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Autore: Yufo    23/12/2016    3 recensioni
Luffy, Chopper, Usop e Franky si voltarono con gli occhi sbrilluccicanti e i bastoncini ancora ficcati nelle narici, Robin distolse l’attenzione dal libro che stava leggendo per rivolgerle un compiaciuto sorriso, Sanji uscì dalla cucina con un vassoio di cioccolate fumanti e gli occhi a cuore rivolti verso Nami mentre Brook intonò un OhOhOhOh cominciando a suonare una melodia natalizia con la chitarra e Zoro…
Beh, lui continuò a dormire.
Ciao a tutti, mi cimento per la prima volta nel mondo delle fanfic con questa storia a tema natalizio che spero riesca a strapparvi un sorriso.
Ovviamente ZoNami.
Sono ben accette tutte le critiche( positive o negative) che possano aiutarmi a migliorare in eventuali future storie.
Buana lettura e buone feste.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PRIMO FIOCCO DI NEVE
 
Nami non poteva sbagliarsi, l’aria era pungente, il cielo grigiastro, il vento calmo e gli uccelli volavano bassi per evitare la colonna di umidità d’aria.
Stava arrivando.
Scese veloce dalla cabina di navigazione saltando le scale due a due e si sporse sulla ringhiera guardando il piano inferire della Sunny dove i suoi compagni schiamazzavano e ridevano divertiti dal solito gioco del capitano e delle bacchette su per il naso.
Sarebbero stati felicissimi di saperlo, d’altronde aveva a che fare con dei bambini che fingevano di essere adulti.
Prese un lungo respiro e urlò per superare le voci chiassose degli amici.
<< STA ARRIVANDO!! >>
Attirò subito la loro attenzione; Luffy, Chopper, Usop e Franky si voltarono con gli occhi sbrilluccicanti e i bastoncini ancora ficcati nelle narici, Robin distolse l’attenzione dal libro che stava leggendo per rivolgerle un compiaciuto sorriso, Sanji uscì dalla cucina con un vassoio di cioccolate fumanti e gli occhi a cuore rivolti verso Nami mentre Brook intonò un OhOhOhOh  cominciando a suonare una melodia natalizia con la chitarra e Zoro…
Beh, lui continuò a dormire.
Tutti stavano aspettando quel momento, ci avevano sperato fino alla fine e ora, finalmente, le loro preghiere stavano per essere esaudite.
<< La neve sta arrivando!>> Gridò ancora una volta creando una seconda reazione, ancora più grande, di giubilo ed esaltazione.
 
Approdarono in una piccola isola, l’unica che incrociasse la loro rotta.
Nami preferiva non essere in mare all’arrivo della precipitazione, se il tempo fosse peggiorato sarebbe potuto diventare pericoloso.
Fortunatamente quando si trattava di queste cose tutti le davano ascolto.
Il porto era piccolo, ma per fortuna non vi erano altre barche oltre alla loro, così riuscirono ad attraccare facilmente.
Osservò il paesino da lontano, era un villaggio semplice e ben curato, le stradine sterrate e le case in legno, le ricordava il suo prima dell’arrivo di Arlong.
Già provava una certa simpatia per quel luogo sperduto, forse non ancora dimenticato da Dio.
Si caricò lo zaino in spalla è attraversò il ponte, il giubbotto ben chiuso e il cappello tirato giù fino alle orecchie.
Luffy  e Franky erano corsi via seguendo il dolce profumo di quella che, secondo il capitano era carne affumicata, e Usop li aveva seguiti per paura di rimanere da solo.
Lei si fermò ad aspettare il resto della ciurma.
<< Nami sei sicura?>> Chopper le stava attaccato alla gamba, guardando il cielo alla ricerca del primo fiocco stellato.
<< Ho mai sbagliato quando si tratta del tempo?>>
La piccola renna sorrise e scosse la testa, puntando, sempre più concentrato, il nasino blu vero l’alto. Forse nessuno più di Chopper, all’interno della ciurma, amava la neve, era l’ultimo ricordo che aveva di casa sua, non sarebbe stata rosa, ma era pur sempre neve.
Sanji e Robin arrivarono poco dopo, lui cercava di propinarle il proprio giubbotto per paura che l’amica prendesse freddo ma lei era più che coperta e continuava a rifiutare la gentile offerta, senza però essere ascoltata.
Nami si sentiva spazientita per lei, al contrario di Robin ci voleva davvero poco per farla infuriare. A grandi falcate ( trascinandosi dietro Chopper) si diresse verso Sanji e una volta di fronte gli piazzò un sonoro pugno sulla testa.
<< SE NON LO VUOLE NON LO VUOLE, SMETTILA DI INSISTERE!!!>>.
Sanji cadde a terra con i soliti occhi cuoriformi che la fissavano idolatranti, cantilenando dolci poesie d’amore per la bella Nami.
<< Chopper ti prego portamelo via. >> disse massaggiandosi il ponte del naso. La piccola renna ubbidì, più per paura che per altro. Trasformandosi nell’Heavy Point, la sua forma quasi umana, si caricò in spalla Sanji e si allontanò.
<< Brook e il marimo? >> chiese Nami a Robin.
La bruna indicò una figura scheletrica e allampanata che lentamente si avvicinava a loro sorseggiando del te rosso da una tazzina scheggiata.
Ne mancava ancora uno; sempre il solito tra l’altro.
<< Zoro, sta ancora dormendo.>> le rivelò lo scheletro una volta raggiunta.
La sentiva crescere, inesorabile e incandescente; la rabbia che quella testa di verza le procurava era sempre maggiore ogni giorno che passava.
<< Andate pure avanti e raggiungete gli altri. Io devo schiacciare uno scarafaggio.>> Annunciò ritornando a passi plateali verso la nave.
 
