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Autore: MackenzieW    20/12/2016    4 recensioni
Emma sorrise. "Vuoi che Babbo Natale ti porti qualcosa, ragazzino?"
"Non c’entra nulla!" Rispose lui impassibile.
Tutti annuirono fino a quando una vocina non chiese: "Chi è Babbo Natale?"
Roland si era messo a sedere al loro tavolo e li stava osservando. I suoi occhi nocciola erano spalancati e concentrati su Regina. Lei gli sorrise a sua volta.
"Babbo Natale è un signore magico che la notte della vigilia di Natale arriva nelle case per consegnare i regali a tutti i bambini e alle bambine buone."
"Davvero?" Chiese il bambino, mentre i suoi occhi s’illuminarono. "Porterà un regalo anche a me?"
"Certo, ma solo se sei stato un bravo bambino" Rispose la donna.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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C’era qualcosa nell’aria. Era difficile dargli un nome, ma era lì.  Il freddo aveva abbracciato Storybrooke e la prima neve aveva iniziato a scendere prima del Thanksgiving. Aveva coperto tutto di bianco prima che gli abitanti della città potessero iniziare a tirare fuori gli addobbi. Qualche campanella in argento qui. Mazzetti d’agrifoglio là, ghirlande appese alle porte durante la notte.
"Quando andiamo a prendere l’albero?" Chiese Henry a sua madre.
Stavano camminando per andare da Granny's, dove dovevano incontrarsi con Emma e i Nolans. Il ragazzino aveva passato la notte da Regina, chiacchierando e divertendosi. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per distrarla da Robin e dal suo cuore spezzato. Visto quanto sembrava più rilassata e da come i suoi sorrisi erano diventati più genuini, pensò che vi era riuscito.
Regina si strinse nelle spalle. "Penso che potremmo andarci la prossima volta che rimani da me. Che cosa ne pensi?"
"Mi sembra un ottimo piano. Ci facciamo una cioccolata calda? E una torta di mele?"
"Qualsiasi cosa tu voglia." Rispose la donna ridendo. "Potremmo ascoltare qualche canto di Natale e poi guardare tutti i film natalizi che tu desideri."
Smise di camminare e si girò per guardare suo figlio negli occhi. "’Die Hard’ però non conta come film di Natale."
“Va bene." Gemette Henry. "Hai vinto."
Regina avvolse il braccio intorno alle sue spalle, notando che l’aveva quasi raggiunta in altezza. Da quando era diventato così alto? Il tempo stava trascorrendo troppo in fretta.
"Non deve essere qualcosa d’infantile, l’importante è che non sia nulla di violento. Okay?"
"Sì, mamma! Cercherò un film perfetto per noi." Rispose lui abbracciandola.
La donna apprezzò molto quell’abbraccio e fu riluttante a lasciarlo andare, ma lo fece comunque.
"Okay, andiamo prima che Emma e i Charmings inizino a cercarci."
"Okay! Anche perché ho fame."
"Tu hai sempre fame."
"Sono un ragazzo che sta crescendo."
Il sorriso sul volto di Regina vacillò leggermente.
Per favore, non ricordarmelo. Il tempo sta correndo troppo velocemente. Quanto vorrei riuscire a fermarlo.
Ma non disse nulla di tutto ciò, limitandosi solamente ad annuire mentre entravano da Granny's.
Purtroppo il suo sorriso scomparve immediatamente. Seduto a un tavolo vi era Robin con la sua famiglia. Marian non si era ancora abituata a vivere a Storybrooke, ma almeno aveva adottato un abbigliamento più moderno, infatti stava indossando un maglione scuro abbinato a un paio di jeans e stivali. Stava molto bene e Regina iniziò a chiedersi chi a Storybrooke avesse preso la donna sotto la propria ala.
Marian alzò lo sguardo, incontrando così gli occhi della mora. Fece un lieve cenno del capo che Regina restituì subito. Non appena Marian si voltò verso la sua piccola famiglia felice, Regina guidò Henry verso il tavolo dove si trovavano Emma e Hook.
"Hey, Mary Margaret e David stanno per arrivare. Il piccolo Neal ha fatto un po’ i capricci questa mattina." Spiegò la bionda.
"Va bene. Dobbiamo aspettarli per ordinare?" Chiese la mora.
Lo sceriffo scosse la testa. "Hanno detto di no."
Felice, Henry afferrò un menù e iniziò a sfogliarlo.
"Penso che prenderò dei waffles…o delle uova…o forse entrambi? Non riesco proprio a decidermi."
"Ma devi ordinare solo per te o hai nascosto un esercito da qualche parte?" Gli chiese Emma. "Perché lo so che Regina ti dà sempre da mangiare."
"E’ diventato un pozzo senza fondo. Ho paura che sia diventato…un teenager." Disse Regina rabbrividendo.
La bionda rimase a bocca aperta. "Oh no! Allora potremmo avere davvero bisogno di un esercito."
"Ha! Ha! Ha! Molto divertente!"  Disse il ragazzino alzando gli occhi per poi riportare la sua attenzione sul menu.
Le sue madri scossero la testa mentre Hook se ne stava seduto lì, confuso.
Granny accese la radio, dicendo. "E’ arrivato quel periodo dell’anno!"
Le persone all’interno del locale gemettero, inclusa Emma. "Amo le canzoni di Natale, ma Granny è parecchio esagerata."
"Almeno quest’anno siamo riusciti a tenerla lontana fino a dopo il Ringraziamento." Notò Regina. " Erano davvero tristi quegli anni che, molto prima di Natale, non sopportavo più queste canzoni per causa sua."
"A me è sempre piaciuto" Disse Henry stringendosi nelle spalle. " Mi ha sempre aiutato a entrare nello spirito natalizio, facendomi fantasticare sulle renne, i pupazzi di neve, gli elfi e Babbo Natale."
Emma sorrise. "Vuoi che Babbo Natale ti porti qualcosa, ragazzino?"
"Non c’entra nulla!" Rispose lui impassibile.
Tutti annuirono fino a quando una vocina non chiese: "Chi è Babbo Natale?"
Roland si era messo a sedere al loro tavolo e li stava osservando. I suoi occhi nocciola erano spalancati e concentrati su Regina. Lei gli sorrise a sua volta.
"Babbo Natale è un signore magico che la notte della vigilia di Natale arriva nelle case per consegnare i regali a tutti i bambini e alle bambine buone."
"Davvero?" Chiese il bambino, mentre i suoi occhi s’illuminarono. "Porterà un regalo anche a me?"
"Certo, ma solo se sei stato un bravo bambino" Rispose la donna.
Roland tornò a sedersi al suo posto. Potevano chiaramente sentirlo parlare con i suoi genitori di quest’uomo chiamato ‘Babbo Natale’. Regina e Henry sorrisero.
Il ragazzino si chinò verso sua madre e gli chiese. "Ero anch’io così quando era più piccolo?"
"Oh, sì! Dal momento in cui ti toglievo il tuo costume di Halloween, era tutto un ‘Babbo Natale qui’ e un ‘Babbo Natale di qua’ fino al 25 Dicembre."
"Sembra una cosa davvero fastidiosa. Come facevi a sopportarlo?"
Regina avvicinò Henry contro di sé e disse. "Perché sei mio figlio e vederti così felice rendeva felice anche me."
"Oh! Bene!"
"Siete pronti a ordinare, ragazzi?" Chiese Ruby avvicinandosi al tavolo con il blocco per gli appunti in mano.
