Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: zurla    22/05/2009    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se Leia avesse accettato di sposare il principe Isolder? Che fine avrebbe fatto il povero capitano Han Solo? E la principessa sarebbe mai riuscita a dimenticarlo veramente?... Dedicata a tutti i fans di Han e Leia !
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 22

CAPITOLO 22

«Come prima cosa dobbiamo procurarci dei fucili blaster, abbiamo alle costole mezzo Impero e siamo disarmati», Han odiava non avere a portata di mano la sua pistola.
«Che ne dici di questi?», Leia diede un’occhiata in giro mentre lui era intento a controllare l’eventuale avvicinarsi di soldati dal corridoio di fronte.
La principessa aveva trovato un piccolo deposito di armi e stava facendo scorta.
«Wow altezza, in certe occasioni ti adoro!», gli occhi di Han si illuminarono vedendo tutta quella merce a sua disposizione. Andò per afferrare il fucile che gli stava porgendo Leia, ma all’ultimo momento lei lo allontanò dalla sua portata e con un sopracciglio inarcato gli chiese:
«Solo in certe occasioni?».
Stava decisamente scherzando col fuoco, di questo ne era consapevole, però da quanto tempo non si sentiva così bene? L’avventura e il pericolo avevano risvegliato l’essere combattente dentro di lei, aveva passato troppi anni rinchiusa in un palazzo trattata come un bicchiere di cristallo, e adesso era stanca di quella vita senza rischi e senza emozioni: di colpo le pareva che la sua vera natura stesse tornando prepotentemente allo scoperto.
Senza contare che Han, dopo averle risposto:
«Solo quando non ti comporti da principessa arrogante e da infida diplomatica!», le aveva rivolto un sorriso in grado di sciogliere i ghiacciai perenni di Hot e finalmente lei aveva ammesso con se stessa quanto ancora fosse attratta da quell’uomo.
«Vieni andiamo per di qua», lui aveva preso il fucile e si stava già avventurando in direzione del centro dati, sparando a destra e a sinistra a qualche sventurato soldato.
«Aspetta, ho un’idea… – Leia si era infilata proprio dentro la sala computer dove risiedeva il database dell’intera stazione – Tu coprimi per un po’ ed abbi fede».
Han si fermò all’entrata della sala cercando di bloccare l’avanzata dei soldati, per un po’ brontolò fra sé chiedendosi che cosa avesse in mente la principessa, poi, vedendola trafficare decisa sui terminali, capì che sapeva il fatto suo e allora l’unica recriminazione che poteva farsi era quella di non essere stato lui, una volta tanto, ad aver avuto l’idea geniale.
«Ecco fatto», lei gli tornò vicina per dare man forte contro i soldati che arrivavano sempre più numerosi.
«Beh, adesso cosa dovrebbe succedere? Esploderà la base? Si spegneranno tutte le luci? Andrà in tilt il sistema di sicurezza? Il pianeta invertirà la sua rotazione?...», lui la guardò con espressione a metà tra il preoccupato e il divertito.
«Niente di tutto questo – gli rispose lei con estrema pacatezza – Ti spiegherò quando avremo un attimo di calma, adesso non mi sembra il caso…», i soldati stavano arrivando sempre più numerosi, ormai anche in due facevano fatica a limitare la loro avanzata.
«Dobbiamo uscire di qui e prendere degli speeder bike, è l’unico modo per arrivare al Falcon… sempre se non l’hanno già trovato loro», il contrabbandiere si gettò alla disperata in mezzo al corridoio mentre alle sue spalle Leia si infilava in un nuovo cunicolo.
Dopo essersi persi per gli innumerevoli labirinti della base arrivarono in un cantiere addetto al taglio degli alberi di baki. Senza pensarci due volte Han si buttò all’interno di un cassone per la raccolta dei pezzi di scarto e Leia, seppur perplessa, fu costretta a seguirlo.
«Chissà perché noi ci troviamo sempre in mezzo a dei rifiuti», osservò lei guardandosi intorno con aria vagamente disgustata.
«Beh, vostra grazia preferiva forse rimanere in cella?», la stuzzicò Han.
«No, ma non vedo come possiamo fare ad uscire di qui, siamo in trappola!», esclamò lei piuttosto seccata.
