1. Inizia tutto
con "Superbia"…
Siamo su Wonder, il pacifico
pianeta formato da sette differenti regni che collaborano tra
loro.
La nostra storia inizia nel
Regno Solare, quando viene recapitato uno strano messaggio…
"ALLARME! Tutti i sovrani
sono convocati d'urgenza nel Regno dei Gioielli per discutere una questione
molto seria."
Re Toulouse fissò assorto il dispaccio: cosa poteva essere accaduto di così grave da richiedere l'intervento di tutti i regnanti? Conoscendo l'emissario, poteva benissimo radunare tutti per comunicare che colore andava di moda quell'anno.
-Che succede, papà? È
l'invito ad una festa?- domandò Rein, entrando nella sala.
-No, ragazze. È un messaggio
dal Regno dei Gioielli- rispose il padre, fissando le figlie. Un tempo anche
Fine sarebbe stata entusiasta quanto la sorella all'idea di partecipare ad un
ricevimento. Un tempo…prima che il suo giovane cuore conoscesse un dolore più
grande di lei.
-È
accaduto qualcosa al principe Bright?- si preoccupò Rein.
-Non credo che per questo
chiamerebbero a raccolta tutti quanti. Potete venire con noi, se
volete.
-Davvero?! Sarebbe
fantastico, vero, sorellina?
-Sì, è da un po' che non ci
muoviamo dal Regno Solare- convenne la rossa, tentando di partecipare alla sua
euforia. Per un attimo aveva sperato fossero sue notizie…ma le sue speranze
erano state deluse per l'ennesima volta.
°*°
-Un
ladro- annunciò Camelia teatralmente, fingendo un malore com'era nel suo stile.
–Vi rendete conto?
-Un
ladro?!- ripeté King, allibito. L'urgenza tanto importante era un comune
ladruncolo?!
-Può sembrare una
sciocchezza, ma non ha compiuto un furto qualsiasi- spiegò Aaron. –Ha rubato
"Superbia".
Bastò quel nome per far
cessare il mormorio nella sala: nessuno sapeva cosa dire di fronte a
quell'accaduto tanto grave.
Fuori dalla stanza, Fine e
Rein ascoltavano la discussione dallo spiraglio della porta socchiusa, non
capendo però cosa avesse sconvolto tanto i sovrani.
-"Superbia"? Vuol dire che
hanno rapito Altessa?
-Nessuno sano di mente
rapirebbe quella smorfiosa.
-"Superbia" è uno dei "7
peccati"- intervenne Bright, raggiungendole.
-I
"7 peccati"? Che cosa sono?
-Sono sette gemme, ognuna
conservata in un regno di Wonder. Secondo una leggenda, riunendole tutte in un
unico posto si scatenerebbe un potere talmente grande da poter anche distruggere
il pianeta.
-Stai parlando sul serio?!
Ma allora dobbiamo fermarlo!
-Infatti, principesse. Ed
io, il coraggioso principe Tio, sono pronto a battermi contro questo vile
delinquente- affermò il giovinetto, sfoderando la sua katana. Ci metteva sempre
tanto impegno e buona volontà, questo gli andava riconosciuto: peccato che i
risultati lasciassero a desiderare.
-Anch'io vi darò una mano-
si aggiunse Auraa, che sperava in quel modo di far colpo sull'amata
Altessa.
-In
questo caso, contate anche su di noi- si unirono le
gemelle.
-Non pensateci neppure. È
pericoloso e non vi permetteremo di correre dei rischi inutili- si opposero i
tre. –Non vi preoccupate per noi: cattureremo il ladro in un
attimo.
-A
dire la verità non ci stavamo preoccupando per voi- li smontò Fine. –E comunque,
sappiamo cavarcela benissimo da sole. O temete di essere messi in
ombra?
Bright sospirò: quando si
mettevano in testa qualcosa, era inutile combattere. Mise mano alla tasca,
estraendone un bigliettino bianco che mostrò alle ragazze.
