Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Sandorbae    19/12/2016    6 recensioni
" < Beh – inizia lui, poggiando distrattamente un gomito sul tavolino al quale sono seduti – Talisa mi ha fatto notare che, per essere solo una ragazza con cui condividere del sano sesso, tu ci pensi abbastanza >.
Gendry impreca, maledicendo mentalmente la ragazza del bruno.
Non era poi tanto stupido, si era reso ben conto di essersi innamorato di quella ragazzina acida e scontrosa. Ma, nella loro relazione, un coinvolgimento sentimentale non era contemplato "
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" < Cosa volete che faccia? > chiede, cogliendo uno scintillio sinistro negli occhi azzurri di Robb.
< E' semplice, amico! - il ragazzo sorride, facendogli venire i brividi – devi confessarti alla tua bella! E poi la inviterai alla partita >.
Il gelo scende sul tavolo, facendo pericolosamente abbassare il battito cardiaco di Gendry Waters.
< Cosa? > Il tono si fa incredulo, perché il suo migliore amico non può chiedergli di umiliarsi in tal modo.
< Hai capito bene, cocco. Accetti o no? > Ancora una volta è Talisa a parlare, riprendendosi i biglietti. Il corvino la scruta, con la voce della sua coscienza che gli urla di non accettare. La ignora, scuotendo la testa.
< Accetto > "
[GendryxArya][AU]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A good challenge

 

 

Gendry Waters amava le sfide. Nel suo ristretto gruppo di amici era abbastanza noto che, dato il suo orgoglio smisurato, non ci volesse poi molto per far accendere in lui il bisogno di farsi vedere.

E, come accettava una sfida, Gendry vinceva.

Però, alle 17:00 in punto di Sabato, seduto su una panchina nemmeno tanto pulita, non riusciva a non essere agitato.

Mordicchiava continuamente il filtro della sigaretta che, stretta fra le labbra screpolate, ondeggiava in perfetta sincronia con il battere ritmico del suo piede.

Robb, appena il giorno prima, lo aveva sfidato a confessarsi, e il ricordo era ancora vivido nella sua mente.

 

< Allora...come va con la tua amica speciale? > domanda Robb, a bruciapelo. Manca poco che Gendry si strozzi con il proprio drink, così allontana il bicchiere dalle labbra e da due colpi di tosse.

< Come mai t'interessa? > replica, rivolgendo lo sguardo blu verso quello piuttosto enigmatico dell'amico.

Non gli piace per niente quel sorrisino beffardo che gli incurva le labbra, mentre al suo fianco Talisa sorride in modo ancor più agghiacciante.

< Beh – inizia lui, poggiando distrattamente un gomito sul tavolino al quale sono seduti – Talisa mi ha fatto notare che, per essere solo una ragazza con cui condividere del sano sesso, tu ci pensi abbastanza >.

Gendry impreca, maledicendo mentalmente la ragazza del bruno.

Non era poi tanto stupido, si era reso ben conto di essersi innamorato di quella ragazzina acida e scontrosa. Ma, nella loro relazione, un coinvolgimento sentimentale non era contemplato.

< Sia io che Jon siamo molto offesi dal fatto che non ci vuoi rivelare la sua identità, se in più ci nascondi che hai una cotta per lei... > Robb lascia di propria spontanea volontà la frase in sospeso, giusto per farla elaborare al corvino.

Il quale, da canto suo, inizia a sentirsi veramente a disagio.

Non gli aveva mai rivelato l'identità della ragazza per un semplice motivo, che non aveva niente a che fare con la mancanza di fiducia: La ragazza in questione non era altri che Arya Stark. Ovvero la sorella minore di entrambi due dei suoi più cari amici.

E, a esser sinceri, non se l'era davvero sentita di metterli al corrente di una cosa del genere.

< Quindi ti volevamo proporre una sfida > La voce melliflua di Talisa lo riporta alla realtà. La ragazza, con un ghigno ferino, allunga sul tavolo due biglietti.

