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Autore: Diana924    26/12/2016    1 recensioni
XVIII° , Catalogna, la regione più orgogliosa della Spagna si sta riprendendo dalla guerra che l'ha vista contro il resto del regno supportando Carlo d'Austria. Regione orgogliosa, fiera delle proprie tradizioni e della propria indipendenza, la regione di santa Eulalia ha pagato il suo tradimento con la perdita della propria lingua e delle proprie singolarità.
E' qui, in una terra saldamente legata alle proprie radici ma che pure si sta aprendo alle nuove idee che sboccia l'amore tra Carlos Duncan ed Eulalia Valdes.
Lui è il secondogenito di una famiglia aristocratica, costretto a prendere i voti senza una vera vocazione compensata però da una sfrenata ambizione, lei abbandonata da neonata in un convento conosce solo la vita monastica e sta per prendere i voti. Entrambi però sanno che da quando i loro sguardi si incrociano niente sarà più come prima
[ Spinn off prequel di un'originale storica, Il Giglio Nero in cui si narrano in dettaglio le vicende dei coniugi Duncan, apparsi nel 40° capitolo, non è necessario aver letto la storia principale]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Inquisizione, Epoca moderna (1492/1789)
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Carlos Duncan aveva ponderato molto quella decisione.

La scelta più semplice sarebbe stata abbandonare Eulalia, sostenere che era stata lei a sedurlo e che lui non voleva avere niente con tutto quello. I suoi superiori avrebbero compreso, il vescovo sarebbe stata comprensivo e la Chiesa si sarebbe occupata della bambina e lui non en avrebbe più saputo niente, altrimenti avrebbe potuto affidare il bambino alla sua famiglia, suo padre avrebbe compreso che era stato un errore e sua madre avrebbe adorato il bambino.

Ma la sua coscienza gli imponeva di fare altro e l’amore lo indirizzava decisamente verso un altro percorso. Aveva sempre considerato deboli gli uomini che si facevano guidare dal sentimento eppure in quel momento ebbe coscienza che non poteva abbandonare Eulalia, non colei di cui si era innamorato come un giovanotto, da cui era riamato e che sarebbe stata la madre di suo figlio, un figlio nato dal più puro amore e non dalla violenza come spesso aveva udito nel confessionale, sia che si trattasse di servette costrette a subire violenza dai padroni sia uomini che si vantavano di come avessero abusato in un eccesso di acquavite di serve o donne libere.

Aveva riletto il biglietto e la sera stessa si era recato da Eulalia, aveva atteso e poi aveva visto la finestra aprirsi, solitamente quando arrivava era già aperta e quello l’aveva preoccupato, suor Maria Luisa doveva aver dettato delle regole ferree contro Eulalia, se la notizia si fosse diffusa lo scandalo sarebbe stato immenso e avrebbe distrutto la reputazione del convento e della stessa badessa. Rimase in silenzio e poi sentì un rumore, tempo cinque secondi e vide Eulalia scendere dalla scala, attese e poi la prese tra le braccia, il ventre sporgeva appena si rese conto osservando la ragazza in camicia da notte, mai come allora Eulalia gli era sembrata una creatura angelica.

<< Hai avuto il mio biglietto >> sussurrò lei prima di sfiorargli il volto con le dita, i capelli corti rendevano i suoi occhi stranamente grandi e luminosi, sembrava una fata pensò Carlos prima di cercare le sue labbra in un bacio pieno d’amore e di speranza, non avrebbe permesso che la donna che amava venisse punita.

<< Dovevo venire mi amor, e vedo che hai già preso una decisione >> disse lui osservando il fagotto che giaceva a terra, fino al ritorno della badessa avrebbe potuto nasconderla in chiesa, nella sua stanza personale ma poi sarebbero dovuti fuggire. Non l’avrebbe abbandonata, erano colpevoli entrambi anche se il diritto canonico per lui avrebbe fatto un’eccezione il suo cuore gli imponeva di rimanere con Eulalia. Si trovava ad un bivio, doveva scegliere tra la sua carriera, l’unico stimolo che aveva avuto per gran parte della sua vita, e l’amore della sua vita. Il buonsenso gli suggeriva di liquidare suor Maria de la Mercedes, di provvedere al bambino e di abbandonarla per poi proseguire la sua ascesa e una volta divenuto importante occuparsi di entrambi.

Avrebbe potuto tenerla come amante, aveva visto religiosi convivere con delle donne e avere da loro figli che adoravano e che molti destinavano alla Chiesa, avrebbe potuto tenersi Eulalia per sé, tenerla nascosta al mondo, nota solo a sé stesso e crescere il loro bambino come se fosse un orfano, un orfano che in un impeto di pietà aveva raccolto e della cui educazione si occupava, era sicuro che Eulalia lo avrebbe comunque amato ma lui dopo qualche anno si sarebbe odiato e avrebbe detestato lei.

