*~Cold Blood~*

 

Le orme sulla neve si erano ghiacciate.

Erano migliaia, confuse con il fango e la sporcizia delle strade.

Era il 1917.

Me lo ricordo come se fosse ieri, quando Russia, davanti alla sua finestra guardava con gli occhi pieni di lacrime la sua gente che implorava una vita più dignitosa.

Ma cosa poteva fare in quel momento Russia?

Appoggiò il palmo della mano sul vetro freddo.

Freddo…

Freddo, come la neve fuori che imbiancava la città.

Freddo, come la tundra siberiana.

Freddo, come a volte lo era lui. Come il ghiaccio.

E, con tanta freddezza, prese il suo fucile.

Erano gli ordini, dopo tutto.

Lo stringeva forte tra le mani inguantate e di color bianco.

Bianco come la neve.

-Russia-san…?- Lo inseguii.

Lo vedevo indeciso, fermo,davanti alla folla di persone. Gli occhi, così belli e profondi, erano diventati freddi e spietati.

La folla lo guardava stranita, non sapeva cosa sarebbe accaduto in quel momento.

Ormai sono passati talmente tanti anni, ma… è come se fosse ieri.

Quando alzò il fucile, pronto a sparare su di loro.

E la neve si tinse di rosso cremisi.

Quegli occhi così freddi e spietati scrutarono i corpi senza vita della sua gente.

Quegli occhi così freddi e spietati, lacrimarono.

Si lasciò sprofondare nella neve con ancora in mano il fucile.

Il pomo di Adamo saliva e scendeva cercando di trattenere un pianto disperato.

Strisciò sulla neve rossa avvicinandosi ai corpi di alcuni giovani. Alcuni di loro tenevano ancora stretti tra le mani le loro croci.

Accarezzò leggermente alcuni dei loro visi, guardandoli attentamente.

-Russia…- Mi avvicinai a lui, restandogli a pochi centimetri di distanza. Non volevo disturbarlo, però … Era strano vederlo in quelle condizioni.

Russia era sempre stato potente. Una potenza magnifica. E ora quella potenza si era inchinata davanti alla morte della sua gente causata da egli stesso.

-Lituania…-

Si voltò verso di me. Stringeva la mano di un ragazzo, impregnata di sangue e la portò al suo viso. Chiuse gli occhi e fece una preghiera.

Mi si era stretto forte il cuore.

Mai avevo visto una scena simile. Mai, in tutta la mia vita.

Cosa rappresentavo per Russia in quel momento …?

Mi stava ignorando …

-Vero, Lituania?-

-Cosa?-

Mi guardò con occhi tristi e stanchi, non più freddi e spietati come prima.

-Come dice il proverbio russo: anche lungo la nostra via troveremo un giorno di festa.- Sorrise, involontariamente, verso di me. Con la faccia tutta sporca di sangue, una lacrima rigò il suo viso.

Oh, Russia! La potenza che splendeva in tutta la sua gloria ora si inchina alla morte!

Cercai di sorridergli anche io, per confortarlo. Ma invece di un sorriso feci una smorfia.

Russia si rigirò dall’altra parte.

-E arriverà anche la primavera…-

Quelle, furono le ultime parole che disse Russia, per quel giorno.

Ma, di una cosa potevo essere sicuro di quel giorno: Ivan, aveva raccolto i sogni della sua gente e da allora li tiene ancora tutti stretti a se, come un tesoro …

*L’angolino di Eagle:*

È la prima volta che scrivo nella sezione di Axis Powers Hetalia. E devo dire che faccio pena…!XD Oh, beh, ho voluto sperimentare la cosa sul mio personaggio preferito in assoluto: Ivan.

Ivan: Bene, voglio la vodka ora ^^

Ma… Ivanus’ka, te l’ho già data prima!! La volevi perché non eri pronto psicologicamente per uccidere la tua gente!

*Dal set se ne va la folla tutta sporca di pomodoro*

Ivan: Ah… non era sangue… peccato…!

Sadico…! -__-

Beh… se non vi è piaciuta posso capirlo, era solo un esperimento…>>

Da svidanija!!!