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Autore: JulyAneko    24/05/2009    1 recensioni
Un caso, un avvocato. Una nuova conoscenza, un vecchio legame. Cosa succederà al nostro team se le sue acque verranno scosse non solo da nuovi atroci casi?!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...

-Signor Blake mi ascolti..- incominciò April seduta davanti all'uomo visibilmente scosso -Steve..- riprovò ad attirare la sua attenzione portando una mano sul braccio dell'uomo -Stia tranquillo, finché sarà qua nessuno potrà fargli del male-
-Sì..- biascicò l'uomo sospirando
-Però deve dirci tutto ciò che si ricorda dei dati che aveva raccolto sulla sua palazzina-
-Cer..cercherò di fare del mio meglio- disse puntando lo sguardo verso la donna che era appena entrata nella stanza -Come sta?-
-Meglio- sorrise Emily con dei cerotti fissati sulla fronte
-Quella palazzina è stata costruita non molto tempo fa, tanto che alcuni appartamenti sono ancora invenduti- cominciò l'uomo mentre Emily si sedeva accanto ad April -Mi è sorto il dubbio quando sul soffitto del mio appartamento, che è all'ultimo piano, sono cominciate ad apparire delle strane macchie di umido. Dopo ho sentito che in altri appartamenti la situazione era simile se non peggiore.. le crepe nei muri aumentavano a vista d'occhio-
-Così ha indagato sull'appalto della costruzione della palazzina?-
-Esatto, il tutto è risalito alla società Green e ad alcuni contratti ambigui che aveva stipulato con una certa società a cui non sono riuscito a risalire-
-Qualcuno le ha fatto domande sulle sue indagini? Si è interessato..?-
-No, nessuno..- mormorò l'uomo pensando poi, come se avesse ricordato qualcosa d'importante continuò -Un poliziotto.. sì, un poliziotto è venuto a farmi alcune domande-
-Si ricorda il nome?-
Steve scosse la testa -Credo stesse indagando sulla società appaltatrice, mi disse un nome.. EdilPalace.. sì, qualcosa di simile-

-Inesistente- la voce metallica di Garcia si sparse nel silenzio della sala riunioni dove tutti erano riuniti -Sembra inesistente questa società.. ma la vostra maga è riuscita a scovare qualcosa grazie a dei dossier della polizia..- disse Penelope leggendo dal suo schermo nero -..su queste società fantasma stava lavorando un certo Arthur Focalise ma pare abbia smesso circa un mese fa, per.. vediamo, vediamo.. oh- si fermò all'improvviso
-Che succede Penelope?- chiese Derek sporgendosi verso il telefono posizionato al centro della tavola.
-E' morto.. è stato ucciso-
-Ucciso?!- disse perplessa Jennifer
-Mandaci tutto il materiale Garcia, grazie!- riattaccò Hotch mentre Reid apriva il portatile per vedere i dati che Garcia aveva già sicuramente mandato.
Le foto dell'omicidio che apparvero ai loro occhi furono quelle di un cadavere posizionato con le gambe chiuse e le braccia aperte come a formare una croce.
-Ucciso con un colpo di arma da fuoco a distanza ravvicinata- lesse Spencer dal referto che aveva mandato Penelope.
