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Autore: StewyT    26/12/2016    5 recensioni
“Ma quanto parli?” si lamentò Magnus.
“Zittiscimi e non parlerò più” rispose a tono Alec.
Magnus rise muovendo i fianchi contro i suoi ridendo “Se vuoi il tuo pacco, non devi fare altro che scartar-”.
Improvvisamente la porta della camera da letto fu spalancata da un piccolo ometto blu con i capelli neri scompigliati in aria, urlando un allegro “Papino ci racconti la leggenda di Babbo Natale?”.
Alec spaventato scaraventò Magnus a terra giusto in tempo per non far vedere al bambino il modo deplorevole in cui era conciato, e poi si coprì velocemente le gambe per nascondere quello che avrebbe forse potuto traumatizzarlo per sempre.
“Max” Alec completamente rosso in volto provò a sorridergli “Che ci fai ancora sveglio?”
“Rafe” sbuffò lui con gli occhietti pieni di lacrime “Dice che Babbo Natale non esiste davvero”.
“Cosa?” Magnus si alzò a fatica dal pavimento, massaggiandosi la schiena; il bimbo blu lo guardò stranito per qualche secondo ma poi sembrò dimenticare perché lo trovasse così strano; il trio fu raggiunto presto da Rafe che stringeva tra le braccia Presidente Miao.
“Papino sei vestito da Babbo Natale?” chiese serio.
“Ehm” Alec si massaggiò le tempie.
“Rafe credi che Babbo Natale non esista?”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood-Bane, Presidente Miao
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Happy Malec & Merry Christmas!
Alec si stese sul letto sospirando stanco; il Natale non gli era mai sembrato così faticoso. Gli Shadowhunters non lo festeggiavano, da quando era arrivata Clary con le sue tradizioni mondane avevano iniziato a scambiarsi dei regalini natalizi, ma solo da quando erano arrivati i bambini avevano iniziato davvero a festeggiare il Natale con tanto di cenone e stancante giornata tutti assieme. Era fantastico. Ma faticoso al massimo.
Chiuse un secondo gli occhi ricapitolando tutto quello che aveva fatto: pulire la cucina, salutare gli invitati, preparare i regali dei bambini sotto l’albero, dargli il bacio della buonanotte mentre Magnus li faceva addormentare, sdraiarsi e rilassarsi con il suo dolce maritino. Mancava solo quello alla lista.
“Magnus?” lo chiamò; lo stregone si era rifugiato nel bagno per una doccia calda non appena i due bambini si erano addormentati, e Alec lo sapeva bene, ogni doccia di Magnus durava un’eternità.                                  “Chiudi gli occhi, Cacciatore” gli sentì dire.
Alzò gli occhi al cielo ridendo, cosa aveva in serbo per lui quella volta?
Due secondi dopo uscì dal bagno un Magnus ricoperto solo da pantaloni rossi ed un cappellino da BabboNatale. Alec faticò a non scoppiare a ridere: trovava sempre un modo per sorprenderlo.
“È arrivato il tuo pacco regalo, bambino. Sei stato bravo?” alzò un sopracciglio e gli si avvicinò con fare minaccioso.
Alec annuì serio “sono stato bravo!”
“Allora niente carbone?”
“No” scosse la testa “Dove è il mio pacco regalo?” rise avvicinandosi verso lo stregone per poi tirarlo su di sé avvinghiandosi alla cintura dei pantaloni.
“Oh proprio qui, Alexander” gli sussurrò in un orecchio Magnus “Spetta a te aprirlo, però”
“Non dovrei aspettare domattina?”
“Tecnicamente è già domattina ma se preferisci posso andare via e continuare il mio giro regali. Ho ancora tante cose da consegnare”
“Che gentile che sei!” rise bloccandogli la mascella con entrambe le mani.
“Come minimo devo ringraziarti Babbo, no?”
“Sì, sarebbe carino da parte tua, Biscottino”
“Di solito come si ringrazia BabboNatale?”
“Con latte e biscottini” sussurrò con voce roca il più grande dei due iniziando a lasciare calde scie di baci sul suo collo.
“Mhm” occhi blu aiutò il suo BabboNatale a sedersi a carponi sulle proprie gambe e lo allontanò giusto lo spazio per avvinghiarsi alle sue labbra.
“Non ho il latte” rise poi.
“Basterai tu, biscottino”
“E il mio regalo?”
“Ma quanto parli?” si lamentò Magnus.
“Zittiscimi e non parlerò più”.
