Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: hellaborealis    26/12/2016    0 recensioni
A Wuthering, Virginia, tutti conoscono tutti. Quando il Consiglio assegna Harry a quella città, è subito sotto i riflettori. Lui ha un incarico preciso: Ariel Porter, una ragazza solo apparentemente ordinaria. Il Consiglio è stato chiaro: niente distrazioni.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo primo

Occhi inniettati di sangue

Si chiama Ariel Porter, vive a Wuthering, Virginia, precisamente a Wolfgun street. Ha i capelli color mogano scuro, occhi marroni; è alta un metro e sessantacinque circa e corre quasi tutti i giorni alle sei di mattina intorno al vicinato, poi ritorna a casa per circa quaranta minuti per prepararsi per la scuola. Guida una Mini Cooper blu metallizzato e va a scuola, il liceo Wuthering High, dalle sette e quaranta alle due e trentacinque, dopodiché torna di nuovo a casa ma solo dopo aver dato un passaggio al suo migliore amico Duke. Non so cosa faccia fino alle cinque, ma a quell’ora riprende la Mini per andare in spiaggia da sola con un libro e la macchina fotografica. A volte si vede lì con due amiche, entrambe bionde, di cui ancora non ho appreso i nomi. E’ questione di tempo, comunque. La osservo da qualche mese ormai, senza mai parlarci. La conoscerò tra qualche giorno e ne saprò di più.

Mi sveglio di soprassalto quando sento una porta sbattere. I miei genitori adottivi non sono molto considerevoli, quindi non si preoccupano del fatto che io abbia bisogno di una quantità decente di sonno almeno durante la settimana degli esami di fine semestre. Va avanti così da almeno una settimana: Mary e John litigano di continuo ultimamente e, non dovrei saperlo, ma il motivo sono io. Rebecca me l’ha detto cercando di offendermi dato che mi ha odiata sin dal momento in cui dovetti trasferirmi qui due anni fa. John il fratello di un’assistente sociale e, siccome conosceva la mia storia, quando gli è stato riferito che la mia famiglia adottiva voleva trasferirsi in Ohio e non c’era posto per me nella nuova casa, ha deciso di accogliermi nella sua famiglia. Non che mi sia mai sentita accolta. Senza dubbio John è stato molto gentile ad offrire il suo supporto, ma non si può dire la stessa cosa di sua moglie Mary; lei mi odia quasi quanto Rebecca, la loro figlia.
Ora litigano perché, dato che tra un mese sarò maggiorenne, Mary insiste affinché John si limiti ad affittarmi un posticino tutto per me; in pratica vuole che mi levi dai piedi. John non è d’accordo, ed è per quello Mary diventa stridula ed io mi ritrovo sveglia alle due del mattino.

Do un’occhiata fuori dalla finestra. Tutto sembra fermo. Le foglie sono immobili sulla strada, i rami sembrano paralizzati e non c’è alcun rumore. Sembra quasi soprannaturale per essere inizio dicembre. L’anno scorso, come gli anni precedenti, nevicava durante questo periodo. Ora invece se qualcuno mi dicesse che in verità siamo a marzo gli crederei.
Decido che ne ho avuto abbastanza di sentire i miei genitori adottivi litigare e mi dirigo verso quella finestra; la apro facendo rumore.  Mi maledico per un secondo prima di ringraziare il fatto che Mary e John discutano a voce così alta da coprire il suono della finestra che si apre e si chiude dopo che sono uscita sul tetto. Mi sdraio portanto le mani dietro al collo per osservare meglio il cielo limpido.
E’ da tanto che non vengo qui a pensare. Porto la mano alla sferetta argentata che porto sempre al collo; una delle suore del collegio in cui ho passato i primi anni della mia vita diceva che l’avevo al collo quando sono stata lasciata, o meglio abbandonata, sullo stipite del loro portone.
Il silenzio è tanto da risultare inquietante. Non me ne accorgo nemmeno quando inizio a trattenere il respiro sentendomi osservata. Mi metto a sedere e quando mi guardo attorno mi accorgo che un uccello enorme mi fissa da lontano.
-Cosa stai facendo sul tetto?- mi chiede Mary scocciata. Tu cosa stai facendo in camera mia? Quando mi rigiro l'uccello non c'è più. Probabilmente anche lui non è riuscito a sopportare la voce della mia dolce madre.
-Non riuscivo a dormire, avevo un po' caldo. C'è qualcosa che non va?- chiedo facendo finta di non essere stata sveglia fino a quest'ora a causa sua.
-Volevo avvertirti che me ne vado per qualche giorno.- spiega e mi trattengo dal mettermi a ballare dalla felicità; mi fingo il più dispiaciuta possibile. -Rebecca rimarrà qui, comunque. Domani e fino a quando non torno dovrai portarla tu da casa a scuola e viceversa.- conclude.
Sopravviverò. Una strega è pur sempre meglio di due streghe.
-Ok.-
Se ne va senza ulteriori saluti e aspetto di vedere la sua qashqai uscire dal vialetto prima di rientrare in camera mia a dormire.