-Non vi ricorda qualcosa?- chiese Morgan osservando la posizione di quel corpo, per poi rispondersi da solo -La croce, la croce disegnata col rossetto-
-La croce gli potrebbe ricordare il primo omicidio- ipotizzò Rossi -E così continua a ripeterla anche nelle altre vittime-
-Vuoi dire che se prima uccideva per necessità di non essere scoperto.. adesso potrebbe farlo per piacere?-
-Probabile- incominciò David poggiando le mani sul tavolo -Il nostro s.i. ha iniziato per coprire le proprie frodi ma poi ha incominciato a provare qualcosa nell'uccisione.. e si è trasformato in un serial killer-
-Quindi.. dobbiamo trovare quando ha iniziato ad uccidere solo per piacere- disse April con aria interrogativa
-Può anche non essere mai successo.. nel senso che può aver continuato ad uccidere per necessità ma utilizzando sempre quello schema che gli provocava piacere- spiegò Hotch
-Allora dobbiamo trovare il vero collegamento fra le vittime- esclamò April -Non basta che abbiano avuto a che fare con la società, dobbiamo capire con chi, precisamente, avevano a che fare-
-Esattamente- sorrise Emily -Le amiche di Dora Lethis ci hanno detto che ultimamente andava spesso a trovarla una donna, una bella donna con una cabrio rossa-
A quelle parole Derek scosse la testa sospirando mentre April fissava il suo sguardo su di lui. -Alexis Green guida una cabrio rossa-

Derek guardò attraverso il vetro quel volto che ultimamente si sognava la notte. Non poteva credere che quella donna, quella donna che aveva iniziato ad occupargli la mente, fosse in realtà una meschina truffatrice e un'omicida. Proprio non ci riusciva. Batté un pugno al muro per poi poggiare la testa al braccio teso. Come aveva fatto a non accorgersi di nulla?
-Io non so di cosa state parlando- disse Alexis lentamente, calcando le proprie parole.
-Lei non sa degli appalti a questa EdilPalace- esclamò Rossi poggiando entrambe le mani al tavolo che lo divideva da quella ragazza.
-No, non l'ho mai sentita!-
-Conosceva Dora Lethis?- chiese allora Emily, seduta di fianco ad Alexis che, a quella domanda, rimase un attimo in silenzio poi, dopo aver fatto un respiro profondo, scosse la testa in segno affermativo. -E come mai?- continuò l'agente.
-Dora era venuta alla società con dei progetti suoi- incominciò Alexis -Si stava per laureare in architettura e cercava un posto di lavoro. Mi sembravano progetti buoni e così sono andata un paio di volte a trovarla per parlarne, tutto qua-
-Tutto qua- le fece l'eco David
-Sì, tutto qua- esclamò la ragazza fissando gli occhi in quelli dell'uomo.
Dall'altra parte del vetro Derek se ne stava impassibile a guardare quelle figure muoversi senza sentire cosa stessero dicendo. April gli si accostò posandogli una mano sulla spalla così da farlo destare dai suoi pensieri.
-Il suo carattere così determinato non l'aiuta-
-No- biascicò lui
-C'è qualcosa che non ti torna, vero?-
Derek scosse la testa -Non mi spiego come abbia fatto ad ingannarmi-
-Non la conosci da così tanto..- provò a dire April ma lui subito parlò sopra la sua voce..
-Ma sono un profiler!-
-Derek!- esclamò la ragazza portandosi le mani sui fianchi -Sei umano anche tu, sai? Prima di tutto sei un uomo!-
Morgan spostò lo sguardo verso quella figuretta che lo stava osservando seria, sapeva che aveva ragione. Lo sapeva ma non riusciva a darsi pace.
Ad interrompere quella situazione fu l'arrivo di Huberth Harriss insieme ad una esasperata Jennifer che lo stava seguendo dicendogli di non poter entrare nella stanza degli interrogatori. Al vederli Morgan si piazzò davanti alla porta della stanza, fermando la corsa dell'uomo che lo guardò con aria seria ed arrabbiata.