Magnus rise muovendo i fianchi contro i suoi ridendo “Se vuoi il tuo pacco, non devi fare altro che scartar-”.
Improvvisamente la porta della camera da letto fu spalancata da un piccolo ometto blu con i capelli neri scompigliati in aria, urlando un allegro “Papino ci racconti la leggenda di Babbo Natale?”.
Alec spaventato scaraventò Magnus a terra giusto in tempo per non far vedere al bambino il modo deplorevole in cui era conciato, e poi si coprì velocemente le gambe per nascondere quello che avrebbe forse potuto traumatizzarlo per sempre.
“Max” Alec completamente rosso in volto provò a sorridergli “Che ci fai ancora sveglio?”
“Rafe” sbuffò lui con gli occhietti pieni di lacrime “Dice che Babbo Natale non esiste davvero”.
“Cosa?” Magnus si alzò a fatica dal pavimento, massaggiandosi la schiena; il bimbo blu lo guardò stranito per qualche secondo ma poi sembrò dimenticare perché lo trovasse così strano; il trio fu raggiunto presto da Rafe che stringeva tra le braccia Presidente Miao.
“Papino sei vestito da Babbo Natale?” chiese serio.
“Ehm” Alec si massaggiò le tempie.
“Rafe credi che Babbo Natale non esista?” alzò un sopracciglio lo stregone; Alec lo guardò sorridendo. La passione che ci metteva nel far credere a quei due bambini che l’omone vestito di rosso esisteva, era formidabile.
“Non l’ho mai visto” si lamentò il bambino con i capelli neri scompigliati.
“Hai mai visto un demone superiore?”
“No” si lamentò lui arrossendo.
“E perché ci credi?”.
“Perché papà dice che esistono”.
Alec annuì serio, cercando di nascondere un sorriso.
“Quindi sono io il problema? Non credi in me?” rispose Magnus fintamente dispiaciuto.
“Oh Papino no!” gli occhi di Rafe si riempirono di lacrime, al che Alec si alzò dal letto e gli scompigliò i capelli sospirando.
“Andiamo a preparare i biscotti per Babbo Natale e poi papino ci racconta la sua storia. Dopo però tutti a letto. Promesso?”.
“Promesso” rispose Max tutto pimpante correndo tra le braccia di Magnus che schioccò un secondo le dita per vestirsi nuovamente in modo decente, e poi lo strinse forte a sé.
“E tu Rafael?”
“Promesso papà!”.
Magnus rise avviandosi con l’intero gruppetto verso la cucina candida –messa a posto pochi minuti prima da Alec -.
Il Natale era diventata la cosa migliore al mondo.
Guardò Alec preparare ciotoline, ingredienti, e spiegare ai bambini quello che dovevano fare; Presidente sgattaiolare su uno sgabello per poggiarvisi comodamente ed osservare tutta la scena con attenzione; Rafe provare a leggere qualche parola dal ricettario, e il piccolo Max accarezzargli una guancia.
La felicità sta nelle piccole cose, è proprio vero.
“Papino?!” Max lo richiamò dandogli un pizzicotto.
“Ehi” lo stregone lo poggiò a terra e si avvicinò ad Alec, cingendogli i fianchi.
“Perché si fanno i biscotti per Babbo Natale?”.
“Perché lui lavora tanto tutta la notte e sicuro gli verrà fame, quindi lo ringraziamo per tutto lasciandogli uno spuntino”
“Lo facevi anche tu da piccolo?” chiese Rafe con la luce fantastica che solo un bambino ingenuo può avere negli occhi.
“Oh” Magnus lasciò andare Alec sussurrandogli all’orecchio un ‘Me la pagherai cara per avermi scaraventato a terra’ e poi gli si avvicinò.
“L’infanzia di noi stregoni non è sempre semplice Rafe” si inginocchiò al suo fianco “Non ho mai preparato i biscotti al Babbo ma rimediamo ora assieme, no?”.
Rafe annuì, lo abbracciò con forza e poi dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia, prese per mano Max portandolo agli sgabelli per aiutarlo a salire e poi posizionarsi al suo fianco.
“Avanti Alexander, mostraci quello che dobbiamo fare!”.
E così Alec prese a mescolare varie sostanze, Magnus a cuocere con uno schiocco di dita i biscottini, Rafe e Max a decorarli con colori fatti comparire dal piccolo stregone di casa, il tutto accompagnato da una leggera musichetta natalizia.
Fu meraviglioso come stare in paradiso, fino a quando Magnus decise che il paradiso non era proprio la sua prima scelta.
