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Autore: Yuki Delleran    25/12/2016    2 recensioni
« Mi chiedevo semplicemente come mai, a pochi giorni da Natale, una persona dotata di capacità tali da militare nella squadra più forte della prefettura » Tooru accentuò queste ultime parole con con una smorfietta di sufficienza. « si trovasse in così palese difficoltà nella scelta della propria colonna sonora delle feste. »
Semi sospirò e sviò lo sguardo, evidentemente poco propenso a parlare dell'argomento.
« Non ho nessuna voglia di bisticciare Oikawa-san. Se questa è la tua intenzione, ti prego di girare al largo, non è decisamente aria. »
Forse fu il mutare dell'espressione di Semi o il tono della sua voce, fatto sta che ad Oikawa passò improvvisamente ogni voglia di prenderlo in giro: doveva esserci davvero qualcosa che non andava e, nonostante lo seccasse la sola idea di poter essere in qualche modo d'aiuto, non poté fare a meno d'impicciarsi.
« Senti un po', Eita-chan, ma sei davvero nei guai? » indagò, ricavandone comunque un'occhiataccia.
« Non chiamarmi in quel modo, mette i brividi! »
[pg principali: Semi Eita, Oikawa Tooru - hint SemiUshi, IwaOi]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guess the gift

 

Mancavano pochi giorni a Natale e le strade del centro erano ormai perennemente affollate di ritardatari che si affannavano alla ricerca del regalo dell'ultimo minuto. Alcuni definivano quell'atmosfera gioiosa, altri la ritenevano un enorme fastidio. Per Oikawa, che si stava faticosamente facendo largo tra la calca del negozio di dischi più grande della città, quello era solamente un gran caos. Fortunatamente lui non era tipo da regalo dell'ultimo minuto, si trovava lì solamente perché sapeva che l'ultimo cd del gruppo rock preferito di Iwaizumi sarebbe uscito quel giorno e aveva fatto in modo di prenotarne una copia almeno un mese prima. Meglio esagerare in previdenza che poi piangere sul latte versato.
In ogni caso, con quell'acquisto aveva definitivamente portato a termine la missione “regali di Natale” e poteva quindi rilassarsi. Più tardi l'avrebbe debitamente nascosto, per consegnarlo solo la sera della vigilia e godersi l'espressione stupita di Iwa-chan, che non avrebbe potuto credere che fosse stato davvero in grado di ricordarsi quale musica ascoltasse.  
Soddisfatto e gongolando tra sé all'idea, era già quasi sulla porta del negozio, quando il suo sguardo cadde, quasi casualmente, sullo scaffale dedicato alle musiche natalizie e su chi vi stava di fronte con espressione persa. Avrebbe riconosciuto quella capigliatura assurda ovunque, anche senza l'inconfondibile maglia bianca e viola addosso. Semi Eita non era esattamente uno che passava inosservato, e Oikawa se lo ricordava molto bene anche se aveva avuto poche occasioni di scontrarsi direttamente con lui. N. 3 dell'odiata squadra Shiratorizawa e secondo alzatore, era inoltre un eccellente pinch server, anche se Oikawa non aveva mai voluto indagare sul perché fosse diventato una riserva in favore di quella mezza calzetta del n. 10.
Avrebbe potuto benissimo ignorarlo e tirare diritto, di certo la sua giornata sarebbe proseguita nel migliore dei modi, ma Oikawa era Oikawa, e non era letteralmente capace di ignorare certe cose quando gli capitavano davanti.
« Scommetto che Ushiwaka-chan va matto per le musiche natalizie! » cinguettò dritto nell'orecchio del poveretto, dopo essersi avvicinato alle sue spalle senza far rumore.
Semi sobbalzò visibilmente e si voltò di scatto, gli occhi spalancati e la guance arrossate. Quando mise a fuoco di chi si trattava, il suo sguardo s'indurì.
« Non vedo come questo possa interessarti, Oikawa-san. »
Nessun saluto, niente convenevoli, nessuno dei due riteneva fosse necessario tra avversari, così come non vi era nessun bisogno di fingere di essersi simpatici a vicenda.
« Mi chiedevo semplicemente come mai, a questo punto di dicembre, una persona dotata di capacità tali da militare nella squadra più forte della prefettura » Tooru accentuò queste ultime parole con con una smorfietta di sufficienza. « si trovasse in così palese difficoltà nella scelta della propria colonna sonora delle feste. »
Semi sospirò e sviò lo sguardo, evidentemente poco propenso a parlare dell'argomento.