-"Superbia è mio e presto
avrò anche gli altri sei"- lesse Rein. –Avete già dei
sospetti?
-No. È stato dato l'allarme
generale e ogni regno raddoppierà la sicurezza. Lo prenderemo di sicuro,
dovunque deciderà di attaccare.
-Oh, Bright! Tu sì che sei
un principe valoroso… Non sei d'accordo, Fine? Fine? Ehi,
sorellina…
Ma
la gemella fissava ancora la grafia minuta ed elegante del messaggio… Perché le
pareva così famigliare?
-Fine, stai
bene?
-Come? Sì…sì, scusatemi…mi
ero incantata- si giustificò. –Secondo voi è a conoscenza dell'importanza della
pietra o l'ha rubata solo per il suo valore? In fondo, questo è il regno in cui
si trovano i migliori gioiellieri di Wonder…
-Sì, e "Superbia" è uno
splendido diamante…ma tutti sanno quanto possa essere pericoloso. Anche il
nostro furfante.
-Quindi credi che voglia
distruggere Wonder?
-O
ricattarci con questa minaccia.
-Eppure…- sussurrò la rossa
non del tutto convinta.
-La
riunione si conclude qui. Wonder è in stato di massima allerta- disse il sovrano
dei Gioielli.
°*°
-Davvero una brutta storia:
chi può essere così folle da minacciare il mondo?
Fine non si curò di
risponderle: la sorella era nel mezzo di un monologo e non aveva bisogno di una
sua replica.
-Si
è fatto beffe del mio Bright… Hai visto com'è stato coraggioso a proporsi
immediatamente per proteggere Wonder? Oh, quanto è nobile… Sorellina, mi stai
ascoltando? È da quando hai preso in mano quel biglietto che sei
distratta.
-No, Rein…è da molto di più-
pensò l'altra, avvolgendo le gambe con le braccia. Avevano sempre diviso
tutto…tranne quel dolore che aveva stretto il cuore di Fine e di cui non voleva
parlare con nessuno. Nessuno poteva capirla, solo compatirla. E lei non voleva
la pietà.
-Stai di nuovo pensando a
lui, vero?- mormorò la gemella con dolcezza. Le faceva male quella distanza tra
loro, il non poter far nulla per alleviare la sua sofferenza. –È vivo e tornerà
da te…lo ha promesso.
No,
non era vero. Anche lei, come tutti, era convinta che fosse morto, ma le aveva
mentito perché le voleva bene. E, per lo stesso motivo, la rossa finse di
crederle. Ormai vivevano di convenzioni e bugie che le allontanavano lentamente.
Il prezzo del diventare adulti…la fine dell'età dell'oro.
-Scusami, Rein, ma non mi va
di parlarne.
-Come vuoi.- Si era
barricata dietro il muro ancora una volta. –Buonanotte, Fine- la salutò,
uscendo.
-Buonanotte.
Non
sarebbe stata una buonanotte, era anche quella una
menzogna.
Non
c'erano più notti, perché nel cielo compariva la luna…quella luna maledetta che
portava inevitabilmente con sé i ricordi.
E
non c'erano più sogni. All'inizio c'erano gli incubi, ora solo il nulla. Il suo
cuore era intontito, ma conservava strati di dolore nascosti chissà dove, che
saltavano fuori all'improvviso.
Bright, inconsapevolmente,
aveva smosso quel tormento, rievocando un'altra missione, un altro principe,
anch'egli nobile e coraggioso, partito per salvare Wonder, lasciando il suo
amore e la sua famiglia ad attenderlo.
Un
principe che non aveva più fatto ritorno.
Un
paio d'occhi cobalto, lucenti e brillanti, osservavano da lontano la finestra
della camera di Fine. In essi vi era la sfumatura amara del rimorso, di qualcosa
lasciato in sospeso.
Poi, quasi appartenessero ad
un fantasma, svanirono, inghiottiti dalle tenebre.