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Autore: thembra    19/12/2016    2 recensioni
Gli occhi di lui non l’avevano più guardata come in precedenza, sembravano scivolare oltre la sua persona senza vedere che anche senza mutazione era rimasta la stessa identica ragazzina di sempre, sembravano vedere un’estranea distante e fuori posto in un quadro di personalità ben definite e collocate all’interno della cornice.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Logan/Wolverine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sospirando Marie chiuse gli occhi appoggiandosi al confortevole schienale della sedia da scrivania sulla quale sedeva.
Da ore cercava di rintracciare nei meandri della sua coscienza la presenza di Jean senza riuscirci mentre aspettava che il suo protetto si riprendesse.
Aveva così tante cose da chiederle e altrettante da dirle che non sapeva da che parte avrebbe incominciato semmai l’avesse trovata ma non avrebbe demorso l’avrebbe trovata ad ogni costo; ne aveva bisogno perché le mancava da morire, ne aveva bisogno per chiederle come mai fosse presente dentro di lei e … trattenne un singhiozzo … per chiederle perdono di non esserci stata anche se era terrorizzata dalla risposta che lei avrebbe potuto darle.
 
“Il punto è che quando tu sei stata in pericolo noi siamo venuti ad aiutarti Marie! Scott Jean e Tempesta erano con me e neanche ti conoscevano!
 Xavier mi ha permesso di entrare nel team per venirti a prendere e quando noi avevamo bisogno di te, che era Jean ad essere in pericolo tu hai mollato tutto.”

 
Le gelide parole che Logan le aveva sputato in faccia la sera del loro litigio/chiarimento le risuonarono nel cuore e nella mente come campane a lutto e la paura di non esser capita e perdonata divenne densa e quasi palpabile.
 
Niente paura Marie …
J-JEAN?
si, e ti aiuterò…
 
Però era intervenuta per darle pace e coraggio …
Fu istintivo per lei ripensare a come si erano sistemate le cose la mattina precedente grazie alla calda presenza di Jean che spazzò via tutto con la semplicità con cui uno straccio pulisce una macchia di caffè sul tavolo in una sola passata, senza bisogno di risciacquo, boom pulito …
I pensieri, le colpe la rabbia la solitudine la paura e la depressione di Stark erano state così soffocanti e opprimenti che dubitava avesse potuto farcela senza l’intervento di lei.
 
Sbuffando girò la sedia in modo da poter fronteggiare il divano su cui ancora riposava lui dopo il suo tocco; 24 ore … esattamente un giorno di blackout che sembrava, a giudicare da come dormiva pesante, non dover essere interrotto tanto presto … ma da quant’è che non dormiva decentemente quel pazzo?
 
Un impulso di coscienza e fra le memorie di lui ben divise dalle proprie trovò la risposta che cercava.
Doveva a tutti i costi aiutare Rhodes quindi non c’erano pasti né pause né ore di sonno che tenevano, doveva aiutare il suo migliore amico a guarire e poter tornare a camminare e sedare la sua coscienza impazzita dal rimorso, e doveva assolutamente chiedere di lei e sapere come stava e …
Chiudendo gli occhi Marie abbandonò quella bolla di memorie e rimpianti ritornando alla realtà.
Jean non voleva saperne di farsi sentire perciò rinunciò a chiamarla sicura del fatto che semmai fosse stata in difficoltà ella sarebbe entrata in gioco.
Era strano, ma quel pensiero le mise attorno una calma ed una sicurezza che non aveva mai provato, commossa espirò un ringraziamento sincero.
 
“Grazie Jean, grazie di cuore!!”
 
Seguirono minuti di silenzio durante i quali gli unici rumori di sottofondo erano il ronzio dell’impianto dell’aria condizionata e i clacson del caotico traffico cittadino reso quasi piacevole dalla lontananza;  poi il momento passò e Marie riprese a concentrarsi sulla realtà approfittando degli attimi di calma per farsi un‘idea generale della situazione in cui si trovava.
Il suo era un ruolo di paciere oltre che elemento contenitivo riguardo al soggetto Tony Stark, vittima dopo gli ultimi eventi accaduti durante la scissione degli Avengers di numerosi attacchi di panico e ira.
Ammonendola, dopo aver comunque sbottato una risata, alla sua battuta finale riguardo al fatto che si sentiva paragonata ad una panciera, l’aveva congedata informandola che la missione era seria e non erano ammessi sbagli, che se l’aveva scelta era perché, dopo aver saputo del suo completo background, la riteneva la persona più adatta al compito e che era autorizzata a far ricorso alle sue capacità solamente in casi estremi stando ben attenta a non dare nell’occhio.
 