Emma allungò il collo in direzione della porta. "So che hanno detto di non aspettarli, ma non capisco che cosa stia trattenendo i miei genitori così a lungo."
"Beh, secondo me dovremmo ordinare e poi chiamarli. Che te ne pare?" Chiese Hook “ Perché penso ormai di essere affamato quanto Henry."
"Mi piace la tua idea. Posso iniziare io?" Chiese il ragazzino.
Una volta che ebbero ordinato, Emma si alzò da tavola per andare a chiamare i suoi genitori. Henry e Hook andarono a farsi una partita, lasciando Regina seduta lì da sola. Tirò fuori il suo cellulare e iniziò a controllare alcuni messaggi. Non ce ne erano più tanti come una volta, visto che lei non era più il sindaco. Ma almeno ora aveva più tempo per stare con Henry e anche per pensare a…
"Regina? Possiamo parlare un attimo?"
Robin Hood.
Si mise seduto di fronte a lei, tenendo le mani giunte sopra al tavolo. Iniziò a guardare le sue dita, come si contraevano, e aveva proprio voglia di allungare le sue mani per stringerle.
No. Stai solo immaginando questa cosa. Un desiderio, niente di più.
Si raddrizzò e chiese. "Che cosa succede?"
"Babbo Natale."
Regina aggrottò la fronte. "C’è qualche problema?"
"Mio figlio non sta facendo altro che farmi domande su questa persona che io non conosco. Chi è Babbo Natale?"
La donna scoppiò a ridere. "Okay, ti racconterò tutto quello che devi sapere, sempre se la cosa vada bene a Marian."
Una tensione imbarazzante scese tra di loro.
Lui si guardò le mani e disse. "Non ci sono problemi, visto che è stata lei a suggerirmi di parlarne con te."
"Davvero?" Chiese la mora distendendo il volto.
Si domandò se Marian avesse detto a Robin di chiedere alla donna che aveva messo nella testa di loro l’idea di Babbo Natala infastidita oppure no.
L’uomo si strinse nelle spalle. "Allora, che cosa mi puoi raccontare di lui?"
Regina si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessun bambino nelle vicinanze che avrebbe potuto ascoltarla. Era da poco che la città aveva smesso di vederla solamente come la ‘Regina Cattiva’ e non voleva distruggere tutto solo perché aveva rovinato il Natale a qualche bambino.
"Babbo Natale è un personaggio leggendario di questo mondo. Si dice che lui viva al Polo Nord e che lavori in un’officina insieme a degli elfi."
"Elfi? Perché esistono qui?"
Scoppiando a ridere, Regina scosse la testa. " Anche loro sono leggendari. I genitori raccontano di loro ai loro figli solo per rendere questo periodo dell’anno più magico e per tenerli in riga."
"Oh?"
La mora annuì. "I bravi bambini ricevono i regali, mentre i cattivi ottengono solo il carbone."
"Il carbone?" Robin sembrava incredulo. "Come mai?"
"Onestamente? Non lo so, ma i bambini hanno paura a riceverlo."
"Quindi, preferiscono i regali. E da dove provengono?"
"I genitori li acquistano e poi li nascondono fino a quando i bambini non vanno a dormire la notte di Natale." Regina guardò verso di Henry mentre stava giocando con Hook. "Mio figlio ha sempre cercato di trovare il luogo dove nascondevo i regali. Ho dovuto cercare di essere sempre più creativa in modo che non scoprisse la verità su Babbo Natale."
Robin scoppiò a ridere. "Allora, come fa Babbo Natale a entrare in casa?"
"Giù per il camino."
"E come fa se la casa non ha il camino?"
Lei si strinse nelle spalle. "Credo che entri dalla porta principale o per qualsiasi altra cosa che per voi vada meglio."
"Mi inventerò qualcosa." Annuì serio l’uomo. "Grazie mille, Regina. Io e Marian abbiamo molto su cui discutere ora."
Regina annuì. "Certo! Comunque, se hai altre domande da farmi, non ti devi preoccupare, sarei felice di darti una mano, sempre fino a quando vada bene per Marian."
"Sono sicuro che per lei andrà tutto bene. Vuole solamente che Roland sia felice e farebbe qualsiasi cosa per assicurarsi che lo sia." Si alzò in piedi. "Ora dovrei proprio andare. Grazie mille per l’aiuto che mi hai dato. Ci…ci vediamo in giro, non è vero?"
"Certo! In fondo questa è una piccola città." Rispose lei sorridendo.
Lui annuì e si allontanò. Lei rimase a guardarlo mentre si fermava a salutare David e Mary Margaret che erano appena entrati nel locale. Dopo qualche frase di cortesia, Robin usci dal Granny's. Regina si voltò, appoggiandosi contro lo schienale sospirando.
"Regina? C’è qualcosa che non va?" Chiese Mary Margaret avvicinandosi, mentre cullava Neal.
David era in piedi dietro di lei, intento a chiudere la carrozzina.
Regina scosse la testa. "Vi stavo solamente aspettando. Come mai ci avete messo tanto ad arrivare?"
Mary Margaret sospirò, abbassando lo sguardo verso il figlio. " Qualcuno è stato più esigente del solito e non riuscivamo proprio a tranquillizzarlo."
"Sta mettendo i denti?"
Regina la comprendeva perfettamente, ricordava benissimo quanto piangesse Henry in quel periodo.
L’altra donna annuì mentre si metteva a sedere. "Mi sento davvero in colpa per il fatto che non posso fare nulla per alleviare il suo dolore. Mi fa sentire come…"
"Come se non fossi una buona madre?"
"Sì! Quindi non è una cosa tanto strana?”
Regina scosse la testa. "Rilassati! È normalissimo!"
"Oh, grazie al cielo!"
"Ora devi solo concentrarti sul primo Natale di Neal. Sarà incredibile."
"E’ arrivato troppo presto." Sospirò Mary Margaret. "Il tempo passa davvero in fretta!"
"Lo so. Ho provato la stessa cosa con Henry. Continuavo a ripetermi ogni giorno che stava crescendo troppo velocemente."
Le due continuarono a parlare mentre tutti gli altri tornarono al tavolo per mangiare. Seduta vicino a suo figlio, Regina si guardò intorno e si rese conto che quel Natale sarebbe stato il migliore di tutta la sua vita.
 
 
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Circa una settimana dopo, Regina incontrò di nuovo Robin, mentre l’uomo stava camminando per Main Street con Roland.
Mary Margaret aveva indetto un’amichevole competizione tra i negozi della città, promettendo un premio per chi avesse avuto il miglior addobbo per Natale. Gli abitanti di Storybrooke avrebbero votato per eleggere il vincitore. Tutti erano entusiasti di questa iniziativa e si divertivano a guardare le vetrine. Regina dovette ammettere — naturalmente mai a voce alta— che Mary Margaret aveva avuto un’ottima idea.
Henry le aveva chiesto se potevano andare insieme e lei non aveva voluto deluderlo, quindi madre e figlio stavano passeggiando lungo la strada insieme, stringendo ognuno una tazza di cioccolata calda tra le loro mani guantate. Emma e Hook erano rimasti indietro con Mary Margaret e David che stavano spingendo il passeggino di Neal. Il piccolo stava diventando sempre più curioso del mondo che lo circondava, mentre agitava in aria le sue paffute manine alle gente che passava, sfoggiando il suo sorriso sdentato. Tutti si fermavano per salutarlo, compresi Robin e Roland.
