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Autore: LorasWeasley    22/12/2016    4 recensioni
AU [solangelo]
"Will sbatté più volte le palpebre, ancora incredulo per quello che aveva fatto involontariamente, poi finalmente alzò lo sguardo su Nico e sussurrò –Oh mio Dio, l’ho ucciso.
Nico ampliò il suo sorrisetto divertito ignorando il dolore –Nah, sarà solo svenuto.
Will sembrò non sentirlo –E non guardarmi in questo modo!"
...
"Will si perse a fissarlo, sorridendo impercettibilmente.
Il moro si accorse subito di quello sguardo, ma cercò di ignorarlo, fino a quando non fu troppo.
-Smettila, non guardarmi in questo modo- supplicò senza neanche alzare lo sguardo."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non guardarmi in questo modo


La prima volta che Will parlò con lui a scuola fu circa a metà anno.
Il biondo era davanti al suo armadietto, con una mano si teneva stretto al petto tutti i libri che doveva posare, con l’altra cercava di aprire quell’anta di metallo difettosa. Senza nessun successo.
Nico aveva l’armadietto tredici posti alla sua destra, Will lo conosceva solo di vista e di “fama”.
Era già tardi quella mattina, non c’erano più molte persone in giro e Will aveva attirato l’attenzione del moretto. Era impossibile non farlo, stava facendo troppo rumore.
Nico sbuffò, prese il libro di matematica che gli serviva e chiuse l’anta sbattendola e, senza pensarci troppo si avvicinò al biondo.
-Scusa- si annunciò facendo anche un colpo di tosse.
Will distolse la sua attenzione da quello che stava facendo per portarla sulla piccola figura che aveva di lato.
Nico ne approfittò e diede un pugno ben assestato nel punto giusto dell’anta, poco più sopra dell’angolo destro in basso.
L’armadietto si aprì senza neanche un lamento.
-Oh… Grazie- mormorò il biondo aprendosi in un sorriso.
Nico abbassò subito il suo sguardo imbarazzato e alzò le spalle –Si ma, non guardarmi in questo modo.
Prima che il biondo potesse chiedere spiegazioni, il moretto era già sgusciato via.
 
La seconda volta che si incontrarono Will salvò Nico, non del tutto volontariamente, da una rissa.
Il più piccolo era spesso preso di mira, sia perché tendeva a fare l’asociale e l’apatico. Ma soprattutto perché rispondeva a tono alle provocazioni.
Quello era uno dei tanti giorni nel quale Ottaviano si annoiava, era entrato in bagno e incontrò Nico Di Angelo che si lavava le mani. Non fosse stato per loro due il bagno era deserto.
Il biondo sorrise e cercò un pretesto per iniziare una rissa.
Nico lo capì semplicemente dando uno sguardo allo specchio sporco che aveva di fronte e fissando la sua immagine.
Chiuse l’acqua e si girò a fronteggiarlo, strinse i pugni e sibilò –Quando ti spaccherò il naso non andare a piangere dalla mamma.
Non fu una rissa che durò troppo, se n’erano date alla pari e di eguale intensità.
Ottaviano era grande e forte, ma Nico era agile e veloce.
Quando il moro gli diede un pugno nel naso non glielo ruppe, come aveva promesso, ma riuscì a farlo barcollare all’indietro, troppo vicino alla porta dell’ingresso del bagno.
Porta che si aprì velocemente e lo colpì in pieno sulla testa.
Ottaviano cadde a terra completamente tramortito.
Nico alzò lo sguardo e non riuscì a reprimere il sorrisetto che gli era spuntato sulle labbra, anche se si trasformò presto in una smorfia di dolore, il labbro bruciava e sentiva il sangue impastargli la bocca.
-Ti ringrazio per l’aiuto- disse rompendo per primo quel silenzio –Ma me la sarei cavata anche da solo.
Will sbatté più volte le palpebre, ancora incredulo per quello che aveva fatto involontariamente, poi finalmente alzò lo sguardo su Nico e sussurrò –Oh mio Dio, l’ho ucciso.
Nico ampliò il suo sorrisetto divertito ignorando il dolore –Nah, sarà solo svenuto.
Will sembrò non sentirlo –E non guardarmi in questo modo!
Nico sbuffò e fu solo a quel punto che il biondo si concentrò davvero su di lui.
-Ma hai tutta la bocca insanguinata- mormorò.
Nico gli si avvicinò e Will strabuzzò ancora di più gli occhi –E zoppichi- concluse.
Il moro si fermò di fronte a lui –Già. Indovina chi è stato.
Come riflesso involontario entrambi i ragazzi lanciarono uno sguardo a terra, verso quella figura immobile.
-Quindi non sentirti in colpa- concluse Nico e, prima che potesse ripensarci gli afferrò la mano e corse zoppicando fuori dal bagno trascinandoselo dietro.
Nessuno li avrebbe scoperti e gli avrebbe potuto dare la colpa.
Ottaviano si sarebbe risvegliato. Se tutto andava per il verso giusto magari avrebbe anche avuto un trauma cranico.
 
