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Autore: DryJ    23/12/2016    2 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XX Capitolo

 

Regione: Piccardia- Artois
Feudo dei Montmayeur, Chatel-Argent
Francia Nord-Occidentale
Domenica 5 Maggio 1238


Già da una settimana prima, il castello era stato adornato di bellissimi fiori il cui profumo si mischiava a quello della migliore frutta proveniente da ogni angolo del feudo, riempiendo di dolcezza i corridoi di Chatel-Argent ed intonandosi perfettamente con la primavera che faceva da sfondo.
Il giorno del matrimonio invece, all'interno del castello, la festa iniziò sin dall'alba portando con sé una ventata di gioia che però, i quattro in ansia, non riuscirono a godersi appieno.
Nel torrione gli stendardi dei Ponthieu e quelli delle O' Neil facevano da cornice al nuovo simbolo del casato nascente: le figure di profilo del Falco e della Colomba si incrociavano in campo a righe bianche, nere e azzurre, il tutto avvolto da una cornice dorata.
Nicolas De Sancerre percorse sicuro e spavaldo il corridoio per raggiungere la stanza in cui i paggi preparavano minuziosamente gli sposi. Afferrò una mela rossa e fresca da uno dei tanti cesti di frutta, e a grandi passi giunse alla porta senza neanche preoccuparsi di bussare. << Buongiorno Falchetti! >> disse tra la sorpresa dei servi che però non smisero di sistemare a puntino i loro signori.
<< Cielo Nicolas, sei sempre più identico a tuo padre! >> fece Marc.
<< Concordo! Con i capelli più lunghi e la muscolatura più massiccia sembri proprio monsieur de Sancerre, più giovane di parecchi anni però! >> Michel cercò di riderci su ma l'angoscia era più forte.
<< Insomma, direi che siete più che pronti! O volete farvi mettere le perle tra i capelli? >>.
Marc con un cenno della mano diede l'ordine ai paggi di uscire dalla stanza.
<< Sento puzza di paura! >> canzonò Nicolas che ricevette in cambio un'occhiataccia da parte di Marc << Siamo un po' in ansia ma è normale. Come nostro testimone dovresti rassicurarci >>.
<< Siamo uomini, lasciate fare queste cose alle vostre future mogli, fuori e dentro il letto >>.
<< Sempre il solito, pensi solo a quello da quando hai conosciuto Perle! >> fece ora Michel.
<< È inutile che tu faccia tanto il santarellino- continuò Sancerre poggiandosi allo stipite della porta e accavallando una gamba sull’altra- Dio solo sa cosa vorresti fare a Cassandra! In ogni caso, vedo che le fanciulle vi hanno donato dei diaspri rossi >> addentò finalmente la mela.
<< Già, amore eterno >> rispose Marc con un sorriso emozionato sulle labbra.
Nicolas sorrise divertito uscendo dalla stanza << Forza ragazzi, dobbiamo andare altrimenti farete tardi >>.
I tre infatti uscirono dal castello accolti dalla grande festa che servitù e popolo faceva loro, soprattutto durante il tragitto per giungere alla chiesa dell'alta corte.

