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Autore: Herm97    22/12/2016    0 recensioni
Rose Weasley poteva definirsi una delle ragazze più popolari di Hogwarts. Non solo perché i suoi genitori si chiamassero Hermione Granger e Ronald Weasley, o perché fosse la nipote del famosissimo Harry Potter. No, Rose era diventata amica quasi di tutti in quella scuola semplicemente perché si era impegnata sempre in tutto e per tutto: era stata eletta Prefetto una settimana dopo l'inizio del suo quinto anno a Hogwarts, studiava sodo e ora era diventata persino Caposcuola. Inoltre era una formidabile giocatrice di quidditch, il che rendeva orgogliosi gran parte dei suoi parenti - sopratutto Ron -, nel ruolo di cacciatrice. La ragazza aveva aiutato parecchie volte la sua squadra, quella giallo-oro, a vincere le partite e il resto della squadra, come anche gli studenti che appartenevano alla sua stessa squadra, gliene erano rinoscenti.
Naturalmente c'era qualcosa che Rose non riusciva a controllare, era una persona ormai vicina alla sua famiglia da molto tempo, col quale aveva purtroppo condiviso un'intera estate alla Tana. Il suo nome era Scorpius Hyperion Malfoy ed era, a detta di Rose, il ragazzo più sbruffone e saccente che lei avesse mai conosciuto. Ma potrà tutto ciò cambiare nel loro ultimo anno a Hogwarts?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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JUST SO YOU KNOW

 
Scorpius Malfoy si trovava sul campo da quiddith, era solo.

Nel freddo pomeriggio di un sabato di ottobre, Malfoy aveva deciso che doveva schiarirsi le idee e il modo migliore per farlo, secondo lui, era allenarsi. Si mise a cavallo della scopa, rilassò ogni muscolo del suo corpo per un secondo, sospirò e poi prese il volo. Niente boccino, niente pluffa o bolidi, nessun compagno di squadra, solo lui e la sua amata scopa... e la libertà che ti dona il volare. 

Un venticello fresco si infrangeva sul suo viso come fanno le onde quando incontrano gli scogli, i suoi capelli erano ciuffi ribelli che si muovevano di qua e di là e il suo cuore pompava adrenalina, pura libertà e anche rabbia. Mentre sfrecciava da una parte all'altra del campo, si mise a riflettere: dove aveva sbagliato? Il suo piano per far ingelosire la Weasley era stato architettato alla perfezione, allora perché adesso si sentiva ribollire quella voglia di prendere a pugni un muro, o la faccia di qualcuno?

Passare un intero pomeriggio con Trish Zabini era stato un grosso errore, avrebbe dovuto calcolarlo; però all'inizio la cosa sembrava funzionare a meraviglia. Aveva visto passare una luce verde negli occhi celesti della rossa, aveva notato il modo in cui aveva posato la sua borsa sul tavolo ai Tre Manici Di Scopa e di certo poteva ancora vedere il modo in cui lei lasciava il locale, a testa alta, come se non gliene importasse niente di quello che lui, Scorpius Malfoy, stava facendo.

Decise di prendere quota, di arrivare ad assaporare le candide e bianche nuvole. Quando fu abbastanza in alto, si fermò e posò i suoi occhi sul castello: era così lontano e piccolo visto da quel punto, così silenzioso e meraviglioso. Di colpo la sua mente fece un balzo e Malfoy si ritrovò a pensare che quello era il suo ultimo anno, quelli erano gli ultimi mesi di una meravigliosa avventura che, lo sapeva benissimo, gli sarebbe mancata da morire; ricordò il primo anno e di come aveva conosciuto Albus e Rose, quelli che poi erano diventati i suo migliori amici. Mentre il suo sguardo era ancora puntato sul castello, ormai la sua seconda casa, pensò a quel momento in cui si era reso conto di avere dei sentimenti per Rose Weasley, all'attimo in cui si era deciso a rivelarle tutto e a come il suo piccolo cuore da dodicenne si era spezzato alla vista della sua bella mentre si accingeva a baciare un altro ragazzo, un altro che non era lui. Per questo lui e la rossa erano arrivati ai battibecchi: Scorpius, dopo aver assistito a quel bacio rubato - quello che gli apparteneva -, aveva fatto di tutto per dimenticarsi di lei e, seppur contrario alle sue stesse scelte, l'aveva allontanata.

