Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: Amys    20/12/2016    0 recensioni
''Finalmente, l’inventore era riuscito a completare la sua creazione, ed era incapace di nascondere il suo grande entusiasmo. Il suo sorriso soddisfatto e modesto addolciva il suo volto lentigginoso, mentre i suoi occhi color nocciola brillavano nella fioca luce della torcia che reggeva. A grandi passi, con la sua chioma fulva che combatteva contro il vento, sorpassò lunghi corridoi, per poi finalmente arrivare alla camera da letto. Aprì felicemente la porta, mormorando il nome di sua moglie, mentre si affrettava a chiudere l’entrata. ''
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlotte Branwell, Henry Branwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Im back, Lottie. Im here. For you. 


Henry camminava, con il suo solito entusiasmo, scoppiettante nel suo sguardo e radioso nel suo sorriso. Notò, con la coda dell’occhio, mentre saliva i gradini che portavano al primo piano dell’Istituto, che dalla piccola finestra il cielo era cucito nella stoffa nera e fredda della notte. Piccoli spiragli di luce gli bucavano gli occhi mano a mano che saliva. Ormai era abituato ad incontrare la notte: ogni sera le sue invenzioni gli rubavano l’attenzione, obbligandolo a trattenersi nella cripta fino a tardi.
Era quindi, abituato al suo silenzio, alla sua magia e al suo mistero.
Nonostante l’orario, Henry non percepiva nessun segno di stanchezza. Era tutt’altro che stanco, anzi: era in preda ad un’energetica felicità che lo spingeva a correre ancora più velocemente verso la porta dell’Istituto. Un tubetto di rame con un bizzarro pulsante nero nel centro, era stretto tra le sue grandi mani. Il Fosforo.
Finalmente, l’inventore era riuscito a completare la sua creazione, ed era incapace di nascondere il suo grande entusiasmo. Il suo sorriso soddisfatto e modesto addolciva il suo volto lentigginoso, mentre i suoi occhi color nocciola brillavano nella fioca luce della torcia che reggeva. A grandi passi, con la sua chioma fulva che combatteva contro il vento, sorpassò lunghi corridoi, per poi finalmente arrivare alla camera da letto. Aprì felicemente la porta, mormorando il nome di sua moglie, mentre si affrettava a chiudere l’entrata.
‘’Lottie! Ci sono riuscito finalmente!’’ Strinse il Fosforo ancora di più nella sua mano, soddisfatto.
Ma quando si girò, qualcosa lo fece irrigidire.
Di colpo, si immobilizzò, stupefatto.
Sul letto, c’era Charlotte. Una Charlotte indebolita dal sonno, gli occhi chiusi, in cui tra le ciglia si incastrava la luce dei sogni. Era seduta, con la testa ciondolante da una parte, come se stesse aspettando qualcuno. Indossava ancora il vestito del giorno, leggermente stropicciato ai lati. I capelli scuri, un po’ spettinati erano sciolti, abbandonati sulle spalle. Ma la cosa che lo turbava maggiormente, era che la sua Lottie aveva le guance lucide e leggermente arrossate, come se fossero state rigate dal pianto.
Henry rimase a guardare Charlotte per lunghi istanti, come se tutto l’entusiasmo legato alla sua nuova invenzione fosse stato spento da un senso di colpa immenso e doloroso. Il fosforo gli sfuggì di mano, crollando al suolo provocando un lieve rumore metallico che non svegliò Charlotte, la quale probabilmente avrebbe voluto dormire per un giorno intero.
Non si chinò a raccoglierlo. Rimase semplicemente lì, immobile, accanto al letto con la bocca aperta dallo stupore. Non si era mai fermato a pensare al male che stava facendo, inconsciamente, a sua moglie. Ogni sera si attardava dietro al suo lavoro, ma mai trascorreva molto tempo nell’abbracciarla, nel parlarle fino a tardi. Mai c’era una notte in cui si addormentavano insieme.
Henry aggrottò la fronte, in preda ad un senso di colpa pesante, e rovente. La sua Lottie. Come aveva potuto trascurarla in quel modo? Come aveva potuto abbandonarla ad un sonno non protetto dalle sue braccia?
 
Ora era lì fermo. Pensava, pensava a quanto fosse bella Charlotte. A quanto fosse intelligente.
A quanto stava soffrendo, per colpa sua.
E allora, si sedette delicatamente sul letto, sfilandosi le scarpe.
Con dolcezza si avvicinò finalmente al piccolo corpo di Charlotte. La coprì con la coperta, proteggendola dal freddo. Poi chinò il suo volto sul suo, lasciandole l’ombra di un piccolo ma significativo bacio sulla fronte.
I piccoli occhi neri di Charlotte si aprirono, indeboliti dalla fioca luce della candela. Il sonno che regnava nel suo sguardo fu velocemente sostituito da uno stupore inaspettato. Guardò Henry, in pieno viso, leggendo chiaramente il suo umore pentito. Era incapace, di celare la minima emozione. Dopo tutto, era sempre stato così buono e gentile, esageratamente distratto e un po’ goffo. Ma soprattutto era sensibile, e per questo a lei piaceva a volte paragonarlo ad un adorabile cagnolino.
‘’Henry’’ Sussurrò, con voce assonnata. ‘’Sai… Mi sono sempre chiesta… Se fosse così brutto, dormire insieme a me.’’ La sua voce s’interruppe, e il suo sguardo deviò quello del marito. Era brutto, estremamente difficile parlare male a Henry. Era come dare un calcio ad un cucciolo indifeso.
Ma a volte doveva farlo. Lui doveva capire.
Quando riscontrò il suo sguardo notò che i suoi occhi color nocciola erano stati resi a pezzi, immersi in frammenti di deboli lacrime.
L’inventore passò una mano sul viso di Charlotte.
‘’No, no Lottie. Non è come sembra. Non è così, io… Io te lo posso giurare. Tu sei ciò a cui tengo di più, sei più importante di qualsiasi altra cosa. Perfino delle mie invenzioni. Te lo giuro sull’Angelo. Credimi Lottie, credimi. Io ti amo.’’ Sussurrò quelle parole con forza e determinazione. E con suo grande stupore,
non fece neanche in tempo di terminare la frase, che Charlotte si spinse verso di lui, appoggiando le sue labbra sulle sue. E Henry smise di pensare, smise di incolparsi inutilmente, smise di fare qualsiasi altra cosa tranne che a rispondere a quel bacio. Strinse i suoi fianchi con le sue grandi mani, e si ritrovò su di lei. Quando si allontanarono lievemente, Henry riprese a tempestarla di scuse.
‘’Mi dispiace Charlotte, mi dispiace. Lo sai che sono un disastro quando si tratta di queste cose. Non me ne sono reso conto. Mi dispiace.’’ Charlotte lo strinse a sé, azzittendolo.
‘’Non importa. Ora sei con me. Sei tornato.’’ Rispose lievemente, accarezzando i suoi capelli rossi, perennemente arruffati.
Henry la guardò, riacquistando il suo familiare entusiasmo. La guardò con tutto l’amore possibile, con tutto il rispetto che nutriva per lei. La guardò meravigliato, pensando a quanto fosse bella, e forte.
Le accarezzò il viso, dolcemente, per poi avvolgerla tra le sue braccia, ripetendo le sue ultime parole.
‘’Ora sono qui. Sono tornato.’’ 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Amys