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Autore: astiles03    30/12/2016    0 recensioni
Quando sentì la notizia Lydia non riuscì a fare altro che piangere. Delle lacrime leggere le scivolarono lungo il viso perchè era felice. Per quattro giorni aveva pensato di essere diventata pazza e invece no.
Adesso dovevano semplicemente concentrarsi sul chi fossero questi cavalieri fantasmi e sul come erano riusciti a cancellare una persona dalla loro memoria.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sedette sul letto con gli occhi lucidi. Non voleva piangere, non per una cosa così stupida e insensata. Chiuse gli occhi e tirò qualche respiro profondo, ma non fece che peggiorare la situazione perchè sentì risalire lungo lo stomaco la cena cinese che aveva mangiato con la madre quella sera.

Quando si girò verso lo specchio tutto ciò che vide fu patetico: una ragazza sui 18 anni sull'orlo di una crisi di pianto; occhi verdi arrossati come se le stesse per venire la congiuntivite, capelli rossi annodati e il viso bianco era ancora più pallido del solito. Cercò di fare un altro respirone.

Inspira.
Aveva la sensazione che qualcuno le avesse avvolto il cuore in un sacchetto di plastica, e infatti si sentiva in trappola. Tutto era iniziato qualche giorno prima quando cominciò a sentirsi in quel modo. Come se avesse dimenticato qualcosa, qualcosa di grande, di importante, ma non riusciva a ricordarsi cosa.
Espira.

Inspira.
Si sentiva come quando sei sul punto di dire qualcosa ma te ne dimentichi e rimani per qualche minuto a sforzare il tuo cervello di capire cosa ha cancellato, si sentiva così ma elevato alla potenza. Erano tre giorni che cercava di ricordare qualcosa che il cervello le aveva eliminato completamente dalla memoria ma non ci riusciva. Eppure qualcosa doveva esserci per forza, era impossibile che quella sensazione fosse arrivata dal  nulla e si fosse intromessa dentro di lei per divertimento.
Espira.

Inspira.
In questi tre giorni in cui rimase chiusa in camera e usciva solo per mangiare si autoconvinse che era solo una sua impressione e che probabilmente l'unica cosa che aveva dimenticato era di portare un vecchio compito a scuola; magari un compito importante da cui dipendeva il voto finale di una qualche materia. Si autoconvinse che la sensazione che sentiva di essersi dimenticata di qualcuno, qualcuno di fondamentale nella sua vita, era sbagliata.
Espira.

Ma era la verità, si sentiva come quando al momento di organizzare una festa fai una lista di invitati e senti che manca una persona ma per un po' di tempo non riesci a capire chi e ripercorri mentalmente ogni nome; in quel momento ti senti come se avessero cancellato quella persona dalla faccia della terra.
E se il qualcuno che credo di dimenticarmi fosse dovuto al fatto che è stato cancellato?

Non sarebbe stato un chissà quale spreco di tempo indagare ma quando prese il telefono per chiamare il suo amico Scott scartò l'idea, concentrandosi su qualcosa di più reale.
Era possibile che stesse presentando sintomi di alzheimer precoce?
In effetti i suoi sintomi erano quelli: la perdita di memoria, confusione con luoghi e tempi e cambiamenti di umore e personalità.
C'era davvero una possibilità che lei avesse l'alzheimer? Tutta quella sua situazione del volersi ricordare qualcosa che probabilmente non esisteva la portava a quella possibilità.
Quindi è così che si sentono le persone affette da questo morbo. Si sentono come se una parte del loro corpo fosse stata tagliata loro e dimentichi di averla avuta ma non dimentichi le sensazioni.

Ebbe un'improvvisa voglia di gettare qualcosa per terra e quindi prese la prima cosa che le capitò sotto mano e la scaraventò sul pavimento. Questa, una piccola sirena in cristallo, si ruppe in mille pezzi e restò lì, a terra, finchè la madre non salì per spazzare via i resti.

A metà del quarto giorno che passava chiusa in camera ricevette una telefonata da parte di Scott ma decise di non rispondere. Contò altre 16 volte in cui iniziò a suonare nel corso della giornata ma che lei continuò ad ignorare.

Scese da camera sua solo per andare a cenare insieme alla madre. Quella sera un odore di pollo arrosto la accompagnò per tutto il tragitto dalla camera fino alla cucina e quandò arrivò sulle scale sentì anche odore di torta al cioccolato.
Sua madre tentava di tirarle su il morale mettendola all'ingrasso?
Aveva già messo in bocca un pezzo di pollo che le sprigionò una sensazione indescrivibile quando sentirono suonare il campanello ripetutamente più e più volte.
Sua madre Natalie si alzò e si diresse verso la porta e entrarono correndo e inciampando sui loro stessi passi due ragazzi.
I capelli neri del ragazzo erano molto spettinati, come se non dormisse da giorni e invece lo sguardo della ragazza si accese per un attimo di un intenso azzurro per poi tornare normale.

"Lydia, abbiamo trovato la soluzione." Scott lo annunciò a grande voce mentre con una mano cercava di sistemarsi i capelli.
"Sono stati i cavalieri fantasma a rapire qualcuno dalla nostra vita. Per questo abbiamo tutti la sensazione di dimenticarci di qualcuno di importante." Malia le rivolse un sorriso sincero.

Quando sentì la notizia Lydia non riuscì a fare altro che piangere. Delle lacrime leggere le scivolarono lungo il viso perchè era felice. Per quattro giorni aveva pensato di essere diventata pazza e invece no.
Adesso dovevano semplicemente concentrarsi sul chi fossero questi cavalieri fantasmi e sul come erano riusciti a cancellare una persona dalla loro memoria. 
   
 
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