Cos'era cambiato negli anni? Essenzialmente nulla. Secondo Scorpius Malfoy, tutto. I sentimenti del ragazzo erano stati si repressi, forse dimenticati per poco tempo, ma non lo avevano mai lasciato del tutto; nel corso degli anni Malfoy aveva capito che nei confronti della Weasley non provava più teneri sentimenti, quelli che vorresti approfondire e conoscere più dettagliatamente, sentiva però che si erano tramutati in un diverso sentimento che neanche lui riusciva a descrivere, e che purtroppo non aveva nome. Era forse odio? No, certo che no; come avrebbe potuto odiare quella che un tempo era stata la sua migliore amica? Come poteva odiare quella che era stata la sua cotta di sempre, e forse il suo primo vero amore mai ricambiato?

Adesso Scorpius era frustrato. Guardare il castello, sebbene quella vista fosse mozzafiato, gli stava facendo venire la nausea. Riprese il suo singolare e solitario allenamento, sfrecciando prima da una parte e poi dall'altra a cavallo della sua amata scopa, lungo tutto il perimetro del campo da quidditch. Si sentiva decisamente meglio mentre volava: non una sola preoccupazione, la mente vuota e libera allo stesso tempo, l'anima così leggera.

«Malfoy!» 

Una voce maschile, parecchi metri sotto di lui, lo richiamò. All'inizio non riusciva bene a distinguere il volto del ragazzo, era già tanto che il suo udito avesse percepito quella voce. Quindi, anche se contrario al dover smettere di volare, Malfoy scese a terra e atterrò sull'erba fresca con fare dolce. Il ragazzo che gli si parò di fronte era uno del sesto anno, amico di Albus. Era più basso di lui di circa dieci centimetri ed era robusto, i suoi capelli castani erano cortissimi e i suoi occhi, neri come la pece, continuavano a fissare prima Scorpius e poi la sua scopa - che ora il biondo portava lungo il corpo, usandola quasi come un appoggio.

«Dimmi.» fece Malfoy a denti stretti, fingendo un sorriso cordiale ma insultandolo per averlo interrotto. Non aveva nemmeno idea di quale fosse il suo nome, infatti gli aveva detto un semplice e freddo "Dimmi".

Il ragazzo bruno fece un passo in direzione di Scorpius, accorciando le distanze e con un sorriso divertito, alzando in uno scatto le sopracciglia, parlò: «Vengo adesso dalla Sala Grande e ho grandi notizie. Albus sarebbe venuto qui personalmente ma era impegnato e--»

«Si, d'accordo.» lo interruppe Malfoy, capendo già con chi stesse passando il tempo il suo migliore amico. «Vai dritto al punto, eh?»

«Un gruppetto di Grifondoro ha pensato di dare una festa, sai come quelle dei babbani. Dato che oggi è sabato, hanno pensato "perché no?", quindi ecco perché sono qui: per avvisarti che stasera ci sarà una festa.» spiegò velocemente il ragazzo robustello, dondolandosi sui talloni e guardando Malfoy con lo stesso sorriso divertito che aveva prima. 

«E perché lo vieni a dire a me?» chiese Scorpius, inarcando le sopracciglia di un biondo più scuro rispetto a quello dei capelli. «Devo per caso ricordarti che siamo Serpeverde? E che le nostre Case si fanno la guerra fin da quando questo castello ha visto la luce?»

«Non ci saranno solo le nostre due case, Malfoy,» replicò il ragazzo, ora incrociando le braccia al petto e marcando bene il cognome di Scorpius. «ma anche Tassorosso e Corvonero.»

