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Autore: belle_delamb    27/12/2016    4 recensioni
Natale, tempo di gioia e di dolcezza, ma non solo, perché a volte le storie natalizie possono racchiudere contenuti agghiaccianti. Ecco una serie di racconti che vi lascerà con il fiato sospeso. Regali misteriosi, inquietanti foreste innevate, e tanto altro ancora.
Storia partecipante a Christmas Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni anno mi ritrovavo a dover cercare l’ultimo disperato regalo, quello a mia sorella. E come ogni anno mi chiedevo: cosa mai potevo fargli? Era ormai la vigilia di Natale e il freddo intenso mi faceva desiderare di tornare a casa il prima possibile, ma non potevo. Ero stata al centro commerciale ma non avevo trovato nulla d’interessante, solo le solite cose, già regalate. Camminando in una via vicino a casa mia, le mani in tasca, pensavo disperatamente a dove potevo andare. E fu allora che lo vidi: un negozietto piccolo e quasi invisibile, le luci che si vedevano appena. Mi avvicinai ad esso e notai che non c’era nessuna insegna. Feci per passare oltre, ma qualcosa in vetrina mi colpì. Una collana con una bella farfalla turchese, proprio il colore che si sarebbe adattato bene agli orecchini che mamma aveva regalato a mia sorella. Ecco il regalo, un salvataggio in extremis. Entrai. La porta cigolò in modo sinistro. Nel negozio c’era solo un lungo bancone e strani oggetti si trovavano sulle mensole. A quanto pareva non trattava solo bigiotteria, sembrava uno di quei negozi per dark.
-C’è nessuno?- chiesi, indecisa se uscire e lasciar perdere la collana.
-Desidera?- chiese un ometto pallido e basso, uscendo da una porta dietro il bancone.
-La collana che c’è in vetrina-
L’uomo annuì e andò a prenderla.
-Non ne ha altre?- chiesi, cercando di scacciare la sensazione d’ansia che mi opprimeva da quando ero entrata lì dentro.
-Qui abbiamo solo esemplari unici- rispose l’uomo, andando al bancone.
La farfalla sembrava quasi reale, come se fosse stata imprigionata in uno strano liquido. E fosse pronta a riprendere da un momento all’altro il volo.
-Quanto costa?-
Il prezzo che mi propose l’uomo era irrisorio per una simile collana e pagai immediatamente, quindi uscii dal negozio con l’articolo, sollevata e felice di poter finalmente tornare a casa.

-Finalmente sei arrivata- disse mia madre quando entrai. Stava sistemando l’albero di Natale, un esemplare enorme con mille palline colorate.
-Mi serviva un ultimo regalo- dissi, nascondendo il mio pacchetto tra gli altri.
-Per Elenoire?-
Mi ritrovai ad annuire. –Sono certa che questo le piacerà- dissi e andai di sopra.

Il regalo non deluse le aspettative di Elenoire che si ritrovò a fissare il ciondolo con la bocca spalancata.
-Bellissimo!- esclamò.
Sorrisi soddisfatta, per una volta mia sorella apprezzava un mio regalo, mi sembrava impossibile.
-Sembra vera- disse Elenoire fissando la farfalla che teneva sulla punte delle dita come se da un momento all’altro potesse spiccare il volo.
-Vuoi una mano a mettertela?- domandai.
-Oh sì, grazie-
L’aiutai, armeggiando un po’ con i gancetti. –Fatto- dissi alla fine.
Elenoire corse davanti allo specchio. –Meravigliosa- disse.
-Ti sta … - le parole mi morirono in bocca quando mi parve di vedere un battito d’ala della farfalla.
Se avessi saputo le conseguenze le avrei strappato di dosso quella collana senza indugio.

La prima anomalia la riscontrai durante il pranzo. Elenoire non toccò quasi cibo, nonostante ci fossero un gran numero di pietanze, sembrava persa nei suoi pensieri.
-Non ti senti bene?- le chiese nostra madre, preoccupata.
-Nulla, non ho fame-
Andò a letto presto.

