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Autore: miciaSissi    27/12/2016    3 recensioni
Victor si svegliò a causa del chiarore che entrava dalla finestra; era ancora presto, e allungò una mano per cercare Yuri accanto a sé. Ma il suo compagno, dopo la loro prima notte d’amore, non era al suo fianco. Dove diavolo era andato? E a fare cosa? Non poteva che essere in un posto…
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio… bollente


Victor si svegliò a causa del chiarore che entrava dalla finestra; era ancora presto, e allungò una mano per cercare Yuri accanto a sé. Ma trovò solo il lenzuolo, anche se il letto era ancora caldo. Non doveva essere andato via da molto.
- Yuri? – Lo chiamò, liberandosi delle leggere coperte. Non era più nella sua stanza, e neanche nel bagno.
Si vestì e uscì, ma nessuno delle persone che abitavano con loro , nella casa dove lui era ospite come suo allenatore, sapeva dove fosse andato Yuri.
Victor non perse tempo, fece una colazione rapidissima stando in piedi vicino al bancone della cucina, prese i suoi pattini e uscì di casa. Quel giorno aveva dato un riposo a Yuri, non doveva allenarsi, ma Victor intuì subito dove fosse andato, dopo la notte che avevano passato insieme. C’era un solo posto dove sapeva di poterlo trovare.