Regina li vide con la coda dell’occhio mentre si trovava con Henry al di fuori di un negozio. Il ragazzino stava ammirando un’elaborata scultura di un pupazzo di neve all’’interno di una vetrina, ignaro del fatto che sua madre era stata distratta da qualcos’altro. La donna stava fissando come Neal aveva afferrato il dito di Roland e lo stava agitando con tutta la sua forza. Robin stava ridendo per quella scenetta, per poi alzare la testa.
I loro occhi s’incontrarono e Regina si sentì improvvisamente come se stesse vivendo in uno di quei film romantici che Mary Margaret qualche volta l’aveva costretta a guardare. Il suo respiro si fece affannato e le sembrò che il suo cuore perdesse qualche battito. Il tempo si fermò. Tutto svanì e sembrò come se fossero le uniche persone in tutta Storybrooke. Meglio, in tutto il mondo.
In quei film, la protagonista correva sempre verso il suo uomo e si abbracciavano nel bel mezzo della strada. Spesso si scambiavano anche un bacio appassionato.
Ma quello non era un film. Non era neanche il libro di favole dal quale provenivano. Quella era una terra senza magia, quindi voleva dire che era un luogo dove non esisteva un lieto fine.
Regina distolse lo sguardo e tornò a concentrarsi su Henry, che ancora non aveva notato il cambiamento di stato d’animo di sua madre visto che stava ancora fissando entusiasta la vetrina.
"Vorrei che riuscissimo a fare qualcosa di simile anche noi con le nostre decorazioni natalizie." Gli occhi del ragazzino s’illuminarono. "Possiamo? Per favore?"
La donna ridacchiò. "Non credo, Henry. Ci vorrebbe davvero molta magia per mantenerlo così per un mese intero."
La luce nei suoi occhi si spense e le sue spalle si abbassarono. Si girò di nuovo verso la vetrina con un cipiglio dipinto sul volto.
Regina sospirò, amareggiata di vedere suo figlio in quello stato. "Beh, forse potremmo farlo la Vigilia di Natale. Penso di poter mantenere quel livello di magia per una giornata."
"Davvero? Grazie mille, mamma!" Henry l’abbracciò forte, proteggendola per qualche secondo dal vento.
Subito anche lei contraccambiò l’abbraccio.
Farei qualsiasi cosa per il mio piccolo principe.
"Regina! Guarda papà c’è Regina!" Disse Roland trascinando il padre verso di lei e Henry. Il bambino aveva un grande sorriso dipinto sul volto. "Ciao, Regina!"
"Ciao, Roland. Ti piacciono le decorazioni?" Chiese la donna sorridendo, accovacciandosi in modo da trovarsi faccia a faccia con il piccolo. Lui annuì e fece un sorriso ancora più grande. "Wow! Qual è la tua preferita?"
Roland alzò le spalle, mentre suo padre mise una mano sulla sua schiena.
"Penso che gli siano piaciuti tutti."
"Posso portare Roland a vedere quelle vetrine laggiù?" Chiese Henry indicando i negozi dall’altra parte della strada.
Robin annuì e si accovacciò per poter parlare meglio a suo figlio. "Voglio che tu tenga la mano di Henry per tutto il tempo e che ascolti quello che ti dice, okay?"
"Certo, papà!"
Roland strinse la mano di Henry e insieme attraversarono la strada. I due adulti guardarono i loro figli in silenzio. Il più piccolo stava indicando delle stelle o qualcos’altro che stava brillando nella vetrina, mentre il più grande lo stava ascoltando annuendo.
Il cuore di Regina si strinse al pensiero di quella che poteva essere la loro vita. Henry e Roland potevano essere fratellastri e lei e Robin due genitori orgogliosi che stavano osservando i loro figli mentre si stavano godendo del periodo natalizio. Avrebbero potuto trascorrere il Natale insieme.
Invece si trovavano lì in piedi, mentre un silenzio imbarazzante aleggiava tra di loro, rifiutandosi di guardarsi negli occhi.
Robin iniziò a tirare qualche calcio ai sassi che si trovavano sul marciapiede. Quando erano arrivati a quel punto?
Regina si raddrizzò le spalle. Lei e Robin erano adulti ed era venuto il momento che iniziassero a comportarsi come tali. Si voltò verso di lui e chiese. “ Sono sorpresa di non vedere Marian qui con voi. Sta bene?"
"E’ solo un po’ raffreddata. Whale le ha detto di rimanere a riposo, quindi ho portato fuori Roland per darle un po’ di tranquillità." Spiegò l’uomo mettendosi le mani in tasca. "Dovrebbe riprendersi presto."
"Certamente! Spero che guarisca presto."
Sorprendentemente, lei voleva davvero che Marian stesse meglio. Se non altro per amore di Roland.
Parlando di Roland…"Gli sta piacendo il suo primo Natale?" Chiese lei.
Robin sorrise. "Finora, moltissimo. Per lui è veramente un’esperienza nuova, anche per me e Marian."
"Bene! Allora, avete già decorato l’albero?"
Lui aggrottò le sopracciglia. "Perché?"
"Io…Io in realtà non lo so." Rispose Regina scoppiando a ridere. " E’ una consuetudine di questo mondo, ma non mi sono mai chiesta il motivo. Molto probabilmente Emma lo sa visto che lei ha vissuto anche fuori da Storybrooke. Non sarei sorpresa neanche se anche Henry lo sapesse, visto che è molto intelligente."
Robin scoppiò a ridere. “Che madre orgogliosa! Ahahhaha! Hai ragione, è davvero un bravo ragazzo. Tu ed Emma avete fatto davvero un ottimo lavoro con lui."
"Grazie mille! Anche tu e Marian state facendo un ottimo lavoro con Roland."
Robin sorrise, mostrando le sue fossette, e Regina dovette ricordare a se stessa di continuare a respirare.
Oh, non è giusto! Le sue fossette sono la mia debolezza!
L’uomo guardò in direzione di Roland, che stava tirando Henry verso la vetrina successiva. Il bambino indicò una decorazione, parlando animatamente. Il ragazzino annuì e rispose a qualunque domanda l’altro gli facesse.
"Sono contento che Roland stia bene visto che ero molto preoccupato per lui. Sai, perdere i ricordi di un intero anno, ritrovarsi qui a Storybrooke e riavere i suoi ricordi indietro…Ma soprattutto…beh…sai…"
"Marian è tornata in vita.” Disse Regina, concludendo la frase. "Chiunque sarebbe stato confuso in una situazione così."
Robin annuì. "Ha confuso anche me."
"Sembra che state entrambi reagendo bene."
"A Roland manchi molto" Sbottò lui, per poi sussurrare dolcemente "E manchi molto anche a me."
"Anche a me mancate entrambi." Rispose Regina, cercando di non sorridere. "Ma tu hai fatto la tua scelta."
Lui sospirò. "Lo so."
Roland attraversò la strada di corsa, seguito a ruota da Henry. Si lanciò tra le braccia di suo padre e disse. "Papà, voglio costruire un pupazzo di neve!"
Tutti scoppiarono a ridere.
Robin si guardò intorno. "Mi dispiace molto, Roland. Ma è necessaria la neve per costruire un pupazzo di neve e, come puoi vedere, non c’è."
"Oh!" Il volto del bambino si fece triste. Guardò verso Regina. "Tu puoi far nevicare?"
L’espressione della sua faccia e il suo tono di voce le strinsero il cuore. Il senso di colpa la stava uccidendo mentre diceva "Non adesso!"
"Ma la regina Elsa lo ha fatto. Sei una regina magica anche tu, non puoi provare?"
Regina avrebbe tanto voluto poter far nevicare per Roland, ma sapeva di non poterlo fare. "Mi spiace tanto!"
