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Autore: Nami93_Calypso    19/12/2016    1 recensioni
MazeRunnerAU
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Immaginate di svegliarvi al buio, non vedete niente ma percepite che la stanza si muove verso l’alto, forse è un ascensore.
Non sapete come siete arrivati lì e, soprattutto, perchè. Ma, cosa ancor più inquietante, non ricordate nulla: chi siete, quanti anni avete, da dove venite, qual è il vostro aspetto fisico. Ricordate unicamente il vostro nome.
Quando finalmente la stanza si ferma degli adolescenti vi danno il benvenuto nella Radura, il posto in cui loro vivono e hanno creato una società dopo esser giunti lì esattamente come voi, con quell’ascensore e senza ricordi.
Vi guardate intorno e l’unica cosa che vedete sono alte mura di cemento che circondano l’intera Radura.
È quello che è successo ai protagonisti di questa storia.
Chi sono?
Come sono arrivati lì?
Li ha mandati qualcuno?
Perchè non ricordano nulla?
Riusciranno ad andarsene?
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Mugiwara, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le mappe

Rimasero in quella posizione per minuti che sembravano ore. Seduti per terra, aggrappati l’uno all’altra, sfiniti fisicamente ed emotivamente, finchè Bibi non si tranquillizzò e non tornò padrona di se stessa.
-Torniamo a casa, ti prego- sussurrò staccandosi da lui e asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
Nonostante la situazione tesa Sabo riuscì a fare un lieve sorriso: non sapeva perché, ma trovava buffo e al contempo tenero che Bibi definisse la Radura “casa”, nonostante si trovasse lì con loro da così poco.
-Certo-
Il biondo fece per alzarsi in piedi, ma la ragazzo lo trattenne per una manica.
-Sabo- portò i suoi occhi umidi in quelli di lui -Grazie per avermi salvata-
Il suo cuore perse un battito e sentì una morsa dolorosa attanagliargli il petto. Credeva forse che l’avrebbe abbandonata? Che non avrebbe fatto di tutto per salvarla? Già una volta non era riuscito ad aiutare una persona per lui importante, non sarebbe successo un’altra volta.
Con un gesto spontaneo le prese il viso tra le mani e le diede un bacio sul capo -Non dirlo neanche per scherzo- le sussurrò tra i capelli.
Lei gli stinse dolcemente i polsi con le mani e, quando si fu staccato da lei, gli regalò un sorriso sincero.
-Andiamo- disse semplicemente e i due si alzarono e presero a camminare lungo il corridoio.
Fecero la strada a ritroso camminando, senza correre, uno di fianco all’altro, senza dire nulla, stravolti e svuotati.
Raggiunsero l’ultimo corridoio quando il sole era basso e mancava ormai poco più di mezzora alla chiusura delle Porte. Ad attenderli vi erano le stesse due persone che quella mattina li avevano congedati, Nami e Law, insieme a Zoro. Era come se fossero stati lì tutto il giorno in attesa del loro ritorno.
-Allora, come è andata?-
Law cercò di mascherare la speranza celata da quelle parole con il suo tono distaccato, ma subito capì dalle loro espressioni e dalle loro condizioni che qualcosa non era andato per il meglio.
-Bibi!- Nami fece un passo verso la ragazza, preoccupata.
-Cosa è successo?- domandò Zoro, scrutandoli.
Sabo scosse il capo.
-Forse è meglio lasciarla riposare e parlarne domani-
-Law- Bibi interruppe il velocista alzando lo sguardo sul moro- Credo abbia funzionato-
L’attenzione di tutti si concentrò su di lei.
-Cioè, non ricordo nulla, ma molte cose mi hanno colpita, mi sembravano familiari-
Raccontò loro dei collegamenti che aveva fatto riguardo la WICKED, dello stato di trance in cui era caduta che era stata la causa per cui non erano riusciti a fuggire in tempo dal Dolente, dell’attacco e del salvataggio di Sabo.
