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Autore: eleCorti    27/12/2016    6 recensioni
[Storia partecipante al contest Inverno, neve e vacanze, indetto da jadis_ sul forum di efp]
[Terza classificata al contest the crack- the ship- the Canon! Get ready! Indetto da missredlights sul forum di efp]
“Ehi Vegeta, ti andrebbe di ballare?” domandò, sicura di sé. Il marito la guardò allibito. Era forse impazzita? Non poté fare a meno di chiedersi.
“Non ci penso nemmeno, donna!” rispose, incrociando le braccia e voltando la testa di lato.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: eleCorti/Elettra.C
Fandom: Dragon Ball
Titolo: Your castle, my castle
Pacchetto: pupazzo di neve
Obbligo: castello in montagna
Tipo di coppia: het
Genere: fluff, romantico, slice of life
Raing: Verde
Avvertimenti: What if
 
Your castle, my castle


 
Anche quell’anno il periodo Natalizio era giunto, portando con sé un’atmosfera di festa; le città del mondo avevano decorato le loro piazze, negozi e case con tutti i vari addobbi che si usavano per quella festa, persino la Capsule Corporation – una delle aziende più potenti della Terra – si era ben attrezzata. La grande abitazione a forma di cupola, difatti, era ricoperta da varie lucette blu e bianche, mentre nel vasto giardino c’era un’enorme albero di Natale, anch’esso ricoperto da luci, palle e nastri, con una stella sulla punta. Anche l’interno era ben decorato: nel vasto ingresso c’era un alberello, posto all’angolo dove la segretaria riceveva tutti gli ospiti di Bulma, mentre nel giardino interno vi era un albero che toccava quasi il soffitto, anch’esso decorato per bene.
Anche se all’interno della CC vi era un’allegra atmosfera natalizia, non tutti amavano quella festa: il marito di Bulma – il principe dei sayan Vegeta – non apprezzava tutte quelle cianfrusaglie, anzi le trovava a dir poco ridicole. Unica cosa buona del Natale, secondo il suo parere, era il cibo e forse i regali. Forse! Dipendeva, ovviamente, dal tipo di regalo!
A guastare il tutto, quell’anno, si era messa anche sua moglie, la quale aveva deciso che, quel Natale, lo avrebbero passato al Castello della bella addormentata * uno dei più famosi castelli del mondo, che la giovane Brief, anni fa, aveva avuto l’onore di visitare assieme a Goku e agli altri.
“Su Vegeta non fare quella faccia!” lo aveva rimproverato Bulma quella mattina, una volta che erano saliti a bordo – lei, Vegeta, Trunks e la piccola Bra – del loro elicottero privato.
“Donna, ma ti rendi conto che così non potrò allenarmi per un giorno intero?” aveva sbraitato il principe, con un umore  pessimo.
“E che sarà mai!” aveva alzato le mani al cielo, come a dire, non è poi così grave!
“Beh al massimo, puoi andare da Goku, tanto i monti Paoz non sono molto lontani...” aggiunse, aprendo una piccola speranza nel cuore di suo marito.
“Beh sì... così vedremo chi è il più forte tra noi due!” un ghigno si dipinse sul suo volto. Nonostante gli anni, nonostante avesse messo da parte l’orgoglio, il desiderio di superare Kakaroth c’era sempre dentro di lui.