Il giorno successivo partimmo per la solita gita che facevamo ogni anno, qualche mercatino natalizio e molti acquisti. Elenoire mi parve più pallida del solito.
-Non ho dormito bene- si giustificò.
Ammetto che fui felice di vedere il mio regalo al suo collo, mia sorella dimostrava così che le piaceva per davvero.
Verso metà mattinata, quando ci fermammo in un bar, Elenoire mi chiese di accompagnarla in bagno. Non appena entrammo si appoggiò al lavandino e aprì l’acqua, immergendo le mani tremanti sotto di essa per poi portarsele al volto.
-Tutto a posto?- le chiesi.
-Sì, deve solo essere un po’ di stanchezza-
-Forse è meglio se torniamo a casa-
-Oh no! Questa è una tradizione di famiglia e io non voglio rovinarla-
Mi lasciai così convincere a non intervenire.

Nulla rovinò il resto del pomeriggio, la stessa Elenoire mi parve più sorridente e di buon umore, come se si sentisse meglio. Sbagliavo, l’incubo era appena iniziato. Quella notte infatti sentii dei rumori, nulla di particolarmente allarmante, ma che comunque disturbò il mio sonno. Quella mattina a colazione chiesi a Elenoire se anche lei li avesse sentiti, visto che aveva la camera accanto alla mia.
-Quali rumori? Ho dormito davvero bene- disse, anche se il suo volto pareva raccontare un’altra storia. Aveva la mia collana al collo e mi parve che la farfalla fosse diventata più grande e più brillante.
-Non te la togli mai?- le chiesi sorpresa.
-Oh, mi piace molto- disse lei, sfiorandola.
-Sono contenta- mormorai.

Il resto delle vacanze proseguì in un clima relativamente sereno, uniche pecche furono le sparizioni di alcuni oggetti, come un mio orecchino. Nulla che potesse fare anche solo immaginare che un mostro si fosse insinuato nella nostra casa e che stesse aspettando pazientemente il momento opportuno per svelarsi. Elenoire fu simpatica in quei giorni, forse anche più espansiva del solito, nonostante lamentasse una certa stanchezza. Inoltre sparirono altri oggetti in casa, piccole cose. L’anello di mia madre, il dopobarba di mio padre e un mio bracciale. Alla fine arrivò l’epifania e ricominciò la scuola. Era circa metà gennaio quando avvenne ciò che mi fece capire che qualcosa non andava. Stavo andando a scuola quando incontrai la mia amica Jennifer.
-Hai saputo?- mi chiese subito.
Scossi la testa.
-Hanno trovato morta Kelly Hamilton -
Non dissi nulla, improvvisamente muta dalla sorpresa. Kelly era la migliore amica di mia sorella e le due avevano passato tutto il pomeriggio del giorno precedente insieme. – Cos’è successo?-
-Ieri sera non è tornata a casa, l’hanno trovata stamattina, nel bosco, è stata fatta a pezzi e le sono stati tagliati i capelli, sospettano un maniaco-
E in cuor mio speravo che si trattasse davvero solo di un maniaco.

Quella sera aspettai che Elenoire si fosse allontanata dai nostri genitori per parlarle dell’accaduto. Notai che era più pallida del solito.
-Ho saputo di Kelly – esordii.
-Oh, certo-
-Mi hanno detto che è successo ieri … avete passato il pomeriggio insieme-
-Alla fine no, lei aveva un altro impegno-
Seppi subito che mentiva, aveva una maniera caratteristica di mordersi le labbra quando diceva una bugia.
-Se ci fosse qualcosa che non va, tu me lo diresti, giusto?- chiesi.
-Certo-
Quella notte i rumori furono più forti del solito. Sgusciai fuori dal mio letto e andai in corridoio, scalza. I rumori parevano proprio provenire dalla camera di mia sorella. Mi avvicinai alla porta e ascoltai immobile. Alzai la mano per bussare, ma la riabbassai subito, improvvisamente non certa di voler sapere cosa stesse succedendo là dentro. Con il cuore in gola tornai nel mio letto.