Quando ebbe finito tutti rimasero in silenzio. Law fissava un punto nel vuoto, pensieroso, accarezzandosi distrattamente il pizzetto. A quanto pare aveva ragione, il Labirinto era familiare a Bibi e le cose familiari avevano un effetto sul suo cervello, forse riuscivano a indebolire quell’amnesia di cui tutti erano affetti. Forse se non fossero stati attaccati dal Dolente sarebbe anche riuscita a ricordare qualcosa.
-Bene così- disse dopo un po’ -Direi che per oggi può bastare e ne avete passate anche troppe. Andate a riposare, domani ti faremo vedere le mappe-
Detto ciò Law se ne andò. Nami prese Bibi sottobraccio e la accompagnò nei bagni a farsi una doccia, le portò la cena nella loro stanza e la turchina le fu grata perchè non aveva le forze per stare in mezzo agli altri e sorbirsi le loro domande, e la lasciò sola così che potè andare a dormire presto. Appena toccò il letto si addormentò.
 
-Bibi-
A quel richiamo la turchina aprì gli occhi e, come la mattina precedente, trovò Sabo in piedi accanto al letto.
-Buon giorno- le sorrise.
-Buon giorno- bofonchiò lei con la voce impastata di sonno, sollevandosi su un gomito e sbadigliando.
-Ci vediamo di sotto per la colazione- fece il ragazzo prima di uscire dalla stanza.
Rebecca e Nami stavano ancora dormendo e Bibi si vestì cercando di non fare il minimo rumore per non svegliarle.
Nonostante avesse dormito tutta notte, senza nemmeno cambiare posizione, si sentiva ancora stravolta.
Scese al piano inferiore e si diresse in cucina dove fece colazione insieme a Sabo e Sanji. Fortunatamente il cuoco limitò le sue premure alla preparazione di una colazione saporita e abbandonante senza farle domande piene di apprensione. Forse qualcuno, probabilmente Sabo, l’aveva ammonito di lasciarla stare.
Quando ebbero finito lasciarono il cuoco alle sue faccende e uscirono dal Casolare per raggiungere la Stanza delle Mappe.
Il cielo sembrava più scuro del giorno prima, come se si fossero svegliati più presto.
Bibi non si accorse dello sguardo accigliato che Sabo aveva rivolto al cielo per tutto il tragitto prima di raggiungere il basso edificio a forma di torre privo di finestre. Per entrare vi era una pesante porta di metallo.
All’interno vi era un’unica stanza circolare, un grande tavolo quadrato nel centro, otto bauli posti lungo le pareti, due per parete, e un piccolo mobiletto.
Il velocista fece cenno alla ragazza di sedersi al tavolo mentre recuperava un foglio e una matita prima di prendere posto accanto a lei.
-Allora, questo è il Labirinto- le mostrò dopo aver tracciato qualche linea. Bibi si sporse per vedere meglio.
Un quadrato riempiva l’intera pagina ed era suddiviso in altri nove quadrati. In quello centrale aveva scritto “Radura” e aveva numerato gli altri in senso orario dall’1 nell’angolo in alto a sinistra all’8 a sinistra della Radura.
-Ci sono le nostre Porte- tracciò quattro tratti più scuri sui quattro lati della Radura -E le Porte all’interno del Labirinto che conducono alle sezioni 1,3,5 e 7- tracciò altri segni sui lati degli altri quadrati.
-Noi ieri siamo usciti dalla Porta Occidentale e siamo arrivati alla sezione 1 passando dalla 8- tracciò il percorso sul foglio con la matita -E il punto in cui siamo arrivati con il Dolente è la Scarpata, il limite del Labirinto-
-Il punto in cui il Dolente è scomparso?- chiese lei.
-Esatto-
-Anche tu l’hai visto scomparire, vero? Non è caduto fino in fondo-
-Già- asserì il biondo -Ma quel posto è talmente strano che non saprei cosa pensare-
-Non potrebbe essere in qualche modo una via di fuga?- incalzò la ragazza.
-No, ci abbiamo già provato- rispose solamente l’Intendente ma, davanti a uno sguardo incuriosito di lei aggiunse -Un ragazzo una volta ha provato a calarsi giù con una corda ma non c’erano appigli così è scivolato ed è precipitato nel vuoto-
-Oh...- riuscì a dire solamente lei. Che sciocca pensare che non avessero provato una cosa del genere.