No, aveva di fronte a sé un’unica strada: la dannazione eterna della loro anima ma la salvezza terrena. Dovevano fuggire ma non in Spagna, ancora comandata dall’Inquisizione, ma in Francia, quello che si diceva della Francia aveva in sé qualcosa di blasfemo ma era quello di cui entrambi avevano bisogno in quella situazione.

<< Io … volevo venire da te, Pilar sta dormendo ma la badessa tornerà tra due giorni e non voglio … so di meritare la mia punizione per aver infranto i mie voti ma non riesco ad immaginare la mia vita senza di te, e se questo vuol dire che dovremmo fuggire così sia perché non permetterò a nessuna forza sulla terra di dividerci >> annunciò Eulalia, coraggiosa, angelica fanciulla pensò Carlos, era pronta d una vita infernale pur di stare con lui, non era degno di quell’amore, non lui che aveva trascorso tutta la vita obbedendo al disegno già tracciato per lui.

<< Dovremmo fuggire, non potrai più tornare a questa vita perché l’Inquisizione ci condannerà e il re dovrà ordinare la nostra morte. Davanti a noi, se deciderai di venire con me c’è una strada fatta di sofferenza, esilio e vergogna, se sei pronta a scegliere mi amor allora sappi che solo la morte mi porterà lontano da te >> dichiarò Carlos, quello era come un matrimonio, era il loro matrimonio.

<< Non ho paura di niente, solo di essere separata da te. Non ho mai rivelato il tuo nome, suor Maria Luisa voleva sapere chi fosse ma io non ho detto nulla >> gli confidò Eulalia prima di stringere la sua mano, avevano tanto di cui occuparsi pensò Carlos mentre l’aiutava a lasciare il convento.

La mattina successiva la fuga di Eulalia, poco prima di mezzogiorno Carlos ricevette la visita di suor Maria Luisa, la badessa aveva lasciato per la seconda volta il convento per poter conferire con lui. Come aveva temuto la donna era venuta a lamentarsi  di Eulalia, di come avrebbe portato il suo nobile luogo di preghiera verso la vergogna e se lui avesse delle idee, la fanciulla si confessava presso di voi padre, vi avrà più detto qualcosa, vi avrà rivelato il nome del padre del suo bastardo, ho ragione di credere che sia fuggita con lui e ho necessità di un nome lo interrogò. Carlos sapeva che era quello il momento di ammettere le proprie colpe, di autoaccusarsi di essere il padre del bambino ma non lo fece, se anche suor Maria Luisa avesse creduto alle sue parole non avrebbe pensato a nessuna punizione per lui, e Carlos sapeva bene di meritarla come e più di Eulalia.

<< Suor Maria de la Mercedes non mi ha mai parlato di un amante, o di essere stata sedotta, purtroppo reverenda madre io non so niente. Riconosco che il momento è grave e il peccato mortale ma bisognerebbe parlare con il vescovo e interrogare i familiari delle suore e delle ospiti, i giovanotti di oggi sono sfrontati e libertini, come dicono in Francia, Nazione dove l’eresia e la scostumatezza regnano sovrane >> aveva risposto e la badessa era stata d’accordo, lo aveva salutato ringraziandolo infinitamente, senza di voi padre saremmo perse aveva detto prima di lasciare la chiesa.

Eulalia aveva udito tutto, era rimasta nella sacrestia e aveva scritto una lettera ad Alexia, la sua unica amica meritava di sapere cosa le fosse accaduto, era sicura che avrebbe fortemente disapprovato e condannato le sue scelte ma meritava di essere messa al corrente; nella stanza di Carlos aveva trovato una mappa della Francia e l’aveva studiata, era l’unico luogo dove potevano andare, l’unico che li avrebbe sicuramente accolti.
Non fu facile fuggire, Eulalia sembrava ancora di più una bambina negli abiti che avevano trovato ed era impossibile evitare gli sguardi curiosi di coloro che viaggiavano assieme a loro sulle varie diligenze, era una fortuna che li scambiassero per marito e moglie e che nessuno facesse domande più la frontiera con la Francia si avvicinava, nessuno notava i capelli corti di Eulalia grazie al velo nero che la giovane indossava, sono in lutto a causa della morte del mio signor padre aveva spiegato ad una donna che le aveva chiesto spiegazioni, in quanto a lui era la prima volta in tanti anni in cui non indossava la sua tonaca da prete e si sentiva a disagio con quegli abiti borghesi.
Enrique Duncan nacque a Tarascon, pochi giorni dopo il loro arrivo in Francia. Carlos non aveva smesso di guardarsi le spalle attento ad ogni indizio che potesse cogliere su di loro, sembrava che in quel Paese non importasse a nessuno della loro identità ma restava comunque guardingo. Quando la levatrice gli mise tra le braccia suo figlio rimase senza parole mentre sentiva il cuore scoppiargli dalla felicità, non aveva mai osato sperare che una simile gioia potesse riguardare anche lui.