«Non preoccuparti, prima o poi questi pezzi di scarto verranno portati all’inceneritore e quello non è mai all’interno della base…».
«Ah, allora il pensiero di finire bruciata viva dovrebbe tranquillizzarmi vero?», la principessa gli lanciò un’occhiataccia.
«Aspettiamo finché il cassone non viene trasportato fuori di qui, poi vedremo di scappare prima di finire nell’inceneritore, okay? – lui la guardò fiducioso – Abbi fede anche tu e seguimi, si da il caso che io tenga alla mia vita più di quanto tu tenga alla tua! Ricordi? Niente sacrifici per la Nuova Repubblica!».
«Ci proverò», si rassegnò Leia alzando gli occhi al cielo, d’altronde non aveva molte alternative.
«Chissà se Luke ce l’ha fatta ad uscire di qui», si domandò lui.
«Sì, ha già raggiunto gli altri e, se ho fatto tutto bene, starà già raccogliendo i dati che ho deviato dal sistema imperiale verso la rete della Nuova Repubblica».
«Cosa? Che hai fatto?», il pirata era più per le faccende pratiche.
«Sono entrata nei loro database e ho cambiato il percorso di salvataggio, ora tutte le informazioni saranno trasmesse ai nostri sistemi di elaborazione… almeno fino a quando non se ne accorgeranno».
«Però… – ammise stupefatto lui – ne hai imparate di cose da quei maledetti hapani!».
«Gli hapani non c’entrano, è tutta farina del mio sacco… anche se a prima vista potrebbe sembrare una tecnica corelliana!».
«Non dire così, mi lusinghi… E dimmi, ci sono altre doti che i corelliani hanno e gli hapani no?», si fece più vicino a lei rivolgendole uno sguardo interessato.
«Più che altro è il contrario, in tal caso dovrei star qui una giornata per elencartele tutte», Leia era turbata dalla loro vicinanza forzata, ma non voleva darlo a vedere.
«Adesso abbiamo solo del tempo, avanti, comincia a dire…».
«Beh, sarebbe come paragonare un tauntaun con un kybuck…», ma mentre la guardava in quel modo non le veniva in mente nessuna lacuna relativa alla sua razza, anzi, a volte pensava che in realtà lui fosse un Falleen, come il principe Xizor, per via degli effetti catastrofici che aveva sulla sua capacità di concentrazione. Durante il periodo in cui Han era stato imprigionato nella carbonite il signore del Sole Nero aveva tentato di raggirarla sfruttando l’arma caratteristica della sua specie: la seduzione. Alla fine però il vero amore aveva avuto la meglio, l’attrazione che provava per il suo folle contrabbandiere era genuina, completamente priva dei trucchetti usati da Xizor, e durante tutti quegli anni non si era mai spenta.
“Solo’s pheromones – I feromoni di Solo”, pensò rassegnata.
«Ma scusa, allora perché non trasmettere tali fantastici geni alla vostra prole?», riprese lui.
«Sono stata io a non volere figli – rispose gelida – e comunque non sono affari tuoi».
«Scusa, scusa… Hai ragione… – Han capì di aver oltrepassato il segno – Però… Beh, sono certo che sarebbero stati dei bambini bellissimi», le disse con una sfumatura tenera nella voce, tentando goffamente di rimediare, in un certo senso quello voleva essere un timido e grezzo complimento.
«Questo è certo! Tutti gli hapani sono bellissimi e con un padre come Isolder non avrebbero potuto essere altrimenti!», gli rispose tagliente.
«Sì, è vero… – ammise lui – però non avrebbero avuto il mio fascino!».
Lei rimase a guardarlo incapace di capire se stesse scherzando oppure no, solo quando lo vide scoppiare a ridere si rese conto che la stava prendendo in giro e allora cominciò a coprirlo di insulti.
«Sei un idiota!», gli disse tirandogli un pezzo di corteccia in testa.
«Questo non perdi occasione per ricordarmelo…».
«Un idiota presuntuoso!», Leia continuava a lanciargli degli scarti addosso.
«Ci manca solo strapezzente e cafone e poi siamo al completo», lui le afferrò le mani prima che avesse il tempo di colpirlo di nuovo.
