solaria, allora, dopo aver preso sotto braccio Elizabeth, si avvicinò verso la propria camera e, sfoggiando un luminoso sorriso, disse:
«È ovvio: prepararmi per questa sera».
«Scusami Stella cosa vorresti fare questa sera? Un pigiama party?» le chiese la fata dei fluidi con fare canzonatorio.
«Sbaglio o avevamo deciso di andare a Magix» replicò la fata del sole, lanciando un’occhiataccia all’amica.
«Si… è vero, ma…. ma dopo quello che è successo…» intervenne Elizabeth, mentre si liberava dalla morsa dell’amica.
Stella, però, non si diede per vinta e, una volta spalancata la porta della sua stanza personale, riprese a parlare.
«Avanti non siate così guastafeste. Dopotutto lo avete detto anche voi: quei due stanno facendo la pace e, conoscendoli bene, sono sicura che ne avranno per tutta la notte. Avevamo programmato quest’uscita settimane fa: ne abbiamo bisogno. Troppo stress fa male alla salute e soprattutto alla mia bellezza. Anche Selina, quando ha rimproverato Bloom, ha detto che saremmo andate a Magix».
«La mia affermazione voleva essere soltanto una sorta di “via di fuga”, per poter mettere fine a quella conversazione» precisò la ragazza dai capelli verdi.
«Ma me lo avevate promesso» piagnucolò la Principessa di Solaria, mettendo il broncio.
Le Winx, a quel punto, s’impietosirono e di comune accordo acconsentirono alla proposta della loro amica. Così Selina, Daphne e Roxy uscirono dalla stanza per raggiungere i loro rispettivi alloggi e prepararsi per la serata. Allo stesso modo Aisha, Flora, Musa e Tecna, una volta che ebbero stabilito d’incontrarsi dopo circa un’ora alla fermata del bus, che le avrebbe portate in città, entrarono nel loro appartamento privato salutando Stella, Elizabeth e Max. Quest’ultimo, però, poiché nella sua camera si trovavano ancora Brendon e Bloom, i quali non potevano essere disturbati, si rivolse alla fidanzata e le chiese:
«Elizabeth, perdonami… ma io dove vado a prepararmi?».
«Non lo so… vedi se Palladium ti fa usare il suo bagno» rispose, sarcastica, la ragazza con il fermacapelli a forma di farfalla.
«Sei seria?!» replicò, seccato, l’altro.
«Mai stata più seria» cinguettò Elizabeth, mentre entrava nella stanza che divideva con Stella.
«Ma… ...ma…» balbettò Max con fare incredulo.
«Max faresti meglio a sbrigarti… altrimenti questa sera resti a casa» tagliò corto la Principessa di Solaria, chiudendosi la porta alle spalle.
Il ragazzo, rimasto solo nel salotto comune, continuò ad osservare per alcuni istanti l’ingresso della camera delle due con aria inebetita. In seguito, rassegnatosi all’idea, uscì dall’alloggio delle Winx e si diresse a passo svelto verso i dormitori dei professori, sperando che Palladium gli permettesse di cambiarsi. Stella, intanto, dopo aver raggiunto Elizabeth, assunse un’espressione seria e, rivolgendosi all’amica, le disse:
«Adesso siamo sole, puoi parlare».
La ragazza dai capelli castani, intenta a scegliere i vesti che avrebbe indossato quella sera, guardò con perplessità la bionda e, non riuscendo a capire a cosa alludesse, le chiese:
«Cosa dovrei dirti?».
A quel punto la Principessa di Solaria si fece scura in volto e, assottigliando minacciosamente gli occhi, le urlò con voce carica di rabbia e delusione.
«Pensi sia una stupida!».
«Stella… ...io… io…» balbettò Elizabeth, mentre iniziava a realizzare a cosa si stesse riferendo la ragazza.
«Secondo te non ho capito che tu, Selina e Max mi stiate nascondendo qualche cosa?!» la interruppe Stella, posizionandosi a pochi centimetri di distanza dal viso della sua amica.
«Max ha detto… ha detto la verità…» continuò a sostenere l’altra, sebbene dal suo tono di voce si capisse che fosse la prima a non credere in quello che affermava.
«Elizabeth non mentirmi!» esclamò la bionda con tono severo.
«Ma… …io… non…» biascicò la ragazza con il fermaglio a forma di farfalla.
«Ebbene…» sentenziò Stella, incrociando le braccia.