-Non riesco a credere a questa storia!- esclamò allora l'uomo -Ci deve essere uno sbaglio, Alexis non può aver fatto questo!-
-Si calmi Signor Harriss, se c'è stato un errore tutto si chiarirà-
-Ah sì?-
-Sì- rispose Hotch appena arrivato davanti alla stanza degli interrogatori -Signor Harriss, cosa ha fatto alla fronte?-
L'uomo si girò al rallentatore verso quella voce che gli aveva parlato -Sono caduto-
Aaron lo guardò ancora per un momento per poi cambiare argomento -Si è mai accorto di qualche cambiamento nel comportamento della Signorina Green?-
Huberth respirò profondamente per poi parlare lentamente -In verità.. in verità ultimamente sembrava più scontrosa del solito, voleva fare senza consultarmi.. non era mai successo prima-
-Senza consultarla in cosa?-
-In alcuni progetti.. appalti-

April non aveva mai perso d'occhio Derek e così assieme a lui si era diretta nella sala riunioni dove avevano trovato un Reid concentrato su alcuni fogli. April vide il collega lasciarsi cadere su una sedia sospirando. Era stanco e sembrava quasi non avesse più voglia di combattere. April non lo aveva mai visto così, lo aveva sempre visto combattivo, affrontare le situazioni di petto, magari anche sbagliando, ma andandogli incontro a testa alta. Adesso, adesso invece sembrava spiazzato.
Era vero, tutti i pochi indizi che avevano si catapultavano addosso a quella ragazza, ma non era detta l'ultima parola.. tutto il loro materiale era poco, c'era ancora molto da fare. Perché Derek si era arreso? No, ci doveva essere qualcosa sotto.
In quel momento entrarono nella sala anche Rossi e Prentiss, entrambi scuotendo la testa -E' testarda, non abbiamo ricavato nemmeno mezza parola-
-Il Signor Harriss ci ha confessato che ultimamente si stava occupando da sola di alcuni appalti- disse Jennifer entrando nella stanza seguita dal proprio capo che era al telefono con Garcia e che subito attivò il vivavoce così che tutti potessero ascoltare.
-Niente di tutto quello che ho trovato su Alexis Green fa pensare che potesse truffare con la società del padre. Prima studentessa modello, poi architetto perfezionista.. mi pare strano che truffasse sui materiali edilizi, qui ho un articolo dove ha dato il consenso a demolire degli edifici per rifarli a norma spendendo soldi della società-
-Garcia, quando è morto esattamente Arthur Focalis?- chiese allora Spencer, sempre con alcuni fogli tra le mani
-Vediamo.. nella notte fra il cinque e il sei del mese scorso-
A quelle parole Morgan scattò in piedi e velocemente si diresse nella stanza degli interrogatori. Quando aprì la porta si ritrovò davanti una seria Alexis che stava bevendo un sorso dell'acqua che il detective Molwee le aveva appena portato.
-Oh, guarda chi si vede- esclamò lei puntando il suo sguardo in quegli occhi neri che la scrutavano silenziosi
-Io posso aiutarti-
-Davvero? Perché mi pare che qua siate tutti convinti che io abbia ammazzato quelle persone-
-Sono convinto che non è così-
-Bene, quindi?- disse decisa la ragazza, portando la schiena allo schienale della scomoda sedia sulla quale era seduta.
-Quindi tu devi darmi una mano- esclamò Morgan girando una sedia verso di lui e sedendosi nel senso inverso.
Alexis lo scrutò come a cercare nella sua figura qualcosa che le dicesse che non le stava mentendo. Ma in qualche modo, nel suo profondo, sapeva esattamente che quel ragazzo che si ritrovava davanti non le avrebbe mai e poi mai mentito. In qualche modo, lei si fidava di lui.
Gli fece un cenno con la mano come a esortarlo ad andare avanti ed allora il volto di Derek si distese per un attimo, come se un barlume di speranza fosse riapparso a far breccia nella sua anima logorata.
-Harriss ci ha detto che ti stavi occupando di alcuni appalti-
-E' il mio lavoro visto che mio padre non c'è momentaneamente-
-Certo, ma non è tuo lavoro occupartene senza avvertire il socio di tuo padre-
-Che vuol dire senza avvertirlo?- chiese lei senza capire -Lavoriamo nello stesso ufficio.. e in loco ci va sempre lui-
A quelle parole Morgan si bloccò. Forse era quell'uomo a non aver detto tutta la verità!