<< Oh mio Dio, siete bellissime ragazze! >> esclamò Noelle, con i capelli più lunghi e un viso più maturo ma sempre grazioso, dopo essere entrata nella stanza e aver ammirato le giovani spose.
<< Sento che sto per vomitare >> Cassandra era più agitata che mai e continuava a sistemarsi nervosamente il vestito specchiandosi davanti ad una grande lastra di metallo.
<< Ti prego di non iniziare Cassy, già sono abbastanza agitata io così ci manchi solo tu- la rimproverò Sèlene che tamburellava con le dita sopra il tavolo davanti al quale era seduta per farsi adornare i capelli.
Un lento bussare alla porta le fece trasalire. << Avanti >> dissero in coro.
Una Perle incantevole e con un bel pancione fece capolino nella stanza seguita da una balia che teneva un bimbo tra le braccia lasciando le due giovani spose senza parole.
Cassandra abbracciò la ritrovata amica e fece lo stesso Sèlene << Non ci posso crede Perle! Non mi dire che è stato Nicolas a farcirti così?! >> esclamò questa su di giri.
Perle chiuse gli occhi esibendosi in un grande sorriso, annuì << Nicolas mi ha "farcito" per la seconda volta >> rispose accarezzando la guancia del bimbo che la balia teneva tra le mani.
<< Alla fine zitto zitto è stato il primo a sistemarsi, e io che credevo fosse un buono a nulla >> Sèlene rispose scoppiando a ridere, seguita da Cassandra.
<< Allora vi manca molto? >> continuò la sposa di Sancerre.
<< Ancora poco e saranno pronte mia signora >> rispose la serva intenta a sistemare i capelli di Cassandra che non contenta della scelta del colore dell'abito continuava a guardarsi corrucciata. << Sembro un folletto, sono ridicola >> borbottò.
<< Sei bellissima Cassandra! >> la rassicurò Noelle mettendole le mani sulle spalle specchiandosi con lei notando anche il diaspro verde al collo della ragazza, simbolo di fedeltà eterna, e quello fossile, simbolo di eternità, al collo di Sèlene. << Cosa ne pensate dei diaspri che vi hanno regalato Marc e Michel? >> chiese in seguito, curiosa.
Cassandra passò le dita a sfiorare la pietra, sorrise dolcemente al solo ricordo di quando Michel gliel’aveva donata << Penso che per una volta la vita ci abbia sorriso, penso che mai mi sarei sognata di trovare un uomo come lui e mai mi sognerò di deluderlo, di ferirlo o di disonorarlo in qualche modo- afferrò la pietra stringendola di poco tenendo il pugno sul petto- E' il giorno più bello di tutta la mia vita e dopo questo vivrò per sempre accanto all'uomo che ho amato dal primo momento in cui l’ho visto. Il mio unico rammarico è che mio padre e mia madre non ci siano... >> abbassò la testa.
Sèlene di girò fissando la finestra guardando altrove.
<< Comprendo i vostri cuori, sono gli stessi pensieri che ebbi io il giorno del mio matrimonio. Avrei voluto essere accompagnata da mio padre invece ho avuto mio zio accanto, lo amo, mi è stato tanto vicino, ma non è la stessa cosa >> disse Perle con tutta la sincerità del mondo.
Noelle si maledì per aver posto quella domanda. "Non pensavo però potesse riportare alla mente ricordi tanto tristi". << Son certa vi stiano guardando dall'alto dei cieli...- troncò- Bene direi che possiamo andare! >> rispose guardando con sollievo il lavoro terminato sui capelli di Cassandra.
In quel momento entrò Ian che da come era vestito pareva un vero principe, ma nella totalità della sua eleganza pareva un re, con il suo completo bianco, oro e rosso. << Sarete le gemme più belle e preziose del castello quest'oggi >> disse alle giovani ammirandole.
Tutte le donne nobili e non, presenti nella camera, rimasero folgorate dall'incredibile bellezza del conte. Sèlene e Cassandra lo salutarono con un inchino e si avvicinarono a lui pronte per essere scortate fino alla chiesa. Cinsero il braccio del loro signore con mani tremanti, più emozionate che mai.
Anche loro uscirono dal castello ma la festa riservata alle spose fu molto più maestosa. Fanciulle vestite di bianco gettavano petali di fiori prima e dopo il loro passaggio, i musicanti attaccarono con un allegro motivetto, le donne salutavano e anch'esse gettavano fiori, i bimbi giocavano in festa. << Vi amano, mie fanciulle >> disse loro un Ian più che sorridente.
<< È anche voi che acclamano mio signore! >> disse Cassandra con il cuore a mille.
Sèlene si limitava a sorridere, non riuscendo a proferire parola alcuna per timore di vomitare addosso al padre di suo marito.
Percorsero quindi il coloratissimo tappeto di fiori e petali fino a giungere alla chiesa. Ad attenderle fuori vi erano Laurent De Bar e altri compagni d’arme di Michel e Marc che le giovani riconobbero grazie ai loro studi, oltre ad un più maturo Nicolas. Tutti loro sguainarono le spade sollevandole, dando così il benvenuto alle spose.
I cuori di Marc e Michel presero a martellare come volessero uscire dal petto e scappare via, non appena le streghe misero piede nella struttura sacra i giovani Ponthieu rimasero senza fiato. Erano belle da far perdere la testa, leggiadre, rare e magnifiche percorrevano gli ultimi eleganti passi verso l'altare.
