E poi...
E poi…e
poi…
E poi sarà
come morire…
Cadere giù,
non arrivare mai…
Diceva così, una vecchia canzone
italiana.
È strano, che mi sia tornata in mente proprio ora. O
forse non tanto.
Te ne sei andato, dopo avermi illuso, dopo avermi
fatto credere di amarmi.
Hai detto che non mi volevi più, e non ho fatto
fatica a crederti, nonostante tu mi abbia detto milioni di volte quanto mi
amassi.
Ho sempre saputo che prima o poi quel momento sarebbe
arrivato.
Chi ero io, inutile umana, per stare con l’angelo più
bello del paradiso? Chi ero io per meritarmi tanta
fortuna?
Nessuno, appunto.
Andandotene, mi hai trasformata in Niente.
Non vivo più, mi limito ad
esistere.
Mangio, vado a scuola, sorrido, faccio i compiti,
leggo, ascolto musica. Senza provare un solo sentimento.
Hai idea di cosa abbia provocato in me ciò che mi hai
detto?
Ovviamente no, visto che non puoi
vedermi.
Dovrei odiarti. Tutti mi hanno ripetuto che dovrei
odiarti, per quello che mi hai fatto.
Eppure…
Eppure, nonostante tutto, nonostante tu mi abbia
ucciso, non fisicamente, no, ma nell’anima, non ci riesco.
E c’ho provato, sai, ad odiarti. Ma non ci
riesco.
Come fai ad odiare la tua ragione di vita, tu lo
sai?
Come faccio ad odiare la mia fonte di luce, di gioia
e di pace?
Anche nei momenti più bui, la notte, quando sono da
sola e posso mettere giù la mia maschera per un po’, non riesco a provare odio
nei tuoi confronti.
Perché mi torna in mente una frase, un gesto, che in
quel momento mi ha donato felicità…e ogni proposito di odio nei tuoi confronti
sparisce, puff, come una
nuvoletta.
Una carezza. Il primo contatto fra te e
me.
Fuori dagli spogliatoi.
Ogni volta che mi sfioravi era un batticuore
incredibile. Era come se anche il mio cuore volesse dimostrarti quanto eri
importante per me.
Quando ti ho conosciuto ho cominciato a vivere
davvero.
Le chiacchierate infinite, le risate, le gite alla
radura solo io e te.
Io che mi perdevo nei tuoi occhi fino a scordarmi di
respirare. Tu che mi baciavi i capelli dicendomi che ero io, tutta la tua
vita.
“Amore che non
vola, che ti sfiora il viso e ti abbandona, amore che si piega, ti fa respirare
e poi ti uccide e poi…e poi…ti dimentica, ti libera…”
È buffo sai? Se chiudo gli occhi e ripenso
intensamente a quei giorni, mi sembra quasi di avvertire ancora il tuo
tocco.
Mi manchi sai? È come se quando te ne sei andato, ti
fossi portato dietro il mio cuore lasciando al suo posto una
voragine.
Mi manca tutto di te. Il tuo sguardo, il tuo sorriso,
il tuo modo di prendermi in giro, come mi aprivi la portiera, come mi tiravi i
capelli.
È facile perdersi nei ricordi, in quei momenti fatti
solo di gioia.
Ma…non posso continuare così.
Non posso continuare a illudermi, né a illudere
Jake.
Quindi, forse, è arrivato il momento di chiudere
anche questa storia.
Ti amo Edward, ora e per
sempre.
Ma non posso continuare ad
aspettarti.
Non è giusto né per te né per
me.
Quindi…
Addio
Kiki's corner:
perdonatemi. Lo so, probabilmente fa pena, ma quando viene l'ispirazione, chi riesce a fermarla. E' ferma nel mio computer da una vita, credo. L'ho rigirata, riscritta, riguardata, ma non ha voluto saperne di venire diversamente.
Se v'è piaciuta, lasciate un segno del vostro passaggio e tiratemi un po' su il morale, in questa giornata da dimenticare.
Se non v'è piaciuta, lasciate lo stesso un commento, se vi va, per dirmi dove ho sbagliato.
Kisses
Kiki