Hotch era nervoso, era rimasto immobile da quando April lo aveva fermato mentre si stava dirigendo da Morgan. Si era messa davanti alla porta della stanza nella quale erano riuniti e aveva detto che andava tutto bene, che Derek aveva le sue ragione, che Derek conosceva quella ragazza.
Era dannatamente nervoso. Nervoso e arrabbiato che nessuno dei due gli avesse detto che Morgan conosceva quella ragazza. Un rapporto in un caso e si poteva perdere il filo del discorso. Lui lo sapeva.
Lanciò uno sguardo indagatore ad April che gli rispose con un sorrisetto sulle labbra. Credeva davvero di odiarla quando faceva così.
Scosse la testa -Va bene, continuiamo qui intanto.. il profilo-
-Sappiamo che l's.i. ha iniziato ad uccidere per infangare le indagini sulle proprie frodi- incominciò Prentiss
-L'agente Focalise- le fece eco Rossi
Emily fece un cenno affermativo con la testa e poi continuò -Poi però da semplice omicida si è trasformato in serial killer, quando ha capito di provare piacere nell'atto dell'uccisione-
-E nell'atto di dominazione della vittima- suggerì Reid -Il taglio del pollice potrebbe indicare che nella vita si sente sottomesso e così alle sue vittime toglie una delle caratteristiche che ci distinguono dagli animali-
-Giusto- esclamò Hotch -Possiamo anche dire che le frodi sono partite dalla società Green. Anche se non abbiamo prove concrete sappiamo che tutte le vittime erano collegate, in qualche modo, alla società-
-Prima ho parlato con l'avvocato Blake e mi diceva come l'edificio nel quale sta sia stato costruito pochi anni fa ma sia già praticamente da rifare- disse Johnson mentre un pensiero le balenava per la testa -E se non si trattasse di appalti?-
-In che senso?- chiese Rossi portando le mani alla vita
-Se si trattasse di una cosa ancora più alla base, proprio come il risparmio su alcuni materiali di costruzione-
-Questo avrebbe un senso- esclamò Morgan scostando la collega da davanti la porta ed entrando nella stanza seguito da Alexis -Harriss ha il compito del controllo del materiale edilizio-
-E uno dei compiti di Ferdinal era quello di assicurarsi che tutti i contratti di acquisto di tali materie fossero in ordine- continuò Alexis incrociando le braccia al petto.
-Questo potrebbe scagionarti- sorrise April alla ragazza al suo fianco
-No- incominciò allora Derek, serio in volto, -Quello che la scagiona è che nella sera fra il cinque e il sei del mese scorso, io mi trovavo con lei-
A quelle parole il silenzio invase la stanza.
Hotch aveva fissato il suo sguardo in quello di Morgan che aveva fatto altrettanto mentre gli altri erano rimasti in ascolto, sperando che il proprio capo capisse la situazione e non desse un valore troppo alto a questa cosa nella sua personalissima scala dei valori.
Ma le parole che uscirono dalla bocca di Aaron fecero tirare un sospiro di solievo a tutti -Ok, perfetto. Adesso concentriamoci su Harriss!-
-Harriss è appena andato via- disse l'agente Molwee appena entrato nella stanza -E' uscito con l'avvocato Blake-
-Come?- chiese incredula Jennifer
-Sì, gli ho sentito dire che Harriss poteva risolvere i suoi problemi con la casa-
-Certo, risolverli.. in che modo?- disse Alexis scettica

Rossi batté il pugno sul tavolo facendo sobbalzare anche Garcia dall'altra parte della linea telefonica. -Dobbiamo trovare quel posto!-
-Ve l'ho già detto- disse Alexis seduta su una sedia in angolo della stanza -Harriss ha solo un'abitazione ma per il resto.. potrebbe trovarsi in un nostro qualsiasi cantiere!-
-Sono troppi, dobbiamo restringere il campo-
-Lo so ma io non so cosa cercare- disse Penelope mentre batteva alla tastiera per riuscire a scovare qualsiasi informazione.
