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Autore: Van Gogh    20/12/2016    0 recensioni
la giumenta inarcò il collo e galoppava avanti e indietro lungo la staccionata, sbuffava e nitriva come una pazza...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lisa stava controllando la sua casella mail e ricevette un invito ad un importante corsa di cavalli per disabili, l’idea era fantastica, far partecipare Greg a una gara di beneficenza per disabili, la sua idea era geniale. Entrò nel suo ufficio infilandogli in mano la carta di iscrizione, Greg la guardò con fare serio e le disse che questa gara era fattibile e che avrebbe partecipato, ma qualcosa lo turbava. La mattina dopo Tornai da Destiny dopo tante disavventure, la cavallina mi guardò, lanciò un nitrito di gioia e mi trottò incontro, mi sedetti sulla staccionata e la guardavo, la zampa era guarita, la guardava comportarsi come la prima volta, correva velocemente lungo la staccionata, stavo pensando che abbiamo avuto fortuna in quella gara, Lisa mi ha proposto di i farla gareggiare in una corsa per disabili, così feci, firmai le carte di iscrizione… tornammo in gara, si prepararono 2 settimane prima, Quella sera tornai da Destiny, montai in groppa…. Quel gesto ormai era diventato naturale, sfrecciamo per tutto il percorso, mi ero preso il lusso di galoppare senza la sella, lei galoppava con il muso al vento mentre io sentivo l’aria della sera che mi scompigliava i capelli, era un’emozione unica. Tornai più tardi del solito e m’addormentai sul divano, stanco ma felice. Un raggio di sole filtrò dalla tenda leggermente socchiusa svegliandomi, la casa era illuminata da un caldo sole mattiniero, ricordai che avevo quella gara con Destiny, Arrivai in moto, smontai e la presi per la cavezza, gli diedi una pulita svelta, la imbrigliai, questa volta avevo deciso di gareggiare senza sella…. Montai subito e con un leggero trottino raggiunsi gli altri fantini con gli altri cavalli… uno mi si avvicinò con fare serio e mi disse che ero un pazzo a correre in quelle condizioni e con quel cavallo, io non risposi… fu il momento di metterci ai posti di partenza, tutti i cavalli erano agitati…. Tutti tranne la mia Destiny. Fu un inizio spettacolare, stava gareggiando meglio degli altri fantini nonostante la pesante menomazione alla gamba, nel primo giro era alla terza posizione per poi oscillare tra la prima e la seconda…. La gente esultava nelle scommesse, Wilson era spaventato al pensiero su che piega poteva prendere la gara, Cameron invece esultava di gioia. Era l’ultimo giro e aveva mantenuto la prima posizione per un bel pezzo, stava dando filo da torcere agli altri fantini, ma qualcosa non andò del verso giusto, cambiò improvvisamente posizione, la gamba lo stava facendo impazzire, in quel momento si sentiva perdere i sensi, teneva le briglie tirate, gli bruciavano le mani ma sentiva che qualcosa non andava, gli zoccoli che toccavano appena il terreno, Destiny che ansimava come una dannata, le zampe anteriori gli cedettero, cercò di scartare con un’impennata, un nitrito di dolore e crollò a terra, l’uomo finì sotto al cavallo, l’elegante uomo, James e Allison accorsero ma Greg, non si rialzò, arrivarono i paramedici che portarono in ospedale per accertamenti, e i veterinari portarono in clinica Destiny. Lisa era dalla Giumenta, gli dissero che la zampa anteriore destra ha ceduto e ha avuto una frattura del garretto, deve stare a riposo un mese, invece James era da Greg e gli dissero che la gamba destra ha riportato solo una microfrattura. Stranamente Greg era ottimista, avevano entrambi un mese di convalescenza e dopo, via con la riabilitazione. Una settimana di ricovero e arrivò Lisa con uno sguardo serio, gli disse che Destiny era particolarmente agitata, che la ferita non gli si rimarginava e che la caduta le aveva provocato un embolo, le avevano rimosso un pezzo di muscolo e che non poteva più correre… Greg ci rimase malissimo, esclamò che voleva vederla, non poteva lasciarla sola in quel momento così delicato. La mattina dopo andò con James a vedere la cavalla, lui non poteva perdere l’unica cosa per cui stava vivendo, l’infermiera aprì la porta del box, lui le si avvicinò con cautela e le si chinò accanto esclamando un ciao amore, Destiny alzò un orecchio e nitrì piano, lui si sdraiò accanto a lei, accarezzandole piano il muso e sussurrandole parole dolci. James guardò un momento l’infermiera e a lui chiese cosa voleva fare di lei, lui neanche lo stette ad ascoltare, chiuse gli occhi e s’addormentò accompagnato dal calore e dai respiri affannati della giumenta, non voleva perderla per nessuna cosa al mondo. Dopo mezz’ora James pensò che era il momento di rientrare in ospedale ma non voleva rovinare il legame speciale che si era creato tra lui e quella cavalla e se ne andò. Le settimane volavano, lui si era rimesso in fretta e la giumenta lentamente faceva progressi, aveva iniziato a stare in piedi e a fare qualche passo. L’estate finì e arrivò l’autunno, loro stavano passeggiando tranquilli nel parco dell’ospedale fino a quando lei non gli rubò il bastone e fece un mezzo trottino allegro, lui la guardò con un mezzo sorriso, tentò di fare un passo ma cadde rovinosamente a terra, mi tenni la gamba per il dolore, Destiny capì che qualcosa non andava, nonostante la zampa s’inchinò davanti a lui, Greg le montò in groppa e continuarono la passeggiata. Dall’autunno iniziarono a cadere i primi fiocchi di neve. Era una gelida mattina e Greg andò a trovare la sua amata in maneggio, ma lei non c’era, neanche l’elegante uomo sapeva dove fosse, era sicuramente scappata. Due giorni terribili per lui, i dolori erano peggiorati e non voleva muoversi dalla sua poltrona, Era una fredda mattinata di fine Novembre quando entrò Cameron, mi guardò dolcemente ma qualcosa la turbava, mi chiese il perché glielo avessi nascosto per più di un mese e mezzo, io la guardai caricando tutto il peso sulla gamba malata, strinsi il bastone e in un ringhio le risposi che la vita andava vissuta e che non potevo farci niente…, lei mi guardò serissima in volto, misi una mano sulla lavagna mentre cercavo di nascondere la tremarella alle mani, abbassai lo sguardo per non incrociare il suo e continuai che la vita andava vissuta anche nelle difficoltà… uscii e mi nascosi nel bagno mentre le luci si facevano offuscate, la tremarella si fece particolarmente violenta e un conato mi fece buttare fuori quel poco di caffè della mattinata precedente, rimasi in piedi senza crollare, uscii e zoppicai a testa alta mentre i medici mi guardarono quasi stupiti. Passò la fredda giornata facendo scivolare la sera, la neve cadde leggera sotto sguardi sognanti dei bambini del reparto di terapia intensiva, la mia tremarella non destava a cedere e per questo che nelle ultime ore mi ero rifugiato nel grande terrazzo che destava all’ultimo piano…, guardavo la neve che imbiancava candida tutto il New Jersey, ingoiai 2 vicodin e continuavo a fissare le calde luci dell’inverno, attendendo notizie di Destiny. Due mattine più tardi era nel parcheggio e vide una sagoma nera nella bufera, era lei, la sua amata Destiny, mollò il bastone e lei le trottò in contro, lui le buttò le braccia al collo, entrarono assieme in ospedale sotto lo sguardo stupito degli infermieri e dei pazienti.
   
 
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