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Autore: redeagle86    24/05/2009    11 recensioni
Sette regni, custodi di altrettante pietre preziose. Sette gemme, chiamate "i 7 peccati". Un ladro disposto a tutto pur di rubarle. Due principesse decise a impedirlo. Ma se non fosse tutto come appare e il passato riaprisse le sue porte?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Inizia tutto con "Superbia"…

 

Siamo su Wonder, il pacifico pianeta formato da sette differenti regni che collaborano tra loro.

La nostra storia inizia nel Regno Solare, quando viene recapitato uno strano messaggio…

 

"ALLARME! Tutti i sovrani sono convocati d'urgenza nel Regno dei Gioielli per discutere una questione molto seria."

Re Toulouse fissò assorto il dispaccio: cosa poteva essere accaduto di così grave da richiedere l'intervento di tutti i regnanti? Conoscendo l'emissario, poteva benissimo radunare tutti per comunicare che colore andava di moda quell'anno.

-Che succede, papà? È l'invito ad una festa?- domandò Rein, entrando nella sala.

-No, ragazze. È un messaggio dal Regno dei Gioielli- rispose il padre, fissando le figlie. Un tempo anche Fine sarebbe stata entusiasta quanto la sorella all'idea di partecipare ad un ricevimento. Un tempo…prima che il suo giovane cuore conoscesse un dolore più grande di lei.

-È accaduto qualcosa al principe Bright?- si preoccupò Rein.

-Non credo che per questo chiamerebbero a raccolta tutti quanti. Potete venire con noi, se volete.

-Davvero?! Sarebbe fantastico, vero, sorellina?

-Sì, è da un po' che non ci muoviamo dal Regno Solare- convenne la rossa, tentando di partecipare alla sua euforia. Per un attimo aveva sperato fossero sue notizie…ma le sue speranze erano state deluse per l'ennesima volta.

 

°*°

 

-Un ladro- annunciò Camelia teatralmente, fingendo un malore com'era nel suo stile. –Vi rendete conto?

-Un ladro?!- ripeté King, allibito. L'urgenza tanto importante era un comune ladruncolo?!

-Può sembrare una sciocchezza, ma non ha compiuto un furto qualsiasi- spiegò Aaron. –Ha rubato "Superbia".

Bastò quel nome per far cessare il mormorio nella sala: nessuno sapeva cosa dire di fronte a quell'accaduto tanto grave.

Fuori dalla stanza, Fine e Rein ascoltavano la discussione dallo spiraglio della porta socchiusa, non capendo però cosa avesse sconvolto tanto i sovrani.

-"Superbia"? Vuol dire che hanno rapito Altessa?

-Nessuno sano di mente rapirebbe quella smorfiosa.

-"Superbia" è uno dei "7 peccati"- intervenne Bright, raggiungendole.

-I "7 peccati"? Che cosa sono?

-Sono sette gemme, ognuna conservata in un regno di Wonder. Secondo una leggenda, riunendole tutte in un unico posto si scatenerebbe un potere talmente grande da poter anche distruggere il pianeta.

-Stai parlando sul serio?! Ma allora dobbiamo fermarlo!

-Infatti, principesse. Ed io, il coraggioso principe Tio, sono pronto a battermi contro questo vile delinquente- affermò il giovinetto, sfoderando la sua katana. Ci metteva sempre tanto impegno e buona volontà, questo gli andava riconosciuto: peccato che i risultati lasciassero a desiderare.

-Anch'io vi darò una mano- si aggiunse Auraa, che sperava in quel modo di far colpo sull'amata Altessa.

-In questo caso, contate anche su di noi- si unirono le gemelle.

-Non pensateci neppure. È pericoloso e non vi permetteremo di correre dei rischi inutili- si opposero i tre. –Non vi preoccupate per noi: cattureremo il ladro in un attimo.

-A dire la verità non ci stavamo preoccupando per voi- li smontò Fine. –E comunque, sappiamo cavarcela benissimo da sole. O temete di essere messi in ombra?