Si avvicinò ad Alec per baciarlo, ma invece con uno schiocco di dita si fece comparire tra le mani una scodellina di farina che gli svuotò completamente in testa tra le risa e gli urletti dei due bambini e le spinte di Alec che subito dopo aveva colpito Rafe che subito dopo aveva colpito Max che subito dopo aveva colpito Magnus che subito dopo si era sentito l’uomo più fortunato al mondo.
E così Presidente Miao si ritrovò ad essere l’unico testimone – quasi pulito – di quella sera fantastica e magica in cui ogni miracolo era possibile; forse però nella famiglia Lightwood Bane il miracolo era avvenuto tempo prima proprio grazie a lui e alla festa in suo onore.
Alec sorrise guardando i suoi uomini – e il suo piccolo Gatto-  giocare e ridere tra montagna di farina buttata in aria che ricadendo ricopriva tutti di risate e magia. Perché cos’altro è il Natale se non un inno alla magia?
Qualche minuto dopo – e qualche schiocco di dita dopo, con la cucina nuovamente pulita, tanti biscottini pronti e quattro cioccolate fumanti in mano- l’allegra famigliola era seduta sul divanetto del saloncino; Magnus stringeva Rafe tra le braccia, accarezzandogli i capelli dolcemente mentre Alec dondolava placidamente Max intento ad ascoltare le parole del papino che gli parlava di quella volta in cui aveva avvistato proprio a New York l’enorme slitta dell’omone in rosso, e poi aveva sentito una grossa risata e il forte scampanellio di una campanella; e poi di quella volta in cui si era ritrovato al polo nord a lavorare nella fabbrica di giocattoli di Natale, e il Babbo gli aveva raccontato tutta la propria storia, a partire dalla notte in cui aveva avuto il fantastico sogno in cui un angioletto  gli parlava di migliaia di bambini poveri al mondo che non ricevevano alcun bel regalo di Natale, ad arrivare alla geniale idea di usare i propri poteri magici per dare un sorriso ed una gioia a tutti quei piccoli poveri bimbi.
Il modo in cui lo stregone parlava di quell’uomo faceva quasi credere anche ad Alec nella sua esistenza; gli brillavano gli occhi e le immagini che creava con le proprie mani sembravano talmente tanto vere da riuscire ad incantare anche i suoi occhi ormai esperti.
Magnus era un piccolo miracolo del mondo magico.
Molto più tardi quando tutte le storie su Babbo Natale e il cioccolato erano finiti, Max dormiva già beatamente tra le braccia di Alec, mentre Rafe sonnecchiava ma acconsentì ad essere portato nel proprio letto, così il papà mise a letto il piccolo bimbo blu, invece il papino rimboccò le coperte al più grande tra i due che sussurrò un “È proprio vero, tutte le storie sono vere” prima di cadere in un profondo sonno.
Alec si chiuse la porta di camera loro alle spalle provando a fare il minor rumore possibile, Magnus sorrise soddisfatto.
“Rafe crede nuovamente in Babbo Natale”
“Anche tu ci credi molto, vero?” Alec sorrise di gioia, avvicinandosi al marito.
“Perché, tu no?”.
“Uhm…”.
Magnus dilatò gli occhi spingendolo un po’ più in là, offeso.
“Prima mi butti a terra e ora mi dici queste cose? Devo farti scontare tanti oltraggi, cacciatore”.
Alec ridacchiò spingendo il marito verso la porta.
“Silenziosamente, però, perché non vorrei essere beccato di nuovo dai bambini a fare cose..”.
Magnus sbuffò e sorridendo batté le mani dalle quali uscirono scintille viola, dopodiché allargò le braccia estendendo le scintille a tutta la camera, che qualche secondo dopo fu insonorizzata.
“Puoi urlare quanto vuoi cacciatore, ed ora vai al tuo posto”
“Uh?”.
Magnus lo spinse sul letto con una mano e lo guardò indignato.
“Devo farti credere di nuovo in Babbo Natale, no?” alzò un sopracciglio in tono di sfida e Alec scoppiò a ridere.
“E come credi di far-oh”.
Lo stregone aveva schioccato le dita e Alec si era ritrovato con le mani legate al letto.
“La cosa si fa seria” rise occhi blu.
“Tu non sai quanto, signor Lightwood Bane”
“Oh mi piace quando accosti i nostri cognomi”
“Non fare il leccaculo, bimbo. Stai facendo il cattivo”.