"Va bene comunque, Regina." Il bambino sospirò, prima di sorridere e chiedere “Però possiamo andare a prendere un gelato?"
Ormai, anche gli altri si erano radunati intorno a Regina e Robin e qualcuno scoppiò persino a ridere.
Robin scosse la testa. "E’ troppo freddo per il gelato, Roland."
"Che ne dici se invece andassimo tutti da Granny's per una fetta di torta?" Suggerì Regina.
Mary Margaret annuì. "Mi sembra proprio una bella idea."
"Possiamo andare anche noi, papà? Per favore?" Supplicò Roland.
Robin sembrava incerto. "Non lo so. Abbiamo lasciato la mamma da sola già da un po’, forse è meglio se andiamo a vedere come sta."
"Okay!" Rispose Roland, sembrando ancora una volta deluso. Fece un cenno di saluto agli altri. "Ciao! Grazie, Henry!"
"Di nulla, Roland!" Disse Henry, salutandolo a sua volta con la mano.
Regina avvolse un braccio intorno al figlio, abbracciandolo stretto contro di sé mentre salutava i due che se ne stavano andando.
Il ragazzino alzo lo sguardo verso di lei e chiese. "Possiamo andare comunque a prendere quella fetta di torta?"
Tutti gli altri scoppiarono a ridere, mentre Regina annuì. "Vieni, andiamo da Granny's."
 
 
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Regina stava camminando per i boschi appena fuori da Storybrooke, stringendo tra le mani un sacchetto di carta marrone. Sapeva che stava facendo la cosa giusta.
Ma certo che sì. Non è forse quello che farebbe un eroe?
L’accampamento si trovava sopra la collina e lei dovette fermarsi per prendere un respiro profondo e calmarsi. Poteva farlo. Poteva vedere Robin, Marian e Roland che si comportavano come una perfetta famiglia felice. Poteva essere felice per loro. Poteva essere una dei buoni.
"Regina, che cosa ti porta qui?" Le domandò Little John.
Fece un altro profondo respiro per calmarsi. "Dovrei vedere Robin e la sua famiglia perché ho qualcosa per loro. Dove sono?"
L’uomo indicò una tenda che sembrava essere al centro della loro piccola città. Regina lo ringraziò e si avvicinò verso di essa.
Ma subito un lembo della tenda si alzò e Marian vi uscì. Era pallida e con gli occhi arrossati. Mentre camminava, traballava leggermente. Era molto facile capire che fosse ammalata. Regina sperò che si trattasse solo di un raffreddore e non qualcosa di peggio.
Marian concentrò la sua attenzione su di lei. "Regina? Che cosa ci fai qui?"
"Ti ho portato della zuppa. Ho anche qualche medicinale, ma le persone in questo mondo credono che questo sia il rimedio migliore quando si è malati." Rispose la mora porgendole il sacchetto di carta. "Ci sono anche qualche fetta di torta per la tua famiglia. L’ho fatta io."
L’altra donna rimase qualche secondo a studiare la busta, prima di tornare a fissare i suoi occhi. "Grazie mille! Apprezzo molto questo gesto. Ma perché sei così gentile?"
Regina si strinse nelle spalle. "Perché è Natale. Almeno credo."
"Natale. Giusto." Marian aggrottò la fronte. " A proposito di questo, penso che sarebbe meglio se tu smettessi di parlare a Roland del Natale."
"Perchè?"Chiese la mora confusa.
"Perché…noi non possiamo dare a Roland lo stesso Natale che hanno tutti gli altri. I regali, le decorazioni, i dolci, un pranzo speciale… per noi non è proprio possibile. Non voglio vedere la delusione nei suoi occhi perché non credo che lo sopporterei."
Regina capiva il suo discorso, perché anche lei non voleva fare del male o deludere Henry, ma non poteva essere d’accordo con il piano di Marian.
"Non potete fare semplicemente finta che il Natale non esista: è ovunque! Pensi di non portare Roland in città fino a Gennaio?"
"Certo, se dovesse essere necessario."
Regina si avvicinò, abbassando la voce. "Non voglio discutere con te. Hai tutto il diritto di crescere il tuo bambino nel modo che più desideri, ma ormai è molto tempo che vivo in questo mondo e ne ho già visti diversi di Natali. Non si tratta solamente di un albero, decorazioni, regali o biscotti, ma di stare con la propria famiglia, passare del tempo insieme. Si tratta di amore, pace e speranza. C’è voluto molto tempo a me  per capirlo e ti prego di non fare gli stessi errori che ho fatto io."
"No!" Qualcosa balenò negli occhi di Marian, ma era troppo veloce affinché Regina riuscisse a identificarlo. La cosa la innervosiva, anche se l’altra sembrava mantenere la calma mentre le diceva " Non riesco a credere che sto dicendo queste cose proprio a te, ma come madre, ti chiedo di rispettare i miei desideri."
"Okay! Lo farò!" Fece un passo indietro e aggiunse. "Goditi la zuppa. Anche la torta."
Si voltò e corse verso l’uscita del campo, andando quasi a sbattere contro Robin.
L’uomo allungò la mano per impedire che cadesse all’indietro. "Regina! Che cosa ci fai qui?"
"Dovevo portare una cosa, ma ora devo proprio andare. Ci vediamo in giro."
Si allontanò velocemente. Non poteva rimanere in quel luogo per un secondo di più.
 
 
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"Non vuole festeggiare il Natale?" Chiese Mary Margaret mentre metteva una tazza di caffè sul tavolo di fronte a Regina, per poi sedersi e gustare il proprio.
L’altra donna annuì. "E’ un suo diritto. In fondo Roland è suo figlio, non il mio."
"E Robin che dice? Anche lui è d’accordo?"
"Non lo so. Io non sono la sua confidente." Bevve un sorso del suo caffè. " E’ una questione tra lui e sua moglie."
"Credo che tu abbia ragione. Ma penso che sia una cosa davvero…drastica. Se ce lo chiedessero, potremmo anche dargli una mano."
"Marian non lo farebbe mai, è troppo orgogliosa." Regina fissò la sua tazza. "E’ una cosa che posso capire e rispettare."
Mary Margaret annuì. "Credo di poterlo fare anch’io. Ma penso ancora che non si può tener lontano Roland da tutti durante il periodo natalizio, specialmente dopo aver visto quanto gli piace. Mi sembra davvero un peccato."
"Sai che vi dico." Disse Emma afferrando una tazza di caffè e sedendosi al tavolo con loro. "Natale è un periodo davvero molto divertente. Non capite quanto mi dispiace di aver perso così tanti Natali di Henry e spero che Marian non si ritrovi ad avere gli stessi rimpianti con Roland."
Regina fissò la bionda. "Chi ti ha invitata?"
"Io qui ci vivo"
"Hai proprio bisogno di trovare un posto tutto tuo."
"Non dirlo a me" Mormorò Emma, sorseggiando un po’ di caffè "Allora, che cosa vogliamo fare per Roland?"
"Rispettare la volontà di Marian. Non abbiamo altra scelta." Rispose Regina sospirando.
Mary Margaret sorrise, un sorriso che fece subito capire alle altre due donne che stava progettando qualcosa. "Ne sei sicura?"
"Sì! Non voglio immischiarmi in questa storia" Rispose Regina. " Non è una cosa che io normalmente faccio."
Mary Margaret lanciò un’occhiata in direzione di sua figlia, proprio nel momento in cui lei stava sputando il suo caffè. "Capisco. Ma non lo faresti neanche per Roland?"