« Non ho nessuna voglia di bisticciare Oikawa-san. Se questa è la tua intenzione, ti prego di girare al largo, non è decisamente aria. »
Forse fu il mutare dell'espressione di Semi o il tono della sua voce, fatto sta che ad Oikawa passò improvvisamente ogni voglia di prenderlo in giro: doveva esserci davvero qualcosa che non andava e, nonostante lo seccasse la sola idea di poter essere in qualche modo d'aiuto, non poté fare a meno d'impicciarsi.
« Senti un po', Eita-chan, ma sei davvero nei guai? » indagò, ricavandone comunque un'occhiataccia.
« Non chiamarmi in quel modo, mette i brividi! »
Oikawa, ovviamente, non si diede nemmeno la pena di rispondere a quel commento e rimase in attesa di una spiegazione, spostando il peso da un piede all'altro, ignorando la folla e la confusione che li circondava e focalizzando la propria attenzione solamente sul ragazzo di fronte a lui. Cosa che, evidentemente, fece sentire Semi alle strette.
« Ti ringrazio per l'interessamento, ma non è nulla di così grave. » borbottò quest'ultimo, tentennando sotto il suo sguardo indagatore.
Era evidente che fosse stanco e tormentato da qualcosa, sotto la patina di sicurezza ostentata da qualsiasi membro di quella stupida squadra. Oikawa trovava fastidioso quell'atteggiamento, non rendendosi conto di esserne il perfetto riflesso. Se ne sarebbe andato a breve, se Semi non si fosse finalmente deciso a sputare il rospo.
« In effetti sto cercando un regalo per Wakatoshi e non so più dove sbattere la testa. » fu la confessione fatta in tono cupo.
Dunque il problema era quello. Beh, comprensibile, quello scemo del cosiddetto superasso non doveva essere un tipo semplice in fatto di regali. In quello stesso momento, una serie di pensieri attraversò la mente di Oikawa, uno più sconcertante dell'altro. Perché Semi stava cercando un regalo per Ushijima? Erano così intimi? Magari erano amici d'infanzia come aveva intuito essere il n. 4. O magari erano qualcosa di più. Questo lo faceva sentire in qualche modo... sollevato? E, soprattutto, perché accidenti se ne sarebbe dovuto preoccupare?
In realtà c'erano due modi per scoprirlo, uno sottile, fatto di domande appena allusive, e uno diretto. Oikawa non aveva dubbi su quale avrebbe infastidito di più Semi e sentì di aver trovato la propria missione.
« Quello di cui sei a caccia è un regalo da amico o da fidanzato? » chiese quindi a bruciapelo, con un sorrisetto obliquo sulle labbra. « O da amico che vorrebbe essere fidanzato? »
Ebbe il piacere di vedere Semi arrossire e il suo sguardo lampeggiare d'irritazione.
« Per un attimo ho addirittura pensato che volessi aiutarmi. » ringhiò. « Del resto cosa avrei dovuto aspettarmi da quello che sarebbe, in prima persona, il regalo perfetto per lui? »
Ne seguì uno sbuffo infastidito e un girare sui tacchi che avrebbe dovuto mettere fine alla conversazione, ma Oikawa era troppo stupito per permettere che finisse così.
« Aspetta, aspetta, cosa?! Io sarei il regalo perfetto? Per Ushiwaka? Starai scherzando! »
Quella stupida battuta sul suo dover frequentare la Shiratorizawa era andata decisamente troppo oltre. Se anche i compagni di squadra di Ushijima lo prendevano sul serio, era bene mettere immediatamente un freno alla cosa.
« Giusto perché sia chiaro, non ho e non ho mai avuto la benché minima intenzione di venire nella vostra accademia. Non mi sono mai pentito di frequentare l'Aoba Johsai e non intendo smettere di farlo, quindi sarebbe ora che ci deste tutti quanti un taglio. É decisamente indelicato nei miei confronti insistere in questo modo. »
Semi si era voltato e ora lo stava fissando con aria perplessa. Sembrava che quel discorso l'avesse colto di sorpresa, come se avesse avuto in mente tutt'altro fino ad un istante prima. Poi, lentamente, la sua espressione mutò in quella di qualcuno che si ritrova a parlare con uno stupido.
