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Autore: Bruna_mars    20/12/2016    0 recensioni
Rob e Marco si amano, si desiderano, ma nelle loro teste è tutto troppo complicato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Esiste! E’ l’amore impossibile, che si manifesta col pensiero, platonico inafferrabile, irrangiungibile che strazia l’anima! E’ quell’amore che non pretende, incondizionato,  rassegnato che si accontenta di un tuo pensiero, che si mostra puro ma ti prende. Ogni volta che riesci a placare la tua coscienza, prepotente lui ritorna pieno delle sue promesse, dei suoi desideri, dei suoi slanci che frenerai solo col pianto.
 
 -Mirella Narducci

 
La sua bocca, lussuriosa, avida, si concentra sul mio collo indifeso, mentre lascio andare la parte più folle di me, la lascio a lui. Ansimo, desidero, e lui sa cosa voglio. Torna a baciarmi le labbra gonfie e rosse, mentre mi stringe i capelli in un pugno violento. Poi mi massaggia la testa, mentre comincia a lasciarmi baci profondi anche sulle guance, ma voglio di più. Nella mia testa non mi viene in mente che questo ragazzo è la persona più sbagliata della Terra, che non dovrei essere tra le sue braccia, mentre sussurra il mio nome.
 
 
«Rob, oggi stai proprio da un’altra parte. Ma che ti succede? Dobbiamo finire il progetto entro stasera!»
Sospiro, mentre ritorno sulla Terra, accanto alle mie amiche di sempre. Lucia, una massa di capelli rosso fuoco legati in due trecce, Lorena, tinta nera e trucco pesante e Sonia, soliti capelli castani legati in una coda che arriva fino alle spalle. Annuisco, senza aver capito bene cosa mi sia stato detto, ma faccio finta di niente e continuo come se non mi fossi distratta pensando a qualcosa che non sarebbe mai dovuto succedere. Marco. Marco e Rob, Rob e Marco, quelli che non sarebbero mai stati insieme, a detta di tutti. Ci sono sempre stati dei tira e molla tra noi due, ma dopo i molla ritorna la passione e non riesco a gestirla. So che ormai dovrei lasciarlo perdere, ma torna sempre.
«Ma lo sapete che Sandra è tornata con Michele?» Annuncia dal nulla Sonia, voltandosi verso di noi.
«Ti prego, Sò’, ne parliamo più tardi. Vogliamo finire questa maledetta relazione?» Esclama Lucia, sistemandosi gli occhiali sopra la testa.
«Sì, sembra che Michi non riusciva a stare senza di lei! Che romantico!» Aggiunge Lorena sognante, mentre mi lascio andare ad una risata tirata: «Tanto tra qualche giorno si rilasceranno per poi tornare insieme il giorno dopo. Ormai non è una novità.»
«Come te e Marco, d’altronde.» Ormai sembra che Lucia si sia rassegnata alla relazione e si siede sul divano accanto a me, ammiccando. Avvampo subito, ma cerco di lasciar perdere l’argomento, chiedendo del te.
«Inutile che cerchi di cambiare argomento, Robu. Ieri sera siete spariti, siete stati mezz’ora fuori dal ristorante!» Mi ricordò Lorena, mentre si sistemava la frangetta con un’azione rapida. Sospiro.
«Non è successo nulla. Niente di niente. Siamo andati a fumare una sigaretta e abbiamo chiacchierato, niente di più. Torniamo alla relazione?»
Dopo qualche minuto, però, Sonia cerca di tornare sull’argomento insistentemente: «Sicura che non hai niente da dirci?»
«La prossima estate la trascorre interamente dallo zio in Liguria.»
«Cavolo, e come farai senza di lui per tre mesi?» Domanda sfacciatamente Sonia, lasciandosi andare ad una risata divertita. Le lancio contro un cuscino del divano, mentre interviene Lorena: «E? Nient’altro?»
No! Quando mai! Mi ha solo baciato come se fosse il suo ultimo giorno di vita ed io me ne sono rientrata dentro talmente scioccata come se mi avessero picchiata a sangue. Assolutamente no, non mi ha detto nient’altro.
Lucia interviene: «Non ci credo. Deve averti pur detto qualcos’altro. Niente pomiciare o strusciamenti vari? Sicura?»
Le lanciai un’occhiata gelida: «Già. Come mai non ci credete?»