-Ok, concentriamoci- cominciò Hotch -Come mai Harriss è arrivato al punto di truffare?-
-Mancanza di soldi?- chiese Reid ma scuotendo già la testa in segno negativo
-Non aveva problema di soldi. Nessun vizio e nessuna spesa folle- confermò Garcia
-Per mancanza di potere?- chiese allora Prentiss
-Harriss è socio al trenta per cento ma ha parola su ogni operazione della nostra società-
-Per scalare più in fretta la società?- provò Morgan -Alexis, quanto avrebbe ereditato da tuo padre Harriss?-
-Oh..- biascicò la ragazza -Non lo so ma probabilmente solo quello che gli spetta per l'accordo della società-
-Harriss potrebbe aver truffato per far salire la società ed elevarsi agli occhi del Signor Green?-
-Certo, così che lui aumentasse la sua percentuale!- esclamò Johnson
-Bene e questo dove ci porta?- domandò Alexis ticchettando con le dita sul bracciolo della sedia
-All'ospedale dove è ricoverato tuo padre-
A quelle parole il volto della ragazza divenne bianco -Stiamo ricostruendo un'ala di quell'ospedale..-

-Vedrai che andrà tutto bene- sorrise April allungando a quella ragazza dai boccoli neri un bicchier d'acqua
-Odio dovermene stare qua senza poter fare nulla- ringhiò lei prendendo il bicchiere
-Mi pare che Morgan sia stato perentorio- disse Jennifer sedendolesi accanto
-Anche troppo..- sussurrò Alexis mentre un sorrisino le si formava sulle labbra al ricordo del volto di quel bel ragazzo così preoccupato per lei. Derek le aveva quasi gridato di starsene ferma e buona dove era e di non correre inutili rischi, lo sguardo senza replica di Hotchner aveva fatto il resto.
Ormai era da quasi un'ora che se ne stavano in quell'ufficio ad aspettare buone nuove dal resto del team e per tutto il tempo April e JJ si erano scambiate sguardi furtivi per non far intuire la loro apprensione ad Alexis che era già molto in subbuglio.
All'improvviso il telefono di Johnson squillò e lei prima di guardare chi fosse fece un gran respiro, per poi sorridere al vedere sul display il nome di Reid. -Pronto-
-Pronto April, sono David. Abbiamo preso Harriss, stava tentando di uccidere Blake.. che per fortuna se la caverà solo con qualche graffio ad una gamba-
-Meno male.. il Signor Green tutto bene?-
-Sì, Harriss non era ancora riuscito ad arrivare a lui-
-Bene..- mormorò April incerta se formulare quella domanda che aveva in mente da quando aveva sentito rispondere una voce che non era quella di Spencer.
-April..- incominciò Rossi cauto -..noi rimaniamo qua, Reid e Prentiss hanno bisogno di qualche cura-
Il cuore di April mancò di un battito -Ni..niente.. niente di grave.. vero?- borbottò
-No, non c'è da preoccuparsi.. tranquilla-
-Ok.. comunque noi vi raggiungiamo- e detto questo riattaccò il telefono sospirando.
-Allora?- chiese impazientemente Alexis
-Tuo padre è salvo, Harriss è in manette- sorrise Johnson -Ma Blake, Reid e Prentiss hanno bisogno di cure-
-Come?!- esclamò JJ alzandosi di scatto dalla sedia
-Sì, ma David ha detto che non è niente di grave- disse April afferrando la borsa e uscendo dall'ufficio seguita dalle due donne.
Quando arrivarono trovarono diverse macchine della polizia posizionate ancora davanti all'ospedale ma loro subito si fiondarono all'interno dell'edificio dove Jennifer esibì il suo distintivo che le fece strada fino alla piccola stanza dove erano riuniti Hotch, Rossi e Morgan. Nel frattempo Alexis si era diretta dal padre.