« Quando ho detto che saresti stato il regalo perfetto, » disse. « non mi riferivo certo alla squadra. Intendevo che tu saresti stato il regalo perfetto per lui. Non so come essere più chiaro di così senza rischiare di essere cacciato dal negozio per violenza in luogo pubblico. »
E mentre pronunciava le ultime parole, le sue sopracciglia si aggrottarono impercettibilmente, come a sottolineare un moto di sofferenza che, comunque, non sfuggì ad Oikawa.
« Non sarai geloso di me?! » esclamò palesando uno sconcerto che non si dovette nemmeno sforzare più di tanto ad ostentare, visto quanto era effettivamente stupito dalla piega che stava prendendo il discorso.
Semi invece sembrava davvero sul punto di picchiarlo, bisognava correre ai ripari in fretta.
« No. Qualsiasi cosa tu stia pensando, la risposta è no, nel modo più assoluto. E se potessi anche solo un minimo fidarmi di te, te ne spiegherei anche il motivo. »
Abbassò lo sguardo verso il sacchetto con il cd per Iwaizumi, che penzolava con i manici attorcigliati attorno al suo polso, poi tornò a guardare l'espressione del rivale, un misto di irritazione, astio e momentanea confusione. Lo afferrò quindi per un braccio e lo trascinò fuori dal negozio, lontano dal caos che rendeva difficoltoso costruire un discorso sensato.
Si fermarono in un piccolo caffè all'angolo della via: fortunatamente sembrava che il flusso ininterrotto di gente che si riversava per le strade lo sfiorasse appena, quindi riuscirono a trovare agevolmente posto e, una volta accomodati e con davanti due tazze di caffè fumanti, Oikawa posò sul tavolo il sacchetto contenente il cd.
« Non so che film tu e il tuo capitano vi siate fatti in proposito, ma questo è un regalo di Natale. Un regalo da fidanzato, non so se mi spiego. Quindi non hai davvero nessun motivo per fissarmi come se volessi sbranarmi ogni volta che mi vedi. Una persona una volta mi ha detto che non si può fare sempre tutto da soli e che accettare l'aiuto degli altri è importante, quindi adesso smettila di fare tanto il sostenuto e lasciati consigliare un regalo che conquisterà il cuore di pietra di Ushiwaka. »
Se Iwaizumi avesse sentito come aveva storpiato il suo bellissimo discorso sul gioco di squadra, di certo non avrebbe lesinato i calci, ma Semi sembrava un po' più convinto e un po' meno sul piede di guerra di prima.
Quello che ne seguì fu un discorso, un po' sussurrato, un po' masticato, su quanto Eita ci tenesse a rendere felice il suo capitano, anche se era certo che i suoi sentimenti non sarebbero mai stati ricambiati. In parte continuava a pensare che la responsabilità fosse di Oikawa, non gli era certo sfuggita la brama con cui Ushijima lo fissava – e Tooru rabbrividì al solo pensiero – e in parte era sfiduciato nei confronti di sé stesso. Dopotutto, se era finito in panchina, era di certo perché non era utile all'asso e questo si ripercuoteva sicuramente sull'opinione che Ushijima aveva di lui.
A sentire quel genere di ragionamento Oikawa si sentì prudere le mani dal desiderio di prendere a schiaffi Ushijima: se c'era una cosa che aveva imparato giocando alla Seijou era che tutti i membri erano importanti e dovevano sentirsi tali, anche l'ultimo dei panchinari. Possibile che un giocatore di quel calibro non fosse in grado di valorizzare a dovere i suoi compagni?
L'ora successiva fu impiegata da entrambi a spremersi le meningi per trovare cosa avrebbe potuto rendere felice una persona che, di fatto, viveva per la pallavolo.
« Non dovrebbe essere così complicato! » protestò Oikawa, crollando con la testa sul tavolo, dopo aver svuotato la seconda delle tazze di tè che avevano seguito il primo caffè. « Dopotutto siamo tutti dei fissati, dovremmo conoscerci a vicenda! »
Semi, di fronte a lui, aveva l'aria stravolta di chi non dormiva decentemente da giorni a causa del più atroce dei dilemmi.
« Se penso che mi sono addirittura abbassato a chiedere consiglio a Tendou, quasi non ci credo. » borbottò. « Lui ovviamente ha subito mangiato la foglia e si è fatto una gran risata alle mie spalle.  Sa benissimo cosa Wakatoshi vorrebbe, di certo gliel'avrà estorto in qualche modo, ma si è guardato bene dal dirmelo. »
Oikawa digrignò i denti al pensiero del n. 5 della Shiratorizawa, con quegli spaventosi capelli rossi e la risata sguaiata e irritante: si chiese come facessero gli altri della squadra a sopportarlo, e giunse alla conclusione che tra persone irritanti probabilmente ci si capiva.