Elizabeth, allora, intimorita dall’atteggiamento della sua compagna di stanza, indietreggiò lentamente, cercando di sfuggire al suo sguardo indagatore. Tuttavia, vuoi la tensione del momento vuoi la stanchezza accumulata durante la giornata, la ragazza, poiché non si accorse del lembo di tappeto, presente vicino i suoi piedi, inciampò e, conseguentemente, cadde con il sedere a terra. La botta fu così forte che l’inevitabile urlo di dolore, emesso da Elizabeth, spaventò la stessa Principessa di Solaria. Quest’ultima, quasi si fosse dimenticata della discussione, che stava avendo con la ragazza, si precipitò a soccorrerla. Una volta che la bionda ebbe constatato che Elizabeth non avesse nulla di rotto, si distese sul tappeto accanto a lei e, portando le proprie braccia dietro la testa a mo’ di cuscino, con voce divertita disse:
«Vedi cosa succede a dire le bugie?».
«Hai ragione…» mugugnò, ancora dolorante, Elizabeth.
«Avanti dimmi tutto… lo sai: di me ti puoi fidare» la incoraggiò Stella.
«D’accordo, ma prima spiegami una cosa» replicò la ragazza con i capelli castani.
«Che vuoi sapere?» le domandò, incuriosita, la Principessa di Solaria.
«Come l’hai capito?» disse Elizabeth, mettendosi con non poche difficoltà sul fianco.
Stella sorrise e, dopo essersi schiarita la voce al fine di darsi un certo tono di superiorità intellettuale, le spiegò i motivi, che l’aveva portata a non credere alle parole di Max.
«Innanzitutto, non appena ho detto di aver visto Brendon volare, tu e Selina siete diventate pallide come mozzarelle. La nostra amica dai capelli verdi, inoltre, mi è sembrata un po’ troppo agitata durante il racconto del tuo fidanzato. Tuttavia ho avuto la conferma dei miei sospetti, quando Max ha raccontato la sua storiella. Devi sapere che tre anni fa io e le altre Winx usavamo la Camera delle Simulazioni per imparare a padroneggiare la nostra nuova trasformazione: il Sirenix. Beh… durante quegli allenamenti Aisha e Musa era solite farmi diversi scherzi a loro dire divertenti. Uno di questi consisteva nel disattivare la gravità all’interno del macchinario, quando mi trovavo al suo interno, in modo tale da farmi volare via in preda al panico. Di conseguenza conosco bene la sensazione, provocata dall’assenza di gravità… sensazione che non ho minimamente provato nel momento in cui Brendon ha attaccato Bloom. Qualora Max avesse detto la verità, infine, i corpi di Aisha, Flora, Musa e Tenca, poiché prive di sensi, si sarebbero dovuti sollevare autonomamente in aria, cosa che non è per niente successa».
«Caspita… non mi aspettavo un ragionamento del genere da parte tua» esclamò l’altra con fare divertito.
«Sottovalutate sempre le mie doti da genio» replicò, leggermente offesa, la bionda.
«Non prendertela! Stavo solo scherzando» la rassicurò Elizabeth con dolcezza.
«Adesso tocca a te parlare» bisbigliò la Principessa di Solaria, mettendosi anche lei sul fianco destro al fine di guardare negli occhi la sua compagna di stanza.
«Hai ragione…» mormorò la ragazza dai capelli castani con tristezza.
«Perché non vuoi dirmi la verità? È una questione tanto grave?» le domandò Stella, assumendo un’espressione preoccupata.
«Si… … cioè… forse no… sinceramente non saprei neanch’io come definirla» rispose la ragazza con imbarazzo.
La Principessa di Solaria, intuendo le difficoltà dell’amica, le accarezzò teneramente la guancia con il dorso della mano e, sperando d’incoraggiarla a proseguire, le disse:
«Non ha a che fare con te, giusto? State cercando di proteggere… Brendon. Perché?».
Elizabeth, a quel punto, prese la mano della bionda e la strinse tra le sue portandola al petto. In quello stesso momento la ragazza scoppiò a piangere e, tra un singhiozzo e l’altro, biascicò alcune parole.
«Perdonami Stella… avrei voluto tanto dirtelo. Non ti nasconderei mai nulla, ma questa volta era diverso. Non riguarda me… non riguarda Max. Brendon ci ha sempre chiesto di mantenere il segreto, sono tredici anni ormai. Ha sempre fatto tanto per noi, non avrei mai potuto deluderlo».
«Tranquilla, tranquilla Elizabeth» le sussurrò la Principessa di Solaria.
«Fai bene ad essere arrabbiata con me… me lo merito» piagnucolò la ragazza.
«Non sono arrabbiata Elizabeth» la rincuorò Stella, mentre, dopo averla tirata a sé, le accarezzava la testa.