-Ho vinto- annunciò felice il moro –Di nuovo.
Will imprecò e lasciò andare via il joystick della play, ormai aveva rinunciato, era inutile farsi deridere ancora.
-Ho fame- cambiò argomento mentre nello schermo della tv c’era ancora il pupazzetto con le caratteristiche di Nico che continuava a ballare sotto la scritta “winner” –Scendiamo in cucina a cercare qualcosa da mangiare?
Nico annuì e lo seguì di sotto.
La casa era particolarmente silenziosa per essere quella dei Solace, i fratelli e la sorella di Will erano sicuramente chiusi dentro le loro stanze e il padre doveva essere ancora a lavoro.
Nico si sedette su una delle tante sedie che circondavano il tavolo e aspettò Will, il quale stava ispezionando dentro il frigo.
Trovò un piattino coperto dalla carta stagnola, quando lo scoprì sorrise soddisfatto, c’era un pezzo abbastanza grande della torta al cioccolato del giorno prima.
Prese due cucchiaini e la portò al tavolo, la mise al centro e iniziarono a mangiare.
Nico lo fece con così tanta foga che si sporcò tutta una guancia di panna.
Will si perse a fissarlo, sorridendo impercettibilmente.
Il moro si accorse subito di quello sguardo, ma cercò di ignorarlo, fino a quando non fu troppo.
-Smettila, non guardarmi in questo modo- supplicò senza neanche alzare lo sguardo.
Will si riscosse, non rispose, ma iniziò ad allungare una mano verso il suo viso.
Non era certo di quello che avrebbe voluto fare, ma non riuscì neanche a raggiungere il suo viso che il rumore di qualcuno che scendeva le scale lo fece tornare a distanza di sicurezza.
-Ehy!- Urlò Austin infuriato –Quello era il mio pezzo di torta.
 
Will non andava a scuola da tre giorni.
Nico sapeva il perché, tutti sapeva il perché, non era una città molto grande quella dove abitavano, quando succedeva qualcosa del genere le voci si spargevano in fretta.
Nico attese, gli lasciò il suo tempo, gli permise di non rispondere ai suoi messaggi e alle sue chiamate. Ma il pomeriggio del terzo giorno di silenzio si ritrovò di fronte casa sua.
Attese un po’ prima di trovare davvero il coraggio di suonare, attese molto anche prima che qualcuno venisse ad aprirgli.
-Ciao Kayla- disse alla bambina con gli occhi rossi e umidi che aveva aperto un piccolo spiraglio.
Lei non disse neanche una parola, ma lo riconobbe. Tirò su con il naso e si scostò per farlo entrare. Infine andò a chiudersi di nuovo nella sua stanza, lasciandolo solo.
Nico salì lentamente le scale e si fermò di fronte la stanza di Will, bussò ma non ne ricevette risposta, così entrò ugualmente.
-Hey- mormorò abituandosi all’oscurità che persisteva nella stanza, Will aveva chiuso tutte le finestre e vide proprio la sua figura raggomitolata nel letto.
-Lasciatemi in pace- mormorò questo con la voce di chi piangeva e non parlava da giorni.
Nico non lo ascoltò e si avvicinò al letto, si sedette al suo fianco e gli fece voltare il viso in modo da asciugargli le guance con i pollici.
Will vi lesse di tutto all’interno di quegli occhi, emozioni così potenti che non era sicuro di riuscire a gestire, non in quel momento –Non…- trattenne un singhiozzo –Non guardarmi in questo modo.
Nico fraintese, pensava che Will vedesse la pietà, ma la sua non era pietà.
Si chinò su di lui e lo strinse forte, come non aveva mai fatto.
Lo strinse perché non voleva perderlo, perché non voleva vederlo cadere nello stesso baratro nel quale era caduto lui, quando era morta sua sorella. No, non l’avrebbe permesso.
-Passerà Will, te lo prometto- gli sussurrò pianissimo, direttamente nel suo orecchio –So che è dura, ma Lee e Micheal non vorrebbero vederti così. Ti prego, torna a vivere… Ti prego.
 