Regina la fissò "Questo non è giusto e tu lo sai."
"Andiamo! Scommetto che desideri che quel bambino possa festeggiare il Natale, non è vero?"
"Mary Margaret…" Dissero all’unisono le altre due.
Emma si avvicinò a sua madre. "Io in questo momento la penso proprio come Regina. Dobbiamo lasciar perdere."
Mary Margaret fece una smorfia, ma non continuò più con quel argomento.
 
 
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Qualche giorno dopo, David e Hook portarono un albero all’interno della sua villa.
Regina se ne stava in disparte, con le braccia incrociate al petto. "Non ho bisogno del vostro aiuto per l’albero, lo sapete?"
I due uomini non sembravano molto turbati dal tono che aveva utilizzato.
David la guardò da dietro l’albero. "Sì, lo sappiamo. Comunque prego."
La donna sospirò e andò in cucina. Il minimo che potesse fare in quel momento era preparare per loro qualcosa da bere e da mangiare. Era una cosa gentile da fare.
Henry era seduto al tavolo, intento a fare i suoi compiti.
Regina gli sorrise. "Come vanno le cose qui?"
"Bene, grazie! Anche se non riesco a capire come mai gli insegnanti ci diano così tanti compiti in prossimità del Natale e come pensino che noi facciamo a concentrarci." Rispose il ragazzino sospirando, lasciando sul tavolo la propria penna.
La donna scosse la testa. "Cerca di fare del tuo meglio. Non appena finisci, puoi prendere qualche biscotto."
"Ooh!!! Mi stai corrompendo?? Che mossa elementare." Henry sorrise, ma tornò comunque a studiare.
Allora Regina accese il fornello e ci mise sopra il bollitore. Una cioccolata calda sembrava proprio una buona idea. Tirò fuori quattro tazze, sperando che non sarebbe arrivato nessun altro. Era sicura di non averne abbastanza per tutta la famiglia.
Si girò e si rese conto che Henry era chino sopra il suo libro, concentrato sui propri compiti. Decise di non disturbarlo per chiedere se volesse anche dei marshmallows nella sua cioccolata calda, ma preferì preparagli per tutti.
"Regina? Dove sei?" La chiamò David dall’altra stanza.
"In cucina. Perché non mi raggiungete?"
I due uomini si guardarono intorno.
"Hai bisogno che ti aiutiamo con qualcosa?" Le chiese David.
"Basta che vi mettete seduti e aspettate che l’acqua bolla" Rispose Regina indicando il tavolo. "Vado a vedere se è rimasta qualche fetta di torta."
"Una torta? Intendi una torta di mele?" Domandò Henry alzando immediatamente la testa.
Sua madre gli lanciò un’occhiataccia. " Hai finito i tuoi compiti?"
"Quasi!"
"Beh, finisci e poi potremmo parlare di torta." Si girò verso Hook e David. "E voi due non vi azzardata a dargliene un pezzo di nascosto prima."
I due uomini si guardarono a vicenda, mentre lei andò a cercare la torta. Da quando era diventata così brava a capire che cosa quei due pensavano? Sembrava una cosa davvero surreale.
Tornò in cucina con la torta proprio nel momento in cui qualcuno suonò alla porta. Guardò gli altri e, puntando il dito contro di loro, disse. "Non toccatela. Torno subito."
Camminando all’indietro per non perdergli di vista, Regina uscì dalla cucina.
Chiunque fosse suonò una seconda volta.
"Aventi!" urlò lei.
Aprì la porta e subito sentì il suo cuore fermarsi.
"Robin?"
Lui rimase fermo sulla soglia, con le braccia abbandonate lungo i fianchi. Il suo sguardo era molto triste.
"C’è qualcosa che non va? Riguarda Roland?" Chiese Regina preoccupata
"No." Rispose Robin, riprendendosi velocemente. La sua voce era molto chiara mentre aggiunse. "No, lui sta bene. Almeno fisicamente. Ma continua a fare domande sul Natale. Io e Marian non sappiamo proprio che cosa fare."
La mora chiuse la porta alle sue spalle, raggiungendo l’uomo sulla veranda. "Marian mi ha detto che non ha nessuna intenzione di festeggiarlo."
"Lo so." Rispose lui sospirando, passandosi una mano tra i capelli. "Ma lui non vuole proprio smettere di parlarne. Ho bisogno di dargli il Natale, ma non so proprio come fare."
"Robin…"
"Per favore, Regina! Solo tu puoi aiutarmi."
Sospirò. "Robin, il Natale non è solamente decorazione. Si tratta della famiglia. Torna a casa e passa il tempo con tua moglie e tuo figlio e vedrai che così Roland avrà il suo Natale."
"Penso che lui voglia anche le decorazioni, però."
"Allora fagli capire tu il vero significato del Natale."
"Io non so di che cosa si tratta!" Rispose Robin quasi gridando.
Regina lo zittì. "Il vero significato del Natale è l’amore. È molto semplice, davvero."
"Sì, lo credo anch’io. Semplice. Grazie mille per tutto, Regina!"
"Prego!" Rispose lei sospirando " Forse è meglio se ora torni a casa. Si è fatto tardi e sono sicura che Marian sarà in pensiero. Buona notte, Robin!"
Senza aspettare la risposta, Regina face qualche passo indietro e rientrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle. Asciugandosi gli occhi, tornò in cucina.
David, Hook e Henry la fissarono, rimanendo però tutti e tre in silenzio.
Quindi lei prese un respiro profondo e disse. "Allora, chi vuole una fetta di torta?"
 
 
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Il giorno della Vigilia di Natale, la poca neve che era scesa in quei giorni si era già sciolta.
Henry guardò fuori della finestra, sconsolato. "Pensi che avremo un bianco Natale?"
"Non lo so!" Rispose Regina, raggiungendo suo figlio. "Il tempo purtroppo non promette neve."
Il ragazzino sospirò sconfitto, voltandosi per mettersi seduto correttamente. "Vorrei tanto che questo sia un bianco Natale."
"Anche dopo tutto quello che è successo con la Regina delle Nevi all’inizio del anno?" Domandò la donna alzando un sopracciglio.
"E’ successo mesi fa, mamma. Ora sono pronto per rivedere un po’ di neve." Rispose Henry utilizzando un tono di voce che sembrava far pensare che quella fosse la più grande idea del mondo.
Oh! La temuta adolescenza. Che Dio ci aiuti!
Regina indicò la cucina. "Perché invece ora non finiamo di preparare i biscotti? Quelli si che rientrano nel mio potere."
"Ok!" Mormorò il ragazzino alzandosi in piedi e seguendo sua madre nell’altra stanza.
Dopo che la prima teglia di biscotti era stata decorata, l’umore di Henry era nettamente migliorato. Mentre leccava via la glassa, raccontava dei regali che sperava di ricevere la mattina dopo. Regina ed Emma avevano passato una lunga notte da Granny's con Mary Margaret per decidere chi avrebbe regalato cosa, quindi la mora stava cercando di non sorridere in quel momento.
"Mamma? Mi stavo semplicemente chiedendo…" Disse il ragazzino, fermandosi di colpo.
Regina lasciò la spatola sul tavolo e guardò suo figlio. "Che cosa?"
"Potremmo portare qualche biscotto a Robin e agli altri Merry Men? Roland ne sarebbe davvero felice." Unì le mani insieme. "Per favore?"
“ Mi piacerebbe davvero molto, ma non credo che in questo modo rispetteremo i desideri di Marian." Rispose Regina sottolineando la frase con la spatola. "E’ stata Mary Margaret a consigliarti di dirmelo?"