Magnus schioccò di nuovo le dita al che le luci si fecero diffuse e da chissà quale parte iniziò a scendere su di loro una canzoncina tutt’altro che natalizia, al ritmo della quale iniziò a muovere il bacino in modo sensuale: avanti e poi indietro, e poi a destra e poi a sinistra, e poi le sue mani presero ad alzare ed abbassare la maglia nera prima di toglierla completamente e sostituirla con le proprie mani che scendevano a stuzzicare la cintura che teneva legati i pantaloni; il tutto muovendo sempre il bacino mandando scariche elettriche verso il cuore e l’inguine di Alec che rideva estasiato da quello spettacolo. Non era certo la prima volta che Magnus, il fantastico ballerino, inscenasse un sensuale spogliarello che si concludeva in una festa ancora più sensuale di effusioni ed urletti.
Magnus slacciò la cintura, e poi guardando attentamente Alec negli occhi, prese a slacciare i bottoni dei pantaloni uno ad uno, fino a quando non furono tutti sbottonati e i pantaloni si trovarono a terra lasciandolo quasi nudo ricoperto solo da un paio di boxer rossi raffiguranti Babbo Natale.
Alec scoppiò a ridere e Magnus con passo felpato gli si avvicinò, sedendosi poi a carponi sulle sue gambe.
“Ed ora, ci credi a Babbo Natale?”.
Sussurrò con voce roca, prima di stracciare con un semplice e veloce gesto delle mani la sua t-shirt blu notte, ed iniziare a lasciare bollenti scie di baci sulla pelle chiara, marcata qui e lì con macchie d’inchiostro che lo stregone amava ricalcare con la lingua.
Alec sorrise scuotendo la testa, prima di fare forza sulle mani per staccarsi dal letto e ribaltare la situazione con un colpo di reni.
“E tu Babbo Natale, in cosa credi?” sussurrò Alec all’orecchio di Magnus per poi scendere sulle sue labbra e coinvolgerle in un bacio umido e violento. Magnus si strinse con forza alle scapole del ragazzo mugugnando di piacere; amava quel tipo di bacio ed ogni volta che Alec si lasciava andare abbandonando il cacciatore impegnato e il padre responsabile che era in sé, per trasformarsi nel marito super sexy bomba del sesso, se ne rendeva sempre più conto.
“Credo che” ansimò Magnus quando si furono allontanati “Di questo passo mi ucciderai, Alexander”.
Alec sorrise “Non potrei mai”.
Gli lasciò un ultimo bacio a stampo e poi imitando il lavoro che aveva iniziato prima Magnus, scese a baciare il suo collo e poi i pettorali e poi l’addome e poi la parte più sensibile dell’inguine, facendolo fremere di piacere; lo stregone inarcò la schiena allargando di più le gambe permettendogli di posizionarsi meglio.
Alec morse l’inguine, e poi affilando le unghie sul suo addome scese con le mani ai boxer per buttarli via e dedicarsi all’erezione bella visibile dello stregone, che però chiuse con forza le gambe arrestandolo in una prigione calda di gemiti.
“Biscottino” ridacchiò “Pensavi sarebbe stato tutto così semplice?”.
Alec alzò un sopracciglio, rosso in viso e coperto di capelli scompigliati.
“Mangiala” ordinò perentorio.
“Uh?” mangiare cosa?
“Sono il tuo regalo! E prima di avere un regalo devi scartarlo”.
Alec amava alla follia Magnus, ma quando iniziava a parlare tramite metafore gli veniva voglia di piangere.
“Alexander” Magnus rise allargando leggermente la presa delle proprie gambe sul suo bacino.
“Mangiali” mosse il bacino verso il suo e il ragazzo abbassò uno sguardo confuso sui suoi boxer.
“Mangiare i boxer?”
“Esatto. Sono di cioccolato” gli assicurò ridendo “Li ho assaggiati”.
“Scherzi?”.
Alec sgranò gli occhi ridendo “Dovrei mangiare le tue mutande?”.
Magnus fece spallucce “Solo se vuoi il resto”.
Alec sfiorò con un dito le mutande rosse e sospirò dubbioso.
“Sei stato un bambino cattivo, Fiorellino. Devi farti perdonare. Avanti”.
Allargò completamente le gambe lasciando Alec nuovamente libero di muoversi, così il ragazzo si rilassò leggermente e ridendo forte si abbassò nuovamente verso l’inguine di Magnus, che con pura cattiveria inarcò nuovamente la schiena facendo finire il giovane proprio contro la sua erezione –e ovviamente lasciando andare un gemito di entrambi-.
Alec rise ancora “Giuro che se fa schifo quello legato la prossima volta sarai tu”.