Il palazzo del ghiaccio era deserto, Yuri doveva aver chiesto a chi lo gestiva, che del resto conosceva molto bene, di lasciarlo solo.
Victor sentì subito la musica alta e incalzante, ben diversa da quella che di solito usavano per gli allenamenti. Si sporse appena verso la pista, cercando quello per cui era venuto, e trovandolo.
Yuri volava sul ghiaccio, velocissimo, rapido come il vento, coi capelli spettinati e la giacca della tuta aperta. La musica era così forte e con un ritmo così veloce che seguirla era difficile. Ma i suoi movimenti erano rapidi, precisi, come delle stoccate sul ghiaccio. Non era rabbia, la sua, era un modo per sfogarsi, per liberarsi di qualcosa, o forse solo per dimenticare qualcosa.
Yuri non si era accorto di Victor, fermo all’ingresso, con gli occhi fissi su di lui. Che cosa provava in quel momento? Si sentiva strano, quasi fuori posto… oppure era il contrario, era sempre stato fuori posto e solo ora, con quello che era successo, aveva trovato il suo posto? Anche se aveva ventitré anni, le sue esperienze con l’altro sesso erano state pochissime… aveva avuto qualche relazione, tutte finite prematuramente, ma mai con un maschio. E adesso aveva avuto quella fortuna, di avere come allenatore l’icona vivente del pattinaggio artistico, l’incarnazione stessa della bravura in quello sport, la massima espressione di un’arte…e lui se ne era innamorato, come un ragazzino alla prima cotta, perdutamente, totalmente innamorato. E non solo… ci era andato a letto, aveva fatto sesso con un uomo! Ed era stata la cosa più bella che gli fosse capitata, ancora meglio che pensarsi sul podio con una medaglia d’oro al collo. Sentì le guance in fiamme solo al ricordo, non riusciva a capacitarsene… aveva sempre pensato a sé come a un eterosessuale, com’era possibile aver perso così la testa per un maschio e soprattutto finirci a letto in così poco tempo? Sì, negli ultimi anni si era accorto che gli uomini non gli erano indifferenti, a volte si trovava a fantasticare su alcuni pattinatori che aveva incontrato in alcune gare. Ma non era mai successo nulla, e lui mai aveva cercato un approccio che andasse oltre l’amicizia, né tanto meno aveva ricevuto attenzioni o avances da un ragazzo.
Smise di pattinare e si accucciò ansimando, mettendo le mani sul ghiaccio gelato; quando furono abbastanza fredde se le portò sul viso, perché temeva che le guance gli scoppiassero tanto dovevano essere rosse.
Si scosse da quel momento non tanto per il gelo alle mani, ma quando sentì che la musica era stata cambiata. Chi poteva essere stato? La canzone dal ritmo veloce e indiavolato che aveva messo era stata sostituita dalla musica classica, che riconobbe subito come le note che Victor aveva scelto per lui.
Alzò la testa di scatto, sempre restando in ginocchio sul ghiaccio, quando vide due pattini neri fermi vicino a sé. Si sedette sulle gambe piegate, sollevando il viso verso Victor, fermo davanti a lui. Per farsi passare il rossore e le fiamme che sentiva sulle guance avrebbe dovuto tenere il viso contro la pista, altro che passarsi le mani fredde sulla pelle…incontrare quello sguardo verdazzurro e seducente, sul viso serio e bellissimo, lo fece tremare come una foglia. Era lì con lui, davanti a lui. Rimase come paralizzato, a fissarlo mentre la musica dolce e romantica riempiva il palazzo del ghiaccio deserto.
Victor gli tese una mano e Yuri la prese, era calda e subito il suo tocco sembrò piacevole sulle dita fredde. Victor lo tirò verso di sé per farlo alzare, e Yuri seguì quel movimento, ritrovandosi in piedi accanto a lui. Il russo era più alto , e Yuri alzò gli occhi sui suoi. Non aveva messo le lenti a contatto, come quando gareggiava, ma erano così vicini che i suoi lineamenti risultavano perfetti anche a un leggero miope come lo era lui.
- Yuri…- la sua voce ruppe il silenzio tra loro, mentre gli teneva sempre la mano gelata nella propria – perché sei scappato? – Mormorò.
Ecco, lo aveva subito capito. Yuri non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo viso, non riusciva a non pensare a quello che aveva fatto con lui…e non riusciva a dirgli quello che provava, quello che temeva, quello che lo scuoteva dentro come una tempesta.
- Avevi… paura? – Continuò Victor, sempre tenendogli la mano e accarezzandogli il dorso con il pollice. Con l’altra mano, come faceva quasi sempre, gli sollevò delicatamente il mento per portare il suo viso più vicino al proprio.
Yuri sentì le gambe tremare, come dopo una gara importante quando i muscoli fremevano per lo sforzo.
- Io… io non lo so, Victor – riuscì a rispondere, sentendosi stupido – io… non so cosa devo fare… non so cosa succederà, adesso – ecco, era riuscito a dirglielo.
Victor sorrise, i denti bianchi come il ghiaccio dietro di lui , gli occhi verdazzurri stretti in due fessure; aveva capito di cosa aveva paura, aveva capito che quella relazione appena iniziata voleva dire tante cose, per entrambi. Sarebbero riusciti a continuare su quella strada, a vivere vicino come allievo e allenatore? E Yuri sarebbe riuscito ad affrontare quella situazione, ad amare un uomo, ad avere una relazione omosessuale?
- Spogliati – disse Victor a un tratto, mentre si guardavano ancora negli occhi.
Yuri indossava una tuta, la cui giacca era aperta sulla maglietta scura. Prima che potesse farlo, Victor si tolse a sua volta il maglione e restò a torso nudo; a Yuri quasi mancò il fiato, a vederlo così… i pantaloni scuri e aderenti sulle lunghe gambe muscolose e perfette, il torace dalla pelle chiara e dalle linee armoniose, le braccia splendidamente modellate da anni di allenamenti.
- Ma… fa freddo – rispose, e si sentì di nuovo tremendamente stupido.
Victor non perse tempo, gli tolse la giacca della tuta e gli sfilò la maglietta scura. Yuri avvertì il freddo sulla pelle sudata, pazienza se si prendeva un raffreddore. Era dimagrito e si era allenato per tornare in forma, ma di certo non aveva il fisico scolpito e perfetto del suo compagno.
- Vieni – mormorò Victor, iniziando a muoversi sul ghiaccio al ritmo della musica.
Yuri lo seguì come una falena verso la luce… Victor non pattinava, volava sul ghiaccio, come se le sue lame quasi non toccassero la superficie gelata. Yuri non riusciva a staccare lo sguardo dal suo viso, dal suo corpo scoperto, dai suoi movimenti sensuale e aggraziati. Victor lo prese vicino a sé, mentre i pattini scorrevano sul ghiaccio, e le loro mani si incontrarono, mentre giravano sulla pista. I toraci nudi si sfioravano, e Yuri sentì i brividi non per il freddo del palazzetto. Danzarono a lungo, vicini, accarezzandosi con la pelle e con gli sguardi, mentre la musica li inebriava.
E Yuri capì… sì, Victor, Yuri aveva capito… poteva essere il suo compagno, poteva essere la persona che amava, non importava essere maschio o femmina. Erano due persone che si amavano, e quello era la sola cosa importante. Yuri aveva trovato la sua risposta… ma il sorriso di Victor gli fece anche capire che il suo compagno aveva sciolto anche l’altro suo dubbio: potevano amarsi e gareggiare, potevano vivere la loro vita come una coppia e come due atleti sotto le luci dei riflettori.
Quando la musica finì, Yuri si fermò, con le mani strette nelle sue.
- Sì, Victor – rispose – possiamo farlo… possiamo vivere così, io sono pronto ad affrontarlo – poi lo abbracciò, i toraci nudi che si toccavano, in parte freddi per la temperatura e in parte sudati per la foga del ballo.
Victor lo strinse e lo baciò sul collo – lo so – gli mormorò prima di spostare le labbra e baciarlo.



FINE


Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro. Qualsiasi cosa inventata in questa fic sono copyright dell'autrice e pertanto ne è vietata la sua riproduzione totale o parziale sotto ogni sua forma; il divieto si estende a nomi, citazioni, estratti e quant'altro sia frutto della sua immaginazione. Non ne è ammessa la citazione né qui né altrove, a meno che non sia stata autorizzata tramite permesso scritto della stessa autrice. Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto.
  
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