Come era successo nello spazioporto di Orron III, Leia sentì i campanelli d’allarme suonare, evidentemente anche quel semplice contatto era sufficiente per risvegliare in lei mille ricordi e sapeva bene quanto questo potesse essere pericoloso. Si guardarono a lungo, poi fortunatamente il cassone cominciò a muoversi e Han mollò la presa per dedicare la sua attenzione alla direzione intrapresa dal carico. Leia tirò un sospiro di sollievo, ma il pirata era tutt’altro che distratto, stavolta l’aveva messa alla prova ed era sempre più convinto di sapere quello che lei tentava in tutti i modi di nascondere. Ora non doveva far altro che portarla all’esasperazione perché quello era l’unico modo per farla cedere.

«Il carico non è scortato, fra poco raggiungeremo l’inceneritore e salteremo fuori da questo coso, contenta?», disse Han spiando da un piccolo foro sul coperchio.
«Siamo vicini al Falcon?», Leia era stanca di stare chiusa lì dentro.
«Purtroppo no, raggiungerlo a piedi da qui è impensabile, ci vorrebbero dei giorni… dopo vedrò cosa posso rimediare».
Il termine ‘rimediare’ sulla bocca di Han cambiava totalmente significato; rubare degli speeder bike senza mettere in allarme l’intera base sarebbe stata un’ardua impresa, soprattutto se era lui a prendere in mano la situazione.
Poco dopo, quando giunsero in un piccolo bosco poco distante dall’inceneritore, si gettarono fuori dal cassone e ruzzolarono sulle pietre ai lati della strada.
Lui fu il primo ad alzarsi e subito dopo accorse ad aiutare Leia:
«Tutto bene principessa? Atterraggio morbido?», le disse porgendole la mano con fare gentile.
«Ho avuto momenti migliori, ma sono a posto», gli rispose a denti stretti, in realtà aveva un gran male l’osso sacro per via della caduta, ma non osava rendere manifesta la sua sofferenza per paura della reazione di Han, che già le stava esaminando con eccessiva attenzione la mano che si era leggermente sbucciata…
«Ti ho detto che è tutto okay», disse lei strappando via la mano dalla sua presa, aveva l’impressione che quei contatti non fossero del tutto causali.
«Scusa, volevo solo assicurarmi che non fosse niente di grave», le rispose innocentemente.
“Nessuno è mai morto per una mano sbucciata!”, pensò la principessa, però era meglio non innescare una nuova polemica, prima raggiungevano il Falcon e più possibilità avevano di salvarsi.
Si avvicinarono furtivi all’area dell’inceneritore ed osservarono per qualche tempo il via vai di merci e di persone per calcolare il momento migliore per agire.
«Non vedo speeder bike qui», constatò Leia.
«No, evidentemente i droidi addetti al trasporto non ne hanno bisogno, però quei muletti potrebbero fare al caso nostro… non saranno veloci come gli speeder bike però è sempre meglio di niente, aspettami qui».
Il contrabbandiere era già partito all’assalto. Lei sperava che almeno per una volta filasse tutto liscio, aveva ancora ben in mente il suo exploit su Endor, quando aveva messo in allarme tutti i soldati presenti sul pianeta!
La fortuna per il momento sembrava essere dalla loro parte, infatti dopo qualche minuto Han tornò a prenderla con il suo bottino di guerra:
«Sali dolcezza che torniamo a casa», le disse invitandola a prendere posto nel piccolo spazio tra il sedile del guidatore e il motore elettrico.
Anche alla massima velocità ci vollero parecchie ore per raggiungere la zona paludosa indicata da Jessa poco prima di essere catturati.
Durante il viaggio lui rimase insolitamente tranquillo e silenzioso, guidare lo aiutava a distendere i nervi, anche se il suo stile era tutt’altro che rilassante. In realtà stava cercando di mettere insieme i numerosi pezzi di puzzle che formavano la creatura assai complessa che si trovava alle sue spalle.