«Dovresti…» mugugnò l’altra, ma la bionda la interruppe subito.
«Ero solo preoccupata per te. Tu sai che puoi contare su di me. Se questa “verità” è così scomoda e opprimente, lascia che ti aiuti a portarne il peso. Permettimi di condividere con te non soltanto la gioia e il divertimento, ma anche la tristezza e la paura. Ricordati io sono al tuo fianco… sempre».
Una volta che ebbe terminato di parlare, Stella strinse un’ultima volta Elizabeth, poi, dopo essersi rialzata da terra, si diresse verso il bagno. La ragazza dai capelli castani a sua volta si rimise in piedi e, pulendosi il mascara colatole sul viso, si rivolse nuovamente alla sua compagna di stanza.
«Dove vai?».
«È ovvio no? Mi preparo per questa sera, il tempo stringe» rispose la Principessa di Solaria, spogliandosi.
«Non t’interessa più… …beh…  …ecco… la storia?» balbettò, incredula, Elizabeth.
«Mia cara, io sono multitasking. Mi dirai tutto mentre mi faccio la doccia» replicò la bionda, facendole l’occhiolino.
L’altra scoppiò a ridere e, tornando al proprio armadio per prendere i vesti da mettere, iniziò finalmente a raccontarle la verità su Brendon senza tralasciare il benché minimo particolare.
«Sono sempre le solite!» sbuffò Aisha con impazienza.
«Sai bene come sono fatte: per prepararsi impiegano un’eternità» esclamò, divertita, Tecna.
«Faranno meglio a sbrigarsi, l’autobus sta per arrivare» replicò, seccata, Musa.
«Eccole stanno arrivando» disse, all’improvviso, Selina indicando verso il cancello della scuola, mentre l’autobus, diretto alla città di Magix, raggiunse la fermata.
 A quel punto le Winx furono costrette a salire sul veicolo e, una volta preso posto, urlarono in direzione delle loro amiche esortandole a fare presto. Elizabeth e Stella, non appena videro il bus e sentirono le voci delle altre, corsero più velocemente che poterono e, poco prima che le porte si chiudessero, riuscirono ad entrare.
«Per un pelo» sibilò la ragazza dai capelli castani con il fiatone.
«Una sedia… sto per svenire» starnazzò la Principessa di Solaria, lasciandosi cadere su uno dei sedili liberi dell’autobus.
«Vi sta bene, la prossima volta non perderete tutto questo tempo» le rimproverò Flora con tono severo.
«Lascia perdere Flora, l’importante è che ci siamo tutte» intervenne Roxy, invitando la fata della natura a sedersi accanto a lei.
«Un momento… siamo solo otto! Dov’è Daphne?» esclamò Elizabeth, mentre cercava la ragazza con lo sguardo.
«Ha detto che non le andava di uscire» le spiegò il fidanzato.
«Come mai?» gli chiese Stella, mentre si dava una sistemata ai capelli.
«Non saprei…» biascicò Max per essere poi interrotto da Tecna.
«Aveva dei compiti da correggere e alcune “scartoffie” da compilare».
«Che seccatura! Non potrei mai essere un’insegnante» sbuffò la bionda, prendendo il cellulare dalla borsetta.
«Stella tu hai il cervello di una gallina, nessuno ti vorrebbe come professoressa» esclamò Musa con tono acido e canzonatorio, causando le risate isteriche dei presenti.
«A chi scrivi?» domandò, subito dopo, Roxy alla Principessa di Solaria.
«Al mio trottolino amoroso. Mi manca tantissimo» piagnucolò Stella con la voce velata da una leggera tristezza.
«Sono ancora in punizione?» continuò la fata degli animali, sebbene conoscesse già la risposta.
«Purtroppo si… ne avranno fino a gennaio» intervenne Max, girandosi verso la ragazza dai capelli rosa.
«Nex invece?» chiese la fata della musica ad Aisha.
«Giusto lui non è in punizione. Che fine ha fatto?» puntualizzò Tecna.
«Bah… io l’ho avvisato, ma ha detto di essere impegnato» sbuffò la fata dei fluidi, mentre era intenta ad osservare distrattamente il paesaggio dal finestrino.
«Sbaglio o in quest’ultimo periodo il tuo fidanzato è sempre impegnato?» notò, maliziosamente, Stella, alzando la testa dallo schermo del cellulare.
«Cosa vorresti insinuare?!» sbraitò Aisha in preda all’ira.
«Niente… forse avrà soltanto trovato di meglio» replicò la bionda con cattiveria.