«Beh, non mi interessa.» fece il biondo, rimettendosi a cavallo della sua scopa, pronto a toccare nuovamente le nuvole e ad assaporare il vento freddo sulla pelle. «Riferiscilo ad Albus.»

«La festa inizierà alle nove e avrà luogo nella Stanza delle Necessità.» disse il ragazzo, affrettandosi a parlare prima che l'altro Serpeverde riprendesse il volo. «I due Caposcuola di turno questa sera sanno tutto, sono certo che non spiffereranno nulla. Io comunque la mia parte l'ho fatta, il messaggio te l'ho consegnato e ora me ne torno al castello. Ci si vede in giro, o magari alla festa.»

 
~
 
La Stanza delle Necessità si era rivelata al gruppetto di studenti che avevano avuto per primi l'idea della festa, sorprendendo gli stessi perché si era abbellita da sola, tutto naturalmente per magia. La Stanza era grande abbastanza per contenere gli studenti del sesto e settimo anno delle quattro Case di Hogwarts, due tavoli posti contro le pareti - pieni di bevande e snack - e una postazione da dove si metteva la musica. Sul soffitto c'erano lampadari che illuminavano la Stanza di una luce soffusa e accogliente; dei drappi color crema pendevano dalle pareti, creando archi rivolti verso il basso. 

La festa era già iniziata da un'ora quando Alice Paciock avvertì Dominique, Rose e Lily che si sarebbe allontanata un attimo, giusto il tempo di bere qualcosa di fresco e di riprendere fiato. Quindi si avvicinò ad uno dei lunghi tavoli posti alle pareti, afferrò un bicchiere di carta e se lo porto al mento, iniziando a riflettere su quale bevanda fosse quella che voleva in quel momento. Infine prese una bottiglia già aperta di whisky incendiario e versò il contenuto nel suo bicchiere, rischiando di rovesciarlo tutto quando qualcuno la abbracciò da dietro. 

«Me ne versi un po' anche a me?» chiese Albus, sorridendo e adagiando il mento sulla spalla di Alice. 

«Al!» esclamò la ragazza, appoggiando la bottiglia che aveva in mano sul tavolo e portandosi il bicchiere di whisky alla bocca prima di riprendere a parlare. «Mi hai fatto venire un colpo!»

«Era questo il mio intento.» ridacchiò in risposta il corvino Serpeverde, lasciando poi un umido bacio sul collo della Grifondoro. 

Lei si girò e lo strinse in un abbraccio, arrossendo un poco e poi staccandosi per poterlo guardare meglio. Albus indossava un semplice paio di jeans neri che gli fasciavano le gambe e una camicia bianca che gli donava molto. I capelli erano pettinati da un lato, alzati un poco con della cera e sul suo viso c'era un sorriso adorabile. Gli occhi verdi del corvino osservarono meglio la ragazza e, nel farlo, Albus si morse un labbro: i capelli di Alice erano racchiusi in una crocchia scomposta e qualche ciuffo castano le ricadeva sul viso, incornicaindolo e rendendolo più sottile - Dominique era stata fiera del suo lavoro, una volta finito. Indossava un vestito color crema che le arrivava al ginocchio, leggero e semplice come lei; sotto portava un paio di collant nere e ai piedi un paio di ballerine del medesimo colore del vestito. Il tutto, accompagnato da un delicato profumo, illuminò gli occhi di Albus. 

«Allora, vuoi chiedermi di ballare o te ne starai lì impalato per tutta la sera?» domandò Alice, piegando la testa di lato e guardandolo con un sorriso che le illuminò il viso. 

«Sarebbe un onore!» esclamò Albus, afferrando il bicchiere dalle mani della ragazza e finendo di bere il whisky incendiario rimasto. 