“Non farti beccare dallo S.H.I.E.L.D.”
“S.H.I.E.L.D. signore?”
“Si tratta di un corpo fantasma composto da spie di altissimo livello col compito di vegliare la pace mondiale a cui fa capo Nick Fury e che, nonostante goda della mia stima è anch’esso un burattino nella mani di persone ben più potenti e pericolose dei Chitauri … ”
“Ma siamo dalla stessa parte, no?”
 
Sotto allo sguardo attento di lui s’era auto ammonita per la sciocchezza appena detta. Stare dalla stessa parte non equivaleva ad essere alleati, che idiota! Viveva nel mondo militare da più di due anni, quasi sei se calcolava il suo trascorso allo Xavier’s  quindi conosceva bene la sottile linea che separava interessi ed amicizia nonostante ciò il suo animo pacifico ancora si ostinava a semplificare il tutto portandolo sul piano più basilare che poteva … l’amico del mio amico è anch’esso un amico, no?
Niente di più sbagliato.
Quante volte doveva studiarla quella lezione per apprenderla finalmente?
Sbuffando rilassò appena le spalle facendo intendere al suo superiore che stava già pensandoci da sola a farsi la ramanzina …
… ne aveva di strada da fare …
 
“Loro difendono, non proteggono.”
“C’è differenza, Signore?”
“Un abisso …”
 
L’aveva congedata con una pacca sulla spalla ricordandole l’unica cosa che davvero importava.
 
“Vola basso Falco …”
 
 
Rumori di risveglio interruppero il suo breve flashback e subito alzandosi si diresse al divano giusto in tempo per incrociare lo sguardo senza dubbio ristorato e non più vacuo del suo nuovo protetto in pieno recupero.
 
“Bensvegliato Mr. Stark …”
“Mgrghm non era un allucinazione …” L’espressione delusa che mostrò mentre masticava a vuoto riuscì quasi a farla ridere.
“Temo di no, io e lei staremo insieme fino a quando non sarà in grado di tornare a camminare da solo …”
 
Non sembrava convinto e, dopo averla scrutata in silenzio una decina di secondi tornò all’attacco.
 
“Che in parole semplici sarebbe!? ”
“Tutto il tempo che le ci vorrà per smaltire lo stress degli ultimi avvenimenti, la depressione per la fine della sua relazione ma soprattutto l’incazzatura con Steve Rogers Bucky Barnes Natasha Romanoff e l’allegra combricco- …”
“… ti  manda Fury!”
 
E dicendo ciò alzandosi in piedi incominciò a gesticolare com’era suo solito fare parlando a vanvera senza degnarsi minimamente di sentire le sue ragioni.
 
“Non mi manda Fu-”
“Incredibile assurdo inconcepibile come diavolo gli salta in mente di ….”
“Signor Stark mi stia a senti-”
“Non gli è bastato fregarmi mandandomi la Vedova Nera come assistente dall’ufficio legale adesso ne spunta una nuova, che lingua parli tu, l’Aramaico antico?”
“Aramai-co an? No, io -”
“E il mio sistema di sicurezza … neanche Pepper è mai riuscita a bypassarlo …”
“Beh quello non glielo pos-”
“ -me diavolo hai fatto a superare il mio sistema di sicurezza cambio i codici praticamente ogni secondo è impos- …  JARVIS!! ”
-SI SIGNORE?-
“Come ha fatto ad entrare? Non hai applicato il protocollo spia?”
-OVVIAMENTE SIGNORE MA NON HO AVUTO ALCUN RISCONTRO NEL DATABASE DELLO S.H.I.E.L.D. O DEL-
“Dovevi provare con la CIA ”
-LA CIA O DELL’INTERPOOL DELLA MARINA DELL’AERONAUTICA PERSINO NEL CORPO DEGLI ALPIN-
“Muto …”
 
E se il poveretto aveva ancora qualcosa da dire a nessuno dei due presenti fu dato di sentire grazie al silenzio impostogli da Stark.
Rimanendo seduta Marie attese che il super cervello del suo nuovo protetto elaborasse il tutto sperando con tutta sé stessa che non avesse una ricaduta e le lasciasse finalmente il tempo di spiegarsi.
 
