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Autore: ZannaBianca22    26/12/2016    1 recensioni
Questa storia ha più storie, in poche parole. Magari più di quante ne possiamo immaginare.
Anche noi abbiamo vissuto tante storie diverse. Non ci credete? Allora facciamo un esempio: i sogni. I sogni sono tante storie diverse.
Questa è una storia per Delphox17 (spero di aver scritto giusto…comunque lei sa ;-; (?))! Grazie per tutto, tesoro!
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aaron aspettò pazientemente che fossero almeno le sette del mattino per andare a fare colazione con i suoi genitori. Aspettare che spuntasse la debole luce del mattino per andare dai suoi e fare colazione, ormai, faceva quasi parte della sua routine quotidiana, ci aveva fatto l’abitudine. Anche fingere era diventato normale. Normale poi…Ad Aaron sembrano passati anni da quando lo era. Da quando i suoi compagni non gli chiedevano continuamente: “ma cosa fai la notte? Hai certe occhiaie!” “Smettila di giocare hai videogames invece di dormire, coglione!”. Non potevano capire la paura che lui solo provava. Hardin era sempre lì. Sempre. Anche adesso.

Il ragazzo fece colazione velocemente, cercando di evitare il più possibile il contatto visivo coi suoi familiari che gli facevano inutili domande sulla scuola. Mangiò per metà un cornetto alla marmellata e bevve il suo caffelatte in tutta fretta, quasi strozzandosi. Poi, salutando i suoi genitori, uscì di casa correndo incontro alla sorella, cercando da lei un po’ di conforto.

Le foglie degli alberi che contornavano la larga strada ciottolosa che conduceva alla scuola erano di un verde brillante, i grilli canticchiavano un’allegra sinfonia e le api volavano da fiore in fiore seguendo una loro felice danza primaverile. Peccato che per Aaron nulla era così allegro.

Raggiunse rapidamente la sorella, fin troppo rapidamente. Il tragitto era troppo corto e non aveva avuto tempo a sufficienza per formulare una frase che non contenesse come parola chiave “Hardin”. Sapeva che non poteva tenere nascosto troppo allungo a Lola che Hardin stava entrando sempre di più nella sua vita, tanto da vederlo ovunque gli capitasse, ma non voleva che si preoccupasse troppo per lui.

- Lo hai sognato ancora, non è vero? - disse in un sussurro Lola mentre cercava il contatto visivo col ragazzo che continuava a guardare il terreno. 

Aaron sembrava combattuto: dirlo o non dirlo? Non dirlo significava mentire a colei che gli era sempre stata accanto in questi mesi infernali…ma significava anche proteggerla, in un certo senso.

- capisco che non è un argomento da prendere alla leggera, ma a me puoi dire tutto e lo sai meglio di chiunque altro… -

Aaron prese una lunga boccata d’aria fresca, poi parlo:

- lui è sempre lì. Oggi non sono riuscito a dormire. - rispose solo, senza smettere di contare tutti i ciottoli che ricoprivano il terreno. Era arrivato a duecentosessantuno, per ora.

- ma devi dormire… -

- Non posso farlo! - sbottò improvvisamente, spaventando la sorella che non si era ancora abituata ai suoi repentini sbalzi d’umore. - lui non mi fa dormire, mi parla la notte, mi perseguita, è dietro ogni fottuto angolo! - Aaron alzò lo sguardo verso la sorella, pentendosene subito dopo: Gli occhi velati dal pianto della ragazza gli fecero distogliere immediatamente lo sguardo, continuando a contare i ciottoli sul terreno. Ora era arrivato a duecentonovanta.

Lola lo guardò apprensiva, cercando di capire cosa fosse meglio dire in queste situazioni. Non poteva comprendere pienamente il fratello, ma ci stava provando in tutti modi.

- hai provato ad andare da quello psicologo che ti avevo consigliato? -

Aaron sbuffò sonoramente.

- non servirebbe a nulla. - ribatté secco, andando avanti per la sua strada.