Quanto tempo era passato dal loro primo incontro sulla Morte Nera…
Ricordava il suo casto vestito bianco, il suo viso ancora un po’ da bambina e i suoi lunghi capelli raccolti in quella strana acconciatura; tutto in lei gli aveva fatto pensare a un essere dolce e delicato e invece la realtà si era rivelata ben diversa…
“La pelle deve salvarcela qualcuno. Nello scarico dei rifiuti, giovanotto!”, gli aveva detto brandendo il fucile di Luke e sparando contro una grata. Questa era stata la loro presentazione.
Di certo il loro non era stato un vero e proprio amore a prima vista, però da subito aveva capito che quella ragazza aveva qualcosa di speciale! All’inizio era nato tutto come una sfida, con se stesso e con Luke: vedere la principessa tanto dolce e amabile con il suo amico mentre con lui si comportava sempre in maniera irritabile ed altezzosa lo faceva ribollire di gelosia, inoltre non aveva mai avuto difficoltà con le donne, tutte prima o poi cedevano al fascino del capitano Solo, ma questa evidentemente era diversa dalle altre.
Alcuni avvenimenti poco prima della battaglia su Hot però gli avevano fatto capire che, nonostante le apparenze, lei non era del tutto indifferente nei suoi confronti, anzi, se si comportava in modo distaccato era perché lo temeva e aveva una paura folle di dimostrare i suoi veri sentimenti.
Ne aveva avuto la certezza quando, proprio di fronte a lui, aveva baciato Luke apposta per fargli dispetto. Sul momento avrebbe voluto ucciderla e si maledì per aver perso tempo con lei, ma poi, riflettendoci con calma aveva capito che il suo gesto non era altro che una riprova di quanto in realtà fosse vicino al bersaglio: il modo in cui era arrossita, il modo in cui l’aveva insultato, il modo in cui l’aveva guardato subito dopo aver baciato Luke…
No, non poteva continuare a prenderlo in giro, da bravo giocatore di sabacc aveva capito che la principessa stava bluffando: stava a lui prendere in mano la partita.
E proprio fermi su quell’asteriode, con lo Star Destroyer di Darth Vader alle costole, aveva trovato un varco per aggirare le sue difese, lei aveva abbassato momentaneamente la guardia e quell’attimo di debolezza le era stato fatale.
Anche se aveva avuto bisogno di un po’ di tempo per accettarlo, alla fine quel sentimento che si stava sviluppando dentro di lei ebbe la meglio sulla sua ragione ed era stato proprio lui, Han Solo, a liberarla dalla prigione che lei stessa si era costruita.
Purtroppo non avevano avuto molto tempo per stare insieme, dopo Endor si erano susseguite tante altre battaglie finché, approfittando della sua assenza, Isolder era entrato subdolamente nelle loro vite e gliela aveva portata via.
Era impazzito di rabbia e di dolore. Con lei si sentiva un uomo migliore mentre adesso più niente aveva un senso. Aveva passato degli anni a piangersi addosso per l’ingratitudine che la vita gli aveva sempre riservato, ad odiarla per avergli spezzato il cuore e a maledire l’uomo che gliel’aveva rubata e che chissà quali fesserie le aveva raccontato pur di ottenere la sua stima.
E poi… come per magia, lei era ricomparsa, del tutto inaspettatamente.
Quando l’aveva vista scendere dall’astronave aveva sentito le gambe cedergli, perché si ostinava ancora ad entrare nella sua vita? Perché tormentarlo con la sua presenza?
Era sicuro che la principessa avesse anche altre motivazioni oltre alla missione per scoprire il complotto hapano, forse anche lei era stata guidata lì dal suo istinto, forse aveva solo bisogno di tempo per capire quello che provava…
Nella sua testa stava sempre più prendendo forma una decisione estrema, d’altronde con lei non esistevano mezze misure: meglio rischiare il tutto per tutto ed eventualmente perderla piuttosto che passare il resto dell’esistenza a logorarsi nel dubbio. Stavolta avrebbe scoperto prima lui le sue carte, ma almeno, se avesse perso la partita, sarebbe riuscito a farsene una ragione, uscendone a testa alta e dalla porta principale.
“Goditi pure questa tregua – pensò lui guardandola dallo specchio retrovisore – non sai ancora che cosa ti aspetta!”, un sorriso spavaldo si dipinse sul suo viso, Leia lo notò, ma fece finta di niente, quando era così silenzioso era assai più preoccupante di quando la investiva di parole.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: zurla