 
****

 
Finalmente erano giunti in quel castello. Il principe dovette ricredersi su i suoi pensieri – pensava fosse una catapecchia – invece quella costruzione era davvero regale, degna del suo sangue blu!
Il castello, infatti, era situato su una piccola montagna, attorno a cui c’era un fitto bosco; l’ingresso del castello era un vasto ponte che collegava l’edificio al bosco, le torri erano alte, quasi toccavano il cielo, e presentavano una forma a punta, come se fossero delle guglie, il portone che sanciva l’entrata nel vasto palazzo era in legno con delle strane raffigurazioni.
Bulma atterrò proprio nel piccolo giardino del castello, che era ricoperto di neve, in modo tale da non dover percorrere molta strada a piedi. Dopotutto c’era molto freddo.
“Eccoci qua!” sorrise, vittoriosa. Era il primo Natale che avrebbe passato in quel castello che, da poco, la sua famiglia aveva comprato. Bussò al vasto portone, in attesa che qualcuno le aprisse.
“Buonasera madame...” un signore anziano – il maggiordomo – fece accomodare la piccola famiglia all’interno del castello.
All’interno, esso era ancora più spettacolare: la vasta sala d’ingresso era ben illuminata e le due scale laterali, che conducevano al piano di sopra, erano ricoperte da un tappeto rosso. Per non parlare poi delle altre stanze, anch’esse magnifiche, degne di veri e propri reali.
Dopo essersi sistemati nelle loro stanze, che erano al piano di sopra, i due bambini decisero di andare fuori a giocare, Vegeta aveva chiamato Goku al telefono per organizzarsi e allenarsi e Bulma... beh lei decise di prendere le redini in mano e organizzare un bel cenone di Natale!
Le ore passarono, così ben presto giunse l’ora di cena: Trunks e Bra erano appena rientrati, mancava solo Vegeta che era ancora fuori ad allenarsi con il suo rivale.
“Presto Trunks vai a chiamare tuo padre!” ordinò Bulma, con un tono altamente scocciato. Suo marito metteva sempre al primo posto gli allenamenti e ciò non andava bene.
“Volo!” il piccolo non se lo fece ripetere due volte: aprì il portone e si librò nel cielo, ricoperto di neve.
“Ehi papà, è pronta la cena!” atterrò sulla morbida neve, interrompendo lo scontro tra suo padre e Goku.
“Urca, è già l’ora di cena?” domandò Goku, come se si fosse ridestato da un sogno.
“Allora ChiChi sarà preoccupata! Devo andare Vegeta, continueremo un altro giorno il nostro scontro!” si rivolse all’amico. Poi si mise due dita in fronte e si smaterializzò.
“Quell’idiota...” imprecò contro il suo rivale. I morsi della fame, però, si fecero sentire anche in lui.
“Andiamo!” si rivolse al figlio, per poi librarsi in volo. Trunks lo imitò, seguendolo a ruota.



 
****


 
Finalmente la cena era pronta: Bulma, per l’occasione, aveva decorato l’enorme tavola con una tovaglia rossa, stoviglie molto pregiate e con due candele che donavano un’atmosfera romantica e perfino regale.
La cena fu molto di gradimento da parte della famiglia, specie da parte di Vegeta e di Trunks. Essa era, infatti, composta da un enorme tacchino, ripieno di castagne e mele e da un primo da leccarsi i baffi.
Subito dopo cena, anzi dopo il dolce – un bel panettone al cioccolato – i due bambini uscirono di nuovo fuori a giocare con la neve, mentre i due genitori rimasero ancora un po’ seduti a tavola.
Una bella melodia, suonata da un violinista – ingaggiato da Bulma per l’occasione – iniziò a ricoprire le mura della vasta stanza, facendo venire a Bulma una bella idea.
“Ehi Vegeta, ti andrebbe di ballare?” domandò, sicura di sé. Il marito la guardò allibito. Era forse impazzita? Non poté fare a meno di chiedersi.
“Non ci penso nemmeno, donna!” rispose, incrociando le braccia e voltando la testa di lato.
“Ah sì, allora sai che ti dico? Che ogni volta che  si rompe la Gravity Room, io non la riparo più!” lo aveva in pugno e lo sapeva. Vegeta, difatti, aveva sbuffato. La odiava quando usava i suoi sporchi ricatti contro di lui!
“E va bene donna!” borbottò. Poi si alzò, si avvicinò a sua moglie e le porse la mano, abbassando lo sguardo e arrossendo. Quella situazione lo imbarazzava e assai.
Bulma sorrise divertita, poi afferrò la mano del suo principe alzandosi a sua volta. Andarono al centro della sala e iniziarono una vorticosa danza.
Non le importava che Vegeta non sapesse ballare, non le importava che le pestasse ogni volta i piedi, ciò che veramente le stava a cuore era avere un piccolo momento romantico con il suo uomo.
“Non pretenderai che ti abbia fatto un regalo?” il principe spezzò il silenzio, sempre rosso in volto.
“No. Lo so che non me ne hai fatto, ma va bene così... l’importante è che siamo insieme... ” si strinse ancora di più a lui, beandosi del suo profumo.
Era vero: un regalo era qualcosa di futile e di materiale, lei invece aveva l’affetto e il calore della sua famiglia, l’unica cosa veramente importante del Natale.
“Ma tu l’hai fatto a me, vero?” non seppe il perché ma doveva saperlo. Bulma aprì gli occhi di scatto, mentre veniva catapultata nel mondo reale.
“Ehm... sì” si affrettò a rispondere. La verità era che se n’era dimenticata.
“Ma è una sorpresa. Lo vedrai quando torneremo a casa” così in questo modo, avrebbe avuto un po’ più di tempo per prendergli qualcosa.
“Mmm... attenta a quello che fai donna!” la rimbeccò. Aveva capito che non gli aveva fatto niente.
Bulma sospirò. Almeno fino a capodanno – aveva deciso di prolungare la vacanza – sarebbe stata tranquilla in quel castello che considerava come casa propria. 
   
 
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