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Autore: cecchino_2028    21/12/2016    0 recensioni
Un inverno freddo e piovoso nella contea di Lullaby, un gruppo di amici con la spensieratezza tipica dei diciassette anni, poi la tempesta, non solo in cielo, ma anche tra quelle giovani vite.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ishak Epstein era nato nel 1924 a Berlino; il padre, Abraham, figlio di ebrei impiantati da secoli in Germania, era un rampante ventisettenne con un notevole fiuto per gli affari, la passione per la buona musica e le belle donne.
Fu proprio grazie a questi suoi interessi che conobbe Lena, una giovane e talentuosa pianista che aveva un promettente futuro nei più grandi teatri di Germania, si infatuò di lei e la volle in sposa ad ogni costo; Lena che credeva nell'amore fece di tutto per convincere suo padre, che invece la voleva sposata ad un tedesco come lei.
Günther, il severo padre di Lena, alla fine cedette e concesse la mano della figlia a quell'ebreo ricco, bello e testardo.
Lena ed Abraham vissero felici i primi anni del loro matrimonio, benedetti anche dall'arrivo di due figli: Ishak e Levi.
Quando Hitler decretò l'espulsione degli ebrei, nonostante la ricchezza della famiglia Epstein, Abraham ed i suoi due giovani figli, furono deportati nei campi di concentramento; il padre fu spedito ad Auschwitz e morì in un freddo giorno d'inverno all'interno di una camera a gas, mentre Ishak e Levi finirono a Birkenau, dove il più giovane dei due venne fucilato davanti agli occhi dell'altro.
Due giorni dopo i cancelli del campo vennero aperti ed Ishak riscoprì il sapore dolceamaro della libertà, dietro quel cipiglio felice, gli occhi erano sempre adombrati dal ricordo della pallottola nel cranio di Levi.
Ishak tentò per un lunghissimo anno di ritrovare la madre, che in virtù della sua pura discendenza tedesca, era stata salvata dalla deportazione, ma ogni ricerca si rivelò vana e ben poco di quello che Ishak ricordava della sua Berlino era rimasto dopo lo scempio della guerra.
Ben presto quindi si ritrovò con in mano un biglietto per l'America e la speranza di ritrovare quella spensieratezza ormai perduta tra i fumi grigi dei campi di concentramento.
L'America, come promesso, donò ad Ishak se non la felicità, quantomeno la speranza, era figlio di una generazione che non avrebbe mai più ritrovato quella pace di un tempo, ma avrebbe potuto tentare di donarla ai propri figli, se mai ne avesse avuti. Per questo motivo accettò un lavoro come contabile in una fabbrica di automobili, era uno spreco per il suo talento innato negli affari, ma ormai sembrava aver lasciato la sua vecchia vita alle spalle, almeno finché non conobbe la bella Rebecca.
Rebecca Fisher aveva un lavoro da segretaria nella stessa fabbrica per cui lavorava anche Ishak, proveniva da una famiglia di ebrei italiani emigrati in America dopo le leggi razziali fasciste e riportò negli occhi dell'uomo quella scintilla di viva speranza che si era persa tra la terra di Birkenau ed il sangue del fratello. Rebecca aveva dovuto tirar fuori da Ishak tutti i demoni che aveva nascosto per bene sotto la corazza, li aveva presi per mano ed allontanati da quell'uomo tanto bello, quanto sfortunato, poi l'aveva convinto a sposarla, perché aveva ottenuto il dono più grande del mondo a differenza del padre e del fratello: una seconda chance con la vita.
Ben presto Rebecca ed Ishak riuscirono a mettere via un gruzzoletto per permettersi un ranch in campagna, dove entrambi desideravano crescere i figli che nel frattempo avevano dato alla luce: Lena, Ester, Levi e David.
Lena, la maggiore dei figli, fu il vero spirito libero della famiglia, un po' come la donna da cui aveva preso il nome, s'intestardì finché non convinse il padre a farle sposare Jack Leed, un americano cattolico, dal quale ebbe due figli: Ishak e Moses.
Ester, invece, si rivelò più tranquilla della sorella maggiore, tanto che sposò Ephraim Bauer, un ebreo che suo padre adorava, con il quale ebbe una sola figlia: Sarah.
Levi, il primo maschio, fu la vera fonte di gioia di Ishak, a lui diede il nome del fratello nella speranza che quel ragazzo che era morto di fronte ai suoi occhi quasi vent'anni prima, avesse una seconda possibilità di essere felice. Levi prese in moglie Rut Caleff, una giovane donna israeliana che doveva soggiornare negli Stati Uniti il tempo di laurearsi, ma che poi ne aveva ottenuto la cittadinanza grazie al matrimonio con Levi, matrimonio dal quale nacquero due figli: Noah e Daniel.
Quattro anni dopo la nascita di Levi, per la felicità di Ishak, Rebecca diede alla luce un altro maschio, che chiamarono David.
L'ultimogenito fu una testa calda tanto quanto Lena, anche lui si intestardì sulla donna che voleva sposare, al padre non disse poi molto, solo che era una giovane donna americana, omettendo volutamente che era anche ebrea, tanto che Ishak non trovò pace finché non scoprì che la promessa sposa di suo figlio era Salomè Goldstein, la primogenita del rabbino. Da lei, David ebbe tre figli: Samuel, Rachel e Benjamin.

 

Daniel Epstein era, quindi, figlio della sofferenza e della rabbia, ma anche della speranza e del sogno americano che persegue la felicità.
Daniel aveva i capelli neri come tutti in famiglia, gli occhi erano dello stesso colore del caramello fuso, quando era felice sul suo volto si formava un sorriso che gli illuminava gli occhi e gli scopriva i denti, aveva le spalle larghe, le braccia forti e le mani callose di chi lavora la terra, perché Daniel aveva ereditato quell'amore forte e cieco per gli animali e l'agricoltura da suo padre, mentre tutta la buona volontà di studiare della madre era finita a suo fratello Noah.
Daniel aveva la stessa età di suo cugino Samuel, con lui condivideva anche l'amore per la terra e gli amici, sempre gli stessi da anni ormai.
Il più giovane tra i figli di Levi non aveva mai nascosto nulla al cugino, suo primo, vero ed unico confidente.
Samuel aveva i capelli neri come Daniel, ma la sfumatura dei suoi occhi era verde come i campi d'erba a primavera, aveva le stesse braccia forti del cugino, allenate negli stessi acri di terra, ma i suoi fianchi erano più stretti e le sue gambe più lunghe, era più slanciato rispetto a Daniel, tanto che a differenza del fisico massiccio del cugino, Samuel presentava un fisico più longilineo.
Anche gli occhi di Samuel si illuminavano quando sorrideva, ma invece che scoprire i denti, gli si formavano delle fossette sulle guance, in cui veniva spontaneo infilare il polpastrello.
Non potevano esistere al mondo due persone più simili e più diverse, più lontane e più affiatate, dei cugini Epstein.

 

   
 
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