-Ma che è successo?- esclamò portando le mani ai fianchi.
-Niente di grave JJ, non preoccuparti- le rispose Rossi spiegandole come Harriss avesse già da tempo preparato una sorta di trappole in quell'ala ancora da rifare dell'ospedale.
April si avvicinò al proprio capo che se ne stava sulla porta che dava verso un'altra stanzetta dove c'erano Emily e Spencer seduti su dei lettini mentre degli infermieri medicavano alcune ferite superficiali.
Al vederla Aaron le abbozzò un mezzo sorriso.
-Come ha potuto organizzare.. beh- borbottò lei riferendosi ad Harriss
-Probabilmente sapeva che saremmo arrivati a lui- disse Hotch continuando a fissare le mille smorfie che si formavano sul volto di Emily ad ogni tocco di disinfettante sulle sue ferite -Poi Emily ha praticamente salvato la vita a Blake- continuò facendo un cenno con la mano così che April potesse notare un uomo disteso in fondo alla stanza, proprio dietro la collega.
April osservò quell'uomo che conosceva ormai da così tanto tempo. Forse non lo aveva mai sentito pronunciare il nome di Emily. E sicuramente non lo aveva mai sentito pronunciare a quel modo. Così teneramente.
-Per fortuna niente di grave- sorrise battendo una mano sulla spalla di Aaron prima di entrare in quella stanza e affiancarsi a Spencer che aveva appena finito di essere medicato.
Reid alzò lo sguardo su di lei solo quando vide un paio di stivali verdi entrare nella parte di pavimento che stava osservando.
-Ehy- sussurrò April sfiorandogli una guancia per poi indugiare con la punta delle dita su quella pelle calda.
Spencer osservò, come sempre, come quelle dita fossero gelate e come, tutte le volte, gli provocassero un brivido sulla schiena. Si trovò a pensare come non volesse che quel contatto finisse, come volesse continuare a sentire quel freddo che gli riscaldava il cuore. Ma la mano di April si staccò dal suo volto non appena lei capì di star indugiando troppo e Spencer scoprì una strana sensazione di felicità al vedere il volto di lei tingersi di un leggero rossore.
-Va tutto bene..- mormorò allora Spencer afferrando con la sua quella stessa mano che prima gli aveva provocato un brivido gelato.
A quel gesto inaspettato April sussultò per poi sorridere, scoprendo come una sensazione di felicità le invadesse l'animo al vedere il volto di lui colorirsi di un leggero rossore.

Emily si girò sentendo la voce dell'avvocato Blake chiamarla. Scese dal lettino e si soffermò accanto all'uomo che aveva una gamba fasciata.
-Sembra che mi abbia salvato la vita due volte- disse lui alzando la schiena e rimanendo seduto sul lettino ma con le gambe distese.
-Non è stato poi così difficile- ironizzò Emily sorridendo
-Mi vuole dire che non valgo così tanto?- scherzò l'uomo mentre Emily distendeva le labbra in un sorriso ancora più solare.
Nel frattempo un altro uomo stava osservando quella scena con un'irritazione che sentiva salire nel suo animo ad ogni frase che quei due si scambiavano.
Aaron restò immobile sulla soglia di quella stanza senza che i suoi occhi riuscissero a staccarsi da quella figura così perfetta che ora, però, stava sorridendo ad un altro uomo. Sentiva un fastidioso groviglio allo stomaco che non intendeva dargli pace. Non poteva sopportarlo.
Era decisamente combattuto se andare lì e intromettersi nella discussione o restare immobile dov'era con quella nervosa sensazione ma conscio di rimanere nel professionale. Sentiva un formicolio al piede che, se la testa non glielo avesse impedito, avrebbe già annullato la distanza che c'era fra lui e quella situazione.
-Hotch!-
Salvato dai suoi pensieri e dalle sue intenzione grazie alla voce di Morgan!
