19 Marzo 1996. Di fronte Roma-Slavia Praga, partita di ritorno valevole per la Coppa Uefa.
I giallorossi si trovano in vantaggio 1-0, ma serve un gol per agguantare i tempi supplementari, nella speranza poi di qualificarsi. Siamo a 8 minuti dalla fine della partita e c’è un calcio di punizione per la Roma, a pochi passi dall’area di rigore. Cross in area di Carboni, sul quale proprio lui, Giannini, all’epoca il capitano della Roma e protagonista di questa poesia, colpisce di testa e segna il gol che indirizza un’ora di sforzi verso i supplementari. Gioia incontenibile, unita a liberazione, sugella l’indimenticabile momento in cui un capitano amato, ma in quel periodo contestato, si riprende la sua squadra e l’amore della propria tifoseria.