Lui scosse la testa, ma fu tradito dall’espressione di panico sul suo volto.
La mora scosse la testa. "Allora puoi anche dire a tua nonna di smetterla di ficcare il naso in questa faccenda."
"Sì, signora!" Disse Henry voltandosi verso i biscotti.
Più tardi, il ragazzino si rannicchiò accanto a sua madre e, alzando lo sguardo verso di lei, disse. "Mi dispiace per prima. Voglio solo che Roland abbia uno strepitoso primo Natale. Lo sai che per me è come un fratellino più piccolo?"
Regina cercò di non pensare a quanto Roland fosse andato vicino a diventare per davvero il fratellino di Henry. Era troppo doloroso. Così passò una mano tra i capelli del figlio e disse. "Questo è davvero molto dolce da parte tua. Sei proprio un bravo ragazzo."
"Grazie! Ho avuto davvero due grandi mamme." Rispose sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso e lo abbracciò. " Certo che le hai avute."
"Ma mi sarebbe davvero piaciuto avere un bianco Natale!"
Regina alzò gli occhi: un ‘idea aveva iniziato a formarsi nella sua mente…
 
 
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"Perché ci troviamo qui in piena notte?" Chiese Emma incontrando Regina nel bel mezzo della strada, strofinandosi le mani guantate. "Fa tanto freddo qui fuori."
"Sì! Ma non c’è umidità nell’aria, quindi niente neve." Rispose la mora.
La bionda alzò gli occhi verso il cielo. "Hai ragione, niente nuvole. Ma non è una cosa buona il fatto che non ci sia la neve?"
"Henry desidera avere un bianco Natale."
"Oh!" Emma sorrise. "Allora fa in modo che lo abbia. Ma non capisco perché tu abbia bisogno di me?"
Regina si strofinò le mani. "Perché richiede molta energia e io non riesco a farlo da sola, ma noi due insieme possiamo riuscirci."
"Okay! Dimmi che cosa devo fare." Rispose la bionda togliendosi i guanti.
Sorridendo, l’altra donna fece la stessa cosa. "Basta che segui quello che ti dico."
Le due rimasero in piedi lì nel bel mezzo di Storybrooke, città ormai addormentata. Tutto era buio e silenzioso. Alzarono le mani verso il cielo e si concentrarono. Dei fasci di luce bianca e viola iniziarono a salire verso il cielo, offuscandolo. Piccoli fiocchi di neve iniziarono a scendere piano piano, per poi aumentare d’intensità e ricoprire il terreno.
Regina sorrise mentre osservava il loro lavoro. "Penso che Henry avrà una bella sorpresa quando si sveglierà domani mattina."
"Penso che l’avrà tutta la città." Rispose Emma. "Hai ancora bisogno di me o posso tornare nel mio bel lettuccio caldo?"
"No, no! Puoi andare. Grazie mille!"
Emma sorrise e iniziò a camminare lungo la strada, fino a quando non sentì Regina urlare il proprio nome. Si fermò e si girò per osservare la mora.
"Buon Natale, Emma!"
"Buon Natale anche a te, Regina! Ci vediamo domani mattina."
Mentre Emma continuava ad arrancare lungo la strada, Regina si rese conto di dover tornare a casa prima che la neve glielo rendesse più difficile, ma qualcosa la spinse comunque verso il bosco. Il campo di Robin era silenzioso: tutti quanti stavano dormendo. Persino Will Scarlet, che sapeva che spesso rimaneva di vedetta. Ma la cosa non le importava. La sua missione doveva essere fatta con la massima segretezza. Proprio come quella di Babbo Natale.
 
 
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Quando finalmente Regina tornò a casa stava già albeggiando. Si mise a letto, sperando di poter dormire un paio d’ore prima che Henry si svegliasse per aprire i regali. Chiudendo gli occhi, scivolò in un sonno profondo.
Riuscì a dormire quattro ore prima che suo figlio la svegliasse, interno alle 09:00. Lui la scosse leggermente, dicendole che sarebbe esploso se avesse dovuto aspettare un minuto di più prima di aprire i regali. Dubitò che la cosa potesse davvero accadere, ma decise che non valeva comunque la pena rischiare. Così si tolse le coperte di dosso e s’infilò le pantofole ai piedi.
Appena scesi al piano di sotto, Henry corse verso la finestra. Si voltò verso sua madre, che ancora si trovava sulle scale, e, sorridendo, gridò. "Ha nevicato! Abbiamo un bianco Natale!"
"Davvero? Ma guarda un po’." Disse Regina sorridendo e raggiungendo il figlio alla finestra.
Il loro incantesimo aveva funzionato e ora tutta Storybrooke era ricoperta da un velo di neve. Era sufficiente per poter fare a palle di neve, disegnare gli angeli e creare pupazzi di neve prima che facesse sera.
Henry la guardò. "Sei stata tu a farlo?"
"Certo che no! Te l’ho detto che avrei dovuto utilizzare troppa magia per farlo."
"Giusto! Ma se tu e l’altra mamma aveste lavorato insieme, sono sicuro che sareste state capaci di farlo." Continuò lui caparbio.
Regina strinse gli occhi. Suo figlio stava crescendo e stava diventando sempre più intelligente e la cosa la riempiva davvero d’orgoglio. Ma ora era arrivato il momento di cambiare discorso, non di lodarlo.
"Andiamo! Abbiamo un sacco di regali d’aprire e pancakes da mangiare prima di andare dai tuoi nonni."
"Possiamo costruire anche un pupazzo di neve?" Chiese Henry con gli occhi che brillavano speranzosi.
Certo, stava crescendo, ma continuava a mantenere una sorta di meraviglie per le cose quasi infantile.
La donna gli scompigliò i capelli. "Forse! Se smettiamo di perdere tempo."
Henry non se lo fece ripetere due volte e subito corse verso l’albero. Regina s’inginocchiò accanto a lui, osservandolo mentre passava in rassegna i suoi regali. Pochi minuti dopo avevano entrambi davanti a loro un piccolo mucchietto di pacchetti, senza contare che ve ne era un terzo da portare a casa dei Charmings.
Regina sorrise e disse. "Su, Henry. Inizia tu ad aprire i regali."
Afferrando per prima il pacco più grande, il ragazzino iniziò ad aprire tutti i suoi regali.  Per ognuno di essi aveva spalancato gli occhi e aveva gridato un "Grazie, mamma!"— anche quando si trattava di biancheria intima e calzini. Quando ebbe finito, lui l’abbracciò e quello fu il più bel regalo che Regina potesse desiderare.
A quel punto iniziò lei ad aprire i suoi regali, facendo “oohing” e “ahhing” per ognuno di essi.
Quando ebbe finito, si alzò in piedi. "Okay! È arrivato il momento di preparare i pancakes."
"Aspetta! In realtà hai un altro regalo da scartare." Disse Henry alzandosi e correndo verso la propria camera. Quando tornò, stringeva in mano una piccola scatola quadrata che per tutto quel tempo aveva nascosto alla vista di sua madre. "Questo è da parte di Robin. Ho voluto comunque dartelo, anche se… lo sai."
Regina lo prese, esitante. Le aveva fatto un regalo? Quando? Perché? aprì la scatolina e ne tirò fuori una catenina con un ciondolo a forma di freccia in oro. "Questo è…wow."
"Lo aveva comprato prima del ritorno di Marian e voleva dartelo per il tuo compleanno. Ma poi è successo tutto quanto…" Henry si fermò, decidendo di non entrare più di tanto nei particolari. "Penso che lui voglia che tu l’abbia comunque."