Le giovani abbandonarono le braccia di Ian incaricato come loro tutore, si inchinarono a lui in segno di congedo e si avvicinarono ai rispettivi sposi, salutandoli con un cenno del capo.
La messa iniziò e con quella il rito cerimoniale.
Dopo il fatidico si, i due Falchi sollevarono i veli alle fanciulle, scoprendole ancor più meravigliose, e le baciarono tra gli applausi e gli auguri gridati dai due Sancerre. I quattro si voltarono poi attraversando le navate e ripercorrendo il tragitto precedente fino al castello.
Un vento freddo investì i quattro sposi all’uscita dalla chiesa. Un vento che solo Cassandra e Sèlene riconobbero, chiusero gli occhi commosse da quel tocco leggero e materno che tanto amavano e sognavano di ricevere da una vita.
La cittadina era letteralmente in giubilo, acclamavano gli sposi cantando e gridando di gioia. Ma una mano sfacciata schioccò una sonora pacca sulla natica destra del conte Jean Marc che si voltò di scatto, sorpreso e infastidito da quel gesto tanto audace quanto sconveniente, soprattutto li davanti a tutto il popolo. Non fu sorpreso però nel vedere Borea dietro di lui.
<< Le tue scuse tardano ad arrivare Falco! >> disse questa andandogli di fianco. Teneva il cappuccio calato sul volto per nascondere la faccia.
Lui non seppe se sorridere o rimanere serio, data la sfacciataggine. << Speri di rabbonirmi o riceverle tramite l'aggraziata pacca di poco fa? >>.
<< No, quello era solo un mio desiderio. Ti aspetto da tre settimane con oggi >> continuò camminandogli accanto.
<< È un giorno sacro, ma neanche il fatto di essere di fronte al popolo ha bloccato la tua lussuria. In ogni caso immagino che le scuse debbano essere reciproche, non trovi? >> chiese continuando a guardare avanti.
<< Reciproche? E perché mai? Io agito nel giusto e tutto questo sarebbe ancora un sogno se non fosse stato per me- disse indicando tutto quello che li circondava- I tuoi figli mi devono la loro felicità >> aggiunse.
<< Sei tanto furba e intelligente da trovare un escamotage per qualsiasi situazione e non riesci a comprendere che dovevi dirmi tutto? >>.
Borea sorrise sarcasticamente da sotto il cappuccio << Non avresti compreso, non avresti accettato e loro non sarebbero felici ora- fece una pausa misurando i passi- Io vedo dove gli altri non vedono, le loro anime erano legate e si appartenevano e tu volevi impedirgli di stare insieme, io non potevo permetterlo- si voltò a guardarlo lasciando che Ian intravedesse solo l'occhio cieco, bianco e vitreo- Te l'avrei detto ovviamente ma a tempo debito. Tu invece hai pensato bene di accusarmi ingiustamente, mi hai ferita perché amandoti darei la mia vita per te seduta stante- tornò a rivolgere lo sguardo verso gli sposi- Mi hai sollevata dall'incarico infliggendomi una seconda grave offesa. Avevo solo questo lavoro e senza soldi non ho potuto pagare i debiti e ho dovuto pagare in un altro modo- fece una pausa contenendo la sua irritazione- Ora ti chiedo di smetterla di comportati come un nobile altezzoso e con la puzza sotto il naso e ti chiedo di essere la persona che sei stato tanti anni fa quando arrivasti qui e di essere capace di chiedere scusa ad una persona che ti ha dato tutto ciò che aveva >> concluse tirandosi di più il cappuccio sul viso.
<< Tu non stavi al mio castello per decidere cosa avrei compreso o meno, ma solo per seguire i miei ordini. E per tua informazione, nel caso l'avessi scordato, tu hai deciso di andar via, nonostante avessi specificato che il sollevamento dall'incarico sarebbe stato a tempo indeterminato. Saresti potuta rimanere e io comunque ti avrei tenuta, e puoi ancora farlo >> sospirò silenziosamente. Forse Borea aveva ragione, forse era cambiato ma dal canto suo aveva dovuto adattarsi a quel mondo così diverso e si sorprese di quanto lei potesse ragionare come una persona del suo tempo.
<< Hai detto bene conte, a tempo indeterminato, questo significa in ogni caso niente soldi e i debiti vanno pagati, cosa avrei potuto fare dentro il castello senza lavoro? Sei talmente pieno di te che non ti accorgi di avermi messo in una situazione a dir poco spiacevole- si voltò a guardarlo oscurata dal cappuccio- Comunque sia sono venuta solo per vedere i ragazzi, anche se non sono stata invitata. Vi auguro un buon festeggiamento, addio Ian >> e lanciandogli un’ennesimo sguardo risentito si voltò congedandosi avvolta nel suo mantello nero, allontanandosi rapida tra la folla come un’ombra.
"Sciocca, e sarei io quello pieno di sé? Adesso sarei pure diventato la sua balia" pensò l'uomo nel proseguire.
I festeggiamenti trovarono luogo nel grande cortile di Chatel-Argent, la grande tavolata era decorata da bellissimi fiori e cesti di frutta, i servi iniziarono a portare il cibo in quell'istante con una precisione impeccabile.
Gli sposi si sedettero al centro e vennero serviti per primi, Cassandra e Sèlene erano estasiate da tutta quella bellezza e con i cuori carichi d'emozione si guardarono rivolgendo i loro pensieri al padre e alla madre. Quanto avrebbero desiderato vederli lì tra tutti i commensali.
Mangiarono e danzarono fino allo sfinimento. La luna era già alta nel cielo quando gli sposi dovettero congedarsi per consumare la prima notte di nozze.