Eulalia aveva avuto timore di morire ma non per sé, la sua anima era destinata all’inferno dal primo momento in cui aveva incontrato Carlos, ma per lui e per il bambino, il solo pensiero di lasciare solo l’uomo che amava, che per lei aveva abbandonato una luminosa carriera, era devastante, saperlo crescere da solo il bambino era un pensiero a cui non voleva dedicare nemmeno un istante, fu lo stesso Carlos a battezzare il bambino, poteva ancora farlo essendo ancora un prete inoltre temeva che se si fosse rivolto al curato locale prima o poi tutta la loro vicenda sarebbe divenuta nota.

Deciso di chiamarlo Enrique, il primo nome su cui entrambi si trovarono concordi, avevano deciso di rimanere il più allungo possibile in quella città di cui ogni singolo sasso evocava il suo glorioso passato di roccaforte dell’antica contea di Provenza che rese quella terra bagnata dal sole e dal mare la prediletta dai poeti e dai trovatori e che mai i francesi del nord riuscirono a comprendere pienamente limitandosi a conquistarla.
Purtroppo fu proprio lì che ebbero la notizia, Carlos la udì quasi per caso, secondo l’oste della locanda dove alloggiava con Eulalia era scoppiato uno scandalo in Spagna, si diceva di un prete che aveva sedotto una suora, o era il contrario e che vistosi scoperti i due fossero fuggiti, dove non era importante perché l’Inquisizione spagnola, flagello degli ebrei e degli eretici, aveva deciso la scomunica solenne di lui dopo aver impiccato il prete in effige e lanciato la danantio memoriae per la suora, si mormorava che la badessa del convento avesse maledetto più volte i due giurando che se mai fossero tornati avrebbe ucciso personalmente quella suora che aveva dissacrato così l’abito sacro che indossava e strozzato con le sue mani il piccolo bastardo, perché sembrava che i due avessero avuto almeno un figlio.

Restare a Tarascon non era prudente, erano troppo vicini alla frontiera si dissero entrambi prima di preparare i pochi bagagli che avevano, conoscevano entrambi suor Maria Luisa e la sua furia, dovevano andare lontano da lei, per fortuna i capelli di Eulalia stavano ricrescendo, ora le arrivavano alle spalle e Carlos adorava passarvi le mani, dannati ma insieme anche nella punizione.

Quando furono a Bayonne, la città bagnata dalle acque del golfo di Biscaglia dove oltre cento anni fa il potente Luigi XIV aveva sposato la timida e sfortunata Infanta di Spagna, Carlos decise di chiederle se voleva sposarlo: sebbene il loro amore fosse sopravvissuto ad una prova che avrebbe schiacciato cuori più debole sentiva il bisogno di voler regolarizzare la loro unione davanti agli uomini, di fronte a Dio aveva sposato Eulalia in occasione del loro primo bacio, e soprattutto di garantire un futuro sereno a Enrique, quel bambino che dormiva placido tra le braccia di lei e che adorava giocare con i capelli ora ricresciuti di Eulalia.
Il prete non sollevò alcuna obiezione, semplicemente li osservò sospettoso per tutta la durata della cerimonia mentre Enrique era il loro unico testimone, erano coscienti che non sarebbero più potuti tornare in Spagna e che la vita da lì in poi sarebbe dovuta rimanere segreta ma sapevano che l’altro non l’avrebbe abbandonato, quei voti nuziali erano molto più sacri e inviolabili dei sacri voti che avevano pronunciato in un tempo che appariva lontano e vuoto.

<< Rovinata, condannata, dannata, non mi interessa finché tu sarai al mio fianco, io ti amo dal nostro primo incontro, prima ancora di sapere cosa fosse l’amore io amavo te, Carlos Duncan, non credo nell’amore senza di te, non credo nella vita sen non con te al mio fianco, senza di te io oggi sarei una donna monacata senza una vera vocazione perché prima di conoscerti io non avevo idea che ci fosse così tanto nel mondo >> dichiarò Eulalia quella sera nell’intimità della stanza della locanda di Bayonne dove alloggiavano, i capelli biondi sciolti sulle spalle e la camicia bianca la faceva assomigliare ad una vergine.

