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Autore: YatoChan    24/12/2016    2 recensioni
“Hey!” si lamentò la figura,
“Mi scusi” disse il biondo raccogliendo i sacchetti per poi restituirli al proprietario, ma quando i loro occhi si incrociarono non poterono fare a meno di riconoscersi.
“Yurio!” sorrise sorpreso lo Yuri giapponese
“”AH? Il porcello?” invece di restituirgli i sacchetti come stava per fare, glieli lanciò direttamente in faccia.
“Attento, c'è il regalo di Victor dentro” affermò sicuro il ragazzo afferrando un pacchetto rosso, sembrava quasi lo stesse rimproverando, quel porcelletto da quattro soldi.
“Tsk, affari tuoi” lo salutò con una mano allontanandosi.
“Yurio!” si fermò, il più giovane , immaginando una frase ad effetto tipo : il prossimo oro sarà mio... o roba simile.
“Va tutto bene?” fu una specie di scossa lungo tutto il corpo.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Davvero, Yurio non aveva la minima idea di quello che stava facendo in quel preciso momento.

Perché era tornato lì? Non aveva senso, avrebbe dovuto restarsene a casa sotto le coperte con il nonno accanto che preparava da mangiare qualcosa di squisito.

Aveva passato ogni Natale da quando i suoi se ne erano andati in quel modo, eppure invece di aiutare per i preparativi o semplicemente rilassarsi era andato in quello stupido posto pieno di famiglie. Una pista di ghiaccio grande la metà di un quarto di una pista quasi decente, diamine! Altro che Quadruplo Loop, lì non avrebbe avuto nemmeno lo spazio per un Doppio...

Eppure aveva calzato i pattini a noleggio – molto scomodi dal suo punto di vista- e aveva cominciato a pattinare. Era stato un po' strano all'inizio, ma poi il ghiaccio come sempre lo aveva guidato. Si sentiva libero ed impaurito come la prima volta che aveva calzato i suoi primi pattini, sempre su quella stessa pista più di dieci anni prima. E proprio su quella pista, i suoi genitori lo avevano abbandonato, promettendo di tornare immediatamente con i suoi nuovi pattini... per poi scappare chissà dove.

“mio dio, mi sto deprimendo, devo smetterla di pensaci” pensò tra se e se l'ormai sedicenne, che però non riusciva a smettere, ma proprio per niente. Infondo era per quello che era lì, giusto? Voleva vederli tornare, ancora una volta ci sperava; ma diversamente dagli altri anni voleva vederli per un solo motivo: sbattergli in faccia la medaglia d'oro vinta- pochi giorni prima-alla finale del Grand Prix. Ovviamente non sarebbe arrivato nessuno, appena lo realizzò un paio di lacrime scesero silenziose lungo le sue guance.

“YURI” Si voltò di scatto a quella voce, era certo di averla già sentita da qualche parte.

Victor Nikiforov per la prima volta deluse le sue aspettative in maniera drastica, stava quasi per salutarlo un po' scocciato dopo essersi asciugato le lacrime, ma poi un'altra voce conosciuta lo fece desistere.

“ Aspetta un secondo, non ci sono abituato a questi pattini!” ovviamente chi poteva essere se non Yuri Katsuki, avrebbe dovuto immaginarlo.

Non che avesse paura di incontrare quei due insieme, piuttosto era consapevole che oltre alla vigilia di Natale quella :era la vigilia del compleanno dell'albino. E quei due erano sicuramente impegnati in uno stupidissimo appuntamento romantico, non aveva la minima intenzione di diventare il terzo incomodo.

Decise semplicemente di andarsene, restituì i pattini e si infilò il cappuccio della felpa sulla testa per proteggersi dalla neve che- senza chiedere a nessuno il permesso- aveva cominciato a cadere, imbiancando le strade della Russia.

Ne aveva fatte di cose stupide quel giorno: innanzitutto aveva dimenticato i suoi pattini ed ora aveva i piedi pieni di vesciche, ogni passo era un supplizio! Era andato di nuovo alla pista e ancora una volta aveva sperato nel loro ritorno, aveva pianto a causa loro e infine come se non bastasse aveva dimenticato cappotto e cellulare a casa.

Quel giorno faceva davvero freddo e la neve cominciava a trasformarsi in grandine, avrebbe dovuto tornare subito a casa, ma per un motivo o per l'altro camminava a vuoto già da un'ora e mezza. Spesso tornando in dietro o girando in tondo.

Si fissava i piedi e a testa bassa continuava a camminare, da qualche minuto aveva cominciato a girare tutto, la felpa inzuppata era ormai inutile, anzi peggiorava persino la situazione.

Faceva davvero freddo ed era ormai buio.

Scivolò sul ghiaccio cadendo di schiena, come d'incanto si risvegliò dallo stato di trans che lo aveva avvolto, si guardò attorno spaesato in un improvviso attacco di panico.

Cominciò a correre – ancora una volta- senza una direzione precisa, voltandosi continuamente indietro come a tenere d'occhio un inseguitore invisibile.

Inevitabilmente andò a scontrarsi contro qualcosa, o meglio, qualcuno. La differenza di mole non particolarmente differente mandò il biondo a terra, sbilanciando notevolmente l'altro che però riuscì a rimanere in piedi, facendo cadere solo alcuni sacchetti.

