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Autore: Blue Eich    24/12/2016    2 recensioni
Si lascia trascinare via dalla mano di velluto della sua musa, il suo unico amore.
Una fine dolorosa che ha solo dato vita a un nuovo inizio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lexie Grey, Mark Sloan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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In un mondo, un aereo sgangherato cade al suolo come una mina di piombo, tra detriti, gelo, adrenalina e lacrime salate miste al sapore del sangue. Il dolore, gli ultimi respiri, un letto d'ospedale. Un'anima fioca come la coda di una lucciola che è pronta a spegnersi per sempre. Vuole abbandonarsi a un sonno sereno, stanca di lottare. Perché lui sa che un'altra anima lo aspetta e, riaprendo gli occhi, vedere quel volto in mezzo al nulla lo riempie di gioia. Si lascia trascinare via dalla mano di velluto della sua musa, il suo unico amore.

Una fine dolorosa che ha solo dato vita a un nuovo inizio.

 

Venerdì, aeroporto.

Su quel sedile, Mark ci stava affondando. Immerso fino al collo in un mare di angosce così grande che, come un bambino, sembrava esservisi smarrito. Attendeva la partenza del volo con la testa sul vetro, cullandosi nei ricordi dolceamari. Troppo preso a rimuginare sul passato per preoccuparsi del presente. Chissà se Addison stava già di nuovo con Derek. Ma perché vivere, ormai? Avrebbe preferito morire lì, piuttosto che continuare a tormentarsi nel senso di colpa. Sarebbe bastato che l'aereo si schiantasse al suolo affinché il suo cuore gonfio di risentimento si fermasse. Puff. Addio dolore, addio problemi. “Cadi, stupido aereo. Cosa stai aspettando? Sono pronto. Avanti!

«Scusi… Dovrei sedermi.»

Una voce lo riportò alla realtà e alzando lentamente gli occhi vide un angelo senza ali. Dal sorriso più ammaliante di Sirio, che lo folgorò fin da subito. Contemplò quella bellezza – pari a una giovane azalea – imbambolato.

Vedendo che non rispondeva, l'espressione della ragazza divenne confusa. «Si sente bene?»

Mark rinsavì in un battito di ciglia, uscendo dalla sua bolla. Annuì mentre il cuore, anziché fermarsi, prendeva a battere più forte.

E prima che potesse rendersene conto, la coda di cavallo svolazzò e venne investito da un irresistibile profumo da donna – dolce, ma frizzante al punto giusto. Quel corpo minuto si depositò sul sedile accanto, poi accavallò le gambe e tirò fuori un libro dalla cartella di pelle. Lo sguardo gli cadde senza volerlo sulla copertina, con la riproduzione dettagliata di un cranio in primo piano.

Lei lo notò e gli lanciò un altro sorriso splendido. «È un atlante di neuroscienze» spiegò, visibilmente emozionata. «Sa, presto inizierò come specializzanda in chirurgia, sto cercando di memorizzare il più possibile.»

A Mark suscitò tenerezza, la sua vitalità. Ma prima che potesse rispondere, lei esclamò: «Oh, che sciocca! Probabilmente non le interessa, mi scusi se l'ho disturbata.» Un po' a disagio, finse di concentrarsi su una delle prime pagine che profumavano di stampa fresca.

«Si… Si sbaglia» parlò l'uomo, stupendosi quasi di sentire di nuovo il timbro profondo della propria voce dopo tanto silenzio. «Io sono un chirurgo plastico, vengo dalla East Coast.»

«Davvero?» Quegli occhi verdi si riempirono subito di sincera ammirazione e curiosità. «E mi dica, è difficile la specializzazione? Cosa si prova ad essere un vero chirurgo?»

Dalla sua bocca rosea cominciarono a uscire una raffica di domande che quasi lo stordirono. Di sicuro sarebbe stata capace di conversare anche con un sasso. E mentre la ragazza si perdeva a parlare, gesticolando animatamente, lui fissava le sue labbra muoversi. Il desiderio di unirle come una calamita alle proprie era sempre più forte.

«Comunque, io sono Alexandra, e quando sono agitata parlo molto» rivelò – e il suo sorriso, l'uomo lo trovò semplicemente adorabile. Una giovane libellula piena di vita, che ancora non conosceva il baratro della disperazione. «Tutti però mi chiamano Lexie. Qual è il suo nome? Se non sono troppo indiscreta.»