 

Aaron, dopo aver seminato sua sorella, arrivò davanti al suo liceo. Lui era al secondo anno e aveva sedici anni, quasi diciassette. Già, era stato bocciato al primo anno. I prof. credevano che non si impegnasse, ma la verità è che il nostro ragazzo era in pessimi rapporti con la classe e con tutti, bidelli compresi. Gli alunni del suo corso lo obbligavano sempre a fare tutti i loro compiti, picchiandolo se si rifiutava. Quelle volte che Aaron veniva molestato in un angolo isolato del giardino oppure nel bagno dei ragazzi tornava a casa con un occhio nero. I suoi bellissimi occhi verdi venivano messi in contrasto con il color violaceo dei lividi che contornavano il suo viso. Si dice anche che, tempo fa, i suoi compagni si spinsero ben troppo oltre con le molestie, tanto da fargli perdere la verginità, ma questa è solo una leggenda, fortunatamente. Nessuno sa la verità, solo Aaron, che però promise a se stesso di non parlarne mia più con nessuno.

Era così che aveva iniziato quel circolo di cui sembra non esserci fine: entri a scuola, bulli, occhio nero, esci da scuola e poi pasticche.

Dopo aver salito i pochi scalini, spinse il portone decorato con un grifone (Il ragazzo non sapeva il perché di quell’animale e, in realtà, non aveva neanche voglia di chiederlo) ed entrò nella scuola. Si guardò intorno, come fosse il suo primo giorno, notando tanti volti di cui non avrebbe mai saputo il nome e altri di cui vorrebbe non averlo mai conosciuto. Diede un’ultima occhiata in giro e poi proseguì velocemente verso la sua classe, cercando di essere il più indiscreto possibile.

Aaron si addentrava sempre più nei corridoi e intanto che lo faceva si ricordava di quanto era disperso il primo giorno. Nessuno aveva osato aiutarlo, neanche quelli del quinto anno che dovrebbero essere almeno un po’ più maturi di altri. Fu così che arrivò in ritardo il primo giorno. I suoi compagni risero molto di lui, è stato davvero imbarazzante. Purtroppo questa cosa durò per tutti gli anni a venire.

Arrivò alla sua classe, la 2° C, ed entrò: la lezione era già iniziata da poco, la prof stava chiedendo dei compiti per la volta scorsa che la maggior parte della classe si stava sbrigando a fare sul momento.

- Ed eccolo qui, in ritardo come al solito. Quale sarebbe la sua scusa oggi, Page? Sentiamo: C’era forse coda dallo psicologo? - Sì, anche le professoresse erano insopportabili, una in particolare: la professoressa Rossi di geografia e storia. Aaron aveva provato a giustificarla più e più volte per i suoi deplorevoli comportamenti, ma più e più volte si era ridotto a pensare che quella era solo una grandissima stronza.

Il ragazzo non rispose alle provocazioni della classe e allo sguardo malvagio della sua prof.ssa, si limitò a sedersi al suo posto isolato in un angolino dell’ultima fila. Ad Aaron piaceva quel posto, gli piaceva restarsene tutto solo, per i fatti suoi, accanto alla finestra dove poteva sporgersi per guardare fuori, guardando ciò che gli sarebbe aspettato una volta uscito da quelle quattro mura.

- Allora? Ti ho chiesto di giustificarti, signorino. - lo sguardo della prof si fece in un momento corrucciato, le sue sopracciglia si inarcarono mentre i suoi occhi color nocciola sembravano volerlo sbranare. La classe sorrideva sotto i baffi, divertita dallo spettacolo.

Aaron continuava a non rispondere mentre la guardava negli occhi. Era stanco, voleva solo tornarsene a casa e rimanere a letto tutto il giorno.  

- Se non me lo vuoi dire allora dovrò farti imparare la disciplina… - la donna andò a prendere dietro la lavagna nera una lunga stecca e chiamò Aaron alla cattedra che, con la testa china, obbedì senza fiatare.

Quante botte prese quel giorno? Quattro? Nove? Ventitré? Aaron si ricordò solo che, quando tornò a casa, quel giorno evitò di mangiare con i suoi familiari, per non mostrare con disonore le sue mani essere diventate rosse più del fuoco. Gli bruciarono per tutta la lezione, ma non lo diede a vedere alla sua stupidissima classe e alla sua professoressa, restò in completo silenzio: solo con se stesso.