-Già-
Sabo si alzò e si diresse verso una delle pareti.
-Come ti dicevo ieri, abbiamo un velocista per ogni sezione che ogni giorno viene qui e la mappa. Le mappe di ogni sezione sono chiuse in uno di questi bauli, uno per sezione, uno per velocista- ne aprì uno mentre anche Bibi si avvicinava.
Dentro riuscì a vedere centinaia di fogli ordinati con cura uno sopra l’altro. Il ragazzo ne prese uno dalla cima e glielo porse.
Riportava un quadrato dentro cui erano tracciate innumerevoli linee che segnavano altrettanti innumerevoli percorsi. In cima al foglio vi era scritto “Velocista: Sabo. Sezione: 1. Giorno: 856”.
Bibi spostò lo sguardo sui fogli nel baule e vide che portavano la stessa dicitura, solo un giorno diverso. Ne prese uno e lo confrontò con quello che aveva in mano. Le linee all’interno del quadrato erano posizionate in modo diverso.
-Tracciamo il movimento dei muri ogni giorno e ogni giorno la posizione è diversa da quello precedente. I muri cambiano con un ciclo continuo e costante che si ripete ogni mese-
-Cioè il giorno 1 è uguale al 31 e via dicendo?- chiese la ragazza.
-Esatto-
-Questo deve voler dire qualcosa...- disse lei sottovoce, più a se stessa che a lui, mentre il familiare mal di testa tornava a farle visita.
-E voi tenete i fogli delle sezioni separati?-
-Già-
-Avete mai provato a studiarle insieme? Cioè il labirinto per intero ogni giorno?-
-Sì, credo che le abbiamo provate tutte-
Bibi tornò a concentrarsi sui fogli. Il Labirinto è un codice. Cosa voleva dire? In più di 800 giorni non erano riusciti a trovare una via di fuga.
Mentre era persa nei suoi pensieri la porta si aprì con un tonfo.
-Cosa ci fai qui?!- era Law e fissava Sabo con un’espressione a metà tra il sorpreso e l’arrabbiato. Il biondo era altrettanto sorpreso dal tono accusatorio che il medicale aveva usato.
-Sto facendo vedere le mappe a Bibi, come avevamo deciso-
Il moro rimase qualche istante in silenzio prima di parlare.
-Non ti sei accorto di nulla-
Non era una domanda, bensì un’affermazione.
Fece cenno di seguirlo all’esterno.
I due si scambiarono uno sguardo interrogativo e seguirono il capo. Appena fuori Bibi si rese conto che qualcosa non andava. C’era troppa poca luce intorno. Sollevò lo sguardo sul cielo e trovò una cosa mai vista prima: un cielo grigio. Non ricoperto di nuvole o nebbia, semplicemente grigio, senza sole.
Nella Radura il clima non cambiava mai, la temperatura era sempre mite, non pioveva mai, c’era sempre un sole tiepido. Ma non quel giorno. Non c’era nulla a rischiarare l’aria e l’atmosfera era più grigia e cupa che mai. Grigio il cielo, grigie le mura. Bibi si guardò intorno e vide molti altri radurai che, come lei, fissavano il cielo sbigottiti.
Quando si era svegliata pensava solo che il sole dovesse ancora sorgere, ma si sbagliava. Com’era possibile che il sole fosse sparito?
-Devi far uscire i velocisti- stava dicendo Law a Sabo -Con un cambiamento così chissà che non sia cambiato qualcosa anche là fuori-
Il biondo annuì, cercando con lo sguardo i suoi sottoposti e individuandoli raggruppati poco distanti.
-E devi uscire anche tu-
A quelle parole Bibi tornò a concentrarsi su di loro.
-Manderò qui Nami per spiegarle le mappe, le conosce anche lei-
Sabo le lanciò un’occhiata di striscio prima di rispondere
-Va bene, tanto le ho già spiegato come funzionano-
-Bene così- fece l’altro prima di allontanarsi a passo di carica.
Il velocista stava per fare altrettanto quando la turchina lo trattenne, colta da un improvviso brutto presentimento.
-Stai attento- gli disse, stringendogli fermamente il polso.
Quello rispose sorridendo e stringendole rapidamente la mano.