La donna chiuse la scatolina. "Ok! Su andiamo a preparare i pancakes."
Il ragazzino ingurgitò velocemente la sua colazione, in modo da poter avere del tempo per poter andare a giocare con la neve. Quando uscirono fuori, lui e sua madre si stesero a terra per fare degli angeli e poi cercarono di costruire un pupazzo di neve, cosa che non riuscì molto bene.
"Forse dovremmo fare qualcos’altro!" Suggerì Henry.
"Forse dovresti uccidere questo pupazzo. Almeno farai un atto di misericordia." Disse Emma raggiungendoli.
Regina roteò gli occhi. "Va bene così com’è. E’ strano, ma va comunque bene."
"Sì! Penso che abbia carattere" Aggiunse il ragazzino.
La bionda alzò le mani al cielo. "Okay! Vedo di essere in minoranza. Va bene. Questo pupazzo di neve può ancora vivere."
"Allora, che cosa ti porta qui?" Le chiese la mora.
"Sono venuta solo per sapere quando pensate di venire a casa. Più che altro è Mary Margaret che voleva saperlo. Sta andando fuori di testa per questa cena, ma non ditele che ve l’ho raccontato."
Gli altri due scoppiarono a ridere, promettendole di non farlo.
Regina guardò il suo orologio. "Penso che arriveremo tra circa un’ora. Va bene?"
"Certo! Vado a dirlo a Mary Margaret." Rispose Emma scompigliando i capelli al figlio. Poi si voltò per andare via, ma si fermò e, guardando verso Regina, aggiunse "Ho sentito che i Merry Men hanno trovato una sorpresa al loro risveglio questa mattina. Tu non ne sai nulla, non è vero?"
Regina fece del suo meglio per cercar di mantenere un’espressione seria in volto, anche se la testa di Henry si girò così velocemente verso di se, che iniziò a preoccuparsi che avesse preso un colpo di frusta.
"Non so di che cosa tu stia parlando."
Emma non sembrava molto convinta. "Ovviamente tu non ne sai nulla."
"Non hai nient’altro da dire, Miss Swan?"
"Solamente di non fare tardi. A dopo, ragazzino." Disse andando via.
Henry rispose al saluto, per poi chiedere a Regina. "Che cosa hai fatto?"
"Nulla!"
"Bugiarda!" Henry incrociò le braccia al petto. "Raccontami tutto."
La donna scoppiò a ridere. "Che ne dici se invece te lo mostro?"
 
 
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Madre e figlio si avvicinarono al campo Merry Men, ma, quando vi furono davanti, Henry si fermò bruscamente. La sua bocca si spalancò a quella vista.
La neve copriva il terreno e gli alberi. Sui rami di un abete erano state posizionate delle luci che formavano degli ornamenti scintillanti. Dei regali, avvolti in delle carte colorate, erano adagiati alle sue radici.
Regina aggrottò la fronte. "Dovrebbero aprirli quei pacchetti."
"Aha!" Il ragazzino si mise davanti a lei, puntandole un dito contro. "Lo sapevo! Non sei riuscita a resistere, non è vero?"
La mora rispose sorridendogli. Poi avvolse un braccio intorno alle sue spalle e disse. "Vieni! Andiamo a vedere perché i Merry Men hanno lasciato i loro regali lì."
Entrati nel campo, trovarono alcuni uomini intenti a cuocere un maialino sul fuoco. Henry arricciò il naso per l’odore e Regina cercò di non scoppiare a ridere per quella vista.
La cosa diventò più facile quando si rese conto che Marian stava camminando verso di lei. La mora si preparò mentalmente a qualsiasi cosa la donna stesse per dirle. In fondo se lo meritava. Infatti, non aveva forse ignorato i suoi desideri? Sperava solo che la presenza di Henry avrebbe mitigato la conversazione.
Marian si fermò davanti a madre e figlio, incrociando le braccia al petto. "Immagino che tutto questo sia opera tua."
"Sì! Ieri sera ho cercato di far salire un po’ lo spirito natalizio in questo luogo.” Ammise Regina. "Lo so che mi hai detto di non voler festeggiare il Natale, ma …"
"Grazie mille!”
"Scusami?" Chiese la mora presa un po’ alla sprovvista.
"Grazie mille!" Rispose Marian sospirando, mentre giocherellava con il proprio mantello. “So quello che ho detto, ma questo era ciò di cui avevamo davvero bisogno. Quindi, grazie!"
Immaginando che c’era voluto molto coraggio per la donna per ringraziarla, Regina annuì. "Non c’è di che!"
"Vostra Maestà, potrebbe spiegarci cortesemente una cosa?" Chiese Little John alzandosi dal suo posto e avvicinandosi ai tre. " Ci sono dei regali all’interno di quei pacchetti avvolti con della carta?”
Henry annuì. "E sono tutti per voi!"
Come dei bambini, i Merry Men corsero a prendere i regali sotto l’albero. Strapparono le carte, discutendo sul quale fosse il più grande.
Regina alzò gli occhi al cielo. "Sono tutti della stessa dimensione. Comunque siete tutti uomini adulti, per l’amor del cielo. Inoltre, su ognuno ho scritto un bigliettino con il nome della persona per cui il regalo è."
Gli uomini si guardarono imbarazzati, prima di controllare i nomi. Dopo che ognuno trovò il proprio dono, si sedettero intorno al fuoco per aprirli. Henry gli raggiunse, troppo curioso di vedere che cosa sua madre avesse regalato loro. La maggior parte erano dei regali utili — calzettoni, cappelli, guanti, stivali, frecce e altri oggetti simili  — ma loro ne furono molto grati.
Solamente tre doni erano rimasti ancora sotto l’albero. Regina si avvicinò e ne prese uno avvolto in una carta rossa e lo porse a Marian. "Buon Natale!"
"Grazie mille!" Rispose l’altra prendendo il dono, ma senza aprirlo.
Le due donne si fissarono fino a quando non arrivò Henry.
"Dove sono Robin e Roland?" Chiese rimanendo in piedi accanto a sua madre.
Regina si stava chiedendo la stessa cosa, ma non osava dirla ad alta voce.
Marian indicò in direzione della foresta. "Sono andati a provare il nuovo arco di Roland. Non credo che torneranno prima che faccia buio."
"Oh! Beh, noi ora dobbiamo proprio andare. Fai loro gli auguri da parte nostra." Rispose la mora sorridendo, sollevata per il fatto di non dover vedere Robin felice il giorno di Natale con la propria famiglia.
Strinse il con il braccio le spalle di Henry e iniziarono a camminare verso l’uscita dal campo. Immediatamente si sentì chiamare dall’altra donna che le chiese di aspettare un attimo. Allora disse a suo figlio di aspettarla in macchina.
Marian la raggiunse, fissandola per qualche secondo prima di distogliere lo sguardo e dire. "Mi dispiace tanto."
"Per cosa?" Chiese confusa.
Marian non le aveva fatto niente di male.
"Sono sempre stata molto scortese con te, soprattutto perché ero gelosa e arrabbiata."
"Che cosa? Ma perché?"
"Perché so che Robin è ancora innamorato di te. Ha cercato di far tornare tutto come prima, ma mi rendo conto che non è lo stesso. Quindi, irrazionalmente, la mia mente ha collegato il Natale a te e questo avrebbe significato che avreste passato molto tempo insieme…"
"Ed è per questo che hai preferito non festeggiare il Natale" Aggiunse Regina terminando la frase.
