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Autore: Phil G Marlin    25/12/2016    0 recensioni
La piccola Lucia ed i suoi amici avevano finito l’omino di neve, e stavano sorridendo per quel piccolo divertimento che solo ogni tanto si potevano permettere.
Si, perché non era certo la neve a mancare, ma era un gioco davvero troppo stancante per tutti.
E poi faceva troppo freddo. Da quando si ricordava, Lucia aveva visto nevicare tutti i giorni, ma ogni giorno sentiva un po’ più freddo.
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piccola Lucia ed i suoi amici avevano finito l’omino di neve, e stavano sorridendo per quel piccolo divertimento che solo ogni tanto si potevano permettere.

Si, perché non era certo la neve a mancare, ma era un gioco davvero troppo stancante per tutti.

E poi faceva troppo freddo. Da quando si ricordava, Lucia aveva visto nevicare tutti i giorni, ma ogni giorno sentiva un po’ più freddo.

Senza parlare dell’aria cattiva che non potevano nemmeno respirare. Per fortuna i suoi genitori lavoravano ancora in Fabbrica e le potevano comperare qualche Bolla d’Aria per farla uscire da casa di tanto in tanto.

Fortunati, i grandi, a poter lavorare in Fabbrica.

Era l’unico posto caldo della città.

Nessun altro edificio era scaldato, quindi tutti erano costretti a vestirsi tantissimo per non morire di freddo.

Anche i bimbi ricchi, per colorati e belli che fossero i loro vestiti, sentivano freddo.

Il papà di Lucia le aveva spiegato che prima che lei nascesse il mondo aveva subito una brutta crisi, i grandi cattivi avevano abbattuto tutti gli alberi per far posto ad industrie brutte ed inutili che avevano solo inquinato l’aria, rendendola irrespirabile.

Prima che tutto andasse troppo male, però, venne costruita la Fabbrica.

La Fabbrica aveva ridato un briciolo di speranza a tutti.

Gli operai lì dentro costruivano tutto: cibo, vestiti, giocattoli e perfino l’Aria.

Quello che però non era permesso era il portare il calore fuori dalla Fabbrica, perché serviva tutto lì per alimentare i “macchinari della creazione”.

Lucia non aveva capito bene, ma era felice che papà e mamma potessero lavorare al caldo e stare anche con lei, tornando a casa ogni sera.

 

L’omino di neve, accidenti.

I bambini dovevano mettere tutto a posto in fretta e tornare a casa, o qualcuno si sarebbe accorto del giardino in cui stavano giocando e allora…non avrebbero più avuto un giardino.

Perché purtroppo la Fabbrica per qualche motivo aveva bisogno di mettere sulla terra uno strato di metallo perché…accidenti, gli Ispettori.

Lucia e gli altri corsero via, non prima di aver preso fiato dalle loro Bolle d’Aria.

Salendo in casa, Lucia vide con tristezza che gli Ispettori li avevano visti e quindi avevano trovato il giardino. Lei ed i suoi amici dove avrebbero potuto giocare da domani?

Entrò in casa scrostando il ghiaccio dalla maniglia della porta. Faceva quasi più freddo in casa, Lucia pensava sempre, piuttosto che fuori.

La piccola Lucia guardò il calendario che teneva vicino al letto.

Un piccolo cerchio rosso era stato disegnato intorno al giorno di domani. Natale, perbacco!

Domani era Natale e tutti sarebbero stati a casa, a festeggiare il giorno di riposo con le loro famiglie. Perfino la Fabbrica si sarebbe fermata domani, quindi non avrebbero chiuso certo il giardino tanto in fretta! Sorrise e le scese una lacrima di gioia, pensando agli abbracci di mamma e papà che il giorno dopo sarebbero stati con lei tutto il tempo. La lacrima, però, si congelò subito sulla sua guancia, dandole fastidio mentre si staccava dalla pelle. Per fortuna non era mai stata una piagnona, altrimenti sarebbe finita con le guance rovinate dal freddo e dai piccoli ghiaccioli formati dalle lacrime.

Arrivò il buio della sera, e la piccola Lucia apparecchiò la tavola in attesa dei suoi genitori. Non era facile muoversi in cucina, per fortuna aveva dei bei guanti o non sarebbe riuscita ad aprire gli sportelli metallici ghiacciati. Prese la tovaglia di cotone e facendo forza la aprì sulla tavola.

Le macchie di acqua e sugo, ormai ghiacciate, bloccavano la tovaglia quando era chiusa.

Mamma era stata furba, per fortuna, per i bicchieri. Li aveva presi da un vecchio rivenditore che stava per buttarli, ed erano di un materiale che non si sarebbe attaccato alle labbra nonostante il freddo. Erano bicchieri di legno.

