Leia aprì gli occhi.
Intorno a lei vi era un grande giardino, come quelli in cui era solita giocare quando era piccola su Alderaan, insieme alle altre damigelle.
Era un sogno? Si sentiva stranamente leggera, come se il peso di tutte le sofferenze, di tutti i dolori, di tutte le lacrime, fosse improvvisamente sparito dal suo petto.
Sorrise. In fondo, non vedeva alcun motivo per essere triste. Non percepiva alcuna ansia, né alcun pensiero che potesse turbarla. Si sentiva bene.
Si guardò intorno ancora una volta prima di iniziare a passeggiare per il giardino. Una piacevole brezza le accarezzava i lunghi capelli.
Non ricordava di aver mai indossato quel vestito, né di averne mai visto uno simile, ma in quel momento non si fece domande. Del resto indossava ancora l’anello che le aveva regalato Han molti anni prima e la collanina di Ben, e questo era ciò che contava.
 
Nel silenzio che la avvolgeva si sentì chiamare. Si voltò lentamente e non esitò un momento a riconoscere l’uomo che l’aveva chiamata. Il portamento fiero, l’elegante e curatissima barba, la veste smeraldina…tutti dettagli impressi a fuoco nella sua memoria. Bail Organa.
“Padre” lo salutò.
“Figliola mia” lui le rispose.
“Dove siamo?”
“Nell’aura della Forza” le rispose serenamente Bail, avvicinandosi ancora un po’.
Leia non comprese subito, o forse una parte di lei non voleva capire a fondo il significato delle parole del padre. Era forse morta?
Bail annuì con fare rassicurante, come se avesse percepito la sua tacita domanda.
Si avvicinò ancora e le prese le mani. “Leia” le disse. “Cosa ti turba?”
Leia accennò ad un sorriso. “Nulla, Padre. Non so cosa significhi essere morta. Non so se riesco ad accettarlo.”
“Tu non sei morta davvero, bambina mia. Continuerai a vivere per sempre negli ideali delle persone che ti hanno conosciuto e che si sono ispirate a te. Sei stata il modello di tanti, non dimenticarlo mai. Le morte non potrà cancellare il tuo ricordo dalla galassia.”
Le prese il volto fra le mani e lo accarezzò dolcemente. “Io stesso non ho forse continuato a vivere per tutto questo tempo nel tuo cuore, pur essendo morto?”
Leia fu costretta ad annuire di fronte a quell’evidenza. Non aveva mai dimenticato – neppure per un attimo – quell’uomo meraviglioso che l’aveva cresciuta e che l’aveva resa quello che era, modello e guida per tante persone.
“E so che non sono l’unico che ha continuato ad esistere attraverso di te.” Bail continuò.
Leia annuì ancora. Quanti amici, parenti, colleghi aveva visto andare via per sempre, per mano dell’Impero, falciati da una guerra sempre più violenta ed ingiusta. Han. Il suo corpo fu pervaso da tenerezza e malinconia al ricordo dell’unico uomo che lei era stata in grado di amare e che l’aveva amata in modo completo e totale.
No, se lei aveva lasciato una traccia nel cuore delle persone che aveva conosciuto e amato, come questi l’avevano lasciata in lei, non l’avrebbero dimenticata. E lei avrebbe continuano a vivere.
Bail le sorrise. “Non devi pensare a ciò che hai perso, tesoro, ma a quello che la vita ha voluto darti. È valsa la pena di aver vissuto?”
Leia ripenso brevemente a tutta la sua esistenza. Tanti dolori, tanta sofferenza – certo – ma anche tanti ricordi dolci: Gli affetti della sua famiglia, la sorpresa di un fratello ritrovato, l’abbraccio forte e sicuro dell’uomo amato, il dolce sguardo di un figlio, le soddisfazioni nell’aver lottato per i propri ideali…
“Sì, padre. È valsa la pena”