Gendry li prende fra le mani, e si rende conto che sono due biglietti per una partita di Lacrosse. Non di due squadre qualsiasi, ma di quella fra Approdo del Re e la cosiddetta “Fratellanza senza Vessilli”.

< Cosa volete che faccia? > chiede, cogliendo uno scintillio sinistro negli occhi azzurri di Robb.

< E' semplice, amico! - il ragazzo sorride, facendogli venire i brividi – devi confessarti alla tua bella! E poi la inviterai alla partita >.

Il gelo scende sul tavolo, facendo pericolosamente abbassare il battito cardiaco di Gendry Waters.

< Cosa? > Il tono si fa incredulo, perché il suo migliore amico non può chiedergli di umiliarsi in tal modo.

< Hai capito bene, cocco. Accetti o no? > Ancora una volta è Talisa a parlare, riprendendosi i biglietti. Il corvino la scruta, con la voce della sua coscienza che gli urla di non accettare. La ignora, scuotendo la testa.

< Accetto >.

 

< Sono davvero un cazzone > borbottò, gettando a terra il mozzicone. Con la punta del piede lo schiacciò, cercando di scaricare presto il nervosismo.

A breve, la minuta figura di Arya Stark sarebbe uscita da quella dannata palestra. Pregò che quel suo amico ciccione che si portava sempre appresso, di cui neanche sapeva il nome, non ci fosse.

Avrebbero fatto un giro, l'avrebbe portata a casa e, prima di liquidarsi, si sarebbe dichiarato.

Nella sua mente era tutto ben delineato, così perfetto che stentò a crederci.

Il problema sorse quando Arya fece capolino dall'uscita della struttura, e il suo cervello si azzerò.

Indossava dei calzoni lunghi della tuta, coordinati alla felpa verde scuro della sua squadra di scherma. Portava i capelli, ormai lunghi fino alle spalle, legati in uno chignon piuttosto molle.

Sorrideva, sortendogli l'effetto di un pugno nello stomaco.

Era davvero bella. Ma non di una bellezza canonica, di quelle di cui chiunque se ne accorge.

Bensì una bellezza rara, che si poteva cogliere in ben pochi momenti.

Si voltò nella sua direzione, e quando si rese conto della sua presenza aggrottò le sopracciglia.

Gendry sorrise, alzando la mano in un cenno di saluto. Lei ricambiò, cortesemente, avvicinandosi.

< Ehi scemo, cosa ci fai qui? > si fece avanti, dandogli un leggero pugno alla spalla.

< Ero passato a prenderti, mi andava di accompagnarti a casa > rispose, accompagnando alle proprie parole un'alzata di spalle.

Arya lo scrutò, con i suoi ipnotici occhi grigi.

< Oggi non ho casa libera, lo sai? > affermò, portandosi le mani sui fianchi.

Gendry si sentì arrossire, quasi offeso dal fatto che lei avesse pensato che lui fosse li solo per potersi...intrattenere.

Poi si ricordò che, effettivamente, era in quello che consisteva la loro relazione. Certo, poi erano anche amici davvero stretti, l'intimità era sopraggiunta quando Arya aveva compiuto i diciotto anni.

Ma quella relazione non toglieva nulla ai quattro anni precedenti passati assieme.

< Lo so, volevo solo accompagnarti piccola pervertita > le sussurrò, abbassandosi alla sua altezza. A tradimento le diede un lieve bacio a stampo, più per dispetto che per altro.

< Cretino. Ecco cosa sei > berciò la ragazza, dandogli uno spintone. Lo smosse appena, provocandogli una risatina.

< Non dovresti prendertela con chi è più grosso di te, lo sai? > la stuzzicò, porgendogli un braccio.

< Allora non dovrei prendermela con nessuno > Con un sorrisino infilò la mano nell'incavo del suo gomito, e chiacchierando s'incamminarono verso villa Stark.

Gendry, di tanto in tanto, le rivolgeva uno sguardo. Ebbe la tentazione di fumare un'altra sigaretta, ma il ricordo della paternale che gli aveva fatto Arya l'ultima volta lo indusse a desistere.