Quando lo aveva toccato, insieme al flusso di pensieri e memorie aveva assorbito anche tutto il dolore e la frustrazione che aveva provato nello scoprire d’esser stato tradito da chi credeva un amico e lei non voleva dargli un’ulteriore mazzata, anche se non erano ancora amici era sicura che lo sarebbero diventati e per questo le premeva partire col piede giusto in modo da non dover rettificare in futuro o dover chiedere perdono di una fiducia spezzata; Tony Stark poteva essere pungente irritante e addirittura sfiancante ma mai un traditore, sentiva di potersi fidare e per il bene suo e della missione era disposta a far saltare immediatamente,  in parte, la sua copertura.
 
“Sono qui per assicurarmi che non possa arrecare danni a cose persone ma soprattutto a sé stesso …”
 
Lui fece per controbattere ma lei levando una mano a mezz’aria gli impose il silenzio, battendolo sul tempo continuando la frase.
 
“ … sono qui per conto di un pezzo grosso questo si, ma non si tratta di Fury ma di una persona buona e capace che sembra capire la differenza fra proteggere e difendere; se sapere il mio profilo l’aiuterà a fidarsi un pochino di più sono pronto a fornirglielo Mr. Stark … sono Anna Marie D’Acanto membro dello squadrone Hawk alle diret- …”
“… dirette dipendenze del colonello Louis McLee …”
 
Marie tacque mentre Tony, leggendo con voce poco incuriosita da un minuscolo schermo riflesso d’improvviso sul proprio avambraccio elencava sia le generalità di McLee che le sue … la velocità di JARVIS era da panico,  non c’erano crittografie o file fantasma in grado di fermarlo e tremò quando un lampo di paura l’attraversò al pensiero che l’AI avesse potuto ricostruire i suoi trascorsi allo Xavier’s e quindi presentare sé stessa ed i ragazzini della scuola come esponenti della razza mutante ad un supereroe in grado di sterminarli tutti col semplice schiocco delle dita.
 
“Non sono qui per causarle danno ma per fornirle tutto l’appoggio del quale avrà bisogno …”
“Oh … qui dice che hai lavorato con Wayne … ”
 
Porca troia come lo sapeva? Era un’informazione super segreta quella anche perché c’erano dei file agli Hawks che lo collegavano al personaggio di -
 
“Hai visto pure lo svitato che si crede un pipistrello?” E osservandola con la sua solita espressione da ebete mimò pure con le mani il gesto dello sbatter d’ali riuscendo a far sembrare ancor più ridicolo il personaggio che stava imitando;  lei colta sul vivo come succedeva sempre quando scherzavano su persone che rispettava rispose prima di collegare il cervello cadendo diritta nella sua trappola.
“Si chiama Batman! E non è uno svitat-”
“Direi che non solo l’hai visto, ma lo conosci anche bene, no? Quanto hai detto che sei stata a Gotham? Oh già non l’hai detto tu, è scritto tutto qui vedi?”
 
E sfiorando con i polpastrelli delle dita lo schermo di luce sul proprio avambraccio lo traspose, con un gesto svelto della mano a dita allargate, esattamente fra loro due in modo che entrambi potessero leggere le informazioni riportate nel dossier Hawk 8.
Sentì la faccia andare a fuoco per la rabbia e l’imbarazzo, diamine era proprio una novellina!
 
“Tre mesi … beh in tre mesi uno può imparare tante cose ma deve essere in gamba e se ti hanno mandato qui da me significa che a discapito dell’ingenuità che sembra caratterizzarti sei molto in gamba quindi deduco sarai riuscita a scoprire la sua identità in quanto … due settimane?”
 
Marie aprì la bocca stizzita per rispondergli che l’aveva sgamato subito ma proprio quando stava per dar aria alle corde vocali si zittì fulminandolo di brutto;  l’avrebbe fregata due volte in due minuti, doveva stare attenta a questo qui.
Tornò a concentrarsi su ciò che l’evanescente ma limpido schermo condensatosi a mezz’aria mostrava, diamine, c’era la sua intera carriera lì dentro e lui gliela stava sventolando sotto al naso neanche venti secondi dopo aver appreso la sua identità.
Tony Stark era strepitoso e troppo in gamba per una sempliciotta come lei. Schiarendosi la gola riportò il discorso su un piano neutro.
 