***

Ian osservava dalla finestra la servitù che si accingeva a rimuovere dalla tavolata gli ultimi ingombri rimasti. Tutti i nobili si ritirarono nelle proprie stanze e lui rimase da solo. Solo con i suoi pensieri.
Automaticamente la sua mente tornò al giorno del suo matrimonio, Isabeau era meravigliosa e così era rimasta, anche nei suoi ricordi.
Ora che lei non c'era più quel castello gli sembrava vuoto e privo di ogni colore, privo di vita. Nonostante le feste e le visite lui non riusciva a gioire del tutto, nonostante i figli lui si sentiva dannatamente solo e adesso che i quattro si sarebbero dovuti trasferire nel feudo in Irlanda, lasciato loro da Perle come dono di matrimonio, la solitudine sarebbe stata ancor più opprimente.
L'unico suo sollievo sarebbe stato la piccola Marianne che somigliava sempre più a sua madre portando un po' di luce in quegli anni bui, ma sarebbe bastato? Avrebbe passato tutta la vita, fino alla fine dei suoi giorni, a soffrire come un cane e piangere sulla tomba della bella Isabeau?
Sospirando per mandar giù quel groppo amaro e con il cuore pesante si staccò dal davanzale. Subito Hyperversum illuminò la sua mente come un lampo, ma lo scacciò subito, per un momento l'idea di tornare nel mondo moderno l'aveva risvegliato ma la consapevolezza di non poter risolvere nulla e di non poter dare una vita migliore a Marianne lo riportò alla realtà. Si avviò verso la sua stanza maledicendosi anche quella notte di non essere riuscito a proteggere il suo tesoro più prezioso, la sua amata Isabeau.

   
 
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