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Autore: Harry Fine    20/12/2016    2 recensioni
In questa raccolta, si vedranno i personaggi di Shugo chara nei panni dei peccatori di alcune delle mie canzoni preferite dei vocaloid, Madness of duke Venomaia, Tailor shop of Enbizaka, Evil eater food Conchita, Judment of corruption, Daughter of evil, Mazzle of nemesis e Gift from the princess Who brought to sleep. Ognuno di loro sarà collegato ad uno dei sette peccati capitali.
Ikuto: lussuria
Amu: Invidia
Utau: gola
Tadase: avarizia
Rima: ira
Nadeshiko: superbia
Lulù: Accidia.
Spero vi piaccia.
Genere: Erotico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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In una ricca città dell’epoca vittoriana, in cui normalmente regnava un’atmosfera tranquilla e serena, si era rapidamente diffusa un’aria festosa e allegra. Questo perché nella chiesa si stava svolgendo una cerimonia dell’unione matrimoniale veramente molto particolare. Un’unione combinata, voluta dai genitori di lui, ma comunque molto apprezzata dalla sposa. Costei era la giovane figlia del dottore della città. La sua casa era provvista di una grande ricchezza materiale, ma anche lei lo era, e non solo per il suo denaro, ma anche per la sua rara bellezza. Gli splendidi occhi blu risaltavano sulla pelle candida del viso a cuore, incorniciato dai lunghi capelli biondi leggermente arricciati sulle punte. Purtroppo, lei era anche una persona dal cuore fragile e apparentemente gentile, che provava una assoluta devozione per il suo sposo. Ma lui, nonostante le promesse di eterna fedeltà che si erano reciprocamente scambiati da ragazzini, non era veramente affezionato a lei, ne come sposo, ne come amico. Gli interessava solamente della ricca dote che lei gli aveva portato con la loro unione. Non gli importava nulla se la sua povera consorte soffriva per la sua continua lontananza dalla loro casa o per i suoi svariati tradimenti, che non tentava nemmeno di celare ai suoi occhi, pensando che non avrebbe mai potuto ribellarsi a lui. Ma lei era felice lo stesso. Nonostante tutto, non aveva problemi di alcun tipo. Aveva capito molto tempo prima, non senza un velo di malinconia, che lui non era più la stessa persona che l’aveva conquistata con quel suo sguardo cremisi tanto buono e timido, perennemente nascosto sotto la frangia bionda, ma solo un semplice casanova buono a nulla. E lo aveva accettato senza protestare, nonostante il forte dolore. Ma non del tutto. Non era mai riuscita a perdonarlo sul serio per questo suo cambiamento. Comunque, rimaneva sempre buona e gentile con lui, come sempre. Ma notando anche che il suo sposo appariva in qualche modo sempre più stanco e teso alla fine di ogni giornata che trascorreva al suo fianco, ma lei sapeva già che cosa fare per aiutarlo a stare meglio. Da tempo aveva iniziato a preparare, grazie all’uso di alcune erbe molto speciali e particolari, un’ottima medicina per dormire, che portava un dolcissimo e profondo sonno. Un suo regalo per permettere a chiunque la bevesse di poter godere del benessere di un lungo sonno ristoratore, lontano dai guai quotidiani. Gliela consegnò mantenendo il suo solito sorriso, fin troppo gentile, dicendogli di berla se avesse voluto dormire profondamente per un po’ di tempo e lasciarsi andare. E non la consegnò solamente a lui. Aveva visto molto spesso, in giro per le strade della città, persone che apparivano infelici o attanagliate dalla preoccupazione per cose come la famiglia, il lavoro, sentimenti non ricambiati. Insomma, nessuno in quel luogo appariva felice da sveglio. E tutti questi pensieri negativi non portavano ad altro che a notti insonni e senza riposo, che peggioravano solo la situazione. Perciò, lei incominciò a preparare ogni notte quella stessa medicina che aveva regalato a suo marito, che adesso aveva finalmente trovato la pace che tanto agognava. Aveva deciso di fare questo affinché ogni persona a lei cara riuscisse a trovare un po’ di meritato ristoro dalle preoccupazioni e dalle tristezze di ogni giorno. “Dopotutto, qual è il modo migliore per ottenere la felicità, se non perdere la cognizione dei propri problemi per un po’? E io sono