“Hey!” si lamentò la figura,

“Mi scusi” disse il biondo raccogliendo i sacchetti per poi restituirli al proprietario, ma quando i loro occhi si incrociarono non poterono fare a meno di riconoscersi.

“Yurio!” sorrise sorpreso lo Yuri giapponese

“”AH? Il porcello?” invece di restituirgli i sacchetti come stava per fare, glieli lanciò direttamente in faccia.

“Attento, c'è il regalo di Victor dentro” affermò sicuro il ragazzo afferrando un pacchetto rosso, sembrava quasi lo stesse rimproverando, quel porcelletto da quattro soldi.

“Tsk, affari tuoi” lo salutò con una mano allontanandosi.

“Yurio!” si fermò, il più giovane , immaginando una frase ad effetto tipo : il prossimo oro sarà mio... o roba simile.

“Va tutto bene?” fu una specie di scossa lungo tutto il corpo.

“certo, idiota” rispose la sua bocca prima che lui avesse assimilato le parole, e si sentì malissimo dopo averlo chiamato in quel modo.

“ok, allora dato che andiamo dalla stessa parte facciamo la strada assieme, ti va?” lo raggiunse il giapponese.

“se proprio devi”.

I loro corpi camminavano l'uno accanto all'altro, Yurio a causa del gelo si avvicinò maggiormente a Yuri il quale era ben vestito con tanto di sciarpa guanti e cappello. Mentre cercava di non tremare in maniera visibile i suoi passi rallentarono, ma Yuri Katsuki non glielo fece pesare rallentando passo passo con lui.

“Vuoi il mio cappotto?”

“no” rispose a denti stretti incrociando le braccia.

Passarono altri cinque minuti prima che Yuri si stancasse del comportamento ribelle del giovane russo. Lo fermò mettendogli una mano sulla spalla e persino attraverso i guanti si accorse di quando fradicia e bagnata fosse la felpa che il ragazzo indossava.

“Ma sei impazzito togli subito quei vestiti!” il biondo spalancò la bocca per il modo in cui lo aveva detto.

“Tu non puoi darmi ordini!Non sei mio padre, smettila” replicò il ragazzo dandogli un bello spintone che mandò il giapponese col sedere per terra. Lo vide assottigliare gli occhi, uno sguardo strano che non gli aveva mai visto addosso. Faceva paura.

Alzatosi lo attirò verso di sé e per quanto si divincolasse Yurio non riusciva a liberarsi.

“lasciami! Non ci provare!” alle orecchie di Yuri, più che ruggiti rabbiosi quelle urla soffocate sembravano i miagolii di un gattino infreddolito. Lo costrinse a sfilarsi la felpa e la maglia sottostante raffigurante una tigre, sorrise tra sé e sé per i gusti del ragazzo.

“Cos'hai da ridere, pervertito?!” abbaiò il russo coprendosi il fisico gracile, non ancora sviluppato.

“niente, hai proprio dei bei gusti” sorrise nuovamente in quel modo strano prima di togliersi il cappotto e porgerglielo.

Yuri vedendosi portare via la felpa si infilò velocemente il cappotto del giapponese, solo a quel punto si rese conto di quanto freddo avesse stringendoselo maggiormente addosso. Yuri non dovette forzarlo ad indossare guanti e cappello, anzi il biondo si fiondò sugli indumenti quasi strappandoli dalle mani del rivale.

Yuri rimasto solo con la sciarpa invitò silenziosamente Yurio a seguirlo, dopo un po' di esitazione il sedicenne lo seguì.

 

 

“Victor? Sono Tornato!” bussò alla porta Yuri, impedendo al suo ospite di scappare trattenendolo per il braccio sinistro.

La porta si aprì rivelando un Victor in una camicia rossa molto sexy e con due corna da renna di peluche in testa.

“bentornato Yuri! Ho preparato un bagno caldo apposta per te<3” Yuri sorrise e spinse Yurio tra le braccia dell'albino “Vai pure, l'ha preparato apposta per te Yuri” sorrise al biondo facendogli l'occhiolino.

Victor lo guardò interrogativo e soprattutto deluso, a Yurio non sfuggì quello sguardo, era lo stesso di quella volta.

 

“corsi di pattinaggio? Ma dovremmo rinunciare al viaggio a Parigi!”

“Suvvia piccolo, preferisci il pattinaggio o Parigi?”

“il pattinaggio! Mi piace tanto!”

“...”

“...”

“allora andiamo a prenderti dei pattini da professionista!”

“certo, tu aspettaci qui, torniamo presto”

 

Stesso sguardo, identico, come a dire: hai rovinato tutto Yuri... di nuovo.

“Senti, io vado a casa adesso, non voglio disturbarvi”

“No, tu adesso vai a farti un bel bagno, mentre io chiamo tuo nonno. Capito? Niente discussioni” mise in chiaro il giapponese.

“tu non sei mio padre” gli ricordò per l'ennesima volta quel giorno, scoprendo i denti visibilmente alterato.

Victor affiancò il giovane uomo “Niente discussioni” ribadì dando ragione al compagno. Yurio spalancò la bocca scioccato da quella complicità improvvisa “V-voi due, andate al diavolo!” urlò scoprendosi in inferiorità numerica sbattendosi la porta del bagno alle spalle.

Una volta dentro però non poté trattenere un piccolo sorriso.

“idiota di un kutsudon”

  
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