Dopo la solita corsa giornaliera ed essermi preparata aspetto che Rebecca finisca di imbottirsi il reggiseno. 
-Sono pronta.- dice scendendo le scale. Questa mattina ha biascicato a malapena due parole. Meglio così.
La scorto verso la Mini Cooper dopo aver afferrato una mela dal cesto di frutta che tengo appositamente per fare colazione davanti la porta di casa. Il tragitto è silenzioso, sia all'interno che all'esterno della macchina. Per poco non prendo il marciapiede quando noto che un uccello uguale a quello di ieri (se non lo stesso) si è posato sullo specchietto vicino al mio finestrino.
-Dio, datti una calmata, è solo un corvo. Se ne vedono sempre a Wuthering.- sbotta Rebecca slacciandosi la cintura. Siamo arrivate.
Mi scuso di fretta e chiudo la macchina dopo che entrambe siamo uscite.
Rebecca non mi saluta e se ne va. Mancano ancora dieci minuti alla prima campanella. Noto Duke seduto sul muretto a fumare e mi avvicino addentando la mia mela, anche se il secondo "incontro" con il corvo mi ha fatto perdere l'appetito.
-Hey Ari, hai qualcosa anche per me?- mi chiede uno snack ogni mattina, in cambio mi racconta gli ultimi scoop. Il padre di Duke è uno sceriffo e sua madre una giornalista, per cui è sempre la persona adatta a cui chiedere novità.
-Puoi finire questa.- gli dico passandogli la mia mela -Tu che mi racconti?
-Ci sono due ragazzi nuovi a scuola, fratelli. Un ragazzo e una ragazza. Non hai fame?- poi finisce la mela in quattro morsi.
-No, ma tu sì, vedo. Di che anno sono, questi due fratelli?-
-Penso che siano entrambi dell'ultimo anno. Lei si chiama Lexa. E' davvero figa.- dice facendo su e giù con le sopracciglia. Rido fragorosamente perché so già quali sono le sue intenzioni. E' sempre stato un play-boy, ma non ci ha mai provato con me, probabilmente perché ormai ci conosciamo da dieci anni e sarebbe alquanto strano.
-Il fratello?-
-Non ne ho idea, non ho aff...- viene interrotto dalla mia sorellastra.
-Si chiama Harry. Sappi che l'ho visto prima io.- afferma fiera e poi se ne va con le sue due amiche Barbie e Barbie. Non scherzo, si chiamano entrambe Barbara e si fanno chiamare con quel soprannome.
-Tranquilla Ariel, non credo che uno dell'ultimo anno vada dietro ad una del primo anno.- mi tranquillizza Duke poggiandomi una mano sulla spalla, anche se non ne avevo bisogno.
-Guarda che non ero interessata.- sbuffo alzando gli occhi al cielo.

La giornata procede lentamente. Quando arriva l'ora di pranzo noto con felicità che non c'è nessuno in fila per la pizza in mensa, poi sposto lo sguardo dove provengono urla e profanità e mi avvicino a una ragazza per chiederle cosa sta succedendo. Sta in piedi a braccia conserte e sorride come orgogliosa.
-C'è una rissa?- chiedo.
-Già.- risponde con un sorriso sadico. -Mi chiamo Lexa.- la guardo sbalordita. Bel modo di presentarsi. Non dico il mio nome. Seguo invece il suo sguardo e vedo con chiarezza un ragazzo che non avevo mai visto prima: fisico scolpito, braccia tuatuate, capelli ricci e vene pulsanti dalla rabbia. Sta prendendo a pugni un ragazzo spietatamente. Tutto d'un tratto si ferma e alza il viso incrociando i miei occhi.
Rabbrividisco a quella vista. I suoi occhi inniettati di sangue ora fissano me.



Note: Ciao! Spero davvero tanto che questa storia vi interessi. Sono molto aperta a suggerimenti sia dal punto di vista della scrittura sia quello dei contenuti. Per favore ditemi la vostra in una recensione! Mi farebbe tanto tanto piacere. Ho appena ricreato l'account dopo un paio di anni quindi potrei essere un po' arruginita. Potrebbe esserci anche qualche errore di battitura quindi mi scuso per quelli. Grazie di aver letto il primo capitolo. A presto!
-hellaborealis

P.s. : i prossimi capitoli dovrebbero essere più lunghi.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: hellaborealis