-Non preoccuparti-
Si allontanò in direzione degli altri velocisti che lo accolsero con domande e pacche sulle spalle. Bibi rimase a osservarli finchè non arrivo Nami e le due ragazze rientrarono nella Stanza delle Mappe.
La turchina passò l’intera giornata chiusa in quella stanza, circondata da fogli pieni di linee che le mandavano insieme la vista e il mal di testa non aiutava. Nami passò la maggior parte del tempo con lei, aiutandola e assecondando le rade riflessioni che ogni tanto tirava fuori; un paio di volte si era allontanata per recuperare qualcosa da mangiare e controllare come andassero le cose nella Radura. Un paio di volte entrò Law per controllare come procedessero e non portava mai buone notizie. Riferì loro che la Scatola, che quel giorno sarebbe dovuta arrivare con i rifornimenti, era arrivata vuota e non era più scesa. Questo significava niente più provviste. I due Intendenti si persero nelle loro riflessioni sul fatto che niente più Scatola e niente più luce solare a illuminare i raccolti avrebbe significato un rapido declino della Radura. Mentre discutevano di queste cose e di come tranquillizzare i radurai, Bibi li ascoltava appena.
Era concentrata sulla moltitudine di fogli presenti in quella stanza. Le aveva provate tutte. Aveva estratto tutti i fogli della sezione 1 e disposti in ordine dal giorno 1 al 856 e aveva ritrovato lo schema che aveva riferito Sabo senza nessuna eccezione. Aveva provato a disporre sul tavolo i fogli delle 8 sezioni di ogni giorno in riga, in colonna, a quadrato come realmente erano, ma nulla. Solo quel maledetto mal di testa che non l’abbandonava mai e si intensificava sempre di più.
Sapeva di essere vicina ma sapeva che le mancava un tassello fondamentale per la risoluzione di quel dilemma.
I labirinti di solito hanno una via d’uscita ma loro non l’avevano mai trovata in tutto quel tempo. E se quel Labirinto non avesse avuto una via d’uscita?
Il Labirinto è un codice.
Le parole di Koza continuavano a tornarle alla mente.
“Codice” gli ricordava lettere, parole, numeri, messaggi criptati. Lo schema ripetitivo del movimento dei muri doveva necessariamente significare qualcosa ma non aveva trovato nulla che potesse esserle d’aiuto.
Se ne stava lì, da sola, seduta al tavolo con la testa tra le mani e il ripiano colmo di fogli, quando decise di arrendersi, per quel giorno. Non sapeva da quanto fosse lì. Rimise i fogli con cura nello stesso ordine con cui li aveva trovato nei bauli, attenta a non scambiare nessuna sezione e a mettere i giorni in ordine.
Uscì all’aperto stiracchiandosi con le braccia sopra la testa.
Il cielo grigio non l’aiutò a capire che ore fossero.
Intorno a lei percepì agitazione e fermento. Vide i radurai che facevano avanti e indietro da un posto all’altro dandosi un gran da fare trasportando casse piene di cibo e altre cose che non riusciva a vedere. Alcuni erano fermi davanti alle Porte e parlavano animatamente.
Bibi si incamminò alla ricerca di qualcuno che le spiegasse cosa stesse succedendo e in tutto quel via vai trovò Marco fermo, immobile, le braccia incrociate al petto, lo sguardo fisso sulla Porta Settentrionale che si stagliava di fronte a loro.
-Ehi, cosa succede?- domandò la ragazza quando lo ebbe raggiunto e affiancato.
Lui rispose senza distogliere lo sguardo.
-Le Porte. Avrebbero dovuto chiudersi quindici minuti fa-








Angolo di Calypso
Ciao a tutti!
No, non sono morta. Scusate il ritardo ma ho avuto due esami nel giro di una settimana e purtroppo il tempo per vivere scarseggiava :(
Ma ora finalmente sono in vacanza! Non temete, la storia prosegue normalmente.
In più vi faccio una mini mini anticipazione: ci sarà un piccolo regalo di Natale :D
Come sempre vi ringrazio per la passione con cui seguite la storia e anche per la vostra pazienza 
Alla prossima!
   
 
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