« Mi ha solo preso in giro dicendo che non comprenderò mai il suo animo bucolico. »
E di nuovo il capitano della Seijou si ritrovò a domandarsi perché esistessero persone del genere. Poi un'improvvisa idea lo fulminò: probabilmente dietro quella battuta si nascondeva la soluzione al dilemma. Poteva essere un velato riferimento alle allusioni “agricole” che a volte Ushijima usava quando parlava della sua squadra messa a confronto con le altre, e di certo quelle metafore nascevano da una più o meno conscia passione per la terra e la natura.
« Ho un'idea! » esclamò inaspettatamente, illuminandosi.
Si precipitò quindi al banco a pagare i caffè e i tè, ignorando le proteste di Semi che non voleva accettare nulla da un rivale, poi lo trascinò di nuovo fuori.
Una volta in strada l'altro alzatore riuscì a divincolarsi e gli lanciò un'occhiataccia al di sopra della sciarpa di lana.
« Tutto questo non ha senso, stiamo solo perdendo tempo! La cosa migliore sarebbe qualcosa di semplice, come un paio di calzini. Scommetto che non glieli regala mai nessuno, con la scusa delle attrezzature sportive! Non sarebbe la prima volta che succede! »
Oikawa lo squadrò, cercando di capire dove volesse andare a parare con quel discorso, poi scosse la testa e lasciò perdere.
« I calzini sono una cosa banale, non sono minimamente paragonabili a questo! »
Sollevò un braccio e con grande teatralità mostrò l'ingresso di un enorme negozio di giocattoli, dalle vetrine scintillanti e dell'insegna addobbata a festa. Lì di certo avrebbero trovato la soluzione a tutti i loro problemi, nonché ciò che Ushiwaka di certo desiderava e che nella sua triste infanzia nessuno doveva avergli mai regalato. Perché era praticamente certo che per crescere con quella personalità distorta, doveva aver avuto un'infanzia disagiata.
Oikawa s'impose di ignorare ogni ulteriore protesta e spinse Semi all'interno: lì aveva trovato il regalo per Takeru, quindi sapeva perfettamente come muoversi per scovare ciò che aveva in mente. Dopo alcuni minuti di slalom tra la folla, giunsero davanti allo scaffale che aveva in mente: ogni sorta di gioco in scatola era impilato su quelle mensole, dalle costruzioni, ai trenini, alle ricostruzioni di cucine per bambine, al piccolo chimico e mille altri. Si guardò attorno con urgenza, certo di non essersi sbagliato, e alla fine eccola lì, la scatola che cercava, decorata con verdi alberi frondosi e rigogliosi campi. “Il piccolo agricoltore”, completo di sacchetti di semi per coltivare davvero le piantine sul balcone di casa.
« Eccolo!! » esclamò entusiasta. « Il regalo perfetto per il tuo capitano assurdo dall'animo bucolico!»
Semi seguì la direzione del suo sguardo e i suoi gesti eclatanti e tentennò, perplesso. Possibile che non capisse? Per qualcuno che aveva tanto desiderato un gioco da piccolo, riceverlo in età adulta era una soddisfazione di tutt'altro livello. Significava che l'altra persona aveva compreso a fondo i veri desideri del suo animo. E questa convinzione non c'entrava nulla con il fatto che l'anno precedente Iwaizumi gli avesse regalato il modellino del Millennium Falcon, proprio no.
« Sarà entusiasta, vedrai, gli piacerà tantissimo! » ribadì Oikawa tanto per chiarire il concetto, e la sua espressione era talmente convinta, il suo sguardo talmente sicuro, che Semi finì per prendere la scatola dallo scaffale e rigirarsela tra le mani.
« Lo pensi veramente? » domandò incerto.
« Assolutamente sì. Non scherzo mai sulle questioni sentimentali, e questa in particolare è molto importante. »
Se Semi avesse azzeccato il regalo e Ushiwaka l'avesse notato, vi erano buone probabilità che il loro rapporto si ammorbidisse. Se si fossero messi insieme poi, Oikawa stesso ne avrebbe tratto non pochi vantaggi, su tutti il fatto di non avere costantemente i suoi occhi puntati addosso e che anche Iwaizumi sarebbe stato più tranquillo.