Il bello di Winterfell era che, essendo una città tranquilla, a quell'ora del pomeriggio non c'era in giro praticamente nessuno.

Quando iniziò a intravedere la villa, il corvino prese respiri profondi.

A breve si sarebbe dovuto dichiarare, iniziando con lei qualcosa di diverso oppure chiudendo qualcosa che ormai a lui stava stretto.

Arya parve notare il suo essere così pensieroso, tanto che due o tre sguardi apprensivi glieli aveva rivolti.

Giunsero finalmente al cancello della tenuta degli Stark, maestosa e grigia come sempre.

< Beh, grazie per avermi accompagnato > lo ringraziò lei, rivolgendogli un sorriso mesto. Gendry aprì bocca, pronto a dirle tutto quello che gli passava per la mente.

Ti amo, Arya Stark. Il nostro rapporto non mi va più bene, voglio qualcosa di più. Voglio essere sempre nei tuoi pensieri come tu sei nei miei. Voglio poter camminare mano nella mano con te, vivendo l'amore che provo per te. Voglio amarti con la consapevolezza che per te non sia solo sesso.

Voglio te, tutto di te.

Ma non una parola abbandonò la sua bocca, si limitò a guardarla come un ebete. Lei ridacchiò e, alzandosi sulle punte dei piedi, infilò le mani fra il cappuccio e il suo viso, allargandolo.

< Non è un po' stretto? > domandò, tirandogli un orecchio, come faceva quando era più piccola.

< C'è solo una cosa che mi sta stretta > bisbigliò, e con un coraggio non suo le cinse i fianchi.

< Il nostro rapporto > Dopo tali parole la baciò, stringendo il tessuto della sua felpa fra le dita.

Si sentì morire quando le sue mani gli si posarono sul petto, pronto a sentirsi spintonare via. Ma successe qualcosa di inaspettato.

Le dita di Arya si artigliarono alla sua felpa nera, mentre serrava fra i denti il suo labbro inferiore.

Rimasero stretti in quel modo per minuti, che a loro parvero ore.

Quando l'ossigeno venne a mancare si staccarono, entrambi rossi in volto.

< Era ora che lo dicessi, – sussurrò Arya, riportandolo alla realtà – mi hai fatto aspettare ben un anno >.

Gendry rise e, accarezzandole una guancia, la baciò di nuovo.

 

Il giorno dopo

 

Il campanello di villa Stark suonò, destando l'attenzione di coloro che abitavano lì. Il primo a dirigersi verso la porta fu Robb, con ancora addosso il proprio pigiama.

Erano le fottute otto del mattino, chi è che suonava a quell'ora?

Prima che riuscisse a guardare sul display del citofono chi fosse, una figura gli si parò davanti.

< E' per Arya! Ha mandato me in sua vece! > pronunciò tutto d'un fiato Sansa, allontanandolo dal citofono.

Robb era piuttosto perplesso. Da quando Arya e Sansa si svegliavano così presto?

Ma qualsiasi domanda avesse in mente si dissolse alla vista della minore delle due. Indossava una felpa bordeaux, abbastanza larga da non farle sentire freddo, e un paio di legghins neri.

Ai piedi portava delle semplici scarpe da ginnastica bianche.

< Io esco, torno questa sera > lo salutò Arya, dandogli un lieve bacio sulla guancia. Robb era ancora dubbioso, ma quando il suo sguardo cadde sul display impallidì.

La figura di Gendry era piuttosto inconfondibile, a Winterfell non c'erano molti Baratheon ventiquattrenni.

E, mentre sua sorella usciva per raggiungere il ragazzo, la sua mente elaborò il tutto.

Quella mattina, l'orario e la persona.

Tutto corrispondeva alla data della partita a cui Gendry avrebbe partecipato con la sua nuova ragazza.

Quella che prima era la sua “amica con benefici”.

Gli occhi gli si dilatarono all'inverosimile, mentre la presa sulla tazza si fece più forte.

< GEEEEEEEENDRY! >.

 

 

 

  
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