La mattina seguente mi finsi malata. Attesi quindi che mia sorella andasse a scuola ed entrai dentro la sua stanza. All’apparenza tutto sembrava normale. Aprii le tende per far entrare la luce e fu allora che vidi delle macchie a terra. Mi chinai, prendendole inizialmente per delle gocce di frullato alla fragola, quello che piaceva tanto a mia sorella. Non erano frullato, anzi, sembravano terra e sangue. Mi sentii gelare e cominciai la perlustrazione. Inutile dire che alla fine i miei più atroci sospetti divennero realtà: trovai gli oggetti scomparsi in casa e soprattutto delle ciocche di capelli scuri che assomigliavano così tanto a quelli di Kelly. Mi sentii mancare e mi lasciai cadere sul letto di Elenoire. Mia sorella era un’assassina. Non ci misi molto a dare la colpa di tutto alla collana, per quanto questo fosse irrazionale. Non sapendo cosa fare decisi di andare al negozio dove l’avevo presa. Rapida mi vestii e uscii nella gelida mattinata d’inverno. Mi misi a vagare tra le vie, indecisa su dove andare, incapace di ricordare l’esatta ubicazione di quel luogo. Alla fine ci rinunciai e tornai a casa sconfitta. Dove altro potevo andare? Improvvisamente mi venne in mente un’idea. Accesi il computer e feci una ricerca sulla collana. Fu così che finii in uno strano sito, attirata dalla testimonianza di una madre che diceva di aver regalato alla figlia una collana e accanto al testo c’era proprio la foto del ciondolo a forma di farfalla. Lessi rapidamente. La donna raccontava di aver fatto quel regalo alla figlia per il suo sedicesimo compleanno. Lo aveva comprato in un negozio tetro che sembrava essere apparso dal nulla proprio dietro il suo luogo di lavoro. Alla ragazza il regalo era piaciuto subito e da allora non aveva mai rinunciato a indossarlo, tanto da non toglierselo neppure di notte. Poi erano iniziati i comportamenti strani, le sparizioni di oggetti in casa e infine la morte della sua cara amica, trovata massacrata in un parco. Impossibile non collegare questo a ciò che era successo a mia sorella. Restai un attimo a fissare il monitor, pregando di sbagliarmi, poi afferrai il cellulare e chiamai Elenoire. Lei non rispose.

Quando quella sera non tornò a casa mio padre chiamò la polizia per denunciarne la scomparsa. Trascorsero alcuni giorni di angoscia, durante i quali le ricerche furono serrate ma non portarono a nessun risultato, mia sorella pareva scomparsa nel nulla.
-Non tornerà più- sentii mia madre sussurrare una sera a mio padre, quando pensava che fossi in camera mia.
Fu allora che mi venne in mente un posto che Elenoire aveva sempre amato. Tanto valeva fare un ultimo tentativo. Uscii fuori, rabbrividendo per l’aria gelida d’inizio febbraio, e mi diressi verso la casa sull’albero che si trovava in fondo al giardino, nascosta tra le fronde degli alberi. La scaletta pendeva ancora a mezz’aria, proprio come ricordavo. Mi aggrappai ad essa e mi arrampicai. Nella casetta regnava il buio per cui restai alcuni secondi immobile per abituarmi al buio. La prima cosa che vidi fu una strana forma allungata, qualcosa che pendeva dal soffitto. Ci misi alcuni istanti per capire di cosa si trattasse: era come l’involucro di un bruco che sta per diventare farfalla, come quelli che vedevamo nella casa in campagna dei nonni. L’involucro si stava rompendo e io mi ritrovai a fissare ciò che un tempo era stata mia sorella e che ora era una creatura antropomorfa con grandi ali blu. I lineamenti del viso erano solo vagamente riconoscibili. Ci fissammo un attimo, lei con i suoi occhi diventati piccoli e neri. Poi se ne andò, prese il volo e uscì da una delle finestrelle, lasciandomi stordita e tremante.

Sono passati mesi da quando Elenoire se n’è andata. Perché ho aspettato tanto prima di scrivere questo resoconto? Perché è successa una cosa ieri sera. Mi è parso di vedere una ragazza che aveva al collo una collana con una farfalla blu, identica a quella che io avevo regalato a mia sorella. Mi sono fermata incredula. La ragazza mi sembrava pallida. Ho voluto scrivere questo perché voglio che tutti conoscano la storia della collana e di ciò che ha provocato. State quindi attenti ai regali che fate perché ve ne potreste pentire per il resto della vostra vita.
   
 
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