la principessa che induce al sonno. Quindi, sarò proprio io a donare a tutti l’eterna pace.” continuava a ripetersi la bellissima ragazza, mentre uno strano sorriso, leggermente inquietante, le ornava sempre più spesso le labbra rosee e sottili. Ogni giorno che passava, lei dormiva sempre meno, ma, in compenso, grazie ai suoi sforzi moltissime persone avevano deciso di accettare e bere la sua medicina per il sonno, immergendosi nella profonda pace del mondo dei sogni. E non escluse nessuno. Suo padre. Sua madre. I suoi parenti. I suoi domestici. I suoi amici. I suoi concittadini. Nessuno perdette quell’opportunità di lasciar perdere ogni preoccupazione. Tutti bevettero il suo regalo, lasciandosi avvolgere dal dolce manto del sonno. Ogni persona, quasi istantaneamente, chiudeva gli occhi e cadeva nel loro stato dormiente, dolce e tranquillo, proprio come quello di un bambino. Solo che questo stato era qualcosa di estremamente profondo, da cui sembrava non si potesse più tornare indietro. Ma lei sapeva che solo in quella maniera tutti quanti avrebbero ottenuto la felicità che si meritavano, lei compresa. Una volta che tutta la città ebbe bevuto il suo pericoloso regalo per il sonno, nessuno di loro emetteva più il minimo suono, mantenendo sempre le palpebre chiuse, mentre una stranissima nebbia bianca, simile al velo denso, ma impalpabile, di un fantasma avvolgeva quei luoghi, un tempo pieni di vitalità, portando con sé un innaturale silenzio e un’atmosfera inquietante e profondamente strana per chiunque guardasse la città dall’esterno. Solo una persona in tutto quel luogo, ormai senza speranza, era ancora sveglia. La bellissima e dolce figlia del dottore. Lei passeggiava per le strade della città, come aveva sempre fatto, fin da bambina, beandosi e sorridendo di fronte a quell’atmosfera fin troppo agghiacciante e spettrale, che non si era mai vista in nessun altra città, e che avrebbe di sicuro impregnato di terrore il cuore di chiunque si fosse avventurato per quelle vie. A tutti, ma non a lei. Perché lei aveva realizzato i suoi più oscuri desideri in quel luogo, generando lei stessa il veleno che era stato la causa di tutto ciò che era accaduto. 《Adesso che ognuno dei miei amici sta dormendo, tutti sono finalmente felici. E anche io lo sono. Ho ottenuto la libertà che volevo e nessuno me la porterà via.》 Disse a sé stessa, sorridendo sinistramente, come faceva ormai da molti giorni. Dopotutto, quello che era successo nella sua città era stato il modo perfetto per avere quello che aveva sempre desiderato. Ora, avrebbe finalmente smesso di essere trattata da tutti come una semplice bambola decorativa, che mai aveva avuto da nessuno la considerazione o l’amore di cui necessitava e che le spettava di diritto, ed era stata spezzata in mille pezzi tantissimo tempo prima, mantenendo sopita la sua natura infelice e assetata di vendetta sotto finti sorrisi gentili e parole buone. E adesso, diventando la principessa che induce al riposo eterno, era finalmente riuscita nel suo intento di vendicarsi e prendere ciò che si meritava fin dalla nascita. Il regalo, che secondo lei aveva portato solo felicità e pace assoluta a tutti, e che aveva preparato per molto tempo e con tanta fatica, aveva impregnato e contaminato la sua patria, trasformandola in una grande città fantasma e stroncato ogni vita, anche la più infima o la più innocente, avvolgendo ogni cosa con una nebbia densa e spettrale, personificazione della tristezza e all’infinita ingiustizia che quello stesso dono aveva diffuso a causa sua, ma non le importava più del crimine che aveva commesso. Poiché quel regalo, che non era altro che un potentissimo veleno, era un’ottima medicina per chiunque, soprattutto per lei, terribile figlia di Elphegort. E, adesso, era finalmente arrivato anche il suo momento di dormire per l’eternità. Dopo aver baciato il calice per ringraziare quel veleno tanto potente che le aveva dato ciò che aveva sempre sognato, bevette il contenuto tutto in un sorso, così che anche lei potesse finalmente concedersi della pace del sonno. Diventando dalla principessa che induce al riposo eterno, alla bella dormiente.
   
 
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