Magnus rise annuendo. Guardò attentamente la scena: Alec con i capelli scompigliati e le guance rosse avvicinarsi cautamente alla propria erezione, timido e spaventato come non lo era stato neanche la prima volta in cui avevano affrontato quella situazione, per poi aprire la bocca e mordere un pezzo delle mutandine che gli si sciolse istantaneamente sulla lingua esplodendo in un fuoco di sapore e dolcezza.
Alec proseguì con i morsi piacevolmente colpito da quel sapore delizioso e dai sospiri esasperati di Magnus che muovendo il bacino gli chiedeva di essere più veloce, ma quel gioco era stata una sua idea, dunque non gli avrebbe risparmiato per nulla al mondo un po’ di sofferenza.
Rise quando Magnus soppresse un urletto dopo che involontariamente mordendo le mutandine aveva quasi morso anche il rigonfiamento rappresentante la barba di Babbo Natale.
“Cacciatore” mugugnò Magnus inarcando ancora una volta la schiena “Non avrei mai creduto che saresti potuto essere così lento”.
Alec rise “Gioco tuo, regole mie, stregone”
“Davvero?” inarcò un sopracciglio e ridendo capovolse velocemente la situazione, sovrastandolo e stringergli i polsi al letto.
“Come era? Gioco mio, regole mie” ridacchiò e lo guardò in segno di sfida.
“Ora baciami, cacciatore”.
Alec rise e scosse la testa.
“No?” Magnus spinse il bacino verso il suo e Alec gemette.
“Allora?”.
Alec scosse ancora la testa ma prima che Magnus potesse torturarlo di nuovo alzò leggermente il capo e si avvicinò alle sue labbra.
“Oh” Magnus si allontanò leggermente “Ti arrendi?”.
Alec annuì silenziosamente e poi si spinse nuovamente verso di lui per imprigionare le sue labbra nelle proprie in un bacio nuovamente pieno di desiderio e trasporto che fece dimenticare a Magnus persino il suo stesso nome; la stretta dello stregone divenne più debole e poi le sue mani scesero alle guance di Alec racchiudendole; Alec rise e poi capovolse nuovamente la situazione, abbracciando forte suo marito.
Si allontanò di poco dalle sue labbra ansante e sorridente; gli occhi di Magnus erano lucidi d’amore e desiderio.
“Non mi arrendo. Non stasera”.
Sussurrò Alec prima di baciarlo di nuovo.
“Allora? Ci credi in Babbo Natale, ora?”.
Alec rise.
“E tu credi che ti amo più di quanto ami chiunque altro al mondo?”.
Magnus sorrise e annuì, stringendolo forte.
“Buon Natale, amore mio” gli sussurrò all’orecchio prima di baciarlo ancora.
Alec sorrise contro le sue labbra e chiuse gli occhi giusto un secondo per esprimere un desiderio che non avrebbe tenuto per sé; aveva tutto quello che un uomo poteva possedere, quindi non ci sarebbe potuto essere altro da chiedere per sé, vero, ma qualcosa che poteva chiedere a Babbo Natale c’era, e cioè la felicità di tutti gli abitanti del mondo, la gioia di avere la vita come la sua, o quantomeno un Natale meraviglioso come il suo.
“Buon Natale, Magnus” sussurrò con voce ansante.
E in quell’augurio, c’era un silenzioso augurio rivolto anche a chiunque aveva sperato in quello: in loro due, in un loro bacio, in un loro ‘ti amo’, nel loro matrimonio, in un loro eterno futuro, nel loro amore.
Buon Natale!


Spazio autrice.
EH beh vi ho tormentate praticamente per un anno con le mie Malec, quindi non potevo mancare a Natale con un po' di fluff e un grandissimo augurio a tutte voi che mi siete state vicine in questo meraviglioso (maleccosamente parlando) 2016 pieno di angst, sì, ma anche gioie (ce lo ricordiamo il bacio della 1x12 e la notizia della Trilogia su Magnus, sì? Per non parlare della nona cronaca dell'accademia e del piccolo pezzettino su Alec e Rafa descritto nel racconto alla fine di LM!). Spero che il 2017 possa essere simile - ma di questo ne riparliamo con la Malec capodannosa! :3
Niente, avevo proprio voglia di scrivere una cosa natalizia e in più con i nostri piccoli due principini di cui non avevo ancora mai scritto.
Spero che questa piccol OS vi abbia divertito la metà di quanto ha diveritito me.
Buonanotte e ancora tanti tanti tanti (in ritardo di solo 27 minuti!) auguri!

StewyT~
  
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