Pensare che era in ritardo di soli tre maledettissimi minuti…

 

*Angolino-che-fa-gli-auguri-di-Natale-a-tutti-con-un-ritardo-o-non-lo-so-visto-che-io-gli-angolini-me-li-preparo-dieci-giorni-prima(?) = Angolino Della Lupacchiotta*

 

Wiiii, Buone Feste!!! (Cervello di Kaya: ecco, così sono sicura che nessuno può dirmi che sono in ritardo per qualcosa…più o meno…) Ed ecco il 3° capitolo che farà entrare in scena Miss sorellina apprensiva ed anche Miss professoressa dell’anno!

Le due: *salutano e mandano baci agli ammiratori*

Ah, tanto vi odiano tutti e non comparirete tipo mai…o boh, dipende dalla mia pigrizia ;-; (?)

In ogni caso, io sto scrivendo questo angolino il 25 di dicembre fottendomene altamente di avere i genitori del mio ragazzo a casa (se ve lo domandate: sì, legge le mie scemenze, ‘sto cristiano, ed ora che ha letto questo mi guarda male…….Ok, ora l’ho convinto a salutare visto che ci sono delle persone che leggono questo angolino…tutto normale (?)*) e anche della cena natalizia… va beh, io può ;-;

Cioè, lo faccio per voi, carissime fan (ma quali fan? ;-;): amatemi e costruite una statua per me. Compratemi dei biglietti di sola andata per il Giappone così divento una disegnatrice di manga e divento ricca sfondata tipo Trump\quello che ha fatto del McDonald qualcosa di illegale (?).

Datemi un libro di latino così mi metto a piangere e sto finalmente zitta, per favore (?)

Un’ultima cosa, poi giuro che me ne vado: So che io di solito la prendo a scherzare, ma molti argomenti che tratterò qui saranno sulla depressione, bullismo, autolesionismo e molte cose brutte che esistono davvero e che non dovrebbero essere presi scherzando, tutt'altro! Se conoscete una persona come Aaron dovete assolutamente aiutarla o anche solo farci amicizia: ANCHE UN SORRISO PUO' SALVARE LA VITA, VE LO DICO PER ESPERIENZA PERSONALE! #CHI TI FA SORRIDERE TI SALVA LA VITA!!!

Questa può anche essere una favola per alcuni come non per molti altri. Comunque per me non lo è, non è affatto una favola… so che a tutti non sembra che io sia stata vittima di bullismo leggendomi (?) negli angolini e che ora avrete una faccia stupita tipo questa: O.O (?). Comunque non è questo il punto e volevo dire una cosuccia a tutti futuri bulli-lettori (?) che leggeranno e, se permettete, anche a i miei bulloni (?) preferiti perché sono di mia proprietà ormai, sì:

“Ciao, tizi! Se vi piace giocare con noi e i nostri sentimenti, perché non provate a fermarvi un attimo e giocare coi lego oppure coi peluche della Trudy o altro? Credo diano la stessa soddisfazione, anzi, forse sono pure più istruttivi. Ah, e se in mezzo a voi ci sono i miei bulli (vi amo tanto, shi <3) dico questo:…sì, ora “dislessica di merda” lo dici a tua sorella e non ha me, che quella spastica ha più difficoltà a scartare un lecca-lecca di me a scrivere (?).”

Ok, basta, sto scrivendo troppo e vi annoio ;-;

Va buo, finiamola qui, dai…io saluto tutti quelli che stanno leggendo questa roba penosa, saluto la Giu perché questa storia è per lei che è un persona molto speciale per me e, semmai qualcuno commenterà, vorrei che mi dicesse come ha passato le vacanze, perché sì, sono un’impicciona ;-;

Ciau a tutti, alla prossima!

 

Ciaos Das Kaya!!!!!!!! Uns Bacios!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

* = sì, è ovvio che il mio ragazzo non sa che ho messo questa scemata nell’angolino…ma se in un lontano marzo del 2018 dovesse venirne a conoscenza dico: ciao, tesoro…come va? Tutto bene…? È tutta colpa di internet, non ho fatto nulla…. ;-;…Ok, vado a suicidarmi, ne ho bisogno (???)





#CHI TI FA SORRIDERE TI SALVA LA VITA!!! (a caso, sì ;-;)

   
 
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