Zoro, come al solito, se ne stava appisolato all’albero maestro come un animale selvaggio.
La visione di quel burbero samurai la mandò ancora più in bestia di quanto già non fosse.
La pressione le si alzava, le rughe le si evidenziavano, le nocche sbiancavano e la voce esplodeva in un inquietante ruggito femminile:
<< Zoro alza subito quel tuo culo sodo dal ponte della nave!>>
<< Verza schifosa giuro che se quando arrivo li stai ancora dormendo ti spacco la faccia a pugni!>>
E più si avvicinava al ragazzo più il tono si alzava e  gli insulti diventavano pesanti e scurrili.
Quando gli fu praticamente di fronte aveva già il braccio caricato all’indietro, pronto per assestargli un pugno sul muso, di quelli che ti lasciano storditi per giorni.
Il gomito si stese accelerando e Nami cercò di svegliarlo, o tramortirlo, con un ultimo grande insulto:
<< ALZATI TESTA DI CA…>>
Non finì la frase.
Il colpo era stato bloccato dalla presa di Zoro sul polso di Nami, che con un veloce movimento l’aveva attirata a se lasciando pochi centimetri di distanza tra i loro volti.
<< Ti ho sentito strega, smettila di urlare.>>
Nami non ricordava l’ultima volta che erano stati così vicini l’un l’altro, riusciva a sentire il respiro caldo dell’uomo soffiargli sulle labbra.
<< Perché non mi hai risposto allora?>> chiese frastornata dal profumo dello spadaccino.
Zoro guardò un punto impreciso dietro Nami e, probabilmente soddisfatto per ciò che aveva visto, fece uno di quei mezzi sorrisi che la navigatrice amava tanto.
<< Aspettavo che tutti gli altri se ne fossero andati.>> spiegò lui.
<< Perché?>>
<< Per questo.>>
Si mosse in avanti riempiendo lo spazio che li divideva e poggiò le proprie labbra su quelle della cartografa.
Fu un bacio semplice ma a Nami bastò per sentirsi totalmente fuori controllo: percepiva il proprio cuore schiantarsi ripetutamente sulla gabbia toracica facendo un rumore assordante, “BumBumBum”, ogni volta sempre più veloce, ogni volta sempre più forte.
Da quanto tempo non succedeva? Quanto era passato dall’ultima volta che erano stati da soli senza nessun compagno, senza nessun nemico? Non lo ricordava neanche più, non sapeva neanche se Zoro provasse ancora gli stessi sentimenti di un tempo.
Ma quel bacio sembrava fatto per rompere tutto: qualsiasi dubbio, qualsiasi delusione, qualsiasi senso di resa era stato spazzato via; e non importava più ciò che era stato, quello che importava era ora, era adesso.
E loro erano insieme, di nuovo.
Quando Zoro si staccò da lei, Nami si sentì prosciugata da tutta la rabbia di poco prima ed era incredibilmente felice.
Lui le sorrideva, con le gote  un po’ arrossate e l’occhio scuro che la scrutava dentro, come faceva sempre, ogni volta che la guardava.
<< Andiamo a fare un giro, solo noi due.>> Propose alzandosi dal pavimento e spolverandosi le natiche.
Nami annuì e, aiutata da Zoro, si issò in piedi anche lei.
Fu allora che lo sentì, il primo fiocco di neve che le si posava delicato sul suo naso.
Rivolse il viso verso l’alto: piccoli batufoli di acqua ghiacciata cristallizzata scendevano lenti dal cielo creando uno spettacolo meraviglioso. Sembrava come se un gigante avesse soffiato su un enorme soffione e i petali si fossero protratti fino a loro. E la cosa più bella era che stava condividendo quel momento con il suo Zoro.
<<È magnifico vero?>> gli chiese voltandosi verso di lui aspettandosi  che le sorridesse, l’abbracciasse e gli dicesse, guardandola dritta negli occhi: “ Si, magnifica.” Facendo sottintendere che non stava parlando solo della neve ma anche di lei.