“Deve tenere una conferenza al MIT nel pomeriggio, le consiglio di prepararsi; ho già confermato tutto, la macchina verrà a prenderci a mezzogiorno preciso … ha tempo per una doccia ed un pasto veloce che le verrà recapitato fra un’ora esatta, ci aggiorniamo a mezzogiorno nella hall.”
“Prenderci?”
“Per essere uno sveglio fatica parecchio a comprendere le cose, le ho detto che staremo insieme per parecchio, si abitui all’idea e andremo d’accordo … ”
“Non sono esattamente famoso per essere un tipo accondiscendente …”
“Nemmeno io Mr. Stark …”
 
Dicendo ciò lo salutò allontanandosi velocemente per concedergli un po’ di tempo per abituarsi.
Forse le sue battute finali erano state un po’ troppo severe ma l’aveva fatta irritare. Si sentiva a disagio ed in inferiorità rispetto a lui e, per essere uno mentalmente instabile era piuttosto spocchioso e sicuro di sé il dritto …
 
Tony aspettò che uscisse prima di passare al gioco vero.
Togliendosi dalla faccia il suo tipico sorrisetto arrogante si fece serio concentrandosi sul viso serio della ragazzina che militava fra le fila di uno dei più seri e rispettabili corpi militari del Paese.
Suo padre ne parlava con profondo rispetto quindi a pelle quella ragazzina gli ispirava fiducia, il problema era solamente che le persone cambiano e con esse gli obiettivi e le priorità; lui stesso ne era la prova, da magnate delle armi era passato a difensore della pace nell’arco di pochi mesi.
Sbuffando si massaggiò le tempie. Era stufo di questi giochetti, stufo di non volersi o potersi fidare di nessuno, sfiancato dal doversi guardare le spalle da solo, sfinito e logorato da tutta la situazione che era scaturita da una semplice divergenza di opinioni e … furente con sé stesso per aver permesso ad un uomo di alienare le sue priorità e manipolarlo col solo scopo di distruggere gli Avengers.
 
Pensieri cupi e rancorosi tornarono a farsi strada nel suo animo, il respiro si fece svelto ed erratico, il cuore pompava odio e sangue unto, gli occhi cominciarono a vedere rosso, i chip nel suo corpo reagendo alla sensazione richiamarono i pezzi della mach interconnessa.
 
 
Dlin
 
L’ascensore fermandosi emise il classico tintinnio e dopo che si aprirono le porte Marie uscì attraversando la hall fino alla porta rotante.
Aveva bisogno di aria e avrebbe approfittato dell’ora e mezza di libertà per schiarirsi le idee, calmarsi e capire come affrontare la situazione; diamine con Bruce era stato tutto così semplice, certo nei panni della controparte dell’ombroso e inflessibile uomo pipistrello lui  era costretto a comportarsi nella maniera opposta e poi era certa che all’inizio l’avesse sottovalutata giocando con lei fingendosi condiscendente e gentile mentre in realtà la credeva innocua pronto persino a difenderla da chi voleva ferire lui. Rise. Negli ultimi giorni prima della sua partenza a carte scoperte e cuor leggero si erano raccontati parecchie cose, dalle reciproche prime impressioni alle aspirazione per il domani e le aveva fatto davvero piacere sapere d’esser riuscita a farsi volere un po’ di bene da lui.
 
Con un cenno del capo dissolse l’immagine di Bruce che sorridente le stringeva la mano prima che venisse sommersa dall’abbraccio di Barbara durante i saluti definitivi.
Era bello ripensare a loro, e sicuramente sarebbe tornata a salutarli, ma per ora la parentesi Gotham doveva considerarsi chiusa.
Distese il braccio per sfiorare il corrimano e spingere la porta uscendo finalmente all’aria aperta giusto in tempo per distendere le braccia alzare gli occhi al cielo ed inspirare forte e … vedere la sagoma di Iron Man sfrecciare via a velocità supersonica fra lo stupore e la meraviglia generale di chi si trovava per strada in quel momento.
 
“Merda!”
 
Il primo impulso fu quello di volargli appresso ma scartò subito quell’opzione, sicuramente Iron man era più veloce di lei e poi avrebbe rivelato le sue capacità e tanti cari saluti al vola basso Falco impartitole da McLee perciò decise di dirigersi alla moto e seguirlo a distanza seguendo il magnetismo della particolare composizione dell’armatura di Stark.
 
“Appena lo raggiungo io lo …”
 
KA-BOOOOOM!!!
 
Ingoiando un paio di imprecazioni delle quali Logan sarebbe stato fiero mise in moto sgasando per le trafficatissime e congestionate vie di New York zigzagando fra i coglioni che s’erano bloccati a naso insù in mezzo alla strada aggirando le decine di tamponamenti da questo derivanti.
 
Non era arrivata neanche da un giorno e già le cose precipitavano.
Ma una missione decente e tranquilla no, eh?
 
 
 
 
TH
 
  
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