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Autore: Najara    26/12/2016    1 recensioni
Il Natale è speciale: riunisce le famiglie, crea atmosfere uniche e rende tutto più magico. Wallace Luthor, patriarca della famiglia ha deciso di richiamare nel suo maniero tra i monti svizzeri i due nipoti ancora lontani dal carcere: Lena e James. Lena odia il Natale, James lo ama, soprattutto perché lo condivide con Kara, la sua fidanzata.
Lena e Kara stanno per incontrarsi in un paesaggio da sogno e nel periodo più magico dell’anno… nell'aria ci saranno solo i fiocchi di neve o anche i sentimenti?
(AU)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: James 'Jimmy' Olsen, Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quinto capitolo: Svegliarsi

 

Si svegliò con un terribile mal di testa. Si voltò nel letto notando che il giaciglio che James si era fatto per terra era vuoto, il ragazzo doveva essersi svegliato prima di lei. Vedendo la bottiglia fece una smorfia, se c’era qualcuno che non reggeva l’alcool quella era lei. Ricordava di aver parlato con James, ricordava che lui era stato comprensivo e ricordava che aveva proposto un brindisi, poi il resto si faceva confuso. L’unica cosa di cui era sicura è che si era svegliata in piena notte e aveva visto James dormire sul pavimento tra coperte e cuscini, sorridendo del suo essere gentleman lo aveva nascosto con un’ulteriore coperta e poi era tornata a dormire.

Kara guardò l’ora e si tirò a sedere di scatto, erano le due di pomeriggio, Lena doveva essere… un ondata di mal di testa la fece ricadere tra i cuscini. Alla fine raccolse il coraggio e si alzò, si infilò sotto la doccia e iniziò a sentirsi meglio, il mal di testa stava migliorando. Si rivestì e scese in cucina sperando di poter mangiare qualcosa che la svegliasse del tutto.

“Buon pomeriggio, Miss.” La salutò la cameriera mentre le porgeva un bicchiere con un’aspirina e dei toast.

“Oh…” Disse, sorpresa. Non era sfuggito a nessuno la sua notte brava?

“Mister Olsen mi ha chiesto di prepararvela per quando vi svegliavate, Miss, e mi ha chiesto di dirvi che andava a sciare.” Spiegò la ragazza lasciandosi sfuggire un sorriso divertito.

“Molto gentile, grazie.” Prese l’aspirina e mangiò i toast, quando finì si sentiva decisamente meglio. “Dov’è Lena?” Chiese poi, impaziente di vederla.

“Ha chiesto di non essere disturbarla.” Kara sollevò un sopracciglio stupita, poi decise che sicuramente quello che aveva da dirle era più importante di un meeting di lavoro o di chissà cos’altro stesse facendo la ragazza nella torre. Arrivata alle scale, però, incontrò Wallace.

Kara, piccola, ti dispiacerebbe aiutarmi? Non trovo la mia pipa.”

“Non dovrebbe fumare, Wallace.” Lo sgridò lei, ma lui scosse la testa.

“Non la fumo, no, no, la tengo solo in bocca.” A quel punto Kara non poté esimersi, così lanciò uno sguardo dispiaciuto verso le strette scale che portavano alla torre e si strinse nelle spalle mettendosi alla ricerca della pipa.

Quando la trovò ci fu un’altra richiesta e poi una terza, sembrava che Wallace avesse deciso di tenerla occupata per tutto il pomeriggio. Quando ormai il sole era basso tra le montagne James tornò. Kara lo osservò e lui le fece un piccolo sorriso tirato, era chiaro che stesse ancora soffrendo, ma faceva del suo meglio.

“Oh James, sono contento che sei arrivato, Kara si sentiva sola così le ho fatto compagnia, non è stato gentile da parte tua lasciarla qui e andartene.” Affermò il vecchio Luthor sedendosi sulla sua poltrona.

“Lena non…” Incominciò lui guardando perplesso verso Kara, ma Wallace lo interruppe.

“Lena è dovuta partire, ha detto che doveva fare una cosa urgente e che le dispiaceva. Ero sicuro che ve lo avesse detto.”

“Lena è partita?” Chiese con un tono troppo alto Kara.

“Non mi ha detto niente, eppure questa mattina è venuta a svegliarmi e…” Nel vedere lo sguardo di Kara, James si fermò, corrucciando le sopracciglia perplesso.

“Lei è venuta a svegliarci? Quando, come… ha visto…?” James sbatté le palpebre confuso poi sul suo sguardo apparve la comprensione.

“Avrei dovuto capirlo… ieri non la smettevi di dirmi quanto fosse bella e intelligente e di parlarmi del modo in cui i suoi occhi cambiano colore a seconda della sua emozione…” Kara arrossì confermando le parole di James. “Ti sei innamorata di lei?” Chiese allora il ragazzo, il tono duro.

“Non è successo niente tra di noi, nulla, lei non ha voluto…” Arrossì di nuovo e James si passò la mano sugli occhi, forse quello era troppo da sopportare anche per lui.

“Non ci vorrà molto prima che arrivi all’aeroporto.” Entrambi guardarono Wallace, si erano dimenticati dell’anziano signore, ma lui non sembrava mai essere stato più lucido. “Se devi andare a riprendertela, è meglio che ti muovi mia piccola Kara, posso fare qualche chiamata e tenere il jet dei Luthor a terra per qualche ora più del necessario, ho un amico nella torre di controllo, ma non posso farti volare.”