«Tesoro, tu e Marco siete l’emblema dell’indecisione. Quando vi deciderete a tornare insieme una santa volta?» Esclamò Sonia. Aveva ragione. Due anni prima io e Marco ci eravamo fidanzati felicemente, poiché, avendo conosciuto da poco Sonia, avevo cominciato a frequentare la sua simpatica comitiva, in cui lentamente siamo entrate a far parte io e Lucia, amiche da una vita. Avevamo così conosciuto Lorena e Matteo, fidanzati da circa due anni all’epoca (ora quattro), Marco, il bello e misterioso, Paolo, il burlone, Walter, Pino e Lollo, il trio in cerca di guai. Tra me e Marco era scoppiata una profonda attrazione ed alla fine eravamo riusciti ad aprirci l’uno all’altra. Ma era durata poco. Avendo lo stesso carattere, era difficile mantenere le acque calme per più di una settimana. L’avevo lasciato, ma fin da subito avevo capito che non saremmo andati lontano in strade separate. Facendo parte dello stesso gruppo, era sempre lì, pronto a stuzzicarmi, e già dopo qualche giorno aveva ricominciato ad abbracciarmi in maniera affettuosa. Poi, alla festa di fine anno ci eravamo baciati, ma eravamo dell’opinione di rimanere amici. Ma con l’estate quell’amicizia durò ben poco. Tornammo insieme per qualche mese, ma la situazione precipitò al ritorno a scuola, con le varie sciocche gelosie. Dopo quel momento, però, avevamo cominciato a trattarci come amici, anche se non mancavano i baci e le coccole quando mi riaccompagnava a casa, anche se ero dell’opinione che, insieme, saremmo tornati a soffrire. C’erano periodi in cui cercavamo di staccarci l’uno dall’altro, perciò ci ignoravamo, ma ritornavamo all’attacco come ieri, quando mi ha baciato e le mie certezze sono crollate ancora.
«Se fosse successo qualcosa lo saprebbero tutti.» Spero vivamente che Marco non abbia detto nulla a Matteo e tantomeno al fantomatico trio, altrimenti le mie amiche mi spellerebbero viva. Sospiro, mentre tento di riportare l’argomento sulla nostra relazione per martedì, ma niente da fare.
«Non è possibile, Rob, che diamine! Vi piacete da morire, che cosa ci fate ancora così?» Scoppiò Lucia.
«È più complicato, lo sai bene. Per favore, possiamo non parlarne?»
Lorena intervenne: «E invece ne parliamo! Hai visto Ornella, del quinto B? Lo ha adocchiato bellamente. Hai intenzione di lasciarle fare?»
Porto gli occhi al cielo e rispondo tranquillamente: «Può fare quello che vuole. È provato che non riusciamo a stare insieme per più di tre mesi.»
«Ed è scientificamente provato che non riuscite a staccarvi gli occhi di dosso ogni volta che usciamo tutti!»
Questo è vero, ma è un’altra storia. Non so come definire il nostro rapporto, ma se trovassi qualcuno migliore di lui riuscirei a passarci sopra. Ma sono due anni che lo cerco e ancora non lo trovo. Possibile che sulla faccia della Terra il mio cuore possa battere solo per lui?
 
Lucia sbatte la porta della macchina mentre scendiamo dalla sua magnifica Polo. I tacchi mi danno fastidio, ma le ragazze mi hanno letteralmente costretto. Dal sedile posteriore scende Sonia, mentre in fondo alla strada notiamo i nostri amici. Lorena è avvinghiata a Matteo baciandolo appassionatamente, mentre Pino e Paolo commentano le macchine parcheggiate, in particolare una Ferrari rosso fuoco, mentre Walter, Lollo e Marco fumano la solita sigaretta con nonchalance. Appena vedo Marco, divento rossa come un pomodoro, a detta di Lucia, ma do la colpa al freddo. Ci avviciniamo e sento lo sguardo profondo di Marco su di me. Ho sempre un po’ timore di quei suoi occhi glaciali che si posano su di me. Ho sempre paura di non piacergli abbastanza, anche se so che è una sensazione del tutto infondata. Non riesco a capire come mai io debba temere ciò. Non stiamo insieme. Stasera indosso un maglioncino verde corto, pantaloni a vita alta scuri ed un paio di scarpe bordeaux con tacco nero. Le adoro, ma non le indosso spesso. Ho legato i capelli biondo naturale in una coda alta, con dei cerchi alle orecchie che ho rubato a mia sorella poco prima che andasse a vivere da sola.
«Ce ne avete messo di tempo, eh? La tua macchina ce l’ha la quinta, Lucì?» Domanda in tono scherzoso Walter, mentre ci lasciamo andare un po’ tutti ad una risata. Solo che noto Marco non ridere.