Invece no.
Zoro non poté fare nulla del genere perché era impegnato a protrarsi in un lungo, stratosferico e rumoroso sbadiglio: la bocca aperta a mostrare l’ugola (no, la mano davanti non poteva mettersela sarebbe stata troppo fine per uno come lui), l’occhio lucido un po’ cisposo, un po’ lacrimante e il totale disinteresse per quello che stava accadendo.
Ed eccola di nuovo qui che ricresceva, ri-inesorabile e ri-incandescente: la rabbia.
Nami gli tirò uno scappellotto sulla nuca così forte che la testa di Zoro schizzò in avanti e i denti gli si chiusero a morsa sulla lingua.
Ululò di dolore.
<< Ma sei scema!!>>
<< Sei tu lo scemo! Marimo della mutua! Ma che fine ha fatto il romanticismo, dico io?!>>
<< Ma se ti ho anche baciata!>>
<< Perché ora basta SOLO baciare una persona per essere romantici? Sanji avrebbe fatto sicuramente di meglio!>>
<< Allora corri dal tuo Sanji a farti coccolare!>>
<< Lo farò !>>
E fece davvero per andarsene ma Zoro la bloccò subito. Aveva i muscoli contratti e gli stringeva la mano un po’ troppo forte.
<< Mi fai male.>>
Lo spadaccino allentò la presa, ma senza esagerare, per evitare che lei fuggisse via.
Non disse nulla, semplicemente la trattenne a se.
Poi quando quei secondi passati in silenzio parvero insostenibili si decise a parlare, rispondendo all’ultima domanda prima del loro litigio.
<< Si, è magnifica.>>accennò un sorriso e la guardò proprio dritta negli occhi come per voler far sottintendere che stava parlando non solo della neve ma anche di lei.
Anche Nami sorrise, si avvicinò un po’ di più al samurai e ricambiò la “stretta” di mano, rendendola più dolce, incrociando le dita bianche e sottili con quelle di Zoro callose e abbronzate.
Erano fatti così: litigavano, litigavano e poi forse facevano pace ma andava bene finché erano loro, era questo che li rendeva Zoro e Nami.
<< Rimani comunque un cretino antiromantico.>>
<< Lo so.>>
 
Raggiunsero gli altri a sole già tramontato, stavano tutti chiacchierando animatamente in un piccolo barettino della zona, mangiando hamburger e bevendo birra.
Prima di entrare Zoro le aveva regalato un ultimo bacio, l’ultimo gesto prima di tornare il cacciatore di taglie e la gatta ladra.
Poi avevano raggiunto gli altri e si erano seduti alla grande tavolata allegra e festosa, nessuno fece domande su dove fossero stati o su cosa avessero fatto. Nessuno sapeva niente, probabilmente tutti pensavano che Zoro si fosse perso e che Nami l’avesse recuperato, come spesso accadeva.
Si cimentarono in una gara di bevute, cantarono e scherzarono  aspettando che arrivasse la mezzanotte.
Fuori nevicava.
Il paesaggio era incantevole con il bianco che decorava alberi e tetti e le luci natalizie che splendevano sulle case.
Quando l’orologio segnò le 00.00 ci fu un altro grande brindisi al Natale e quella che era solo gioia diventò anche festa.
Nami rimase a fissare Zoro che rideva allegro trangugiando l’ennesimo boccale di birra. Era innamorata come mai lo era stata in vita sua.
Quando i loro sguardi si incontrarono, per un secondo, ritornarono i due ragazzi che si baciavano sotto la neve, lui le sorrise, con quel suo incantevole sorriso sbilenco, e pronunciò poche parole a bassa voce; Nami dovette leggere il labiale per capirle, dicevano: “ Buon Natale, mocciosa.”
Sorrise anche lei di rimando.
<< Buon Natale, buzzurro.>>
   
 
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