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Autore: Fauna96    24/12/2016    2 recensioni
Non si sentiva così da moltissimo tempo, ad essere sincero (e lui era sempre sincero): c’era talmente tanta gioia e stupore e... e qualcos’altro. Qualcosa che stonava decisamente con l’atmosfera, e che non era Elael nel coro.
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Crowley, nonostante tutto, odia relativamente poche cose: il freddo, pedoni che gli intralciano la strada ed essere convocato dai propri superiori. Purtroppo, in un certo periodo dell’anno, due di queste ricorrenze avvengono contemporaneamente.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Herald Angels (can’t) sing
 


Betlemme, estate del 5 a. C circa
 
Quella notte era serena e stellata; non erano molti gli uomini svegli, ma coloro che lo erano intravedevano qualcos’altro in cielo, oltre alle stelle. Erano presenze indefinibili da occhio umano, così come indefinibile era la musica che aleggiava nell’aria sopra una grotta.
Aziraphale era in compagnia dei pastori, con in braccio una piccola custode di maiali che nella foga di vedere il neonato si era storta la caviglia. Non si sentiva così da moltissimo tempo, ad essere sincero (e lui era sempre sincero): c’era talmente tanta gioia e stupore e... e qualcos’altro. Qualcosa che stonava decisamente con l’atmosfera, e che non era Elael nel coro.[1]
Aziraphale lasciò perdere e si concentrò invece sul visetto luminoso di Maria, così bella e giovane, sulle mani tremanti di Giuseppe che aggiustavano le fasce intorno a...
Niente da fare. La sensazione di qualcosa di sbagliato restava lì a pungolarlo; eppure non doveva esserci nulla di sbagliato. Insomma...
La bambina gli tirò la veste e gli sussurrò all’orecchio: - Lì dietro si è addormentato qualcuno... –
Aziraphale seguì il suo ditino teso ed effettivamente vide una sagoma seminascosta, raggomitolata per terra, lontana dalla luce delle torce. Fu colto da un orribile presentimento. Posò per terra la piccola, raccomandandole di stare attenta e non peggiorare la sua caviglia e si avvicinò furtivo al punto più ombroso dietro la grotta.
Abbracciato a un’anfora di vino, Crowley russava pacifico, evidentemente inconsapevole dell’aura demoniaca che spargeva tutt’intorno; era incredibile che nessuno degli altri angeli si fosse accorto di lui, ma forse l’influenza benefica del Bambino era troppo forte, inoltre Aziraphale era ormai... abituato a percepire il demone.
Rimase a fissare la sagoma placida, combattuto: avrebbe dovuto cogliere l’occasione e scacciare il Nemico, che aveva avuto la sfacciataggine di venire fin lì; ma d’altra parte, era una notte santa, e non gli pareva una cosa appropriata ucc... ehm, discorporare qualcuno.
Prima che potesse decidersi, Crowley fece un enorme sbadiglio e aprì un occhio.- Angelo – gracchiò – che sorpresa trovarti qui –
- Dovrei dirlo io a te – rispose Aziraphale, cercando di apparire grave e severo, come un angelo dovrebbe essere. – Cosa sei venuto a fare qui? –
Crowley apparve piuttosto confuso riguardo la nozione del ‘qui’: si guardò intorno e si massaggiò le tempie. – Quindi eravate voi e le vossstre benedette voci angeliche – sibilò. – Ho dovuto bere quasi metà della mia ssscorta per riuscire a chiudere occhio –
Aziraphale sbirciò furtivo oltre la spalla: nessuno dei suoi fratelli si era accorto della sua assenza, impegnati com’erano a tubare intorno a Gesù Bambino; Aziraphale fece un gesto e Crowley sbatté le palpebre, rapidissimo. – Oh. Non eri obbligato, angelo -.
Aziraphale si strinse nelle spalle e sedette accanto a lui (per quanto chiaramente sotto sbronza, doveva pur tenerlo d’occhio, no?). Rimasero per un po’ in silenzio, poi Crowley bevve un sorso di vino, gli porse l’anfora e commentò: - Comunque, per essere un neonato, è piuttosto beneducato: mi aspettavo più strilli -.
Aziraphale nascose un sorriso nel vino. – Immagino di sì -.
 

Londra, 25 dicembre, un paio di millenni dopo
 
Crowley, nonostante tutto, odia relativamente poche cose: il freddo, pedoni che gli intralciano la strada ed essere convocato dai propri superiori. Purtroppo, in un certo periodo dell’anno, due di queste ricorrenze avvengono contemporaneamente.
Il riscaldamento della Bentley è al massimo, ma Crowley riesce comunque a percepire il gelo pungente di fuori; gli umani, invece, pare non lo sentano affatto, dato che saltellano per le strade cinguettandosi auguri.
Crowley stringe i denti e parcheggia davanti alla libreria, curandosi di ammaccare per bene le altre macchine, e rimpiange i Saturnali: com’è possibile che Laggiù abbiano permesso a una festa così deliziosamente sfrenata di trasformarsi in Tutti insieme appassionatamente versione invernale?
L’aria gelida che entra dalla portiera gli mozza il fiato (metaforicamente parlando) per un attimo, poi Aziraphale si accomoda sul sedile del passeggero con aria estremamente soddisfatta.
- Non mi aspettavo di vederti, caro, pensavo preferissi startene a casa – ‘a fare il broncio’ è sottinteso. Crowley grugnisce in risposta e guida verso il Ritz, isola felice tra tutte quelle disgustose luminarie. Che poi, il Natale, o meglio, ciò che gli umani festeggiano spacciandolo per Natale, non gli dispiace affatto: grazie a Qualcuno, la gente è sempre terribilmente materiale e venale, per non parlare del delizioso consumismo dicembrino; no, è quell’atmosfera, così zuccherosa e ipocrita. E ovviamente, i dann... i cavolo di pedoni in mezzo alla strada.
- Crowley? – Aziraphale si sta srotolando la sciarpa dal collo e lo sta fissando preoccupato,quasi. – Sicuro di voler andare? Non mi offendo, sai, se preferisci tornare a casa -.
Crowley scrolla le spalle. – Nah. Un po’ di vino è proprio quello che ci vuole -.
Ma sì, il Natale è sopportabile, decide, accendendo l’autoradio e il mangianastri per sentire Santa Claus is coming to town nella versione dei Queen.
 
 


Solo una stupidata per augurarvi buon Natale (anche se è la prima storia su Good Omens... e sono assolutamente in soggezione a pubblicarla). Due cose e poi vi lascio ai cenoni: secondo gli studi, Gesù sarebbe nato in estate e qualche anno prima dell’anno 0: è stata calcolata male la data; il titolo è preso dalla famosa canzone Hark! The Herald Angels sing che potete ascoltare qui.
Buone feste a tutti!
 
[1] Era così volenteroso, un così bravo ragazzo, ma non tutti gli angeli producono musica celestiale.
  
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