Mentre Lucia e Walter battibeccano per la macchina, la coppia polipo li segue all’entrata del pub. Sonia sembra essersi appiccicata Lollo, continuando a ripetergli mille volte quanto bene gli doni il taglio corto e Lucia ha già adocchiato un ragazzo all’entrata. Mi ritrovo completamente sola. Marco è entrato con i ragazzi ed io li seguo silenziosamente.
Davanti al bar, ci sediamo e Pino comincia con i suoi discorsi filosofici: «Milena non è voluta venire questa sera. Mi spiegate come mai se l’è presa tanto?»
«Sei stato tutta la sera a pomiciare con le amiche di Paolo, anche io avrei reagito così, se non peggio.»
«Comunque Sabrina mi ha chiesto il tuo numero. Da bravo amico quale sono…»
«Non gliel’hai dato, vero Mori?» Esclamo girandomi verso Paolo, che sembra scoppiare a ridere da un momento all’altro.
«Perché non avrebbe dovuto?» Domanda Marco voltandosi verso di me. Per la seconda volta dall’inizio della serata, i suoi occhi penetranti sono su di me, mentre mi passo la lingua sulle labbra nervosamente.
«Se sei impegnato con una ragazza, non te ne serve un’altra con cui stare. Se quella ragazza ti vuole bene, non necessiti altro.» Rispondo sfacciatamente. Nelle sue iridi noto una scintilla e, dopo aver posato la birra sul bancone, riprende parola: «Evidentemente Milena non è abbastanza.»
Noto nell’aria una sorta di provocazione che colgo al volo, mentre punto il mio sguardo nel suo in maniera folgorante. Non faccio caso al fatto che tra me e lui ci sia il povero Pino, che si deve sorbire questo attacco, e continuo con il mio discorso: «Milena non ha niente che non va e, poverina, starà soffrendo come un cane. Ci ha messo una vita a chiedere a questo scemo di uscire!»
«In realtà..» obbietta Pino.
«Zitto!» Lo ammoniamo in coro io e Marco. Poi lui continua: «Sai, non basta la tenacia iniziale per tenersi un uomo.»
Colpita e affondata, gli punto il dito contro: «Cosa stai insinuando?»
«Io nulla, ti senti toccata, per caso?»
Sento in me crescere una profonda ira. Non capisco cosa gli passi per la testa, non riesco ad analizzare il suo sguardo, le sue parole. Non comprendo quale sia la ragione per cui debba lanciarmi queste frecciatine. Di soli
Sento in me crescere una profonda ira. Non capisco cosa gli passi per la testa, non riesco ad analizzare il suo sguardo, le sue parole. Non comprendo quale sia la ragione per cui debba lanciarmi queste frecciatine. Di solito, nei momenti di silenzio tra noi, mi ignora o mi rivolge qualche parola, per poi passare alle azioni. Non mi ha mai trattata così.
«Non capisco a cosa ti riferisci, non ho niente di cui essere accusata!»
«Spero che tu stia scherzando. Scappi e basta dai problemi senza riuscire a metterci la testa!» Esclama lui, senza rompere il contatto visivo.
Dopo aver sospirato, continuo: «E invece il signorino non ha niente di cui essere incolpato, vero?»
Sento su di me gli sguardi un po’ spaventati di Pino e Paolo. Il barista si allontana, magari per essere discreto. Mi stringo la coda, mentre aspetto che rispondi. Non sembra farlo all’inizio, poi dice: «Io faccio quello che sento.»
«Allora tieni a freno gli ormoni, cretino.»
«Non mi pare ti dispiacesse ieri, cara la mia Roberta. Anzi, forse tutto il contrario!» Esclama davanti a tutti. Sento che i due accanto a noi sono più che in imbarazzo e cercano di parlare di altro, anche se si nota che si alzerebbero volentieri per andarsene a ballare in santa pace.
«Per fortuna che ancora ragiono, altrimenti ti avrei dato uno schiaffo così forte da staccarti la testa. Presuntuoso.»
«Arrogante.» Risponde, dopo che il barista gli lascia davanti uno shot al limone.
«Stupido.»
«Mamma mia, ora sì che mi sento colpito e affondato. Il tuo vocabolario ha qualche parola in più che non sia “stupido”?»
«Ce l’ha per dirti che sei un maniaco fuori controllo!»
