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Autore: Liz Briel    29/12/2016    3 recensioni
Tratto dalla flashfic:
"Lei era diversa, questo lo aveva capito già dal primo giorno che l’aveva vista. Avvolta in un tallieur rosso fuoco, con i suoi lunghi capelli biondi stretti in uno chignon, guardava curiosa e bramosa di informazioni ogni detenuto, sperando di trovare quello giusto. Alla fine l’aveva trovato, ma a un caro prezzo."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quei lunghi capelli biondi, quasi bianchi, con le punte colorate creavano un contrasto netto con le lenzuola di seta rosso cremisi.
Era da mezz’ora che la osservava, ne studiava il minimo e impercettibile movimento.
I capelli sparsi sul cuscino e quelle lunghe gambe che, con la sottile luce lunare che filtrava dalla finestra, sembravano porcellana. Lei era una bambolina, la sua bambolina.
Non gli erano mai piaciuti i giocattoli, si annoiava facilmente e finiva per romperli tutti. Aveva avuto altre bambole, ma nessuna era stata come lei. Nessuna lo guardava come lo guardava lei, nessuna pendeva dalle sue labbra come lei. Sorrise al ricordo di quando la donna riuscì a farlo evadere, non pensò neanche alle conseguenze di quel gesto, doveva solo salvare il suo J.
La dolce e ingenua dottoressa Harleen Quinzel che aveva cercato in tutti i modi – alcuni non molto ortodossi- di curarlo da quella che gli altri chiamavano pazzia.
Lei era diversa, questo lo aveva capito già dal primo giorno che l’aveva vista. Avvolta in un tallieur rosso fuoco, con i suoi lunghi capelli biondi stretti in uno chignon, guardava curiosa e bramosa di informazioni ogni detenuto, sperando di trovare quello giusto. Alla fine l’aveva trovato, ma a un caro prezzo.
Ricordava ancora quella piccola macchia rossa che con quelle gambe lunghe aveva fatto girare metà testa al personale di Arkham, l’altra metà l’aveva già persa da un pezzo. Ghignò a quella battuta.
Quando aveva saputo il suo nome aveva già deciso che sarebbe stato il suo nuovo giocattolino. Gli rimbombava ancora nella testa la risata scaturita all’associazione Harleen Quinzel, Harley Quin-nzel, Harleyquin. La cara psichiatra, dopotutto, aveva mostrato la sua vera maschera. Tutto grazie a lui.
Non aveva dovuto fare molto; aveva raccontato una storia strappalacrime su un povero bambino che soffriva per il rapporto con suo padre e, alla fine, l’esca aveva abboccato all’amo, dopotutto, era lui il predatore.
Aveva pensato molte volte di sbarazzarsi di lei. Harley era bellissima, aveva un corpo che era fuoco per il suo inguine, però era non serviva a niente, non era utile. Era brava a svaligiare le macchine, era una macchina assassina, ma anche altre persone sapevano fare quello che faceva lei.
Sarebbe bastato poco, un proiettile e BANG, tanti saluti ad Harley Quinn. Certo, Johnny Johnny avrebbe dovuto trovare qualcuno per pulire le sue amate lenzuola e avrebbe dovuto far sparire l’ennesimo corpo, ma non sarebbe stata la prima volta.
- Papino, la tua micetta ha bisogno di te- miagolò la ragazza per poi sedersi sul letto e coprirsi solamente il seno, lasciando le diafane spalle scoperte, tempestate dai vari lividi che lui gli aveva procurato mordendola fino, alcune volte, a farle uscire sangue.
Non sopportava la sua vocetta stridula, ma, soprattutto, il suo tono indisponente. Pensava veramente che le attenzioni le fossero dovute, credeva veramente di meritarsi.
Come sei stupida, cara dottoressa Quinzel pensò il criminale guardandola e stringendo i pugni. Quanto avrebbe voluto stringerle le mani attorno al collo, vedere i suoi occhi pian piano spegnersi della solita luce e la vita venirle meno; un gioco da ragazzi!
Si stava lentamente avvicinando, pronto a porre fine alla sua vita quando Harley si sedette lasciando scivolare via l’ultimo brandello di lenzuolo e, con esso, anche l’ultimo brandello della sua insana lucidità.
Ci avrebbe pensato poi, quando si sarebbe stancato del suo giocattolino.




Salve a tutti, sono tornata con un'altra OS.
Se la prima volta ho scritto secondo il punto di vista di Harley, questa volta mi sono messa in gioco con Joker. Premetto con il dire che ho cercato in tutti i modi di mantenere IC il personaggio, di non cadere nel romantico, anzi, di far capire che - secondo me- da parte di lui non c'è amore, ma la usa e basta.

Non mi sono ispirata al Joker di Leto e per Harley ho usato Margot Robbie (mi è piaciuto come si è calata nel personaggio e come l'ha interpretato).
Vi chiedo scusa anticipatamente per gli errori, ma l'ho scritta di getto.
Baci.
Liz
  
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