A che punto stavano quei due? Quella domenica ad Hogsmeade li aveva fatti avvicinare molto, avevano scoperto di avere molte cose in comune e passioni che li legavano. Albus e Alice avevano passato l'intero pomeriggio a parlare e, ad un certo punto, lui le aveva offerto un sacchetto pieno di caramelle di Mielandia - oltre alla burrobirra. Stavano bene insieme, lui era felice e lei anche. Si divertivano.

Rose, Dominique e Lily, ancora in mezzo alla massa di studenti a ballare, esultarono quando videro Albus e Alice parlare. I due erano perfetti insieme, una coppia dolce e... beh, perfetta! Secondo Rose l'uno meritava l'altra e, inoltre, era contentissima che i suoi due migliori amici stessero finalmente facendo grandi passi verso una possibile relazione. Poi qualcos'altro catturò la mente della rossa, facendola smettere di sorridere: i suoi occhi avevano trovato quelli di Malfoy, ma solo per un estante perché poi lui aveva ripreso a concentrarsi sulla ragazza a cui cingeva la vita - ovvero Trish Zabini.

«Fantastico, è arrivato il gargoyle platinato con la sua nuova conquista.» mormorò a denti stretti, facendo poi un cenno alle cugine verso il tavolo delle bevande. 

Dominique e Lily si guardarono un istante, annuendo poi alla cugina e osservandola allontanarsi da loro a passo svelto. Le due ragazze avevano capito cos'era successo nel momento in cui Rose aveva smesso di sorridere, nel momento in cui i suoi occhi celesti avevano trovato quelli altrettanto chiari di Scorpius. Quei due avevano bisogno di darsi una svegliata, di capire e di dirsi a vicenda che cosa volessero davvero, ma erano entrambi orgogliosi e per questo Lily decise che gli avrebbe dato una mano. 

«Quei due devono risolvere queste divergenze!» urlò infatti quest'ultima alla cugina, sperando che non dovesse urlare ancora più forte per sovrastare la musica.

«Lily, è di Malfoy e Rose che stai parlando!» replicò Dominique, il tutto senza smettere di ballare. «E poi io non mi fido di quel Serpeverde.»

«Dom, tu non ti fidi di nessun Serpeverde!» ridacchio la cugina in risposta.

«Si, questo è vero!» concordò allora Dominique. «Ma lui più di tutti e l'eccezione alla regola è Albus!»

Dopo parecchi minuti, però, Lily riuscì a convincere una Dominique titubante. Mentre a pochi metri da loro Trish Zabini e Scorpius Malfoy ballavano, seguendo il ritmo delle canzone che si susseguivano. Trish sorrideva divertita, portava le braccia scure dietro al collo di Malfoy e lo attirava più vicino a se; Scorpius invece aveva la mente da tutt'altra parte, ma comunque sorrideva per non destare sospetti. Ad un certo punto, proprio mentre Trish aveva deciso che quello era il momento migliore per rubare un bacio al suo accompagnatore, partì un lento e una vecchia canzone babbana portò sulla pista le coppie della festa. Scorpius, iniziando a ballare con Zabini - ed evitando di baciarla -, notò il suo migliore amico e Alice Paciock e sorrise: finalmente quei due stavano assieme. Poi vide che Lorcan Scamande aveva baciato il dorso della mano di Rose Weasley e qualcosa nel suo stomaco si era annodato. La canzone partì immediatamente e le parole sembravano dirette a lui. 
Just so you know
This feeling's takin' control of me
And I can't help it
I won't sit around
I can't let him win now

Thought you should know
I've tried my best to let go
Of you but I don't want to
I just gotta say it all before I go
Just so you know*

 
Ogni singola parola sembrava scritta appositamente per lui, ogni singola parola era scritta appositamente per lui. Rose era a qualche metro da lui, fra le braccia di quell'idiota di Scamander e quel vestito bianco e nero le donava moltissimo. La gonna era nera e le ricadeva fino alle ginocchia in un modo delicato, il corpetto era bianco e aveva le maniche a tre quarti, rigorosamente bianche e fatte in un tessuto simile al pizzo. I capelli boccolosi e rossi erano raccolti in una treccia a spiga lasciata ricadere sulla schiena - anche questa opera di Dominique. Gli occhi di Malfoy si erano fissati su Rose, non riusciva a cambiare soggetto dei suoi sguardi... era difficile.