Mi alzo dalla sedia e mi allontano tra la folla, alla ricerca delle mie amiche. Ma non riesco a trovare nessuno. Vedo Lorena con Matteo, ma è inutile portargliela via. Sono attaccati come due polipi e non mi va di dover vivere il completo imbarazzo nel trascinare via la mia amica dalle grinfie del suo fidanzato. Attraverso la sala, piena zeppa di gente, e cerco di ignorare i commenti di alcuni ragazzi fuori di sé, per poi raggiungere l’angolo karaoke, Anche Lucia sembra darci dentro con l’occhialuto del 5B. Non trovo più Sonia, perciò esco fuori a prendere una boccata d’aria. Comincio a trafficare con il telefono, ma so perfettamente di non farcela più. Vorrei trovare un ragazzo costante nei rapporti, che mi ami e mi appoggi come fa Matteo con Lorena, che mi regali delle rose, che non mi lasci senza motivo e che si comporti con la stessa costanza nei miei confronti. Marco non è così, è strano, insopportabile, misterioso e sempre cupo. Non so mai come affrontarlo e come dirgli in faccia quello che provo. Sento un’ansia tremenda nascere in me, mentre mi siedo sotto un albero a riflettere sul senso della vita. Non sono brava in queste cose. Non riesco a trovare un ragazzo per bene, nonostante i tantissimi ragazzi che ci provino con me. Il mio cuore ritorna sempre a Marco. A quel cafone, irrispettoso di Marco. Ho voglia di mettermi a letto e rialzarmi quando avrò la forza di chiudere per sempre con lui. Rimanere a dormire e pensare che c’è una speranza anche per me. Sospiro e appoggio la mia schiena all’albero. Spero non ci sia resina, altrimenti mia madre mi ucciderà.
«E’ uno stupido. Cosa me ne faccio di uno come lui? Con tutti i ragazzi che mi vengono dietro. Ma cosa me ne faccio di lui?»
Quando mi accorgo che lui è lì forse è troppo tardi. Si siede accanto a me, in silenzio, come fa quando litighiamo e torna da me. Cerco di non pensarci, ma come faccio? Il suo profumo mi inebria l’essere, lui è lì ed io lo amo più che mai.
«Scusa per prima. Non so cosa mi sia preso, non c’entravi tu.» Mi rivela, ma rimango in silenzio. Non ho voglia di ribattere, ormai sono senza forze. Il suo profilo è qualcosa che ho sempre amato. Il naso grande (che ho sempre ritenuto essere maledettamente sexy), le labbra carnose e quell’espressione persa che potrebbe farlo sembrare addirittura dolce. Sono follemente innamorata di lui.
«E scusa per ieri… non so cosa mi sia preso. Io… niente, con te non ragiono proprio.»
«Fa niente. Dobbiamo solo imparare a controllarci.»
«No, Ro, non hai capito proprio…» Si volta verso di me e ancora una volta i suoi occhi mi mangiano, mi rendono piccola ed indifesa. Non so come ribattere a quelle sue parole, so che è così. Non capisco. Non capisco come agisce, perché fa, cosa fa, cosa pensa. Non lo so. Non l’ho mai saputo. Per questo fuggo. Fuggo dalla consapevolezza e dall’ignoranza.
«Mi manchi. Mi manchi sempre. A tutte le ore, vorrei sempre averti con me. Ma so che abbiamo due caratteri talmente simili da allontanarci e ci sto malissimo. Cerco di sopportarti, ma la realtà è che non sopporto di non averti tutta per me. Mi dà fastidio quando non ci sei, quando sei con qualcuno che non sono io, quando mi manchi e non posso fare nulla. E ti rispondo male, ma è solo colpa mia.»
Non faccio in tempo a replicare perché lui è lì, le sue labbra sono sulle mie con foga e rabbia, e passione e sogno e desiderio e vita. Rispondo al bacio e lo stringo a me, mentre la mia anima ritorna alla sua casa, insieme alla sua, in uno scambio d’amore che tanto aspettavamo entrambi. Sento le sue mani fredde a contatto con la mia pelle, ma non provo fastidio, voglio solo che il contatto duri ancora di più. Immergo la mia mano nei suoi capelli, morbidi quanto scuri, e lo tengo accanto a me.
«Ma.. io non posso stare con te…» Ansimo, mentre lui porta le sue labbra nell’incavo del mio collo. Ridacchia e poi risponde allo stesso modo: «Neanche io. Ma ti voglio.»
Ci rifugiamo all’interno del locale, in una delle stanze messe a disposizione. Non so come spiegarlo, ma lo amo. Non possiamo stare insieme, ma lui è mio ed io son sua.



**
Ciao, vi invito sempre a farmi sapere cosa ne pensate, perchè nonostante sia una one-shot ho alcune idee per questi birbantelli di Marco e Rob, perciò non mi resta altro che ascoltare i vostri pensieri, cosa vi piace e cosa no. Fatemi sapere.
Love you,
-Bruna Mars
  
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