Un tornado di luce che era entrato nella sua vita illuminando all'improvviso la landa desolata dentro di lui, senza chiedere il permesso, ma che gli aveva scaldato il cuore di un piacevole tepore, dimenticato da troppo tempo.

E, dopo quella che gli era sembrata un'eternità, sorrise di nuovo. Si lasciò contagiare dalla sua allegria, ascoltandola mentre gli parlava di Harvard, di sua sorella incinta, dall'ansia da primo giorno, della straordinaria memoria fotografica che le aveva permesso di studiare medicina. Stava aprendo il suo cuore palpitante a uno sconosciuto che, più l'ascoltava, più ne era rapito.

 

Lunedì, Seattle Grace Hospital.

Lexie barcollò all'indietro di un passo, sbiancando: l'uomo muscoloso e un po' affranto dell'aereo. Credeva che non l'avrebbe mai più rivisto e di poter fantasticare liberamente su di lui, invece eccolo lì, nel suo stesso ospedale. Subito la sfiorò il frivolo pensiero che, se in camicia non era male, col camice e la divisa da strutturato era ancora meglio. Eh già, divisa blu notte. Ceruleo e blu notte, due sfumature dello stesso colore che però segnavano un abisso insormontabile. Lui si era già ripreso dallo shock di averla rivista e stava spiegando le regole a tutti i tirocinanti, insieme a un'altra dottoressa riccia, dall'aria disgustata e severa. Più lo fissava, più le veniva voglia di oltrepassare quel limite, di sospirare come una ragazzina e imprimere nella memoria i lineamenti del suo viso virile. O forse, senza rendersene conto, lo aveva già fatto?

Non lasciarti distrarre, Lexie. Sei qui per lavorare. Certo che, però, il mondo è piccolo…” Cercò d'ignorare il sentimento di frenesia ed euforia che la invadeva – nel suo stomaco, un nido di bozzoli era pronto a schiudersi in una miriade di farfalle.

Ciò che non sapeva, però, era che anche Mark si sforzava di restare impassibile. Parlava senza pensare, perché la sua mente era occupata solo dalla ragazza dai capelli fluenti, che la mattina del loro incontro risplendevano di delicati riflessi color rame.

«Peterson, O'Malley, Piccola Grey, con me.»

E quella fu la prima volta in cui il cuore di Lexie perse seriamente un battito – l'emozione di quando era stata incoronata reginetta del ballo alle superiori, al confronto, era niente. Aggirandosi frettolosa per i corridoi per stare al passo col gruppo, con la cartella clinica stretta al petto, pensò che quel soprannome era davvero carino. E probabilmente serviva a non confonderla con la sua sorellastra, che non vedeva l'ora di conoscere. Ma tornando a Mark, non doveva illudersi: lui era uno strutturato di successo internazionale e lei solo un'insignificante matricola, l'ultima catena alimentare della chirurgia. Una matricola nell'era moderna equivale a uno schiavo dei tempi antichi. Continuava a ripeterselo, anche se, in fondo, sapeva benissimo di essersi già innamorata.

Perché loro non possono separarsi, e continueranno a rincorrersi. In un differente universo ancora lui è appena nato e piange a squarciagola, mentre lei è solo una pallina di luce tenue nascosta nell'ombra, che attende pazientemente altri diciannove anni per svilupparsi. Più di mille strade destinate a riunirsi, all'improvviso e con violenza, come due autoscontri.




 

Angolo Autrice
Hallo aus Deutschland! (Grazie Google)
In realtà avrei voluto scrivere qualcos'altro. Insomma, l'idea iniziale era di creare un universo del tutto differente, con lavori non collegati alla medicina e tutto, ma l'ispirazione mi ha portata a ciò.
Ho deciso di pubblicare oggi perché ieri per la prima volta in vita mia ho preso un aereo. Ero sola e stavo morendo di paura, ma ce l'ho fatta.
È stato proprio un aereo a segnare la fine degli Slexie, per questo ho voluto usarlo come punto d'inizio. C'è anche un episodio con un titolo simile a quello della storia, ma è stata una casualità.
Ammetto di immaginare Lexie e Mark un po' i Luce e Daniel della situazione. Sognare non costa niente, no?
Ringrazio la mia amica
Cute Yeollie per il banner.
Buone feste a tutti e grazie per aver letto fin qui! Alla prossima.
-H.H.-

 
   
 
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