La Principessa di Andros non riuscì a tollerare il peso di quelle parole, così, scostando a malo modo Musa, che le era seduta accanto, si avventò su Stella. Quest’ultima, ormai abituata alle quotidiane risse con l’amica, si mise sulla difensiva e, invitando Elizabeth e Selina a togliersi di mezzo, bloccò i primi colpi dell’altra. La scazzottata, che ne seguì, causò non pochi problemi alle Winx e ai restanti passeggeri. Di conseguenza l’autista, un uomo con le fattezze da cabina armadio, dopo aver fermato l’autobus al margine della strada, fu costretto ad intervenire personalmente e, grazie all’aiuto di Flora e Roxy, riuscì ad immobilizzare le due.
«Un’altra scenata del genere e ve la faccio fare a piedi» ringhiò l’uomo alle Winx, mentre tornava al posto di guida.
«Che figura…» sibilò Musa, nascondendosi il volto tra le mani.
Per la restante parte del viaggio le Winx rimasero in assoluto silenzio e, cercando di nascondersi agli sguardi curiosi dei presenti, preferirono sprofondare il più possibile nei loro sediolini. Stella e Aisha, invece, legate e imbavagliate, continuarono a punzecchiarsi tra di loro, mentre alcuni passeggeri scattavano fotografie con i cellulari. Dopo circa una decina di minuti l’autobus raggiunse la fermata di Magix. A quel punto le ragazze, liberate le loro amiche, scesero dal veicolo e si diressero con entusiasmo verso la grande piazza centrale. Le Winx e in particolar modo Elizabeth, la quale visitava per la prima volta quel luogo, rimasero affascinate dalla bellezza e dalla vitalità della città. Magix era un trionfo di luci, suoni e colori. Le strade, nonostante fossero quasi le dieci di sera, pullulavano di persone provenienti da ogni angolo della Dimensione Magica. All’esterno dei negozi più rinomati e delle prestigiose boutique vi erano lunghe file di compratori o di semplici curiosi; bar e ristoranti, allo stesso modo, erano stracolmi di clienti, i quali erano disposti a tutto pur di ottenere un posto a sedere. Tutti gli edifici cittadini erano abbelliti a festa, in particolar modo il palazzo comunale, ex Tempio delle Nove Ninfe Di Magix, risplendeva di una luce abbagliante, conferitagli dalla moltitudine di luci e paramenti, che ne rivestivano la facciata. Tutto ciò permetteva ai passanti di “assaporare” un’atmosfera di festosa gioia, resa ancor più magica dalle maestose e svariate decorazioni natalizie.
«Che te ne pare?» domandò Selina, rivolgendosi ad Elizabeth.
«È bellissima!» sentenziò a ragazza, stringendosi al braccio del fidanzato.
«Quest’anno si sono superati: le luci di Natale sono stupende» osservò Musa, mentre scattava alcune fotografie con il cellulare.
«Chissà cosa avranno organizzato a Glasgow in occasione delle feste?» si domandò Max ad alta voce, portandosi la mano sinistra al mento.
«Anche da voi festeggiano il Natale?» gli chiese Stella con curiosità.
«Beh… si, su tutto il pianeta» rispose il ragazzo.
«Chi l’avrebbe mai detto» esclamò, meravigliata, Aisha.
«Secondo me è una cosa normale» disse Tecna con semplicità.
«Cosa te lo fa credere?» replicò, distrattamente, Selina, intenta ad osservare la vetrina di un negozio di giocattoli.
La fata della tecnologia, allora, assunse un’aria trasognante e, dopo aver rapidamente racimolato una manciata d’idee nella sua mente, disse:
«Beh… questa festa ha origini molto antiche, quindi, per quanto ne sappiamo, poteva essere celebrata già ai tempi di Cassiopea. Probabilmente, una volta che le due metà furono separate, si è conservata, nonostante il “lavaggio di cervello collettivo” quest’usanza in entrambe le dimensioni. Dopotutto, sebbene con significati diversi, a mio parere, non esistono universi, mondi e città che non festeggino il Natale: nessuno è così malvagio».
