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Autore: _pirate_    24/05/2009    7 recensioni
Dita di polvere nel regno delle Dame Bianche continua a danzare con il fuoco...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fire is my life

Seguì con lo sguardo la scia delle fiaccole che lanciava in aria, la polvere mischiata a quei minuscoli frammenti di fuoco che danzavano in aria, là dove poco prima i suoi gesti gli avevano ordinato di essere.
Muoveva le braccia con fatica, a volte poteva sentire i muscoli fermarsi, rifiutando di obbedirgli, per poi scattare subito dopo, creando una pecca nella fluidità del suo movimento, come una macchina scattosa.
“No, io sono un Maestro. Controllati, Dita di Polvere”
Aveva stretto le dita attorno al manico della torcia, pensando a Farid, quel ragazzo che lo aveva amato a tal punto da costringerlo a morire per lui.
Era strano: non aveva mai pensato di lasciare il mondo il quel modo… IL SUO MONDO.

Scosse la testa, gli bruciavano gli occhi. Ma non capiva se fosse per il fumo o per le lacrime, quelle lacrime che raramente aveva versato.
In ogni caso sbattè le palpebre.

“Sei diventato un pappamolle, Dita di Polvere”
Strinse i denti; l’ultima cosa che ricordava era Farid, sdraiato, con quella macchia rossa sulla camicia. Era pallido, aveva un’espressione triste sul volto, quasi delusa.
Era deluso di lui, ne era certo. Era deluso dal fatto che lui non fosse riuscito a salvarlo, era deluso dalla vita, dal suo significato così sfuggente.

Così come non era riuscito a salvare Rosanna, così come aveva perso Brianna, allo stesso modo Farid ora se n’era andato. Solo in quel momento si era ricordato della favola…

Il bruciore alle dita lo riportò al presente; solo in quel momento si accorse della goccia di fuoco che era scesa sulla sua mano. Gli stava parlando, lo stava chiamando. Ma lui non la ascoltava, non ci riusciva.

Rivolse tutta la sua attenzione verso le torce, sorridendo flebilmente: -Seducimi!-
Alle sue parola la fiamma sfrigolò, le sue braccia si mossero più velocemente. Sapeva che era l’unico modo per sopportare il peso del tempo, della fatica. Si sentiva stranamente felice. Non gli sarebbe dispiaciuto danzare per l’eternità con il fuoco.
“Stupido, è quello che stai facendo”
Si sforzò per soffocare una sonora risata: a LORO non sarebbe piaciuto.

Osservò i pallidi volti di fronte a sé, le loro espressioni tristi e avide; provò un moto di disgusto.

Il fuoco, le sue braccia che si muovevano, i piedi che tracciavano un largo cerchio sul pavimento…
Là, nella dimora delle Dame Bianche, si sentiva stranamente vivo.
Lui e il fuoco, lui e la forza, lui e il potere.
Sentiva di poter sconfiggere l’eternità.
Per lui, per Farid.

E per tutte le altre cose che almeno una volta nella vita lo avevano fatto sentire vivo.
  
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