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Autore: Leyla    24/05/2009    3 recensioni
È un brevissimo racconto ispirato, ovviamente, da "Per Elisa" di Beethoven, un artista che ammiro molto. Ho provato a immaginare come si sentisse questa "Elise" sapendo di essere la sua Musa... Un commento è sempre gradito ;)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Für Elise

Für Elise

 

 

 

Noi, esseri limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza.

 

Ludwig Van Beethoven

 

 

 

Ah! Quanto è difficile amare un artista.

È un susseguirsi di alti e bassi, di gioia e sofferenza. Per quanto tu voglia essere il centro del mondo per lui, come lui lo è per te, sai che mai sarai al primo posto. C’è sempre un’altra davanti a te: una Dea vaga e sfuggente, una Strega che lo ammalia e lo porta lontano, in altri mondi, pur di inseguirla.

E non fai altro che chiederti se quando lui ti guarda, ti parla, ti sfiora, in realtà pensa a Lei, Lei che lo domina a tutte le ore del giorno e della notte.

Ore eterne di angoscia e tormento, dominate dalla sensazione di essere inutile, come inutile è sperare di divenire, anche solo per un momento, più importante di Lei.

Lei che sei arrivata a detestare.

Ma ci sono momenti per cui senti che nient’altro ha importanza, per cui gli abissi di disperazione non sono niente, come la pioggia prima dell’arcobaleno.

Come ora, seduta in una stanza affollata che non esiste più, perché ci siete solo tu e lui.

Alza gli occhi dai tasti del pianoforte, dicendo solo: «La mia ultima composizione». E ti lancia un’occhiata, l’attimo più lungo della tua vita.

Solo voi sapete. È quel legame a doppio filo che ti dà la forza di alzarti ogni mattina, è la consapevolezza che il tuo potere è sufficiente ad attraversare i baratri al di là di cui si trova e a diventare, per pochi, preziosi istanti, la sua unica Musa.

«Für Elise» aggiunge piano, prima di liberarti dalle catene del suo sguardo e chiudere gli occhi.

E poi comincia a suonare.

Mai prigione è stata più dolce.

   
 
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