Kara sbatté le palpebre e poi guardò James. L’uomo rimase un lungo momento in silenzio, inespressivo poi scosse la testa e sospirò.

“Va bene, ma ti accompagno, volare di notte tra queste montagne non è il massimo e ti servirà un copilota con un minimo di esperienza del luogo.” Kara sentì le sue labbra incresparsi in un sorriso che non riusciva a trattenere, James scosse si nuovo la testa poi sorrise, un sorriso un poco amareggiata, ma pur sempre un sorriso. “Siamo amici dopo tutto, no?”

Kara lo abbracciò con forza poi si separò da lui e iniziò a correre.

Kara! Aspetta!” Il giovane afferrò la giacca che uno dei domestici gli porse e corse fuori raggiungendo la ragazza.

 

Lena sentì la macchina fermarsi e riaprì gli occhi, quando l’autista le aprì la portiera scese e si ritrovò all’ombra dell’aereo privato della sua compagnia. Non era nel suo stile fuggire, ma anche lei aveva dei limiti, non avrebbe sopportato di stare ancora accanto a Kara dopo che lei aveva deciso di rimanere con James. Quello che era successo o non successo tra lei e la ragazza non poteva essere ignorato, non da lei almeno, l’unico modo che aveva per distrarsi era gettarsi sul lavoro e non le importava che fosse la vigilia di Natale.

Infilò le mani nel suo cappotto rosso e aspettò che la scaletta fosse fissata all’aereo chiedendosi perché non fosse già stato fatto e perché solo in quel momento stavano facendo il rifornimento.

 

Kara spense il motore del piccolo Piper e aprì lo sportello per poi gettarsi a terra senza attendere un momento di più, aveva il terrore di essere arrivata in ritardo, l’orologio scorreva e lei aveva perso tempo per fare rifornimento all’aereo e per effettuare tutti i controlli prevolo oltre che nel dover esibire l’abilitazione di pilota notturno. Aveva chiamato sua sorella perché le mandasse la documentazione e Alex era rimasta alquanto stupita di sentirla così agitata, presto avrebbe dovuto chiamarla e spiegarle tutto, ma ora, prima di ogni altra cosa doveva parlare con Lena.

“Signorina… Signorina!” La chiamò l’addetto di terra che si era avvicinato e che lei aveva ignorato correndo verso l’hangar che sapeva contenere il piccolo jet privato della L-Corp. Vedere il profilo del jet le fece tirare un sospiro di sollievo. Si voltò e vide che James si stava occupando delle formalità allora radunò tutto il suo coraggio e raggiunse l’aereo.

Lena era lì, bellissima con i cappelli raccolti e il cappotto rosso, le mani nelle tasche e il volto pensieroso.

“Lena!” La chiamò e lei si voltò, sorpresa.

“Cosa ci fai qui?” Chiese, mentre lei si avvicinava notando subito i cristallini occhi azzurri.

“Non partire.”

“Perché? Per fingere? No, sono una Luthor dopo tutto.”

“Lena…” La richiamò lei, ma la donna aveva voltato la testa cercando di nascondere le lacrime che riempivano i suoi occhi.

“Hai scelto James, posso capirlo, non mi devi nessuna spiegazione.”

“Ho scelto te, anzi non è stata neppure una scelta: tu, tu e solo tu esisti ormai nel mio cuore.” La donna voltò la testa, negli occhi un’espressione stupita.

“Ma…”

“Ieri abbiamo parlato e… bevuto, ma lui ha dormito per terra e abbiamo deciso che possiamo essere amici.”

“Amici?”

“Sì.” Confermò. Ora che erano vicine e Kara poteva specchiarsi in quei bellissimi occhi chiari, il suo cuore incominciò ad accelerare: e se avesse commesso un errore? E se Lena fosse partita solo per lavoro e trovasse ridicola la sua improvvisata? Se avesse frainteso le parole che si erano scambiate? Dopo tutto non era successo niente tra di loro…

I suoi pensieri si spensero quando Lena sorrise. Fu come se il sole fosse apparso nella notte, il viso della donna si illuminò, le sue labbra si incresparono mostrando i denti bianchi e regolari e i suoi occhi cambiarono diventando verde acqua, limpidi e felici.

Lontano, da qualche parte, una campana batté i dodici rintocchi: era il giorno di Natale.

Lena sfilò le mani dalle tasche del cappotto e le avvolse dietro alla testa di Kara, poi lentamente i loro visi si avvicinarono fino a quando le loro bocche non si trovarono. Fredde, ma dolci e morbide le loro labbra si accarezzarono, lentamente, dolcemente. Un bacio, il primo, che tolse ad entrambe ogni pensiero.

 

Poco lontano James fece una smorfia, incrociando le braccia. L’addetto di terra che aveva seguito, come lui, ogni gesto, sorrise.

“Se quello non è amore, bello mio, non so cosa lo sia!” James sbuffò, ma non poté contraddirlo, dopo tutto era un giornalista che amava la verità e sapeva avere uno sguardo obbiettivo sulle cose e, sì, quello era indubbiamente amore.

 

 

Note: Il capitolo è un po’ più corto del solito, ma spero che vi piacerà.

Buon Santo Stefano!

  
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