Bright sospirò: quando si mettevano in testa qualcosa, era inutile combattere. Mise mano alla tasca, estraendone un bigliettino bianco che mostrò alle ragazze.

-"Superbia è mio e presto avrò anche gli altri sei"- lesse Rein. –Avete già dei sospetti?

-No. È stato dato l'allarme generale e ogni regno raddoppierà la sicurezza. Lo prenderemo di sicuro, dovunque deciderà di attaccare.

-Oh, Bright! Tu sì che sei un principe valoroso… Non sei d'accordo, Fine? Fine? Ehi, sorellina…

Ma la gemella fissava ancora la grafia minuta ed elegante del messaggio… Perché le pareva così famigliare?

-Fine, stai bene?

-Come? Sì…sì, scusatemi…mi ero incantata- si giustificò. –Secondo voi è a conoscenza dell'importanza della pietra o l'ha rubata solo per il suo valore? In fondo, questo è il regno in cui si trovano i migliori gioiellieri di Wonder…

-Sì, e "Superbia" è uno splendido diamante…ma tutti sanno quanto possa essere pericoloso. Anche il nostro furfante.

-Quindi credi che voglia distruggere Wonder?

-O ricattarci con questa minaccia.

-Eppure…- sussurrò la rossa non del tutto convinta.

-La riunione si conclude qui. Wonder è in stato di massima allerta- disse il sovrano dei Gioielli.

 

°*°

 

-Davvero una brutta storia: chi può essere così folle da minacciare il mondo?

Fine non si curò di risponderle: la sorella era nel mezzo di un monologo e non aveva bisogno di una sua replica.

-Si è fatto beffe del mio Bright… Hai visto com'è stato coraggioso a proporsi immediatamente per proteggere Wonder? Oh, quanto è nobile… Sorellina, mi stai ascoltando? È da quando hai preso in mano quel biglietto che sei distratta.

-No, Rein…è da molto di più- pensò l'altra, avvolgendo le gambe con le braccia. Avevano sempre diviso tutto…tranne quel dolore che aveva stretto il cuore di Fine e di cui non voleva parlare con nessuno. Nessuno poteva capirla, solo compatirla. E lei non voleva la pietà.

-Stai di nuovo pensando a lui, vero?- mormorò la gemella con dolcezza. Le faceva male quella distanza tra loro, il non poter far nulla per alleviare la sua sofferenza. –È vivo e tornerà da te…lo ha promesso.

No, non era vero. Anche lei, come tutti, era convinta che fosse morto, ma le aveva mentito perché le voleva bene. E, per lo stesso motivo, la rossa finse di crederle. Ormai vivevano di convenzioni e bugie che le allontanavano lentamente. Il prezzo del diventare adulti…la fine dell'età dell'oro.

-Scusami, Rein, ma non mi va di parlarne.

-Come vuoi.- Si era barricata dietro il muro ancora una volta. –Buonanotte, Fine- la salutò, uscendo.

-Buonanotte.

Non sarebbe stata una buonanotte, era anche quella una menzogna.

Non c'erano più notti, perché nel cielo compariva la luna…quella luna maledetta che portava inevitabilmente con sé i ricordi.

E non c'erano più sogni. All'inizio c'erano gli incubi, ora solo il nulla. Il suo cuore era intontito, ma conservava strati di dolore nascosti chissà dove, che saltavano fuori all'improvviso.

Bright, inconsapevolmente, aveva smosso quel tormento, rievocando un'altra missione, un altro principe, anch'egli nobile e coraggioso, partito per salvare Wonder, lasciando il suo amore e la sua famiglia ad attenderlo.

Un principe che non aveva più fatto ritorno.

 

Un paio d'occhi cobalto, lucenti e brillanti, osservavano da lontano la finestra della camera di Fine. In essi vi era la sfumatura amara del rimorso, di qualcosa lasciato in sospeso.

Poi, quasi appartenessero ad un fantasma, svanirono, inghiottiti dalle tenebre.

 

 

  
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