Nico era soddisfatto.
Lo era sempre quando usciva dal MCDonald dopo essersi rimpinzato di schifezze.
Era buio ormai, anche se non era troppo tardi, i due ragazzi si stavano dirigendo in silenzio verso la fermata dell’autobus.
La mente di Will lavorava veloce, voleva afferrare la mano del più piccolo e intrecciare le loro dita, ma non era del tutto sicuro di come avrebbe reagito l’altro.
A sorprendere entrambi fu proprio il moro, il ragazzo prese un bel respiro e in fretta intrecciò le loro dita.
Il cuore di Will accelerò, poi sorrise, ma non disse nulla.
Stavano prendendo il bus dal capolinea, quindi non dovettero attendere prima di salire e mettersi comodi, il veicolo era già li.
I due ragazzi scelsero un posto in fondo, Nico si mise accanto al finestrino, ma quando Will si sedette al suo fianco il moro poggiò la testa sulla sua spalla e non sul vetro freddo, com’era solito fare.
L’autobus partì dopo dieci minuti, era quasi del tutto vuoto ancora, c’era solo un vecchietto seduto accanto all’autista, in modo da potergli parlare meglio. E solo un’altra ragazza verso la metà, le cuffiette nelle orecchie mentre scorreva un dito sul cellulare, persa nel suo mondo.
Le luci spente e il motore di sottofondo era quasi una ninna nanna, si trovarono presto nel dormiveglia quando Will mormorò pianissimo il nome dell’altro.
-Mh?- Chiese in risposta il moro alzando lo sguardo su di lui, aveva gli occhi socchiusi.
Will non disse più nulla, solo poggiò le labbra sulle sue.
Nico non ne rimase sorpreso neanche per un secondo, fantasticava su quel momento da così tanto che era come se l’avesse già vissuto.
Lentamente si assaporarono, si scoprirono. Limitarono a sfiorarsi, racchiusi dentro la loro bolla, come se si trovassero all’interno di un sogno.
Era tutto completamente nuovo ma era come se non facessero altro da quando erano nati.
Poi dei sussurri.
-Non guardarmi in questo modo.
-Quale modo?

-Questo. Come se mi desiderassi tanto quanto io desidero te.
 

[1588 parole]


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Ma ciaoooo! Già, sempre io ;)
Iniziamo a parlare delle tre battute finali. Tutta la storia è stata scritta partendo da quelle tre citazioni e volontariamente ho deciso di non scrivere chi le ha pronunciate, voglio che ognuno la immagina nel proprio modo. Alla fine, "non guardarmi in questo modo" l'hanno detto sia Will che Nico due volte, quindi ora sono curiosa. Secondo voi chi è stato a dirlo nella parte finale??
Se non si fosse capito, la terza parte è una citazione alla morte di Lee e Micheal, tutti si soffermano sempre alla morte di Bianca e a quello che ha provato Nico, volevo un pò invertire le parti, perchè anche il biondo ha sofferto.
E nient'altro... Spero vi sia piaciuta. E' il mio regalo per queste feste. Spero che le passiate in serenità e che riceviate molti regali!
Ma soprattutto, rimettetevi in pari con libri, serie tv e anime ;)
Ci sentiamo nel 2017, mi troverete sempre qui con nuove storie, in questo e in altri fandom!
Felice Natale e un Buon Anno
Deh
  
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