Aaron si girò a malincuore verso il collega constatando che in quella stanza era rimasto solo lui.
-Gli altri sono già in macchina, il dottore ha detto che Prentiss e Reid posso uscire-
-Ok, andiamo- disse Aaron felice di poter interrompere quelle chiacchiere che gli procuravano un gran fastidio. Si girò verso l'altra stanza e sentenziò -Possiamo andare! Avvocato Blake si rimetta presto-
-Grazie- rispose con un sorriso l'uomo per poi osservare che il capo di quel team non lo stava guardando affatto ma stava osservando, severo, la bella donna al suo fianco.
Alle parole di Hotch April era schizzata come una cavalletta verso di lui, allontanandosi da Spencer ma continuando a sorridergli imbarazzata. Nello stesso tempo il ragazzo era sceso dal lettino e aveva preso le sue cose per poi avvicinarsi nuovamente a quella ragazza a cui non aveva smesso di sorridere.


Entrò in quel bar con una strana sensazione addosso.
Gli avvenimenti di quel giorno l'avevano scombussolata più di quanto voleva dare a vedere. Prima si era sentita tradita, offesa e persa. Poi il tutto si era tramutato in caparbietà e paura. Infine una strana sensazione di benessere le aveva invaso l'anima.
La sua mente aveva vagato nella ricostruzione di quegli avvenimenti come a formare un puzzle di cui però continuava a mancare un pezzo.
Quel pezzo era seduto in un tavolino un poco appartato di quel tranquillo locale arredato in maniera molto moderna.
Quel pezzo era Derek Morgan.
A quel pensiero le labbra di Alexis si distesero in un sorriso.
Derek alzò la testa dal menù giusto a vedere quella ragazza dai boccoli neri sedersi nel posto davanti al suo.
Non aveva ancora detto una parola ma lui aveva già capito benissimo che lei aveva abbandonato l'ascia di guerra per dar luogo a qualcos'altro. E questo lo spaventava decisamente di più. Nonostante questo sorrise, e gli venne dannatamente naturale.
-Allora.. agente- incominciò Alexis portando i gomiti sul tavolinetto che li divideva e poggiando il mento sulle proprie mani.
-Non era una cosa segreta-
A quella risposta data in maniera così tranquilla Alexis abbozzò un sorriso. Quell'uomo la faceva vacillare nelle sue certezze, si aspettava una reazione e puntualmente ne arrivava un'altra.
Derek restò con lo sguardo puntato su quella figuretta che lo guardava con uno splendido sorriso sulle labbra. Gli piaceva quella donna, non sapeva come mai ma sentiva che lei aveva qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre.
-Lo so! Quindi mi sembra sia tutto risolto- esclamò Alexis con un tono decisamente allegro nella voce.
A quelle parole Morgan si sporse verso il tavolo incrociando le braccia al petto, una nuova luce si era accesa nella sua testa, una nuova sensazione aveva deciso di far capolino dal suo cuore e lui, stavolta, non era certo che se ne sarebbe andata tanto presto.
Appena arrivò il cameriere ordinarono da bere senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro, come se quel contatto li avvicinasse come non mai.
Non parlarono molto ma quei silenzi fatti di sguardi e sorrisi non si tradussero mai in una situazione di stallo, di imbarazzo.. tutt'altro, loro si stavano conoscendo a quel modo.
-Dovrò passare qualche giorno con l'avvocato Johnson, sai.. tutte le pratiche, il caso che ha coinvolto la società..- incominciò lentamente la ragazza -Ti vedrò?-
Il volto di Derek si distese in un sorriso, si portò una mano alla nuca e scosse la testa in segno affermativo. Certo che lo avrebbe visto! E se non ce ne fosse stata la possibilità sarebbero stati loro a far sì che i loro volti si incontrassero di nuovo.


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"Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce" Blaise Pascal.



  
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