Le Winx, come era loro solita abitudine, avallarono il ragionamento di Tecna, poi, una volta che, con non poche difficoltà e litigi, ebbero deciso cosa fare, si apprestarono a dare inizio alla loro serata di relax. Così, nell’arco di due ore, le ragazze diedero sfogo a tutto lo stress e alla stanchezza, che avevano accumulato in quei due mesi di allenamento serrato. Visitarono, per grande gioia di Stella, tutti i luoghi storici della città: dal Museo al Tempio delle Nove Ninfe. Acquistarono ogni genere di vestito, tecnologia e suppellettile, che riuscirono a trovare nei numerosissimi negozi. Si concessero, infine, un’abbondante mezz’ora di balli e canti sfrenati nella discoteca più rinomata e, a dire di Selina, più “rumorosa” di tutta Magix, finché, passata la mezza notte, decisero che era ormai giunta l’ora di tornare ad Alfea. Di conseguenza, una volta uscito dal locale, il gruppo si diresse nuovamente alla fermata dell’autobus, posta nelle vicinanze dell’imponente albero di Natale. Nonostante fosse tarda notte, diversi passanti continuavano ad affollare bar e ristoranti rimasti aperti per l’occasione. Flora, allora, propose alle altre di consumare una cioccolata calda nell’attese dell’arrivo del bus. Le ragazze, a causa del freddo pungente, furono ben liete di riscaldarsi con quella dolce bevanda, così, dopo aver preso posto ad un tavolino, fecero la loro ordinazione. Tuttavia, non appena il cameriere portò loro le cioccolate, le Winx, senza accorgersene, furono colpite in pieno da una grande sfera di energia oscura, che le sbalzò per aria.
«Ma cosa diamine…» borbottò Selina, cercando di mettersi in piedi, ma s’interruppe subito dopo, a causa delle strazianti urla di dolore dell’amica.
 
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Note dell’autore: Ben ritrovati a tutti. Innanzitutto vi chiedo scusa per la mia prolungata assenza. Vi giuro che questa mia piccola pausa non era programmata, altrimenti nelle note al capitolo XIX ve ne avrei parlato. Purtroppo, però, sono stato “fisiologicamente e mentalmente” costretto a prendermela, perché avevo il cervello in fumo ahahahahahaha. Sia chiaro nessuna “crisi dello scrittore”, sono lontano anni luce dall’essere definito tale ;D; ma, avendo scritto ininterrottamente dal quattro di ottobre, data in cui è iniziata la pubblicazione, ho dovuto fermarmi un attimo XD. Di conseguenza soltanto pochi di voi erano a conoscenza che lunedì 12/12/2016 il capitolo non sarebbe uscito. Vi prego ancora di perdonarmi e vi prometto che, qualora dovessi aver bisogno di altre pause, ve lo farò sapere per tempo. Veniamo finalmente alla pubblicazione di oggi. Sarò sincero il capitolo XX ha per me un significato particolare, non tanto per ciò che è scritto al suo interno, ma per la sua collocazione all’interno della storia. La Rinascita della Fenice, infatti, per come era stata inizialmente strutturata, sarebbe dovuta concludersi al suo ventesimo capitolo. Tuttavia, molti di voi mi capiranno, scrivendo vengono in mente sempre tante altre cose, si aggiungono dettagli, emozioni, paesaggi e persino altri personaggi. Sulle modifiche, apportate in corso d’opera, potrei scriverci un intero capitolo, quindi, come avrete sicuramente capito, il “brodo” della fanfict si è allungato parecchio XD. Anzi vi dirò di più: per vostra sfortuna ad oggi non siamo neanche a metà della storia =). Sul contenuto del capitolo, come vi ho già accennato, non ho molto da dire; più che altro questo pezzo di storia serve da collegamento tra il capitolo XIX, incentrato esclusivamente su Bloom e Brendon, e il capitolo XXI, nel quale (attenzione spoiler!!!) ne succederanno di tutti i colori ;D. Nonostante ciò, però, vi invito a soffermarvi sull’unica (anche se non proprio, un’altra è nascosta XD) importante parte di storia: il dialogo tra Stella e Elizabeth. La Principessa di Solaria, infatti, capisce che Max e la sua compagna di stanza nascondono qualche cosa, un segreto su Brendon. Di conseguenza, dopo un duro faccia a faccia con l’amica, la bionda riesce a scoprire finalmente la verità. In realtà questa è un’altra delle tante modifiche da me fatte a posteriori. Stella avrebbe saputo di Belial, ma non così… il come… beh lo vedrete più avanti ahahahahahaha. Un ultimo appunto, i riferimenti al Natale non erano inizialmente previsti… per motivi che mi sembra superfluo spigarvi. Tuttavia non potevo non inserire questa festa, a prescindere dal significato che ognuno di noi le attribuisce. Non vi scoccio oltre XD. Un grazie di cuore per il vostro impegno a seguire la storia e, ad alcuni di voi, per la vostra disponibilità a commentarla insieme a me. Saluti e a tutti un augurio di un felice Natale :D :D :D.
Yugi95
   
 
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