Eh si, papà ripeteva sempre che ormai il legno era introvabile e che quei bicchieri erano le cose più preziose che avessero in casa.

Reliquie, era cosi che chiamava quei bicchieri. Ogni tanto ridendo diceva a Lucia di portare le reliquie e che avrebbero condiviso qualcosa da bere che un collega della Fabbrica gli aveva regalato.

Poco più tardi, entrarono in casa i genitori di Lucia. Stanchi ed infreddoliti, ogni tanto speravano di poter restare in Fabbrica più a lungo per potersi godere il calore. Ma era la vigilia di Natale, e doveva essere una sera speciale. Si abbracciarono e la mamma aprì le confezioni di cibo che aveva comprato per quella sera speciale.

Tra tutto quel che c’era, Lucia fu attirata da un barattolo verde. Olive.

Era un barattolo di olive snocciolate. Papà diceva che la Fabbrica produceva solo cibo snocciolato, spinato, disossato ed in generale comodo da mangiare perché così non sprecava calore per produrre cose inutili.

Alla mamma sarebbe piaciuto poter cucinare di nuovo realmente, ma quello era il meglio che potevano permettersi.

Lucia adorava le olive, perciò aprì il barattolo velocemente e carica di voglia di gustarsele.

Ne prese una con le dita e se la cacciò in bocca. Mentre affondava i denti, si rese conto che qualcosa non andava. L’oliva era strana, c’era…c’era il nocciolo!

Papà sgranò gli occhi e disse stupito che non aveva senso, che la Fabbrica aveva sbagliato e di buttare l’oliva imperfetta prima che qualche Ispettore lo fosse venuto a scoprire. Lucia rassicurò suo papà dicendogli che l’avrebbe fatto, e si mise in tasca l’oliva col nocciolo.

Cenarono in silenzio, mamma e papà erano rimasti turbati da questo errore della Fabbrica e temevano che in qualche modo potessero aver sprecato del calore.

Dopo cena andarono a letto ed attesero nel sonno il giorno seguente.

Lucia, che invece era convinta che quell’oliva poteva cambiare le cose, senza farsi sentire scivolò fuori dal letto e, presa una torcia e la sua Bolla d’Aria, uscì di casa.

Nel silenzio della notte la bambina corse fino al giardino, evitando per un soffio le auto degli Ispettori che stranamente viaggiavano anche nella notte di Natale. Era vero, la Fabbrica era importante, ma non avevano di meglio da fare che girare intorno al suo giardino?

Quando arrivò al giardino, vide che lo avevano già recintato con una rete metallica molto spessa.

Che rabbia, doveva cercare di crearsi un passaggio. E col freddo che faceva, poi!

Prese una boccata d’aria dalla sua Bolla e spinse, piegò e forzò la rete che chiudeva il giardino.

Dopo qualche minuto, ormai stanca, riuscì a crearsi un buco dove passare.

Proprio in quel momento sentì arrivare un gruppetto di Ispettori. Presa dalla paura di essere scoperta e riportata a casa (chissà cosa avrebbero detto i suoi genitori) Lucia si tuffò senza fare attenzione attraverso l’apertura, perdendo la sua Bolla d’Aria. Pazienza, avrebbe fatto in fretta.

Correndo, Lucia raggiunse l’omino di neve e lo buttò giù, rivelando un piccolo quadrato di terra che scavò con le mani. Sempre più stanca per l’aria che le stava finendo, Lucia riuscì a seminare l’oliva.

Poi perse i sensi, cadendo di faccia sulla neve gelata.

 

Il giardino tremò, e se Lucia avesse avuto gli occhi aperti avrebbe visto una splendida magia: un germoglio cresceva veloce lì dove aveva piantato l’oliva col nocciolo, cresceva e diventava sempre più grande, fino ad essere un albero adulto.

E la magia continuò. Un caldo soffio di vento che veniva dall’ulivo sciolse la neve e risvegliò la piccola Lucia.

L’aria era calda e profumava di olive, e la notte stessa si era fatta meno buia.

Altre olive già erano mature sui rami dell’albero, e Lucia, felice, seppe di aver avuto ragione.

Quell’oliva era speciale davvero, avrebbe riportato il calore e l'aria buona nel mondo.

Ora la bimba sapeva cosa regalare ai suoi amici.

Il calore che la Fabbrica si era presa così gelosamente sarebbe tornato per tutti e sarebbe proprio sbocciato.

La piccola Lucia corse a casa , svegliò i suoi genitori e li portò fino all’albero.

Le lacrime di gioia della mamma non si congelarono. Niente si sarebbe più congelato.

Lucia ebbe caldo. La stavano abbracciando.

Forse sarebbe stato un Natale con meno neve, ma il mondo si sarebbe rimesso a posto.

   
 
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