La rossa nascose il viso sul torace di Lorcan che la cullava dolcemente, seguendo il ritmo della canzone. Poi i suoi occhi celesti incontrarono quelli di Scorpius e anche lei, come una stupida, non riuscì a toglierglieli di dosso. Il suo cuore perse un battito quando lui, sorprendendo entrambi, le sorrise. Per Rose fu difficile ammetterlo, ma trovava che Scorpius Malfoy, quella sera - ma non solo - fosse bellissimo: jeans neri, una maglietta bianca e una camicia azzurra gli donavano parecchio. 

Proprio nel mezzo della canzone Scorpius fece un cenno con la testa a Rose, indicandole i loro due migliori amici che oltre a ballare ora si stavano anche baciando. Rose spalancò bocca e occhi, sorridendo poi e ritrovandosi a saltellare sul posto quasi fosse una bambina che riceve un regalo tanto atteso. Lorcan le chiese il perché di quel suo comportamento, Scorpius scoppiò a ridere e Trish si staccò dal suo accompagnatore per guardarlo male. Quando la canzone finì, Lorcan prese per mano Rose, la quale si sentì strana - e non proprio in senso positivo - e la portò fino al tavolo delle bevande. Nello stesso istante Scorpius smise di ridere, tornò a ripensare alla canzone appena finita e alle sue parole. Mollò Trish con una scusa, dicendole che doveva andare di corsa in bagno e uscì dalla Stanza delle Necessità, confuso e stanco. Rose, che nel frattempo stringeva in mano un bicchiere di carta che Lorcan le aveva passato, notò il Serpeverde uscire di corsa dalla Stanza e così, per curiosità e forse anche perché una vocina le urlava di seguirlo, liquidò il suo accompagnatore e seguì Malfoy.

Fuori dalla Stanza delle Necessità era tutto silenzioso, non c'era quasi nessuno in giro a parte qualche coppietta che si sbaciucchiava qua e là. Rose percorse il corridoio in punta di piedi, sperando che non ci fosse qualche professore che, per qualche strano motivo, aveva deciso di controllare il castello da cima a fondo. Mentre camminava, la ragazza passò accanto ad un'aula vuota e qualcuno la afferrò, trascinandola dentro e chiudendo la porta subito dopo. Era così buoio che Rose non riusciva a vedere chi l'avesse presa alla sprovvista, ma quando la sua schiena tocco il muro e un profumo si presentò a lei, capì. 

«Perché mi segui, Weasley?» domandò con voce calma e profonda Scorpius, portando le mani ai lati della testa di Rose. Non poteva vederla bene, però sentiva il suo respiro e, sopratutto, il suo profumo.

«Non ti seguivo.» mentì Rose, spostando in avanti di poco il viso e sentendo il bisogno di avere Malfoy più vicino.

Finalmente gli occhi di entrambi si abituarono al buio di quell'aula e si fissarono. In quegli sguardi c'era più di quanto le parole potessero dire, erano intensi e a Rose sembrò mancare l'aria. I loro cuori, sebbene nessuno dei due lo sospettasse, battevano all'unisono e quando Scorpius accarezzò la guancia di Rose - gesto involontario e volontario allo stesso tempo -, lei trattenne il respiro.

«Ti prego, spiegami perché lo sto facendo.» mormorò Malfoy, ritrovandosi a fissare la sua mano e subito dopo gli occhi e le labbra di Rose, che ora si trovavano a qualche centimetro di distanza.

La rossa portò lentamente una mano sul petto del Serpeverde, percependo le vibrazioni del suo cuore e poi sussurrò: «Non saprei che dirti.»