Marian annuì. "Quindi grazie per non avermi dato ascolto. Guardare come gli occhi di Roland brillavano questa mattina…non avrei mai voluto rinunciarci."
"Prego! È stato un piacere, Marian." La donna si voltò e raggiunse Henry in macchina in modo da poter andare a casa dei Cherming per la cena di Natale.
 
 
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Knock. Knock. Knock.
Regina alzò lo sguardo mentre si trovava sul divano, aggrottando la fronte. Chi poteva bussare alla sua porta a quell’ora di notte? Se fosse stata Emma a essere venuta per convincerla a passare il resto della nottata ancora dai Charmings, lei non si sarebbe sentita responsabile se fosse tornata per qualche secondo in modalità Regina Cattiva.
Knock. Knock. Knock.
Lasciando il suo bicchiere di vino sul tavolino, corse verso la porta mormorando a bassa voce. "Sto arrivando! Tieni a freno i tuoi nervi."
Knock. Knock. Knock.
"Guarda, sto bene qui. Non ho bisogno di venire…" Le parole le morirono sulle labbra non appena si rese conto di chi vi era in piedi davanti alla sua porta"Robin?"
Lui sorrise. "Posso entrare dentro o questo è un brutto momento per te?"
"No, no. Entra pure!" Rispose lei facendosi da parte, in modo che lui potesse avanzare.
Robin entrò nell’abitazione, tenendo le mani nelle tasche e guardandola mentre chiudeva la porta. Lei si appoggiò contro di essa, incontrando il suo sguardo. Nessuno dei due disse nulla per alcuni minuti.
Infine, Robin fece un passo in avanti. "Buon Natale, milady!"
"Buon Natale, Robin!" Rispose Regina aggrottando la fronte. "Che cosa ci fai qui? Non dovresti stare con la tua famiglia?"
"C’ero. Roland si è addormentato e così io e Marian abbiamo avuto una lunga chiacchierata."
"E che ha a che fare tutto questo con me?"
Il cuore della donna iniziò a battere velocemente. Si era fatta qualche idea, ma non voleva ancora una volta illudersi troppo con lui.
L’uomo le prese la mano. "Vogliamo andare in salotto?"
"Robin…"
"Ti prometto che ti racconterò tutto quando saremo di là."
La serietà nei suoi occhi la costrinse a seguirlo nell’altra stanza. Si sedette accanto a lui sul divano, rimanendo però contro il bracciolo. Robin fece la stessa cosa. Entrambi avevano le mani giunte.
"Marian mi ha raccontato del motivo per cui aveva vietato di festeggiare il Natale. Devo dire che ne sono rimasto sorpreso, non per i sentimenti che prova, perché quelli erano molto chiari ed era già da un po’ che lo avevo capito, ma perché ha fatto una cosa del genere solamente per tenerci lontani.”
"Stava cercando di tenere unita la sua famiglia. La rispetto molto per questo.” Rispose Regina.
Robin annuì. "Giusto! Ma dopo questa conversazione io e Marian abbiamo deciso che non è giusto rimanere insieme solo a causa del mio codice d’onore. Lei vuole… merita di essere amata. E la stessa cosa vale anche per te, Regina.” Disse facendosi sempre più vicino. “Spero di essere ancora degno di farlo.”
Regina smise di respirare e il suo cuore si fermò. Era più che certa di essere appena morta e di essere andata in paradiso, dove Robin aveva scelto lei invece che Marian.
Ma il suo cuore riprese a battere e lei prese un respiro profondo. Lui era ancora lì che stringeva ancora la sua mano e la stava guardando con occhi pieni d’amore.
"Stai scegliendo me?" Chiese senza fiato.
Lui annuì.
"E questo non è un sogno?"
"No, non lo è." Mise le mani sulle sue guance. "Ti amo, Regina."
Lei scoppio a ridere e portò le mani sopra alle sue, rendendosi conto che erano bagnate dalle sue lacrime. "Ti amo anch’io."
Lui si fece più vicino, strofinando con il pollice la sua guancia. "Dovremo lavorare molto per fare in modo che non ci siano problemi tra te, me e Marian."
"Certo!"
"Ma penseremo a tutto questo domani." Disse appoggiando la fronte contro quella dell’altra. "Stasera, però, è tutta per noi. È Natale."
Regina si allontanò, spalancando gli occhi. "Sì, lo è! Ma io non ho nessun regalo per te."
"Va bene così! In fondo sei tu tutto quello di cui ho bisogno."
Si chinò in avanti e la baciò.
Lei si sentì sciogliersi. Era tutto vero. Lui era lì e la stava baciando con molta più passione di quanta avesse mai immaginato.
Regina si allontanò e gli sorrise. "Rimani così per cinque minuti."
"Cinque minuti? Perché?"
Si alzò in piedi, lasciando che le proprie dita scivolassero sopra le sue. I suoi occhi marroni brillavano per una gioia che non provava da un lungo periodo di tempo. "Lo vedrai. Semplicemente, aspettami qui. Tra cinque minuti vieni al piano di sopra."
"Come desideri!" Rispose.
Poteva vedere che era ancora confuso, ma andava bene così. Tutto sarebbe diventato presto più chiaro.
Regina corse su per le scale, spalancando la porta del ripostiglio dove aveva lasciato una sacca piena di carta regalo. Era felice di non averla già messa in soffitta. Afferrando qualche foglio, si affrettò ad andare nella sua camera da letto.
Si sfilò i suoi pantaloncini e li gettò a terra, seguito subito dopo dal suo dolcevita. Iniziò a rovistare nei suoi cassetti alla ricerca di un completino di mutandine e reggiseno coordinate. Dopo un po’ sentì i passi di Robin avvicinarsi e si affrettò.
Mettendosi un fiocco in testa, si adagiò sul letto in una posa seducente proprio nel momento in cui l’uomo aprì la porta. Rimase qualche secondo fermo a guardarla. "Regina…"
"Buon Natale, Robin! Sono io il tuo regalo." Disse sorridendo.
Lui scoppiò a ridere, per poi mordersi il labbro inferiore. "Beh…penso che allora il mio regalo mi piaccia davvero tanto."
Chiudendosi la porta alle spella, Robin salì sul letto, sfilandosi i vestiti. Regina allungò una mano per aiutarlo, afferrando il primo indumento che riuscisse a toccare. Lui la baciò con una passione che non aveva mai provato prima, a cui lei rispose immediatamente.
Vi erano molte cose su cui dovevano discutere, ma potevano benissimo aspettare fino al mattino. Era ancora Natale e stavano finalmente per goderselo insieme. Più tardi avrebbero discusso sul fatto se dovessero considerare quello come il loro primo Natale insieme oppure no, ma ora c’era solamente amore e magia tra di loro.
 
 
 
Salve a tutti! Vi ripropongo questa OS che avevo pubblicato il Natale scorso, ma che avevo dovuto cancellare. Amo queste storie dove, nonostante tutto, Regina e Robin decidono di stare comunque insieme perché si amano. A voi com’è sembrata? Vi è piaciuta? Per chi volesse questo è il link del capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/10954012/1/The-Magic-of-Christmas-Day
Voglio ringraziare infinitamente la mia beta, la mia amica Romantica90 per aver creato l’immagine in alto e tutti voi che leggerete e chi troverà qualche secondo per dirmi che cosa ne pensa della storia.
Detto tutto questo, non vi annoio più con le chiacchiere e vi saluto augurando a tutti voi BUON NATALE!!!
   
 
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