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Autore: Cri cri    20/12/2016    4 recensioni
Song-fic su Bulma e Vegeta, scritta sulle note di Minuetto di Mia Martini.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Minuetto
 
DISCLAIMER: I personaggi della song-fic non sono miei, appartengono ai rispettivi proprietari. Il titolo, e il testo inserito, si basano sulla bellissima canzone di Mia Martini e vengono utilizzati non a scopo di lucro.
 
NOTE AUTRICE: Questa è la primissima volta che dedico interamente una shot a Bulma e Vegeta e mi sento, in un certo senso, parecchio emozionata. Sebbene io prediliga, ormai lo sapete, Goku e Chichi, nel corso del tempo ho iniziato ad amare anche la stramberia di questa coppia. Amore nato, soprattutto, dalla mia simpatia particolare per Vegeta; un personaggio criptico che ti apre dinanzi agli occhi un mondo fatto di mille sfaccettature diverse tra loro. Come non amarlo? Pensando a loro due, ai primissimi periodi della loro ‘relazione’, mi è venuta alla mente la canzone di Mia Martini, a mia detta, perfetta per loro due. Spero possa emozionarvi almeno un quarto di come mi sono sentita io nello scriverla. Buona lettura, e buone feste 💖
 
 
È un'incognita ogni sera mia...
Un'attesa, pari a un'agonia. Troppe volte vorrei dirti: no
E poi ti vedo e tanta forza non ce l'ho
Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no
Le mani tue, strumenti su di me,
che dirigi da maestro esperto quale sei...

 
Ti conosco, o almeno credo di aver capito, ormai, cosa ti passi nella testa, cosa vuoi da me, cosa pretendi. E io, qui, come ogni maledetta sera a chiedermi se passerai o no, tormentandomi corpo e anima, come se nella vita non facessi altro che complicarmela. Tu non sai quante volte ho tentato, ho cercato, o come vorrei dirti di uscire dalla mia vita, di andartene; dirti: no! Poi, però, basta specchiarmi nel tuo sguardo di tenebra e tutte le mie difese, le mie convinzioni, cadono come il peggiore dei plotoni in difesa della patria. Il cuore sussulta quando mi guardi languido, la tua preda preferita… cerca di mettermi in guardia, mi invita a fuggire da un sicario che ben presto mi farà a pezzi, rubandomi l’ultimo barlume di dignità rimastomi. Purtroppo, il mio corpo non ne vuol sapere di smettere di fremere ed eccitarsi a ogni tuo tocco irruento, selvaggio, possessivo. Si accende, si elettrizza appena mi sei così vicino da poter ascoltare il cantico altalenante del tuo respiro affannato. Le tue mani macchiate di sangue e di morte sono necessarie su di me come l’aria che respiro. Sanno dove e come muoversi, come toccare le corde invisibili del mio piacere, facendolo esplodere come tanti fuochi d’artificio.
 
E vieni a casa mia, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà per una notte...
... E cresce sempre più la solitudine,
nei grandi vuoti che mi lasci tu!

 
Lo so che presto varcherai la finestra da me lasciata aperta perché sono due notti che i nostri corpi non si toccano, non si strusciano l’uno sull’altro. Maledette notti consumate a non dormire, a farmi del male emotivo sapendo che per te sono solo una distrazione, un corpo caldo che ti riscalda nelle gelide notti invernali. Entri ed esci a tuo piacimento, rispondendomi che sono fatti tuoi quando verrai, o te ne andrai. Mi limito a scaldarti il letto…
E lo sai qual è la cosa peggiore, Vegeta? Quando te ne sgattaioli via dal mio letto, in silenzio, credendomi immersa nel sonno, mi nasce dentro un gran vuoto, una solitudine che, ormai lo so, non colmerai mai.
 
Rinnegare una passione no,
ma non posso dirti sempre sì e sentirmi piccola così
tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te.
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità.
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore...

 
Sarebbe sacrilego rinnegare la calda passione che, nonostante tutto, ci unisce, anche solo per qualche ora.
“Spogliati donna!” inizia sempre così, col tuo tono pretenzioso e voglioso. Non posso dire sempre sì, lo so, ma non è facile, non riesco. Seduta sul letto in posizione fetale e con le braccia attorno alle gambe, elemosino amore, il tuo…
Il prezzo che pago ogni volta per qualche ora d’amore è troppo alto, mi logora dentro, mi sta uccidendo. È che… mi sento così piccola e fragile quando sono nuda sotto il tuo corpo, e non vorrei che fosse così.
Perché ti amo, sapendo che non mi ricambierai mai?
 
So - no sempre tua, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà, per una notte... sono tua...
... la notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua...
E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai!
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia,
ora ammetto che la colpa forse è solo mia,
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.

 
Sorrido arrabbiata, frustrata da una situazione senza uscita. Non ti guardo, tengo ostinatamente gli occhi chiusi, ma lo sento: sei qui, sei arrivato. Il tuo profumo mi solletica l’olfatto, mi costella di brividi su un corpo traditore.
Ti sei rubato tutto, tante cose: la mia ingenuità, la gioventù che non sento più mia. Il mio orgoglio, l’autostima… e io cosa faccio? Mi sento ubriaca di malinconia. L’ho resa parte di me, di noi, perché è l’unica emozione, insieme all’appagamento del corpo, che mi attesta che esisti, che non sei parte di un bellissimo incubo che vorrei non finisse mai.
Sono contorta, lo so, è inutile che me lo dici.
“Spogliati donna!”
Il materasso si abbassa con il peso del tuo corpo, mi richiama a schiava innamorata masochista quale sono.
 
Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Io non so l'amore vero che sorriso ha...
Pensieri vanno e vengono, la vita è così...

 
Insieme agli abiti tutto scivola via, e quando entri dentro di me ogni cosa, ogni mio gesto, ogni pensiero negativo, volano via accompagnati dal suono dei nostri gemiti.
Io non so l’amore vero che sorriso ha, e non lo saprò mai, non con te.
La vita va così. L’amore ti rende schiavo di un sentimento che non si può domare, né si può scegliere chi amare, o smettere di farlo.
Questo sei tu, Vegeta.
Questo vorrei che fossi, principe.
Pretese che rimarranno mute, sigillate nel cuore perché, noi, non saremo mai una coppia normale.
La colpa è solo mia, Vegeta. Sarei dovuta scappare fin dalla prima volta che mi baciasti dentro la gravity room; quando, infuocato di rabbia, mi schiacciasti sul muro e mi facesti tua.
E fu quella volta che il minuetto suonò silente per noi, nel mio cuore, rendendomi succube e schiava di un amore che non vedrà mai la luce…
 
 
 
 
   
 
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