Un brivido percorse la schiena di Scorpius quando la mano di lei entrò in contatto col suo corpo, tanto che si avvicinò ancora di più alla ragazza. Sentiva che quello era il momento giusto, il posto giusto per rubarle un bacio, uno soltanto; quindi fece uno scatto in avanti col viso e, sfregando le sue labbra con quelle di lei, le chiese il permesso.

«Fallo e basta.» rispose Rose, arrivando alla conclusione che quello era ciò che desiderava di più in quel magico momento. 

Allora Scorpius la baciò, prima dolcemente e assaporando ogni secondo la sua bocca. Portò entrambe le mani sui suoi fianchi, avvicinandola il più possibile al suo corpo mentre le mani di lei finirono sul suo viso. Gli occhi erano chiusi e le labbra sembravano incastrarsi alla perfezione. Rose socchiuse la bocca, lasciandosi andare in un piccolo e delicato gemito di piacere; questo fu sufficente per Malfoy e il bacio da delicato si tramutò in uno pieno di passione. I duei si staccarono per riprendere fiato e Scorpius le sorrise, Rose non ricambiò perché fu presa dal passare un indice sulla bocca di lui, tracciandone i contorni. A quel punto il biondo sollevò Rose da terra e lei circondò i fianchi di lui con le gambe; Scorpius la fece sedere su un banco e riprese a baciarla.

«Scorpius!» 

Una voce ruppe il loro magico momento, e purtroppo Scorpius sapeva benissimo a chi appartenesse quella voce. Il ragazzo si staccò nuovamente dalla rossa, notando la delusione negli occhi di quest'ultima. Quindi Rose scese dal banco sul quale era seduta, si sistemò il vestito e lasciò Malfoy da solo, uscendo da quell'aula e scontrandosi con Trish Zabini.

«Ma guarda chi si vede.» la salutò gelida la ragazza quando la vide. «Non sapevo che anche i secchioni sapessero divertiri. Guardati, sei tutta spettinata, questo significa che ho interrotto qualcosa, eh? Mi chiedo solo con chi.»

Un ghigno divertito comparve sul viso della Serpeverde, mentre su quello della Grifondoro ritornò la delusione di poco prima. Ora che era tornata alla realtà, Rose Weasley aveva capito di aver sbagliato e che quello accanto o insieme a Scorpius Malfoy non era proprio il suo posto. No, lei doveva assolutamente tornare da Lorcan, spiegargli perché era uscita e pregarlo di passarci sopra - naturalmente avrebbe sorvolato sull'accaduto, sul bacio con Malfoy. Eppure, quando Trish le chiese con chi se l'era spassata, Rose aveva aggiunto nella sua mente, in modo divertita, Col tuo ragazzo, stupida asina giuliva.

«Con nessuno, è stato solo uno sbaglio.» disse invece ad alta voce, sperando che Malfoy non la sentisse. Perché infondo lo sapeva anche lei: quel bacio non era stato tutto fuorchè uno sbaglio.

Fece per andarsene ma Trish la richiamò: «Senti, Weasley, hai per caso visto Scorpius.»

La rossa fece un sorriso triste e in esso nascose quel bacio che era finito da poco, quel bacio che già le mancava più dell'aria e quel bacio che avrebbe ripreso immediatamente... ma scosse il capo, sorrise e mormorò un «No, mi dispiace.», per poi lasciare una Trish piena di dubbi e domande.


NOTA AUTRICE
*Just so you know - titolo di una canzone di Jesse McCartney che ho scoperto da poco, sebbene sia abbastanza vecchia.

Ebbene sì, non ho lasciato passare 12 anni - ad Azkaban! - prima di aggiornare e quindi ecco il nuovo capitolo che, ci tengo a sottolineanre, è il più lungo che ho scritto fino ad ora!
Buona lettura, spero vi piaccia e se non dovessi aggiornare prima, BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO!
Un abbraccio virtuale!
Eli
   
 
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