<< Tu hai cambiato la mia vita, mi hai mostrato che anch’io potevo scegliere e io ho scelto te, ho scelto una vita accanto a te e a nostro figlio, ho deciso di mandare all’aria quello che gli altri avrebbero voluto per me perché un istante assieme a te è ai miei occhi più importante dell’eternità, senza di te sarei ancora un’ombra che si agita nel mondo, un debole succube delle decisioni altrui. Tu mi hai reso un uomo, tu mi rendi felice ogni giorno e non passa giorno senza che io benedica il giorno in cui accettai l’incarico di confessore perché è così che le nostre strade si sono incontrato. Io ti amo Eulalia Valdes e ti amerò finché avrò vita >> replicò Carlos prima di stringerla a sé, avevano già avuto una loro prima notte di nozze eppure si sentiva nervoso come allora, quando quella sera d’estate Eulalia per la prima volta gli aveva offerto sé stessa.

Rimasero a Bayonne un’altra settimana, poi deciso di trasferirsi più a nord e cominciare a provare a condurre una vita normale. Eulalia parlava solamente poche parole di francese preferendo spagnolo e catalano, motivo per cui le prime parole di Enrique furono un misto di entrambe le lingue, mentre suo marito riusciva a farsi capire in quella lingua così simile e così differente dalla sua. Furono fortunati a Brouage era disponibile il posto di bibliotecario e quando scesero dalla diligenza a Eulalia sembrò di aver trovato un angolo di paradiso, lì nessuno li avrebbe trovati pensò mentre stringeva a sé suo figlio, nessuno avrebbe mai potuto sospettare la verità su di loro.

Si impose di uscire il meno possibile, mentre anche suo marito conduceva una vita ritirata, nemmeno il suo stesso figlio doveva sapere la verità su come si fossero conosciuti e amati, in Francia la loro storia avrebbe suscitato appena delle risate e qualche sguardo di disapprovazione ma in Spagna … in Spagna li attendeva il cappio o peggio ancora la garrotta, per questo quando cominciarono ad arrivare quelle notizie da Parigi sia lei che Carlos ne furono segretamente felici.

Enrique a sette anni era un bel bambino dai capelli castani e dallo sguardo curioso che aveva imparato quando non fare domande pertanto quando Carlos li avvisò che avrebbero dovuto alloggiare uno dei dragoni che si trovavano nella regione occupati contro gli chouans rimase in silenzio, a lei non piaceva quello che stava accadendo nelle ultime settimane e Carlos lo trovava addirittura blasfemo ma sapeva che non bisognava parlarne, la loro presenza era tollerata ma erano ben coscienti che gran parte dei cittadini si faceva domande su di loro, da dove venissero e cosa li avesse portati lì.

Le lettere di Alexia erano scarse, due o tre all’anno, ma le erano utili, colei che un tempo era stata la sua migliore amica era riuscita a capire le sue azioni ma non ad accettarle ed Eulalia la comprendeva, Alexia era sposata nonostante avesse ardentemente desiderato prendere i voti mentre lei era stata una suora ma aveva dissacrato e calpestato i suoi voti per amore di Carlos e non riusciva a pentirsene, non quando stringeva a sé suo figlio o quando la notte lei e Carlos si amavano, suo marito sapeva farla sentire protetta, amata desiderata e lei non chiedeva altro.

Quando udirono bussare alla porta si sistemò meglio l’abito, sebbene approvasse l’arrivo dei dragoni avrebbe preferito non ospitare nessuno ma il sindaco era stato categorico o così o si poteva essere accusati di essere partigiani degli chouans e dell’esercito realista, sebbene fosse profondamente credente Eulalia non credeva in quei sistemi e Carlos cercava di non pensarci, non dopo aver lanciato la tonaca alle ortiche e aver contratto matrimonio.

<< Cittadino Duncan, cittadina, vi presento il maggiore Jean Antoine Ducatel, cittadino Ducatel, vi presento i coniugi Duncan dove alloggerete >> si limitò a dire il sindaco prima di uscire, non solo dovevano ospitare un soldato pensò Carlos ma era un moro, il discendente di qualche schiavo delle colonie che aveva fatto carriera grazie alle diserzioni del generali, il mondo si stava capovolgendo ma almeno lui ed Eulalia erano ancora insieme e così sarebbe stato per sempre.




Ringrazio alessandroago_94 ed Herm93 per averla messa tra le seguite, Arya Ard per averla messa tra le preferite e ringrazio doppiamente alessandroago_94 per aver recensito, entro gennaio dovrei cominciare la seconda parte della storia originale ossia Il Giglio Nero - L'avvento dell'Aquila.
Come sempre mi trovate sulla mia pagina facebook Diana924(EFP) e sul mio profilo ask diana9241

   
 
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