Sono viva? Non lo so. Il mio cuore batte, ma io non sento niente. Sono apatica. Vorrei piangere e urlare, ma non ci riesco.

Sono sola, ancora una volta. Sono in una piazza affollata di gente, ma sono sola. Mi hai lasciato ancora una volta, hai preferito lei ancora una volta.

Perché non mi ami come ti amo io? Perché in questa situazione devo soffrire solo io? 
Non riesco ad andare avanti, non riesco a trovare qualcun altro; cerco te in qualsiasi altro ragazzo, ma nessuno è come te.

Nessuno ha il tuo stesso sorriso, nessuno ha la tua risata, nessuno ha il tuo viso punteggiato di nei, nessuno ha i tuoi occhi scuri e intensi, nessuno ha i tuoi capelli castani perennemente spettinati, nessuno mi fa sentire al sicuro e a casa come quando tu mi stringi tra le tue braccia, nessuno è perfetto nella sua imperfezione come te. 

Nessuno è come te. Ricordo di avertelo detto una volta e tu ti sei messo a ridere. Ricordo che quella è stata la prima volta che mi sono resa conto che non volevo più che tu fossi solo il migliore amico, ma qualcosa di più. 

Sento gli sguardi della gente addosso. Rabbrividisco, non mi piace che mi fissino. Non sono perfetta come te, ho così tante cicatrici, dentro e fuori, che mi faccio schifo da sola. Solo tu mi fai sentire bella, parte di questo mondo che mi ha portato solo troppo dolore. 

Continuano a fissarmi. I loro sguardi mi giudicano, è come se mi dicessero che è normale che tu non mi ami perché sono troppo complicata e imperfetta.

Comincio a scrutare tra la folla, cercandoti, ma tu non ci sei. Nessuno è come te Dyl.
Abbasso lo sguardo e a testa china muovo i primi passi per uscire da questa folla di gente che continua a giudicarmi. Mi dico che se io non li posso vedere, loro non vedono me. Mi scontro con diverse persone che mi urlano contro di stare più attenta, alcune mi danno della cogliona. 

Continuo a camminare, mi lascio trasportare dalle mie gambe. Vorrei venire da te, cacciare quella ragazza che ti farà soffrire sicuramente e prenderti a pugni perché non hai mai capito cosa io provo per te, perché non hai capito quanto sto soffrendo. 

Ti chiedo scusa Dyl, perché non sono abbastanza forte da venire da te e parlarti dei miei sentimenti e dei miei problemi, perché non riesco a smettere di provocarmi dolore. 

Mi inginocchio a raccogliere un pezzo di vetro di una bottiglia rotta. Non dovrei farlo, ma non sono forte come te, non sono forte senza te. 

Premo il vetro sul mio polso sinistro e poi lo lascio cadere. Man mano che il sangue fuoriesce dalla mia ferita, la mia mente si svuota. 

Sollievo, ecco cosa provo. Mi incomincia a girare la testa, ma non mi preoccupo, ormai sono abituata.

Sarò mai la tua prima scelta Dylan? 
Questo è il mio ultimo pensiero prima di vedere tutto nero e cadere a terra. Mi sembra di sentire la tua voce che mi chiama, la tua voce intrisa di terrore. Questo però è impossibile perché tu sei con lei. 

Sento le tue mani afferrarmi e la tua voce continuare a chiamarmi.
«Scusa se ti amo Dylan.» sussurro. Ti sento stringermi di più contro il tuo petto. Respiro il tuo profumo, unico proprio come te.

«Pez, resta con me.» 
Mi sento sempre più scivolare nell'oscurità. Però prima mi svenire del tutto ti sento sussurrare quelle parole che ho sempre desiderato tu mi dicessi.
«Pez ti amo anch'io»
Forse è la mia immaginazione che vuole burlarsi di me un'altra volta, ma non mi importa. 

Sorrido. Sono felice.