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Autore: thrandelly    23/12/2016    2 recensioni
One shot ispirata a Rogue One.
“Cosa stiamo facendo?”, mormorò Galen con voce rotta, inciampando in ogni singola parola. Abbassò lo sguardo, che cadde prima sulle sue mani tremanti, poi sulla sua divisa scura. Una divisa imperiale.
“Cosa stiamo facendo?”, fece eco Orson, il volto teso e i denti digrignati, “Stiamo costruendo il futuro. Stiamo dando al nostro Impero un’arma capace di grandi cose, di ristabilire la pace e sedare le rivolte”.
Per qualche istante, Galen non disse nulla; ascoltava il battito del proprio cuore. Il loro Impero? No, quell’Impero non era loro. “Come può un’arma portare pace?”.
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Occhi di mare, occhi di ghiaccio

“Cosa stiamo facendo?”, mormorò Galen con voce rotta, inciampando in ogni singola parola. Abbassò lo sguardo, che cadde prima sulle sue mani tremanti, poi sulla sua divisa scura. Una divisa imperiale.
“Cosa stiamo facendo?”, fece eco Orson, il volto teso e i denti digrignati, “Stiamo costruendo il futuro. Stiamo dando al nostro Impero un’arma capace di grandi cose, di ristabilire la pace e sedare le rivolte”.
Per qualche istante, Galen non disse nulla; ascoltava il battito del proprio cuore. Il
loro Impero? No, quell’Impero non era loro. “Come può un’arma portare pace?”, domandò, forse più rivolto a se stesso che non ad Orson. Gli sembrava che un muro altissimo si ergesse tra di loro, impedendogli di comunicare: eppure erano stati amici, veri amici. Avevano condiviso pasti, sorrisi ed idee. Che ne era di quelle grandi e maestose idee? Tante volte Galen aveva guardato gli occhi azzurri di Orson, e dentro ci aveva sempre trovato il calore delle acque del mare, del mare in estate. Alzò il capo e cercò quelle iridi celesti. Le trovò. Le scrutò.
Ma ormai di quel mare non era rimasta che una lastra ghiacciata, immobile, impenetrabile.
Abbassò nuovamente la testa, trattenendo un singhiozzo. Doveva andarsene.


Lo sfrigolio secco e forte dei colpi di blaster sfiorò Galen, senza però colpirlo. Ciò che invece lo prese in pieno, come una pugnalata dritta al cuore, furono i tonfi sordi dei corpi dei suoi ingegneri che cadevano a terra, morti. La pioggia battente si mischiò alle lacrime.
Era stato Orson. Orson Krennic. Un’altra volta: prima si era portato via Lyra, poi la sua vita… Era colpa sua se non aveva più visto Jyn. La sua stellina… alzò la testa, per cercarla nel cielo, ma tutti gli astri erano coperti da pesanti nuvole cariche di pioggia.
Era stato Orson. Era stato il suo migliore amico. Come aveva già fatto quasi venti anni prima, Galen alzò lo sguardo verso quello che era stato il compagno di una vita: solo, senza più nessuno, aveva il perverso bisogno di rivedere quegli occhi azzurri. Voleva… voleva scrutare di nuovo il mare.
Per un attimo, pensò di averlo scorto. Per un attimo, credette di essere salvo.
Ma non si trattava di altro se non del riflesso dell’oscurità abissale della notte. O forse soltanto dell’oscurità dell'anima di quell'amico che non c'era più... e che non sarebbe mai tornato. 
   
 
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