« A meno che tu non voglia interpretare il suggerimento del vostro Guess Monster come un invito a buttarti sulle poesie latine, in quel caso non potrei aiutarti, non sono ferrato in lingue morte. »
Il suo tono entusiasta riuscì infine a convincere l'altro e Oikawa gli trotterellò dietro soddisfatto mentre Semi si avviava alla cassa: a volte era bello compiere una buona azione, anche nei confronti di chi, a conti fatti, non se la meritava per niente.
Avevano già quasi concluso la fila ed erano ormai giunti di fronte alla cassiera, quando inaspettatamente Semi fece dietro front.
« No, è una sciocchezza, come posso essermi lasciato convincere in questi modo?! Ora vado a comprargli dei calzini! »
Oikawa si mise le mani nei capelli: cosa diavolo passava per la testa di quel ragazzo? Dopo tutta la fatica spesa a ragionare, i suggerimenti, le dritte e le intuizioni, dopo tutto l'impegno che lui stesso aveva profuso per far sì che quella storia d'amore sbocciasse, ora voleva buttare tutto all'aria e fare di testa sua? Oh, non glielo avrebbe permesso!
« Senti un po', non... » iniziò, solo per essere interrotto da un'esclamazione che fece voltare entrambi, con bocche e occhi spalancati.
« Sarebbe un ottimo regalo, chiunque lo riceverà sarà molto fortunato. »
Ushijima Wakatoshi era in piedi dietro di loro e si era tranquillamente impicciato del loro scambio di battute.
« Gh... Ushiwaka... »
Oikawa non credeva ai propri occhi, mentre Semi era impallidito di colpo. Indifferente allo scompiglio che aveva appena causato, l'asso della Shiratorizawa li fissava entrambi con espressione imperturbabile.
« Non sapevo che avessi un fratello minore, Eita. » fu tutto quello che commentò e Oikawa sentì l'impellente desiderio di andarsene.
Non aveva nessuna voglia di assistere a delle spiegazioni raffazzonate, né tanto meno aveva intenzione di inventare storie per salvare il salvabile. Anzi, per essere completamente sinceri, non aveva proprio nessuna intenzione di avere a che fare con Ushijima, quindi aveva già sollevato una mano per accomiatarsi quando Semi si decise a parlare.
« Non ho nessun fratello minore. Ma tornando ai calzini, Wakatoshi, pensi davvero che siano un bel regalo? »
Dritto al punto, Oikawa lo invidiò per la sua schiettezza: la tensione che provava era intuibile solo dal colore che stava tornando sulle sue guance, fenomeno tranquillamente imputabile al caldo e all'affollamento del locale.
Ushijima li scrutò entrambi per un istante, chiedendosi probabilmente il motivo di quella bizzarra accoppiata e cosa si celasse dietro quella strana domanda, poi rispose con la consueta sincerità.
« Per me lo sarebbe, visto che mi regalano ogni genere di attrezzatura sportiva ma nessuno pensa mai a ciò che è veramente utile. Inoltre, se fosse un tuo regalo, lo apprezzerei ancora di più. »
Non aveva minimamente cambiato espressione o tono di voce mentre parlava, ma Semi s'illuminò ugualmente e Oikawa capì che era davvero il momento di andarsene – prima che qualcuno totalmente privo di tatto mandasse all'aria l'atmosfera suggerendogli di trasferirsi alla Shiratorizawa.

« … E quindi non so come sia andata a finire. » cinguettò allegramente Oikawa al telefono, mentre procedeva tra la folla, facendo ondeggiare sul polso il sacchetto con il cd. « Ma se si metteranno insieme me ne attribuirò il merito. Sono stato davvero un bravo Cupido. »
Dall'altro capo si sentì borbottare qualcosa e Tooru fece una smorfia.
« Non sono solo io quello con i secondi fini, l'ho fatto anche per il tuo bene, dovresti ringraziarmi invece che sgridarmi! »
Camminò per qualche istante con il sorriso sulle labbra, ascoltando i brontolii di protesta che giunsero in risposta, poi accelerò l'andatura.
« Insomma, visto che adesso quei due staranno facendo i piccioncini, sono invidioso e voglio delle coccole anch'io. Posso venire da te?»
Una risata cristallina sbocciò in seguito ad una risposta più acida del dovuto.
« Ti amo anch'io, Iwa-chan! Arrivo! »

 

 

 

 

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